20 Febbraio
Diplomazia sul binario morto. Cosa succede se vince Putin?
Crisi Ucraina. La domanda (e la risposta) degli analisti di Foreign Affairs. Il mito del declino della Russia. Continuano i vertici telefonici senza esito. Biden dice di esser disposto a incontrare l'uomo del Cremlino, ma continua a pensare che l'invasione sia "imminente". Il ministro della Difesa di Kiev: "Inappropriato dire che l'attacco avverrà domani o dopodomani"
A che ora è la guerra? Prestissimo, dicono gli Stati Uniti e il Regno Unito, ma l'orologio dell'Europa sembra più lento e questa einsteiniana differenza (Teoria della relatività generale, 1915, durante la Prima guerra mondiale) tra lancette della storia è lo spartiacque di sempre che ritorna, la divergenza tra l'Anglosfera e il Vecchio Continente, due visioni del mondo. Nel 1945 furono gli americani e gli inglesi (o meglio, Winston Churchill, perché Neville Chamberlain s'illuse di poter negoziare la pace con Hitler) a stare dalla parte del giusto, nel 2022 lo scenario è quello di un altro mondo, interconnesso e nello stesso tempo altamente instabile per ragioni di ascesa (Cina) e declino (Stati Uniti).
Torna la domanda: a che ora è la guerra? Risponde il ministro della Difesa di Kiev, Oleksiy Reznikov, citato dall'agenzia Ria Novosti: "Finché non esiste una "forza d'attacco" delle truppe russe in alcuna città, è inappropriato dire che l'attacco avverrà domani o dopodomani". Attendiamo con il taccuino squadernato l'evento che per l'intelligence citata da Biden "è già deciso".
Tutto il minuetto diplomatico di oggi è al telefono e alla fine della giornata, mentre sta per scoccare la mezzanotte, l'unica cosa chiara è che Biden ha un problema con quella che un tempo era un mito della Guerra Fredda, il telefono rosso tra Washington e Mosca. Non c'era nessun apparecchio rosso, ma le linee funzionavano decisamente meglio di quanto appaia oggi nella crisi dell'Ucraina. Spegnete il telefono (il vostro), facciamo un giro di giostra in questa guerra di parole. Seguite il titolare di List.
01
Il mito del declino della Russia

Tra Stati Uniti e Cina c'è sempre la Russia, una potenza che l'Occidente con la caduta del Muro credeva di poter...
A che ora è la guerra? Prestissimo, dicono gli Stati Uniti e il Regno Unito, ma l'orologio dell'Europa sembra più lento e questa einsteiniana differenza (Teoria della relatività generale, 1915, durante la Prima guerra mondiale) tra lancette della storia è lo spartiacque di sempre che ritorna, la divergenza tra l'Anglosfera e il Vecchio Continente, due visioni del mondo. Nel 1945 furono gli americani e gli inglesi (o meglio, Winston Churchill, perché Neville Chamberlain s'illuse di poter negoziare la pace con Hitler) a stare dalla parte del giusto, nel 2022 lo scenario è quello di un altro mondo, interconnesso e nello stesso tempo altamente instabile per ragioni di ascesa (Cina) e declino (Stati Uniti).
Torna la domanda: a che ora è la guerra? Risponde il ministro della Difesa di Kiev, Oleksiy Reznikov, citato dall'agenzia Ria Novosti: "Finché non esiste una "forza d'attacco" delle truppe russe in alcuna città, è inappropriato dire che l'attacco avverrà domani o dopodomani". Attendiamo con il taccuino squadernato l'evento che per l'intelligence citata da Biden "è già deciso".
Tutto il minuetto diplomatico di oggi è al telefono e alla fine della giornata, mentre sta per scoccare la mezzanotte, l'unica cosa chiara è che Biden ha un problema con quella che un tempo era un mito della Guerra Fredda, il telefono rosso tra Washington e Mosca. Non c'era nessun apparecchio rosso, ma le linee funzionavano decisamente meglio di quanto appaia oggi nella crisi dell'Ucraina. Spegnete il telefono (il vostro), facciamo un giro di giostra in questa guerra di parole. Seguite il titolare di List.
01
Il mito del declino della Russia

