20 Giugno
Dieci punti, un governo, il traguardo dei cinque anni
L'esecutivo Meloni dopo l'estate avvierà la discussione della prossima legge di Bilancio che conduce poi all'appuntamento del voto europeo nel 2024. Alcune mosse sono prevedibili, lo stato dell'opposizione è visibile. L'economia va, lo spread è basso, il conflitto sociale non c'è. Storia di una leadership
Giorgia Meloni è presidente del Consiglio dal 22 ottobre del 2022, il suo ingresso a Palazzo Chigi ha avviato un processo di profonda trasformazione della politica, il primo premier donna della storia italiana ha scosso l’albero e i frutti stanno cadendo a terra. Il governo Meloni ha la concreta possibilità di arrivare fino alla fine della legislatura, non mancano certo le incognite (guerra e shock geopolitici), siamo solo all'inizio della storia, il 2027 appare lontanissimo, ma in realtà molte mosse sono prevedibili. Ci sarà un passaggio importante con la prossima legge di Bilancio, che apre la strada verso la campagna del voto europeo nel 2024, quello sarà il punto di svolta, girata la boa, l'impresa è possibile. A che punto è la partita a scacchi della politica?
1. Leadership. Il primo elemento, quello più denso di energia, è il cambio di leadership. Quella di Meloni è netta, la sua conduzione del Consiglio dei ministri ha le qualità del polso del tennista, stabile, efficiente, dinamico. Il riconoscimento del ‘capo’ è un fatto consolidato tra i ministri. Meloni è incisiva e gioca tutte le partite - studia i dossier e prende decisioni - perché c’è un fatto nuovo: in Italia mancava un governo politico dal 2008, ultimo governo Berlusconi. La dote di Meloni sono i voti, la sua fonte di legittimazione non è la manovra di Palazzo, ma la vittoria elettorale.
2. La politica estera. Meloni è un fenomeno internazionale, tutti vogliono incontrare il premier italiano. Ambasciatori, politologi, professori di chiara fama e nebulosa comprensione, guru di sinistra e sciamani di destra, cercano come rabdomanti il segreto del suo successo e nei salotti in stato d’abbandono si mormora: “Doveva crollare tutto, e invece... lo spread è a 160, lei passeggia mano nella mano con Biden, oggi va all’Eliseo da Macron, che succede?”....
Giorgia Meloni è presidente del Consiglio dal 22 ottobre del 2022, il suo ingresso a Palazzo Chigi ha avviato un processo di profonda trasformazione della politica, il primo premier donna della storia italiana ha scosso l’albero e i frutti stanno cadendo a terra. Il governo Meloni ha la concreta possibilità di arrivare fino alla fine della legislatura, non mancano certo le incognite (guerra e shock geopolitici), siamo solo all'inizio della storia, il 2027 appare lontanissimo, ma in realtà molte mosse sono prevedibili. Ci sarà un passaggio importante con la prossima legge di Bilancio, che apre la strada verso la campagna del voto europeo nel 2024, quello sarà il punto di svolta, girata la boa, l'impresa è possibile. A che punto è la partita a scacchi della politica?
1. Leadership. Il primo elemento, quello più denso di energia, è il cambio di leadership. Quella di Meloni è netta, la sua conduzione del Consiglio dei ministri ha le qualità del polso del tennista, stabile, efficiente, dinamico. Il riconoscimento del ‘capo’ è un fatto consolidato tra i ministri. Meloni è incisiva e gioca tutte le partite - studia i dossier e prende decisioni - perché c’è un fatto nuovo: in Italia mancava un governo politico dal 2008, ultimo governo Berlusconi. La dote di Meloni sono i voti, la sua fonte di legittimazione non è la manovra di Palazzo, ma la vittoria elettorale.
2. La politica estera. Meloni è un fenomeno internazionale, tutti vogliono incontrare il premier italiano. Ambasciatori, politologi, professori di chiara fama e nebulosa comprensione, guru di sinistra e sciamani di destra, cercano come rabdomanti il segreto del suo successo e nei salotti in stato d’abbandono si mormora: “Doveva crollare tutto, e invece... lo spread è a 160, lei passeggia mano nella mano con Biden, oggi va all’Eliseo da Macron, che succede?”. Succede quello che per le teste lucide degli intellò è inspiegabile eppure è visibile: Meloni ha una formula semplice, diretta, nei vertici internazionali dice quello che gran parte degli altri leader non riesce più a dire perché intrappolato nella rete del politicamente corretto, parlare chiaro.
