14 Novembre
Doccia scozzese
L'accordo di Glasgow sul clima non è bla bla bla, è un'intesa che fotografa la realtà, una buona base di partenza. Per dove? Uno studio della Nasa sul clima durante il lockdown ha qualche risposta. Roma, è sempre monnezza Capitale. Quarta ondata del coronavirus, scienza e irrazionalità (che passerà). Biden crolla nei sondaggi
Che succede? È partita la quarta ondata del coronavirus, l'inflazione sta correndo, i mercati come sempre stanno anticipando il futuro, il gran baccano su Glasgow è ingiustificato, quello chiuso sul clima è l'unico accordo possibile ed è un passo avanti. A proposito di inquinamento, registriamo sul taccuino che c'è un antico disordine, quello in strada a Roma, una città sommersa dai rifiuti. In Sardegna un nubifragio ha colpito Cagliari: un morto, paura per 4 cacciatori (poi individuati e soccorsi) nella zona di Rio Spagnolu, nel comune di Sarroch.
Molti di fronte alla complessità si sentono smarriti, non riescono a comporre il mosaico, ma in realtà le tessere si stanno congiungendo, le pedine della scacchiera stanno andando tutte a dama. Facciamo un punto nave sul clima e la vaccinazione, poi torniamo allo spettacolo di Roma e chiudiamo aprendo una finestra sull'America. Seguite il titolare di List.
01
Quello di Glasgow non è bla bla bla, è la realtà
Si è chiusa la conferenza delle Nazioni Unite sul clima, Cop26, a Glasgow. Com'è andata? Come previsto: Cina e India hanno tirato il freno a mano sul carbone. Le ragioni i lettori di List le hanno lette con largo anticipo. Cosa dice il documento finale? Che bisogna ridurre le emissioni, che gli obiettivi dell'accordo di Parigi per limitare il riscaldamento globale a 1,5° sono confermati, che bisogna favorire la transizione energetica dagli idrocarburi alle fonti rinnovabili, che bisogna andare verso una "riduzione graduale" del carbone (in precedenza la formula era "eliminazione graduale"). Per gli ambientalisti è una delusione, non è abbastanza, Greta ripete "bla bla bla", ma per chi era a Glasgow non si poteva fare di più e in realtà si tratta di un buon accordo, è un passo avanti. Verso dove? In un mondo dove la tecnologia renderà ancora più efficiente la...
Che succede? È partita la quarta ondata del coronavirus, l'inflazione sta correndo, i mercati come sempre stanno anticipando il futuro, il gran baccano su Glasgow è ingiustificato, quello chiuso sul clima è l'unico accordo possibile ed è un passo avanti. A proposito di inquinamento, registriamo sul taccuino che c'è un antico disordine, quello in strada a Roma, una città sommersa dai rifiuti. In Sardegna un nubifragio ha colpito Cagliari: un morto, paura per 4 cacciatori (poi individuati e soccorsi) nella zona di Rio Spagnolu, nel comune di Sarroch.
Molti di fronte alla complessità si sentono smarriti, non riescono a comporre il mosaico, ma in realtà le tessere si stanno congiungendo, le pedine della scacchiera stanno andando tutte a dama. Facciamo un punto nave sul clima e la vaccinazione, poi torniamo allo spettacolo di Roma e chiudiamo aprendo una finestra sull'America. Seguite il titolare di List.
01
Quello di Glasgow non è bla bla bla, è la realtà
Si è chiusa la conferenza delle Nazioni Unite sul clima, Cop26, a Glasgow. Com'è andata? Come previsto: Cina e India hanno tirato il freno a mano sul carbone. Le ragioni i lettori di List le hanno lette con largo anticipo. Cosa dice il documento finale? Che bisogna ridurre le emissioni, che gli obiettivi dell'accordo di Parigi per limitare il riscaldamento globale a 1,5° sono confermati, che bisogna favorire la transizione energetica dagli idrocarburi alle fonti rinnovabili, che bisogna andare verso una "riduzione graduale" del carbone (in precedenza la formula era "eliminazione graduale"). Per gli ambientalisti è una delusione, non è abbastanza, Greta ripete "bla bla bla", ma per chi era a Glasgow non si poteva fare di più e in realtà si tratta di un buon accordo, è un passo avanti. Verso dove? In un mondo dove la tecnologia renderà ancora più efficiente la produzione di energia. Pretendere dalla Cina e l'India un'uscita dal carbone era utopistico, sarà l'industria, come sempre, a allungare il passo e cambiare lo scenario, il carbone finirà (e non del tutto) nel momento in cui la scienza lo renderà troppo costoso, così sarà anche per il petrolio e altre fonti "verdi" che in realtà sono poco efficienti e producono danni ambientali (in)visibili. Le rivoluzioni a tavolino non esistono, finiscono sempre male. Archiviata Glasgow, cosa resta sul taccuino? La quarta ondata.