Tra Stati Uniti e Cina c'è sempre la Russia, una potenza che l'Occidente con la caduta del Muro credeva di poter classificare alla voce residuo del passato. Non è così, non può esserlo per ragioni che la geopolitica rende visibilissime, eppure questo errore è stato commesso, di nuovo, anche dall'amministrazione Biden che si presumeva fosse il più esperto di politica estera tra i candidati alla presidenza. Il "declino" della Russia oggi non esiste, forse domani, ma è tanto lontano da poter occupare le speculazioni di altre generazioni di cronisti, storici, analisti. Come scrivono su Foreign Affairs Michael Kofman e Andrea Kendall-Taylor (due studiosi del Center for a New American Security), il mito della decadenza della Russia è stato coltivato da tutti con regolare insuccesso:
Biden non è il primo leader americano a pensarla in questo modo. Fin dalla fine della guerra fredda, i politici americani hanno periodicamente detto che i giorni della Russia come una vera potenza globale sono contati. Nel 2014, John McCain, il senatore repubblicano dell'Arizona, ha definito la Russia una "stazione di servizio del gas mascherata da paese". Lo stesso anno, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha liquidato la Russia come una semplice "potenza regionale". Non molto tempo dopo, la Russia è intervenuta con successo nella guerra siriana, ha interferito nelle elezioni presidenziali americane del 2016 e si è inserita nella crisi politica in Venezuela e nella guerra civile in Libia. Eppure, la percezione della Russia come tigre di carta persiste.
Grave errore. Perché sempre valido quanto scrisse nel 1918 Aleksandr Blok: "La Russia è tempesta", non un luogo qualsiasi, e quando si evoca la guerra, alla fine questa arriva per vie inattese e repentine.
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La diplomazia telefonica dei leader non funziona
È in corso un giro vorticoso di telefonate (l'ultima poco fa, notizia delle 22:12, quindici minuti tra Biden e Macron) che è la negazione stessa della diplomazia efficace, (problema del prossimo numero di List: come si fa un negoziato). Gli incontri tra leader non sono il format giusto per risolvere una crisi in cui proprio loro, i leader (che hanno problemi interni, scadenze elettorali, pressioni), hanno qualcosa da perdere.
Il presidente degli Stati Uniti ripete che è pronto a incontrare Putin (non si capisce bene perché visto che ha già concluso che l'invasione è "imminente"), doveva andare a Wilmington, resta a Washington, pare abbia qualcosa che non va con Mosca, potrebbe perfino scoprire di avere un problema con la sua intelligence, ma questa è un'altra storia, arriverà nei prossimi giorni. La Casa Bianca pensa che Putin abbia deciso di invadere l'Ucraina e Stoltenberg, segretario generale della Nato, ha detto che l'invasione sarà "completa", l'obiettivo dunque è l'intero paese, la capitale Kiev secondo Biden "è un obiettivo". Il presidente ha convocato il Consiglio nazionale di sicurezza (è in corso) dopo una serie di colloqui con gli alleati e un punto della situazione fatto con la vicepresidente Kamala Harris che alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco ha parlato con gli altri leader. Harris ha scambiato le sue opinioni (non era mai stata in missione in Europa fino all'altro ieri) con il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, i leader di Estonia, Lettonia, Lituania, Germania, Grecia e altri.