3. Il fenomeno Pop. C’è un terzo elemento, il potente motore della contemporaneità: Meloni sa dosare la politica alta e la cultura popolare, essa stessa è un’icona emergente del pop. Elon Musk e Tom Cruise a Palazzo Chigi sono il pop declinato nell’attualità, frontiera tecnologica, Hollywood, action movie e viaggi spaziali. Meloni viene dalla generazione cresciuta con le canzoni di Michael Jackson (il re del pop), l’album ‘Thriller’ è la colonna sonora dell’adolescenza, un flashback che s’accompagna con ‘Mano a mano’ di Rino Gaetano. Chi sottovaluta questo aspetto della politica, può dedicarsi ad altro.
4. Nazione. A questo elemento di cultura popolare va aggiunta una forte consapevolezza del valore della cultura italiana, della storia, del racconto nazionale. La domanda di Made in Italy nel mondo è grande, l’Italia è una potenza del bello. È questo il soft power di Giorgia. In fondo, Mario Draghi ha preceduto il fenomeno, quando l’ex banchiere centrale affermava che troppo spesso gli italiani sottovalutano l’Italia, che vi è un eccesso di esterofilia, non faceva altro che anticipare il tema della Nazione che per Meloni è il fattore fondante della sua esperienza politica.
5. Il partito conservatore. Il quinto elemento (titolo di un film di Luc Besson, ma questa è un’altra storia) riguarda la costruzione di un partito conservatore. Come possiamo definirlo? Il presente è magmatico e instabile, ma i tratti di una cultura che tiene insieme i pezzi del mosaico sono riconoscibili. Domanda: cosa vuol dire oggi essere conservatori? Significa che lo scettro deve tornare al principe. È un progetto forse impossibile allo stadio in cui siamo giunti con il dominio della tecnica, ma non provarci significa perdere il senso dell’umano. Breve e non esaustivo elenco del programma conservatore: la produzione e diversificazione delle materie prime, non solo di quelle energetiche; il rilancio dell’agricoltura con la coltivazione di tutta la terra disponibile (e lo disse anche Draghi); rafforzamento della zootecnia e aumento della produzione alimentare in Europa; una politica commerciale aperta che punta al meglio e chiude all’ingresso di prodotti al di sotto degli standard qualitativi dell’Unione, il cibo è politica della sicurezza; una politica di aiuti ai giovani e alle famiglie per contrastare il calo demografico (case, asili, retribuzioni adeguate); la riqualificazione delle grandi città e riequilibrio della gentrificazione urbana; la creazione di distretti economici locali per evitare lo spopolamento dei piccoli Comuni che così sono destinati all’irrilevanza, in tutta Europa; la costruzione di campioni dell’Unione europea nel settore digitale e dell’intelligenza artificiale; un programma di forti investimenti pubblici e privati nella scuola, nell’università e nella ricerca scientifica; la costruzione di infrastrutture strategiche per dotare l’Europa di reti efficienti e sicure; una nuova politica di cooperazione virtuosa con l’Africa che non può essere abbandonata a nuovi colonizzatori; il presidio attivo dei confini europei a Nord, a Est e nel Mediterraneo, il punto più vulnerabile e più ricco di opportunità dell’intera Unione; una politica di rinnovate relazioni transatlantiche dove l’Europa è partner competitivo e non solo controparte tariffaria degli Stati Uniti; una partnership marittima, energetica e digitale per l’Indo Pacifico che attraverso il Canale di Suez è un’altra porta aperta dello spazio vitale del Mediterraneo; la costruzione di un esercito europeo come strumento di una politica estera per la stabilità, la sicurezza, la deterrenza e la pace. Sono i pilastri di una politica della libertà, l’eredità del secolo breve, il Novecento straziato dalle guerre e riabilitato dalla ricostruzione e dal metodo democratico.
