23 Gennaio

Direzione Trump. Fare (e cambiare) politica

Il discorso del presidente americano a Davos, l'ottimismo, la fine del centrismo. Tre anni di The Donald, un'indagine di Lorenzo Castellani sulla figura dell'outsider, un modello diverso di globalizzazione, la potenza dell'America

di Lorenzo Castellani

Questo non è il momento del pessimismo;  questo è il momento dell'ottimismo.  La paura e il dubbio non sono un buon processo di pensiero perché questo è un momento di grande speranza, gioia, ottimismo e azione. Ma per abbracciare le possibilità di domani, dobbiamo respingere i profeti perenni di sventura e le loro previsioni sull'apocalisse.  Sono gli eredi degli stolti chiromanti di ieri - e io li ho come li avete voi, tutti li abbiamo, e loro vogliono vederci fare male, ma non permettiamo che ciò accada.  Hanno predetto una crisi di sovrappopolazione negli anni '60, la fame di massa negli anni '70 e la fine del petrolio negli anni '90.  Questi allarmisti richiedono sempre la stessa cosa: il potere assoluto per dominare, trasformare e controllare ogni aspetto della nostra vita.Non permetteremo mai ai socialisti radicali di distruggere la nostra economia, distruggere il nostro paese o sradicare la nostra libertà.  L'America sarà sempre il bastione orgoglioso, forte e irremovibile della libertà. In America, comprendiamo ciò che i pessimisti rifiutano di vedere: che un'economia di mercato in crescita e vibrante focalizzata sul futuro solleva lo spirito umano ed eccita la creatività abbastanza da superare qualsiasi sfida.

È un Donald Trump reganiano quello che si è presentato a Davos. Nel tempio dell’establishment il tycoon rivendica sul fronte interno straordinari risultati economici, parla la lingua classica dei conservatori americani e ricorda al mondo i fallimenti storici dei profeti della pseudo-scienza, oggi rappresentati da Greta Thunberg. La giovane attivista è, nella narrazione trumpiana, l’incarnazione di un nuovo socialismo mascherato da ambientalismo. Profeta di una tecnocrazia dirigista, statalista e cosmopolita, cioè l’antitesi di ciò che rappresenta Trump. Il quale non si lascia sfuggire l’occasione per ricordare al gotha economico e finanziario i pericoli di questa pianificazione verde, che tanto seduce i...


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