02
L'era del coronavirus e il clima. Appunti dalla Nasa
Per sapere, per capire, ecco un po' di appunti della Nasa sul clima terrestre durante i lockdown (e la riapertura). Secondo gli scienziati dell'agenzia spaziale americana "l'atmosfera terrestre ha reagito in modo sorprendente all'abbassamento delle emissioni durante la pandemia, mostrando come il riscaldamento del clima e l'inquinamento atmosferico siano strettamente legati". Vediamo come.
La pandemia di COVID-19 e le conseguenti limitazioni ai viaggi e ad altri settori economici da parte dei paesi di tutto il mondo hanno diminuito drasticamente l'inquinamento atmosferico e le emissioni di gas serra in poche settimane. Quel cambiamento improvviso ha dato agli scienziati una visione senza precedenti di risultati che avrebbero richiesto anni di regolamentazione.
Una nuova indagine completa degli effetti della pandemia sull'atmosfera, utilizzando i dati satellitari della NASA e di altre agenzie spaziali internazionali, rivela alcuni risultati inaspettati. Lo studio offre anche spunti per affrontare la doppia minaccia del riscaldamento climatico e dell'inquinamento atmosferico. "Abbiamo superato il punto in cui possiamo pensare a questi come due problemi separati", ha detto Joshua Laughner, autore principale del nuovo studio, borsista post-dottorato al Caltech di Pasadena, California. "Per capire cosa sta guidando i cambiamenti nell'atmosfera, dobbiamo considerare come la qualità dell'aria e il clima si influenzano a vicenda".
Pubblicato il 9 novembre nei Proceedings of the National Academy of Sciences, il documento è nato da un workshop sponsorizzato dal W.M. Keck Institute for Space Studies del Caltech, guidato da scienziati di quell'istituzione e del Jet Propulsion Laboratory nel sud della California, che è gestito dal Caltech. I partecipanti di circa 20 università statunitensi e internazionali, agenzie federali e statali e laboratori hanno individuato quattro componenti atmosferiche da studiare in profondità: i due più importanti gas serra, anidride carbonica e metano, e due inquinanti atmosferici, ossidi di azoto e particelle microscopiche di nitrato.
Anidride carbonica
Il risultato più sorprendente, hanno notato gli autori, è che mentre le emissioni di anidride carbonica (CO2) sono diminuite del 5,4% nel 2020, la quantità di CO2 nell'atmosfera ha continuato a crescere a circa lo stesso ritmo degli anni precedenti. "Durante le precedenti interruzioni socioeconomiche, come la carenza di petrolio del 1973, si poteva vedere immediatamente un cambiamento nel tasso di crescita della CO2", ha detto David Schimel, capo del gruppo carbonio del JPL, coautore dello studio. "Ci aspettavamo tutti di vederlo anche questa volta".
Utilizzando i dati del satellite Orbiting Carbon Observatory-2 della NASA, lanciato nel 2014, e il modello atmosferico NASA Goddard Earth Observing System, i ricercatori hanno identificato diverse ragioni per spiegare questo risultato. In primo luogo, mentre il calo del 5,4% delle emissioni è stato significativo, la crescita delle concentrazioni atmosferiche era all'interno della normale gamma di variazioni da un anno all'altro causate da processi naturali. Inoltre, l'oceano non ha assorbito tanta CO2 dall'atmosfera come negli ultimi anni - probabilmente in una risposta inaspettatamente rapida alla pressione ridotta di CO2 nell'aria alla superficie dell'oceano.
