12 Marzo
Direzione Pd. Bon voyage
Renzi paga la sconfitta e si dimette. E gli altri? Perché il risultato elettorale non è solo un problema del segretario ma di quella classe dirigente che oggi parlerà di ricostruzione. E voi, cari, dove eravate?
L'ultimo giorno di Renzi segretario del Pd sarà il primo di Renzi avversario del Pd. Fino ad ora avevamo assistito a una esibizione in più parti: prima di energica leadership (Renzi 1), poi di tafazzismo (Renzi 2), ma da oggi la storia si fa (e disfa) in una maniera diversa con l'ex leader che prepara il suo non-ritorno nel Pd (che lui considera una bad company) e accarezza l'idea di fare la "cosa renziana" (Renzi 3). Ci sarà tempo e modo per tornare su questo progetto (che lui nega, ma esiste) qui è importante ricordare in che contesto avvengono oggi le dimissioni del segretario:
- La peggiore sconfitta nella storia del principale partito della sinistra italiana, il Pd al 18 per cento;
- La bocciatura di una legislatura con tre governi guidati da personalità espresse dal Pd: Enrico Letta, Matteo Renzi e Paolo Gentiloni;
- La riduzione del Pd a partito di diffusione regionale, con una presenza a macchia di leopardo perfino nelle Regioni Rosse;
- L'ascesa al centro del sistema politico del Movimento 5Stelle con il 32 per cento dei voti;
- La marginalità totale del Pd nelle aree produttive del Nord;
- Il crollo del Pd nel Mezzogiorno;
- L'esaurimento del bacino elettorale a sinistra, visto che Liberi e Uguali ha realizzato un risultato di poco superiore al 3 per cento;
- Il congelamento né né delle opzioni del partito nel prossimo Parlamento: né con i Cinque Stelle né con il centrodestra.
- Un gruppo dirigente da pensionare che non ha un ricambio, si auto-tutela e tiene fuori i giovani;
- Un gruppo parlamentare nominato quasi totalmente dal leader uscente, Matteo Renzi.
Il fatto più interessante di questo passaggio è che a pagare tutto sarà il solo Renzi. Oggi sul Corriere della Sera c'è una sua intervista che fissa paletti, lancia accuse e promette vendette. Il classico sfogo di un leader che...
L'ultimo giorno di Renzi segretario del Pd sarà il primo di Renzi avversario del Pd. Fino ad ora avevamo assistito a una esibizione in più parti: prima di energica leadership (Renzi 1), poi di tafazzismo (Renzi 2), ma da oggi la storia si fa (e disfa) in una maniera diversa con l'ex leader che prepara il suo non-ritorno nel Pd (che lui considera una bad company) e accarezza l'idea di fare la "cosa renziana" (Renzi 3). Ci sarà tempo e modo per tornare su questo progetto (che lui nega, ma esiste) qui è importante ricordare in che contesto avvengono oggi le dimissioni del segretario:
- La peggiore sconfitta nella storia del principale partito della sinistra italiana, il Pd al 18 per cento;
- La bocciatura di una legislatura con tre governi guidati da personalità espresse dal Pd: Enrico Letta, Matteo Renzi e Paolo Gentiloni;
- La riduzione del Pd a partito di diffusione regionale, con una presenza a macchia di leopardo perfino nelle Regioni Rosse;
- L'ascesa al centro del sistema politico del Movimento 5Stelle con il 32 per cento dei voti;
- La marginalità totale del Pd nelle aree produttive del Nord;
- Il crollo del Pd nel Mezzogiorno;
- L'esaurimento del bacino elettorale a sinistra, visto che Liberi e Uguali ha realizzato un risultato di poco superiore al 3 per cento;
- Il congelamento né né delle opzioni del partito nel prossimo Parlamento: né con i Cinque Stelle né con il centrodestra.
- Un gruppo dirigente da pensionare che non ha un ricambio, si auto-tutela e tiene fuori i giovani;
- Un gruppo parlamentare nominato quasi totalmente dal leader uscente, Matteo Renzi.