La vicepresidente Harris a Monaco ha risposto anche a una domanda sulla posizione prudente dell'Italia sulle sanzioni: "Le sanzioni da applicare alla Russia sono un prodotto non solo degli Stati Uniti, ma di una prospettiva condivisa tra i nostri alleati", Italia "è al tavolo" e sulle riserve espresse dal premier Mario Draghi sull'impatto delle sanzioni sul settore energetico (e sulle bollette, dunque sui cittadini) ha affermato: "Questa è un'alleanza di nazioni in cui ognuna ha le proprie priorità e le proprie preoccupazioni individuali, preoccupazioni su come qualsiasi cosa faremo in futuro avrà un impatto sul suo Paese specifico, la sua economia e la sua sicurezza. Quindi non negherei all'Italia di avere la sua prospettiva o il suo elenco di preoccupazioni. Lo facciamo tutti, in realtà, e' parte di questo processo". Harris ammette il potenziale impatto sui costi energetici e sottolinea: "Stiamo adottando misure specifiche e appropriate per mitigare eventualmente tale costo".
Boris Johnson in un'intervista alla Bbc ha alzato ancora di più il tono, affermando che la Russia sta preparando "la più grande guerra europea dal 1945". Sempre roboante, BoJo. Secondo il premier inglese "tutto prova che il piano è già in qualche modo iniziato".
Quanto a Emmanuel Macron, il presidente francese ci sta provando sul serio a far decollare un negoziato con la Russia ma alla fine, dopo altre due ore al telefono con il presidente russo, siamo al caro amico. Gli incontri tra leader non sono il format giusto per risolvere una crisi in cui tutti hanno qualcosa da perdere.
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La guerra e una storia che scorre sul fiume Dnieper
La guerra è possibile? Certo, quanto sia probabile resta un mistero custodito nella mente di Putin e Biden. Oggi si concludono le Olimpiadi invernali a Pechino, da questo momento ogni giorno è buono per un'azione militare della Russia, durante i Giochi un attacco di Mosca avrebbe infastidito Xi Jinping, ora Putin può dispiegare l'azione militare, se questa è davvero la sua intenzione. Per ora lo schieramento di fanteria, brigate meccanizzate e aviazione fa parte dello "show of force" della Russia nei confronti della Nato, è uno strumento di pressione diplomatica per ottenere dagli Alleati uno stop all'allargamento a Est. Il problema è che l'Occidente non ha raccolto le richieste di Mosca e di fronte al dilemma dell'adesione dell'Ucraina alla Nato, Putin potrebbe scegliere l'opzione militare. Chi pensa che un conflitto non sia possibile riprenda in mano i libri di storia, perché la guerra è una presenza permanente non un episodio e i 70 anni di pace dell'Europa sono un'eccezione e non la regola. La guerra verbale è già quella della trincea, la disinformatia è in campo da una parte e dall'altra, manca solo l'avanzata russa e la risposta... di chi?
La Russia ha ammassato le truppe ai confini dell'Ucraina, definirla posizione d'attacco è corretto, ma che questo accada è un altro film. La Casa Bianca ha usato la strategia del massimo allarme, un gioco pericoloso dettato da un calcolo che può risultare fatale: Biden ha bisogno di strambare rispetto al fallimento sul piano interno (è al minimo nei sondaggi e rischia di perdere rovinosamente le elezioni di mid-term), mantiene il controllo della Nato in funzione anti-Cina (la Russia è solo un diversivo, l'incubo è il Dragone) dopo il disastroso ritiro dall'Afghanistan e le tensioni sui sommergibili nucleari per l'Australia, commessa soffiata ai cantieri della Francia come un baro che gioca a carte in un saloon. In questo gioco, Biden vince con una sola carta: se Putin sta fermo al tavolo. Ma se la Russia muove le truppe dentro l'Ucraina, allora lo scenario per il presidente americano si farà difficilissimo.

Non è possibile? È già successo, Crimea, anno 2014. I russi entrarono senza alcuna difficoltà, non spararono un colpo e da allora regnano di fronte alla comunità internazionale che ha protestato, ma di fatto non ha fatto un plissè perché nessuno può permettersi una guerra contro Mosca. Potremmo assistere a breve allo stesso colpo: l'ingresso nel Donbass delle truppe russe e l'estensione del territorio di Mosca. Qualcuno reagisce? Il fronte Nord è coperto dalle truppe al confine con la Bielorussia, il lato Ovest si può sfondare dalla Moldova. A Sud c'è la portaerei della Crimea.

E questo è lo scenario minimo, perché all'orizzonte potrebbe esserci altro: la conquista di tutta l'Ucraina. Come? I russi possono andare oltre il Donbass, arrivare subito alle rive del fiume Dnieper (2200 chilometri, dalla sorgente nelle colline di Valdai al delta in Ucraina), via vitale dell'Europa centrale, che fu il teatro di una delle grandi campagne del fronte Est della Seconda guerra mondiale, durò 3 mesi, 3 settimane e 6 giorni, dal 26 agosto al 23 dicembre del 1943:

Proiezione successiva ai nostri giorni? Lo sfondamento e la presa di tutta l'Ucraina, grafico:

Nel 1943 le truppe sovietiche marciarono al grido di "prendiamo Kiev". E fu l'inizio della fine della Germania, l'avanzata dell'Armata Rossa fino a Berlino.
04
Cosa succede se vince Putin?