Inquinanti atmosferici e metano
Gli ossidi di azoto (NOx) in presenza di luce solare possono reagire con altri composti atmosferici per creare ozono, un pericolo per la salute umana, animale e vegetale. Questa non è affatto la loro unica reazione, comunque. "La chimica dei NOx è un gomitolo incredibilmente complicato, in cui si tira una parte e altre cinque parti cambiano", ha detto Laughner.
Come riportato in precedenza, i cali di ossidi di azoto hanno portato rapidamente a una riduzione globale dell'ozono. Il nuovo studio ha usato misurazioni satellitari di una varietà di inquinanti per scoprire un effetto meno positivo della limitazione di NOx. Questo inquinante reagisce per formare una molecola a vita breve chiamata radicale idrossile, che gioca un ruolo importante nella scomposizione dei gas a vita lunga nell'atmosfera. Riducendo le emissioni di NOx - per quanto benefico sia stato nel ripulire l'inquinamento atmosferico - la pandemia ha anche limitato la capacità dell'atmosfera di ripulirsi di un altro importante gas serra: il metano.
Molecola per molecola, il metano è molto più efficace del CO2 nell'intrappolare il calore nell'atmosfera. Le stime di quanto le emissioni di metano siano diminuite durante la pandemia sono incerte perché alcune cause umane, come la cattiva manutenzione delle infrastrutture dei campi petroliferi, non sono ben documentate, ma uno studio ha calcolato che la riduzione è stata del 10%.
Tuttavia, come per il CO2, il calo delle emissioni non ha diminuito la concentrazione di metano nell'atmosfera. Invece, il metano è cresciuto dello 0,3% nell'ultimo anno - un tasso più veloce che in qualsiasi altro momento nell'ultimo decennio. Con meno NOx, c'era meno radicale idrossile per eliminare il metano, quindi è rimasto più a lungo nell'atmosfera.
Lezioni dalla pandemia
Lo studio ha fatto un passo indietro per chiedere cosa insegna la pandemia su come potrebbe essere un futuro a basse emissioni e come il mondo potrebbe arrivarci.
In particolare, le emissioni sono tornate a livelli vicini a quelli precedenti la pandemia nell'ultima parte del 2020, nonostante la ridotta attività in molti settori dell'economia. Gli autori ragionano sul fatto che questo rimbalzo delle emissioni era probabilmente necessario per le imprese e gli individui per mantenere anche una limitata produttività economica, utilizzando l'infrastruttura energetica mondiale che esiste oggi. "Questo suggerisce che ridurre l'attività in questi settori industriali e residenziali non è pratico a breve termine" come mezzo per tagliare le emissioni, ha notato lo studio. "Ridurre le emissioni di questi settori in modo permanente richiederà la loro transizione verso una tecnologia a bassa emissione di carbonio".
***
Traduzione: chi sogna la decrescita immediata può continuare a sognare. Non serve a migliorare il clima e peggiora le condizioni di vita dell'uomo, si chiama carestia e di solito conduce prima al caos sociale e poi alla morte. Andiamo avanti, c'è un'altra crisi, quella del coronavirus, non è finita, ma è in una fase diversa e ci sono buone notizie.
03
La quarta ondata
La quarta ondata era attesa, non c'è niente di imprevisto. Quello che non è stato calcolato è il tasso di vaccinazione nei paesi ad economia avanzata, negli Stati Uniti, in Europa, in quello che si chiama "Occidente". Per una serie di ragioni (scetticismo sui vaccini, bassi timori ma riluttanza da vincere, deficit iniziali che hanno pesato nella distribuzione sul territorio, informazione insufficiente) sono rimasti dei "buchi" importanti nella popolazione da vaccinare e ora i paesi in ritardo hanno di fronte la pandemia dei non vaccinati. L'Italia non è tra questi paesi, grazie a Mario Draghi abbiamo somministrato quasi 92 milioni di dosi, presto il 90% della popolazione over 12 sarà vaccinata (siamo a quota 84,02%), la terza dose è partita con 2.383.572 somministrazioni. Le cose su questo piano vanno bene, il nostro paese ha dimostrato grande capacità e gli italiani una volontà di andare avanti, riaprire l'economia, cavalcare il "new normal". Sono risultati di prim'ordine e infatti non attraversiamo i guai degli altri paesi: oltre 45 mila contagi in Germania con la cancelliera Merkel e il suo successore Olaf Scholz che stanno preparando l'operazione per "salvare l'inverno" dei tedeschi, il lockdown per i non vaccinati in Austria, restrizioni severe per tre settimane in Olanda e via così in un'escalation di casi, ricoveri e morti. In Italia siamo lontani da tutto questo, ma ci sono 7,5 milioni di non vaccinati che rappresentano un problema, per se stessi e per gli altri. Tra qualche settimana si porrà la domanda del compagno Lenin: che fare? La strada sembra tracciata: accelerazione sulla terza dose, riforma del Green Pass con una scadenza più corta (adeguata alla reale durata degli anticorpi che è di circa sei mesi), accesso ai luoghi pubblici solo per chi è immunizzato. Questo servirà a aumentare la quota di vaccinati oltre il 90% e a quel punto, raggiunto il tetto, si deciderà come trattare il problema della parte marginale di popolazione realmente No Vax. Questo è il percorso da seguire.
