14 Marzo
Distruzione e costruzione della pace
ll conflitto in Ucraina è (per ora) un fallimento della diplomazia. Riarmo, economia in frenata, energia, tre segni dei tempi. La guerra novecentesca di Putin e l'urgenza di fermarla con un'iniziativa internazionale rapida e efficace. La lezione del passato incombe su Versailles ieri e oggi. La fine della battaglia non deve essere la premessa di un altro scontro. Un viaggio di Marco Patricelli tra cronaca e storia
A che punto è la guerra? Facciamo un rapido punto nave. Mosca ha annunciato di esser pronta a prendere il controllo delle città, è una possibilità non c’è ancora l’ordine. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov ha detto che "Putin ha dato l'ordine di evitare qualsiasi assalto immediato alle grandi città perché le perdite di civili sarebbero ingenti”. Peskov ha aggiunto che "il ministero della Difesa non esclude la possibilità di mettere le grandi città sotto il suo controllo pieno controllo al fine di garantire la massima sicurezza della popolazione civile".
Torniamo sempre al punto che List ricorda ogni giorno, il fulcro strategico: Putin applica le regole del campo di battaglia, mentre in Europa si disquisisce sul “conflitto ibrido”. Mosca applica la legge della guerra convenzionale, è sul teatro e detta l’agenda. È una realtà che è stata espunta dal dibattito pubblico, ma è davanti agli occhi di chi vuol vedere.
Kiev, 14 marzo 2022. Un palazzo in fiamme dopo i bombardamenti (Foto Epa).Serghei Lavrov, il ministro degli Esteri di Mosca, stamattina ha assicurato che c’è attenzione per i corridoi umanitari. Il ministero della Difesa ha annunciato che sono stati riaperti i corridoi umanitari per l'evacuazione dei civili da Kiev, Chernihiv, Sumy e Kharkiv e Mariupol, grazie ad un cessate il fuoco temporaneo dichiarato oggi. I colloqui tra i negoziatori di Mosca e Kiev proseguono (anche oggi in videoconferenza, sono terminati e giunti a una “pausa tecnica”, riprenderanno domani), ma Lavrov ha ribadito che l’Ucraina non dovrà rappresentare "una minaccia per la Russia", dunque il punto fermo di Mosca resta la “neutralizzazione” del paese. Data della fine delle operazioni militari? Il Cremlino non ha posto un limite temporale alla sua guerra: “No, non è stata annunciata", ma “sarà completata secondo i piani previsti e per intero”.
La girandola diplomatica...
A che punto è la guerra? Facciamo un rapido punto nave. Mosca ha annunciato di esser pronta a prendere il controllo delle città, è una possibilità non c’è ancora l’ordine. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov ha detto che "Putin ha dato l'ordine di evitare qualsiasi assalto immediato alle grandi città perché le perdite di civili sarebbero ingenti”. Peskov ha aggiunto che "il ministero della Difesa non esclude la possibilità di mettere le grandi città sotto il suo controllo pieno controllo al fine di garantire la massima sicurezza della popolazione civile".
Torniamo sempre al punto che List ricorda ogni giorno, il fulcro strategico: Putin applica le regole del campo di battaglia, mentre in Europa si disquisisce sul “conflitto ibrido”. Mosca applica la legge della guerra convenzionale, è sul teatro e detta l’agenda. È una realtà che è stata espunta dal dibattito pubblico, ma è davanti agli occhi di chi vuol vedere.
Kiev, 14 marzo 2022. Un palazzo in fiamme dopo i bombardamenti (Foto Epa).Serghei Lavrov, il ministro degli Esteri di Mosca, stamattina ha assicurato che c’è attenzione per i corridoi umanitari. Il ministero della Difesa ha annunciato che sono stati riaperti i corridoi umanitari per l'evacuazione dei civili da Kiev, Chernihiv, Sumy e Kharkiv e Mariupol, grazie ad un cessate il fuoco temporaneo dichiarato oggi. I colloqui tra i negoziatori di Mosca e Kiev proseguono (anche oggi in videoconferenza, sono terminati e giunti a una “pausa tecnica”, riprenderanno domani), ma Lavrov ha ribadito che l’Ucraina non dovrà rappresentare "una minaccia per la Russia", dunque il punto fermo di Mosca resta la “neutralizzazione” del paese. Data della fine delle operazioni militari? Il Cremlino non ha posto un limite temporale alla sua guerra: “No, non è stata annunciata", ma “sarà completata secondo i piani previsti e per intero”.