Il fatto più interessante di questo passaggio è che a pagare tutto sarà il solo Renzi. Oggi sul Corriere della Sera c'è una sua intervista che fissa paletti, lancia accuse e promette vendette. Il classico sfogo di un leader che ha perso non solo battaglia elettorale ma anche l'orientamento. Renzi paga la sua boria, la sua scarsa cultura politica, l'aver dato guazza (e incarichi) ai turbo-renzianetti del piccolo establishment (anche editoriale) che ne hanno diffuso una sgangherata immagine, peggiore della sua, se possibile. La sconfitta è sua, le dimissioni sono arrivate in maniera a dir poco bizzarra ("mi dimetto ma dopo", poi mi dimetto subito), ma c'è qualcosa da far notare a quelli che oggi faranno un bel po' di retorica dentro il partito e si preparano a continuare a dettare i tempi della sua morte in diretta-differita con la Storia. Facciamo nomi e cognomi, siamo in presenza di un disastro colposo. Seguite il titolare di List.
Dario Franceschini. Classe 1958, nato a Ferrara. Qui è stato sconfitto nelle ultime elezioni. In casa. Da ministro. Con un potere immenso. Le cronache lo dipingono come uno che la sa lunga e governa nell'ombra il partito. Ha la barba e questa ne camuffa il pensiero debole. Se ha un'opinione, la nasconde bene. Una sola cosa è certa, la carriera è lunga. Franceschini è in pista dal 1976, quando a 18 anni si iscrisse al movimento giovanile della Dc di Benigno Zaccagnini. Da allora non ha mai mollato l'osso. Maglie indossate: Dc, Cristiano Sociali, Partito popolare italiano, Margherita e Pd. Deputato dal 2001, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con i governi Amato e D'Alema tra il 1999 e il 2001, vicesegretario del Pd, segretario del Pd, ministro per i Rapporti con il Parlamento, ministro dei Beni Culturali. Renzi gli ha disfatto la corrente, lui galleggia. Renzi è in sella, lui è renziano; Renzi non c'è più, lui torna Franceschini. Tony Blair - non Franceschini - è stato alla guida del Partito laburista per 13 anni, dal 1994 al 2007. Poi è passato a fare altro. Franceschini governa la sinistra (e anche il Paese) dai primi anni Novanta, continua a fare politica come se il naufragio di domenica non fosse anche opera sua. Chi tace sugli scogli, non è migliore ma peggiore del Capitano che è al timone.
Andrea Orlando. Classe 1969, nato a La Spezia. Essere in minoranza per finta è un mestiere che assicura sempre un posto. Chiedete a Andrea Orlando i segreti sul come si fa. Egli è di talento superiore, si capisce, dunque ha sempre fatto politica. Come Renzi. Ha cominciato nel 1989 come segretario dei giovani comunisti (mentre gli cascava addosso il Muro di Berlino) e s'è fatto tutta la trafila Pci-Pds-Pd. È in Parlamento dal 2006, la sua storia non è proprio quella di un dissidente permanente in esilio nei campi siberiani (da giovane comunista, avrà mai letto Arcipelago Gulag?): nei Ds era nella direzione nazionale fin dal 2003, responsabile organizzazione e membro della segreteria nel 2006, carica che eredita con Walter Veltroni nel Pd appena costituito, sempre con la segreteria di Veltroni e poi Franceschini fa portavoce del Pd, poi Bersani lo adotta e gli dice: tu, occupati di giustizia. Mentre si gratta il capo sul diritto, fa il commissario del Pd a Napoli (evidenti i risultati postumi), poi diventa ministro e s'incolla alla poltrona con il Bostik: ministro dell'Ambiente con Letta, ministro della Giustizia con Renzi e con Gentiloni. Nella notte della mattanza delle candidature democratiche (si fa per dire), l'unico che della sua corrente sa far politica e sa di cosa parla, Andrea Martella, viene fatto secco da Renzi. Lui, Orlando, è più vivo che mai non fa un plissé, è candidato e alla fine ripescato. Oggi lo sentiremo parlare del futuro del partito, il disobbediente e trapassato ministeriale.