La guerra non c'è (e vedremo se e quando ci sarà), ma chi si occupa di cose militari e guarda all'impatto politico delle armi, si fa una domanda: cosa succede se Putin vince? La questione è sollevata da Liana Fix and Michael Kimmage (analisti del German Marshall Fund) su Foreign Affairs e merita di essere affrontata perché chi afferma che l'Ucraina sarebbe una palude per l'esercito russo è lo stesso che faceva le stesse previsioni per l'intervento della Russia in Siria, fatto che mandò sotto shock l'amministrazione Obama (di cui Biden era vicepresidente) mostrando tutte le lacune del Pentagono nella sua pianificazione della guerra. Dunque, prima lezione della storia: non sottovalutare le capacità militari della Russia, ha non solo il più grande esercito convenzionale in Europa, ma soprattutto sa usarlo. Mosca ha tratto una grande lezione dagli errori dell'invasione dell'Afghanistan, dalla durezza della guerra asimmetrica con i mujaeddin, e da allora le forze armate russe hanno mostrato un'efficacia sconosciuta agli eserciti occidentali.
Cosa succede se vince Putin? Cambierebbe lo scenario in maniera radicale:
1. Gli Stati Uniti e l'Europa si troverebbero impreparati di fronte al dilemma di costruire un nuovo quadro di sicurezza in Europa di fronte all'avanzata di una potenza nucleare, bisogna sempre ricordare che non c'è alcun vantaggio di deterrenza con la Russia;
2. La missione fondamentale dell'Unione europea e della Nato (il mantenimento della pace) sarebbe fallita e i membri dell'Alleanza si troverebbero in posizione di ripiego e non più di espansione, con il compito vitale di dover a quel punto difendere un numero ristretto di paesi dalla Russia che avrebbe la catapulta dei suoi missili balistici piazzata ai confini di Polonia, Slovacchia, Ungheria e Romania (la stessa situazione che Mosca vuole evitare con l'adesione dell'Ucraina alla Nato);
3. Si aprirebbe una guerra economica permanente con la Russia, cioè con il principale fornitore di energia dell'Unione europea (41% del gas naturale, 27% del petrolio, 47% dei combustili fossili solidi), il secondo esportatore di titanio del mondo (superleghe, alta tecnologia, aeronautica - l'industria aerospaziale sta cercando di ammassare riserve in caso di guerra commerciale);
4. I rifugiati dall'Ucraina si riverserebbero in Europa, innescando tensioni interne legate all'accoglienza (ricordare la Germania e il governo di Angela Merkel durante la crisi siriana) e destabilizzando una già difficile politica comune sull'emergenza umanitaria;
5. L'abbraccio tra Mosca e Pechino sarebbe ancora più forte, in un interesse reciproco che vedrebbe la Russia dirottare le sue risorse sulla Cina (cosa che sta già avvenendo) e il Dragone perseguire la sua politica di espansione e indebolimento degli Stati Uniti non solo nel Pacifico (dove a questo punto l'impegno americano verrebbe meno per l'esigenza di difendere l'Europa), ma nel Vecchio Continente dove la guerra economica e lo stato di allerta militare produrrebbe instabilità interne e rivolgimenti politici;
6. Con gli americani impegnati a dispiegare di nuovo le truppe in Europa (dopo averle spostate per inseguire un'altra agenda di politica estera, il pivot dell'Asia) la Cina prenderebbe le mosse per un'invasione di Taiwan, il primo produttore di microchip del mondo.
Serve altro? Non una guerra con la Russia e questo dovrebbe essere il mandato imperativo del presidente degli Stati Uniti e dei leader europei: evitare il conflitto, non evocarlo continuamente sui media. Quello che traspare dalle loro dichiarazioni è per ora lontano da questo obiettivo.
***
Come vediamo, non è una questione di "riportare le lancette dell'orologio indietro" come sostiene Jens Stoltenberg, il segretario generale della Nato (dimostrando limiti di analisi storica e proiezione dei fatti nel futuro), ma dell'avvio (è già partita) di una stagione storica che non è il post 1945, è un'era completamente nuova che la pandemia ha accelerato. Rimetto in fila alcuni fatti, a beneficio delle leadership occidentali che sembrano avere serie difficoltà a sintonizzarsi con il presente.
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Il 1945 non tornerà. Boom e sboom dell'Occidente