La girandola diplomatica è di quelle a vuoto, per ora i risultati sono pochi, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parlerà al Congresso americano mercoledì prossimo (ore 9 locali, le 14 in Italia), nella lettera di invito della speaker Nancy Pelosi e del leader della maggioranza Chuck Schumer ai membri di Camera dei rappresentanti e Senato si legge: “Il Congresso, il nostro Paese e il mondo sono ispirati dal popolo dell'Ucraina, che ha mostrato uno straordinario coraggio e una grande determinazione di fronte alla guerra ingiustificata e illegittima della Russia”. Belle parole, si combatte nel cuore dell’Europa, costano poco.
La diplomazia è lenta rispetto ai movimenti di truppe e ai raid aerei. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz è a Ankara per un colloquio con il presidente Erdogan, un candidato a fare "il terzo" che mette insieme russi e ucraini nel tavolo della pace. La Cina ha negato che la Russia abbia mai chiesto assistenza militare, svolge un ruolo attivo nei confronti di Mosca. Attendiamo l’esito dell’incontro oggi a Roma tra Jake Sullivan, il consigliere di Biden per la sicurezza nazionale, e la controparte cinese rappresentata da Yang Jiechi, membro del Comitato centrale del Partito comunista, l’architetto della politica estera di Xi Jinping. Siamo al massimo livello del pensiero strategico dei governi di Washington e Pechino, il vertice (che è terminato, ma non sappiamo ancora le conclusioni) è dunque di grande importanza, qualunque sia il risultato.
Segno dei tempi 1. Il riarmo. La Germania procede con il riarmo, il ministro della Difesa di Berlino ha detto in Parlamento che l’intenzione dell'esecutivo è quella di rimpiazzare velocemente i vecchi Tornado con 35 aerei da caccia Lockheed F-35A americani. Il riposizionamento strategico in Europa sarà un grande affare per il complesso industriale-militare del Pentagono (e non solo).
Segno dei tempi 2. L'economia in frenata. Paolo Gentiloni, commissario Ue all'Economia, ha messo giù la realtà: "L'impatto economico della guerra in Ucraina e "i costi aggiuntivi sui bilanci dei Paesi membri avranno certamente un effetto di rallentamento sulle previsioni di crescita" dell'Ue. "Noi avevamo previsto una crescita del 4% per quest'anno a livello europeo e questi numeri non sono più realistici", ha spiegato. Quanto alle regole del Patto di stabilità, Gentiloni è categorico: "L'incertezza totale nella quale siamo dal punto di vista economico di fronte a questa guerra rende l'idea di tornare semplicemente alle regole precedenti un'idea irrealistica".
Segno dei tempi 3. Shopping dell'India. Indian Oil (Ioc), la principale società di raffinazione indiana, ha acquistato 3 milioni di barili di greggio russo dal trader Vitol. Si tratta del primo acquisto da quando la Russia ha invaso l'Ucraina il 24 febbraio. Vitol ha venduto i carichi con uno sconto di 20-25 dollari al barile. L'India ha comprato. È il paese che con la Cina e gli Emirati Arabi Uniti si è astenuto all'Onu sulla risoluzione di condanna dell'invasione russa.
Le truppe russe si stanno schierando in vista di un attacco ancora più profondo. È sempre la strategia russa dell’assedio a dominare la scena, serve un’iniziativa che rompa questa sequenza. Ma attenzione, bisogna costruire la pace e per farlo bene è fondamentale studiare la lezioni del passato, un negoziato maldestro può alimentare una guerra più grande. Leggiamo Marco Patricelli, apriamo i libri di storia. Buona lettura.
di Marco Patricelli
Il premier David Lloyd George ammainò il suo aplomb britannico alla fine della prima guerra mondiale facendo garrire al vento la bandiera della punizione per il Kaiser e per la Germania ai quali venne imputata la responsabilità del conflitto con pesantissimi risarcimenti ai vincitori e il peso della colpa materiale e morale. Il suo omologo francese Georges Clemenceau, non a caso detto “Il Tigre”, se possibile fu addirittura più duro e intransigente pretendendo riparazioni mostruose dalla Germania, che ne avvilirono l’economia e spianarono la strada all’affermazione del partitucolo creato da un fabbro e di cui si era impadronito un artista fallito austriaco, tal Adolf Hitler.
A Versailles si piantarono i semi che daranno i frutti avvelenati della Seconda guerra mondiale. Il trattato di pace imposto e sottoscritto il 28 giugno 1919 prevedeva tra le clausole approvate dal Consiglio Supremo anche il diritto delle Potenze alleate a giudicare davanti a propri tribunali militari i criminali di guerra tedeschi. La richiesta di estradizione dell’ex Kaiser Guglielmo II dall’Olanda venne respinta dal piccolo regno. L’Italia, che pure avanzò più di una perplessità giuridica su questo modo di procedere («Non è lecito ammettere che alcuno possa rispondere e punirsi per un fatto che, secondo la legge del tempo nel quale fu commesso, non costituiva un reato. Forse nel patto della Lega delle Nazioni si potrebbe fissare per il futuro un delitto di offesa alla moralità internazionale e dei trattati, una procedura con organi adatti a giudicare e ad applicare la norma, senza dissimularci le gravi difficoltà di siffatto provvedimento. Né gli accusatori possono nominare i giudici!»), venne tenuta ai margini.