Michele Emiliano. Qualcuno dirà che Michele è "nuovo" rispetto ai precedenti e lui no, lui è fuori dal processo per disastro colposo del Pd. Si vede poco a Roma, perché indaffarato nelle masserie pugliesi, ma questo non ne fa un marziano. Emiliano ha cominciato far politica nelle istituzioni nel 2004, quando viene eletto sindaco di Bari con il centrosinistra. Non è affar suo il Pd? E di chi sarebbe allora, di grazia? Prima segretario e poi presidente regionale del Pd in Puglia, ancora sindaco di Bari nel 2009, presidente della Regione dal 2015. Prima renziano, poi diversamente renziano, infine anti-renziano. Fa la sua corrente, si candida alle primarie, accarezza la scissione con D'Alema e Bersani, poi sente Bandiera Rossa e capisce che è meglio la Taranta e resta nel partito. Orfini nella direzione della scissione l'avrebbe fulminato con un'occhiata degna del Jocker di Batman, ma Emiliano è corpulento, casinaro, movimentista, penta-stellato-democratico. La sua figura in questo carro di Mangiafuoco ci sta, cribbio. Tutto a posto? Non proprio, bisogna essere seri e finirla con le panzane. Emiliano in Puglia domina e il Pd è sotto il 14 per cento. Là Renzi non ci ha messo neanche un mignolo, perché Michele glielo avrebbe mangiato. Il Pd non riparte da lui, e lui non riparte se non cambia la gestione della sua Regione.
Matteo Orfini. Classe 1974, nato a Roma. Non corre per alcuna leadership ma ha svolto un ruolo importante ieri e continua anche oggi, Matteo Orfini. È impegnato nella difesa di Fort Alamo, David Crocket-Orfini. Il suo capolavoro è stata la conduzione della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle Banche, alla fine di ogni sessione il Pd perdeva un punto percentuale nei sondaggi. Il Presidente del partito è uno che non si risparmia e sia chiaro, è migliore lui di molti altri che oggi si nascondono. Detto questo, l'archeologo in perenne divenire sta là, detta i tempi, applica lo Statuto, fa il pretoriano di Renzi-senza-Renzi e s'è già capito dove si va parare: un controllo totale sul partito in piene esequie absente corpore. Orfini fu dalemiano, bersaniano, commissario straordinario del Pd a Roma senza aver mai fatto niente di straordinario, fondatore di riviste, economista alla gricia innervato di furia statalizzatrice, un campione del pubblico a cui è sfuggito il privatissimo che c'è nel partito. Oggi sarà il capovoga che detta il ritmo al tamburo della galea romana. Tutti ai remi! (ex) renziani.
Graziano Del Rio. Classe 1960, nato a Reggio Emilia. Ministro dei Trasporti senza trasporto, brava persona, seria, preparata. Il cattolicissimo Del Rio è un altro non estraneo al Pd a cui vorrebbero affidare la ricostruzione del Pd. Tra la via Emilia e il West, compare a un certo punto della storia lui, Graziano, con la barbetta imbiancata. Sindaco di Reggio Emilia dal 2004 al 2013, ministro per gli affari regionali con Letta, sottosegretario a Palazzo Chigi con Renzi, ministro dei Trasporti con Gentiloni. Si presentò al fianco di Renzi nel 2014 per trattare in streaming con Grillo. Dicono che non si riprese più dallo shock affabulatorio procuratogli dal Beppe. Renziano a distanza, ne temeva l'ira funesta ai tempi neroniani di Matteo a Palazzo Chigi. Il segretario uscente vorrebbe incoronarlo un domani segretario entrante, convinto di poterlo telecomandare meglio. Leader artificiale nastro-trasportato.