Il problema emerso finora in campo occidentale è disarmante, mostra la completa assenza di senso storico. Non siamo nella ricostruzione post-bellica del 1945, la miccia degli anni del boom fu il processo che lanciò un lungo periodo di crescita occidentale, l'officina del secolo americano, ma oggi questo scenario è irripetibile per ragioni visibilissime. L'America non è un nuovo mondo in espansione, il vincitore della Seconda guerra mondiale, il dominatore globale che prendeva il posto dell'Impero Britannico, ma un impero da sempre riluttante che oggi ha enormi problemi di coesione interna, un'amministrazione debole, un apparato della Difesa ipertrofico che non trova lo sbocco di una guerra (e forse inconsciamente lo cerca) e quando mette boots on the ground è costretto al ritiro senza onore, come nel caso del Vietnam e dell'Afghanistan, la storia di Saigon come Kabul. Non siamo nell'era del boom ma dello sboom dell'Occidente.
Quanto al futuro, sta da un'altra parte, in Oriente, vedere alla voce Cina e in un domani che a passo accelerato si sposterà in Africa per ragioni demografiche, di risorse energetiche (non solo idrocarburi, ma grandi spazi disponibili per le fonti rinnovabili) e capitale umano. L'Occidente è nel suo pieno inverno demografico, declina inesorabilmente, e la Russia nonostante i problemi che presenta la sua (s)composizione politica, sociale e demografica, in questo spazio della storia continuerà ad avere un ruolo chiave, è una questione di status naturale che dà all'Eurasia una forza di sopravvivenza sconosciuta ad altri attori.
06
Cosa vuole Putin? Domande inevase
Ripetiamo ancora: cosa vuole Putin? Anche qui mi siamo nel campo del significato esatto da dare alle parole. Quando Mosca parla di "Ucraina" non intende solamente il territorio di Kiev, ma qualcosa di ben più ampio, cioè il dispiegamento delle forze Nato vicino ai suoi confini e in quella che considera la sua zona di influenza. Putin chiede alla Nato tre cose:
1. Che la Nato non ammetta altri nuovi membri nel suo club. Non solo l'Ucraina, ma qualsiasi altro nuovo partner;
2. Che la Nato non dispieghi armi strategiche (leggere alla voce missili capaci di trasportare testate nucleari) "vicino ai confini della Russia" (quello che su List abbiamo battezzato come "il problema dei cinque minuti di Putin");
3. Che la Nato ritiri tutte le sue "infrastrutture militari" fino alle posizioni in cui si trovava nel 1997.
Nessuna di queste richieste ha avuto una risposta, chiaro che messe così in fila sono inaccettabili, ma proprio per questo va aperto con Mosca un negoziato. Senza un passo avanti, c'è solo un passo indietro: la guerra.
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Lo scaffale della guerra (e della pace)
I lettori di List chiedono cosa ci sia nella biblioteca del titolare per dare un senso a quanto sta accadendo in queste ore.

Un libro di Max Hastings intitolato All Hell Let Loose (qui l'edizione italiana), una storia della Seconda guerra mondiale in competizione con quella di John Keegan segnalata nel numero di ieri, un grande racconto che comincia là, a Est, con "il tradimento della Polonia" e termina con un finale amaro e ricco di saggezza, sui "vittoriosi e i vinti", questi ultimi solo tra i soldati e pochi complici, non i popoli che pure seguirono, assecondarono, parteciparono alla feroce eliminazione degli "altri".

Accanto al libro di Hastings, ecco un saggio su un episodio dell'antichità che è una guida al conflitto odierno, "A War Like No Other" (qui l'edizione italiana) di Victor Davis Hanson, il racconto della guerra nel Peloponneso, la battaglia tra Sparta e Atene, un trattato di guerra preventiva, la grande storia di due minuscole città, l'insegnamento di Tucidide che arriva fino all'accademia militare di West Point.

Il terzo libro e ultimo libro di questa sera è un balsamo per l'anima, il Profilo di Clio di Josif Brodskij, un grande poeta russo, chi se non lui in queste ore che sembrano irreali? Brodskij è in America, parla agli studenti dell'università del Michigan dove aveva insegnato per otto anni, a Ann Arbor, a un certo punto del suo discorso questo passaggio ci ricorda cosa dobbiamo fare ogni giorno:
Il mondo in cui vi accingete a entrare ed esistere non ha una buona reputazione. Si è comportato meglio sotto il profilo geografico che sotto quello storico; è ancora molto più attraente per il suo aspetto che non per la sua società. Non è un bel posto, come presto scoprirete, e dubito alquanto che sarà migliorato quando lo lascerete. E tuttavia, è l'unico mondo disponibile, non esiste alternativa, e se esistesse non c'è garanzia che sarebbe migliore. Là fuori è una giungla, o anche un deserto, una china scivolosa, una palude, eccetera - letteralmente e, ciò che è persino peggio, metaforicamente. Eppure, come ha detto Robert Frost, "Il modo migliore per venirne fuori è sempre buttarsi dentro".
Guerra, pace, niente e tutto. Alla fine si giunge al punto, l'importante è andare avanti. E "buttarsi dentro".
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3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.