6. Realtà e Vision Pro. Sono i capitoli di un libro del fare che contrasta lo ‘spaesamento’ dell’individuo in un mondo che cambia velocemente, con i centri di controllo in un altrove fuori dalla mappa e propone modelli di vita astratti, virtuali, dove il sacrificio e la morte sono cancellati in una dimensione dove spariscono il giorno e la notte e il panorama oscilla tra le applicazioni di Vision Pro e il campo di battaglia di Call of Duty. Non a caso i diritti nello storytelling progressista sono sempre più scissi dai doveri che sono sempre ‘degli altri’. È il problema dell’Occidente, dove la democrazia il diritto della minoranza viene scambiato per potere di affermarsi sulla maggioranza, nessuna democrazia può reggere l’onda d’urto di una società dove il consenso viene smontato in laboratorio fino a creare tanti recinti senza un’identità comune.
7. Il Pd è sempre il Pd. L’effetto Meloni ha certamente favorito l’ascesa di Elly Schlein alla segreteria del Partito democratico. La prima donna alla guida del Pd è arrivata al traguardo ribaltando i rapporti di forza, con il voto dei tesserati spazzato via dal ‘popolo delle primarie’, un testacoda. Un processo che marginalizza gli iscritti al partito difficilmente resta senza conseguenze, chi conosce le dinamiche della politica ha subito visto il cartello ‘caduta massi’ e così è stato. Il problema è che il Pd resta il Pd e dopo poche settimane alla guida, il leader è già in discussione. Gli errori commessi da Schlein sono grandi, l’idea di andare a una manifestazione del Movimento Cinque Stelle e così finire intrappolata nelle frasi surreali di Beppe Grillo, tra Brigate e passamontagna, è stata disastrosa. Divisi su tutto (a cominciare dall’abuso d’ufficio, norma che anche i sindaci del Pd giustamente hanno chiesto di cancellare) i dem ieri durante la direzione hanno certificato che sono a un passo da un’altra scissione.
8. L'Elevato e l'avvocato (del popolo). L’altro pezzo dell’opposizione, il Movimento Cinque Stelle, viaggia nell’iperspazio, in cabina di pilotaggio c’è Giuseppe Conte. Appena è ricomparso Grillo sul palcoscenico, Conte ha perso quota. L’Elevato (Grillo) resta sempre quello che cambia le sorti dei pentastellati, Conte voleva esibire il trofeo del Beppe che lo omaggiava, il piano si è sbriciolato sulle dichiarazioni del fondatore del Movimento su brigate, passamontagna e l’acume del suo attuale leader: “Raccogliete i progetti, mandateli a Conte. Conte prima o poi li capirà”. Il comico è un genere che svela e rivela.
9. Cespugli e miraggi. Il resto della truppa dell’opposizione è un panorama di cespugli che l’orto botanico della politica mostra nel percorso da destra a sinistra. Renzi e Calenda hanno fatto crash, Italia Viva e Azione fluttuano nel limbo, in attesa di un giudizio che in fondo gli elettori hanno già dato: con quel format non hanno dato un colpo decisivo a Pd e Cinque Stelle. Né Renzi né Calenda sembrano avere le carte per andare a pescare nell’area post-berlusconiana, entrambi vengono da un’esperienza nel Pd, restano dei progressisti e l’idea che un elettore del Cavaliere possa votarli senza una critica totale al Pd è un miraggio. Per catturare i voti di Forza Italia non basta dire che il segretario del Pd non va bene.
10. Un rebus, Forza Italia. E qui veniamo al decimo punto, l’ultimo di questo breve viaggio nella politica italiana: Forza Italia e il dopo Berlusconi. Un partito carismatico quando il leader esce di scena è a sua volta destinato a sparire. La scommessa più grande nel centrodestra è quella di tenere in vita Forza Italia nei prossimi mesi. Antonio Tajani è persona esperta, equilibrata, pragmatica, leale, il rebus riguarda la sua capacità di tenere insieme le persone che, a loro volta, dovranno rispondere con realismo e responsabilità. In un partito dove l’ultima parola era sempre del Cavaliere, è una rivoluzione. Funzionerà? Sarà il tempo a dirlo, di solito è galantuomo.
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derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.