A conflitto in corso tra Russia e Ucraina e senza dichiarazione di guerra, la questione dei crimini viene riportata in primo piano, forti del precedente del Processo di Norimberga che nei fatti face tabula rasa del plurisecolare principio giuridico nullum crimen sine lege, nulla poena sine lege. Vladimir Putin e la Russia responsabili di una guerra di aggressione all’Ucraina, quindi, dovrebbero in teoria comparire di fronte a un Tribunale internazionale per rispondere di azioni e di fatti sui quali le rispettive propagande hanno da tempo sacrificato la verità e la storia. Già, se la guerra è la carnefice della verità, la storia ne è la Cassandra inascoltata. Versailles illuse il mondo che dopo la Grande guerra del 1914-1918 non ce ne sarebbe stata nessun’altra, perché gli immani macelli che falcidiarono una generazione sarebbero stati gli ultimi e la Società delle nazioni vagheggiata dal presidente americano Woodrow Wilson avrebbe vegliato per assicurare pace e giustizia, sorvolando che gli Stati Uniti avevano rifiutato di farne parte.
Il russo Fëdor Dosto’evskij, scrisse che la strada dell’inferno è lastricata di buone intenzioni (mentre le cattive continuano a correre come in autostrada), così punizioni e sanzioni alimentarono rivalse e vendette. Il nuovo ordine mondiale divenne presto disordine mondiale. Dopo quello sovietico, sorsero i totalitarismi fascista e nazista che spazzarono via l’Italia liberale e la Repubblica di Weimar. Quando la Società delle nazioni dovette affrontare nel 1935 la grana della guerra italo-etiopica (di cui si continua a pagare l’accise sulla benzina), vietò l’esportazione del the (sostituito dal karkadè) ma non quella del petrolio che alimentava quella guerra e che davvero avrebbe strangolato Roma: sarebbe bastata la chiusura del Canale di Suez (altra accisa), ma non si ritenne opportuno procedere. Il risultato fu quello di avvicinare Benito Mussolini a un Hitler che pubblicamente disprezzava, e quindi l’allineamento dell’Italia alla Germania con l’inversione della tradizionale politica.
E poi arrivò la catastrofe, con crimini inauditi che fecero impallidire quelli passati. I bombardamenti delle strutture militari con l’utopia della guerra pulita degenerarono quasi subito nei bombardamenti terroristici a tappeto sulla popolazione civile. I vincitori li avrebbero imputati agli sconfitti, naturalmente. All’inglese Arthur Harris, capo del Bomber Command e non a caso chiamato «Bomber Harris», cui si devono i massacri di Dresda e Amburgo, venne assegnato il titolo di baronetto e dopo la morte gli hanno eretto statue. Churchill, attraverso una forte propaganda, tentò di far credere che le responsabilità tra capi e popolo potessero essere scisse. Con l’Italia funzionò, con la Germania no. Il fascismo venne rovesciato il 25 luglio dai fascisti stessi per arrivare alla pace, nel Reich con l’attentato del 20 luglio 1944 la Wehrmacht tentò di liberarsi di Hitler ma per raggiungere un’intesa con gli anglo-americani e rovesciarsi contro i sovietici. La caccia preliminare ai criminali di guerra, con tanto di liste di proscrizione, e i bombardamenti spietati sui civili, innescarono invece un meccanismo di difesa a oltranza e il Terzo Reich cadde solo dopo l’assedio sanguinosissimo di Berlino.
Accadeva nel secolo scorso, quando si combatteva nei modi che Putin ha riesumato con l’Ucraina, dove le armi sono cambiate perché più micidiali, ma i risultati in mondovisione appaiono gli stessi. La Società delle Nazioni è uno spettro del passato e l’Onu appare un ectoplasma. Allora venne sancita la fine dell’eurocentrismo, sostituita dalla bipolarizzazione Usa-Urss, oggi si rischia concretamente la fine dell’occidentalismo con lo spostamento dell’asse di riferimento del mondo verso l’Asia. La Cina sta alla finestra perché alla fine il dividendo lo incasserà di qua e di là. Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur. L’Ucraina cadrà tra le sanzioni, le chiacchiere e i bei principi dell’Europa. Mosca vincerà e Pechino stravincerà. A costo zero.
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e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.