Nei giorni scorsi sono stato invitato da Dror Eydar, ambasciatore d'Israele in Italia, a un incontro con Arnon Shahar, il responsabile della campagna di vaccinazione nello Stato ebraico, un caso di successo. Ho posto una domanda secca a Sharar: "Secondo lei quando usciremo dalla pandemia?". La sua risposta è stata questa: "Penso nella metà del 2022". Ottimista? No, realista, perché Sharar somma i fattori chiave di un cambio di fase storica, osserva i balzi della scienza - "non c'è solo il vaccino, ma anche la cura, la pillola" - guarda alle eccezionali capacità che abbiamo sviluppato in questi due anni con la gestione dei malati, allo sviluppo esponenziale della telemedicina. Sono uscito da quell'incontro con la conferma di quanto scrissi fin dall'inizio della pandemia: non è la fine del mondo, è un altro mondo. E così è stato e così sarà, l'avventura dell'uomo va avanti. I No Vax? Sono un fenomeno che raccoglie lo scontento di ogni stagione, ieri era l'euro, oggi è il vaccino e domani sarà altro, va studiato e combattuto con la cultura, l'educazione, l'informazione. Fa sorridere vedere in piazza persone che inneggiano alla "libertà" e ignorano che dove ci sono le dittature non avrebbero mai potuto scendere in strada, vivono in un mondo immaginario, si alimentano di teorie cospiratorie auto-validanti, fanno la voce grossa ma hanno un disperato bisogno di aiuto perché il loro smarrimento è immenso, si legge nei loro sguardi che cercano approvazione, esonda in farneticazioni, scoppia nel negare l'evidenza.
Nei cicli dell'umanità, durante le rivoluzioni scientifiche, quando lo Spirito del Tempo, lo Zeitgeist, fa virare la rotta della Storia, l'irrazionale trova il suo spazio e i pifferai magici compaiono nelle piazze. Un libro di Isaiah Berlin, "Le radici del romanticismo", è di eccezionale importanza per sapere, per capire cosa sta accadendo oggi, nel racconto su quello che fu "l'attacco ai Lumi" c'è la risposta ai problemi dell'oggi, agli eccessi e estremismi di cui la tensione tra Pro Vax e No Vax è solo una semplificazione, un gioco manicheo che non ci aiuta a entrare in questa nuova era.
La storia, piaccia o meno, ha voltato pagina. Abbiamo davanti a noi fatti che stanno rotolando a valle con rara potenza: la rivoluzione del biotech, dell'energia e della mobilità. Wall Street anticipa, nel giro di pochi giorni tre giganti dell'economia hanno spacchettato le loro attività: General Electric, il titano americano, sarà spacchettato in tre società quotate che si occuperanno di sanità, energia e aviazione; così pure il colosso giapponese Toshiba verrà scorporato in due settori di attività, energia e infrastrutture, elettronica e hi-tech. Sono i bagliori di un altro mondo, siamo di fronte alla nascita del nuovo ordine del coronavirus.
***
In questo nuovo ordine, c'è molto disordine in strada a Roma. Nuovo sindaco, vecchi problemi. Che puzzano.