Maurizio Martina. Classe 1978, nato a Calcinate. Ha fatto ticket con Renzi, è ancora in piedi, ma vede una luce bianca e ancora non ha capito se è quella di un treno o direttamente l'aldilà. Nel naufragio del renzismo egli è il sopravvissuto attaccato al relitto della nave democratica. Un prezioso testimone di un'era indimenticabile. Deve fare il traghettatore, salire al Quirinale durante le consultazioni, ramazzare la sede del Pd, fare il bucato stendere i panni e stirare. Dotato di grande intuito politico, disse agli elettori del referendum sull'autonomia di Veneto e Lombardia di restare a casa. È andata come sapete. Lombardo, cresciuto nella provincia di Bergamo, ha lanciato Giorgio Gori alla Regione Lombardia e ha preso venti punti secchi di distacco dal centrodestra alle elezioni regionali. Dettagli. Subito dopo la sconfitta ha cominciato a parlare di rilancio del Pd. Nel tempo libero, fa il ministro delle politiche agricole nel governo Gentiloni.
Walter Veltroni. Classe 1955, nato a Roma. Mi si nota di più se ci vado o se non ci vado? La presenza di Walter Veltroni alla direzione di oggi è cosa non nota, la sua voglia di esserci è nota, il suo problema è che lui, Walter, lasciò il Pd all'inizio del 2009 - quasi dieci anni fa, notate bene - con il 33 per cento dei voti in cassa. Abbandonò la nave di fronte al ringhio dell'opposizione di D'Alema e soci dopo il voto a tuffo senza rete in Sardegna e da quella fuga nasce tutto il successivo disastro. Se c'è un responsabile del rovescio, questo è lui, Walter, il capitano che lasciò la nave mentre i marinai affrontavano la burrasca. Walter è stato tutto e questo dovrebbe bastare a non farne niente né oggi né domani. C'è chi lo vuole nel comitato di gestione della transizione, chi spera in un ritorno da segretario, chi ha ancora in mente il suo perentorio "andrò in Africa". Ha celebrato i dieci anni del Pd qualche settimana fa al Teatro Eliseo. Allora sembrò un funerale. Un presagio. Lo era sul serio.
Paolo Gentiloni. Classe 1954, nato a Roma. Nei piani di Renzi doveva fare il presidente del Consiglio per tre mesi e poi lasciare di nuovo il posto a lui, il conducator di Rignano sull'Arno. È ancora a Palazzo Chigi, circondato dai sacchetti di sabbia, con l'elmetto e il fucile che gli tengono compagnia. Amato dai suoi collaboratori stretti di governo, ha vinto il suo collegio a Roma, non ha straparlato, continua a lavorare, ha un Def da Dario Argento da presentare, ha passato tutto il tempo al governo guardandosi le spalle dai renziani. Ha ottenuto l'appoggio di Prodi, di Letta, di tutti quelli che non volevano più vedere il partito sbranato da Hannibal Renzi. Lui, il cattolico di nobili origini, un porporato pop, potrebbe guidare il partito ma lo scenario lo vede frizzato a Palazzo Chigi, mentre la politica italiana si è messa nella fase aspettando Godot. Il provvisorio che diventa permanente.
Carlo Calenda. Classe 1973, nato a Roma. Dovrebbe chiedersi come Bruce Chatwin "che ci faccio qui?". E invece è lì, l'ultimo arrivato nel Pd. Si è iscritto, gli hanno dato la tessera, lui l'ha postata sui social e minacciato di restituirla subito se si va a fare un'alleanza con il Movimento 5Stelle. Ministro dello Sviluppo, tendenza Parioli, appoggio della finanza e dell'industria, uno che studia, s'incazza, élite con vocazione house & techno, Calenda ha deciso di avventurarsi nella giungla vietnamita del Pd. Scalare il partito oggi no, domani si vedrà e nel frattempo "il leader è Gentiloni". Ha fatto un discorso con i militanti della sezione di via dei Cappellari, a Roma, quella di Berlinguer e forse è un po' troppo, ha detto che bisogna riaprire le iscrizioni (anche le sezioni e il cervello), ha in testa una traversata lunga, non ha fretta, è giovane, deve studiare il pop senza apparire trash, rifare il guardaroba chic senza scadere nel kitsch, cancellare l'idea di essere uno dell'upper class, non proprio facile. Attraversando la strada la sera è seguito da un'ombra: è quella di Renzi.
Queste sono le principali parti in commedia. Il racconto arriverà stasera, la bussola segna un punto: Direzione Pd. Come canta il grande Sergio Caputo, Bon Voyage.
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6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.