04
Monnezza Capitale
Spazzatura no limits nel quartiere Bologna.Le opere incompiute sono una specialità italiana, tutti ne hanno vista una, senza bisogna di viaggiare. Il non-finito è un tema che riguarda il pubblico e anche il privato (date un’occhiata al paesaggio urbano, vedrete l’orrore), è uno dei sintomi più gravi dell’inefficienza, del capitale sprecato, dell’intelligenza che manca e se c’è è usata per fini che non sono l’interesse pubblico.
I timori per le sorti del Recovery Plan sono fondati, è bene che se ne parli, è giusto che il governo metta in guardia tutti i soggetti coinvolti, perché si basano sull’esperienza storica. Mario Draghi di fronte ai sindaci riuniti nell’assemblea dell’Anci ha raccolto una meritata standing ovation e spronato gli enti locali a rimboccarsi le maniche, il premier cerca di evitare l’inceppamento del piano di ricostruzione. Ha fatto bene, deve continuare (qualunque sia il suo ruolo nelle istituzioni in futuro) a invitare tutti a dare il proprio contributo al rilancio del paese.
Il degrado di Villa Paganini.Draghi dovrebbe anche fare una telefonata urgente a Roberto Gualtieri, sindaco di Roma, invitandolo energicamente a far spazzare e far raccogliere i sacchi d’immondizia dai marciapiedi. Siamo all’ovvio, ma a quanto pare, occorre ribadirlo: la Capitale è in uno stato pietoso, è sporca oltre ogni limite, non si salvano neppure i parchi, Villa Torlonia è peggio che mai, Villa Paganini è un pianto, il servizio giardini del Comune dov'è? Gualtieri ha scelto la strada antica, già battuta da altri inutilmente, chiedere a Ama di fare il proprio lavoro, ma il piano straordinario annunciato dal sindaco non sta andando bene perché l’Ama è un’azienda che non funziona e non funzionerà, è corrosa da decenni di degrado e assenza di cultura d’impresa.
Una via del quartiere Trieste.L'inciviltà è diffusa, il disprezzo della cosa pubblica è un fatto, tutti i tentativi di ripulire la città si scontrano con l'uso e costume del luogo e di molti suoi abitanti, tutto si butta in strada, tutto giace, tutto diventa un monumento del marcio del putrido. Piazza Annibaliano, via Asmara, viale Eritrea qualche giorno fa, sono state ripulite grazie ai volontari e a McDonald's, 1800 sacchi di rifiuti e 2.500 persone al lavoro. Molto bene, ma dov'è l'Ama? Dove sono i suoi dipendenti?
Roma è un problema dell’intero paese, non si può liquidare come “unicum”, è la Capitale, e quello che succede qui finisce per spuntare in varia e avariata forma anche altrove. Basta farsi un giro per le vie della metropoli - un paio d'ore stamattina in due quartieri del centro, Trieste e Bologna, foto in pagina - per averne conferma. Un paese che non riesce a ripulire la Capitale trasforma in palude malsana tutto il resto.
Siamo sempre là, alla “Capitale corrotta e nazione infetta”, titolo di una copertina dell’Espresso. Gualtieri ha bisogno dell’appoggio del governo, ma soprattutto ha bisogno di liberarsi del passato, delle sue incrostazioni culturali, anche quelle del Pd che non prende atto della situazione comatosa dell’Ama e continua con l’accanimento terapeutico su un’azienda che andrebbe liquidata e rifondata, il 40% dei mezzi disponibili è fermo.
Gualtieri ha vinto con merito le elezioni a Roma, è l’esponente di una forza politica che sostiene il governo Draghi e, piaccia o meno, è espressione del partito che rappresenta l’establishment, dunque si suppone che abbia a disposizione il meglio della competenza. La soluzione del problema della spazzatura non è un tema di idee (abbondano), di denaro (si trova, sempre), ma di volontà e azione politica, realismo e cambio di passo. È un problema politico. È ora di risolverlo. Questo è lo schema di società controllate, collegate e partecipate di Ama:
La situazione delle partecipate è in quasi tutti i casi in perdita. Nessuna sorpresa, così va a Roma. Il sindaco ha presentato la giunta il 3 novembre scorso, eredita una situazione disastrosa (giunta Raggi e precedenti), non ha la bacchetta magica. Ma il passato ha un peso, l’esperienza insegna che quello che oggi vale per Gualtieri (la pesante eredità), valeva anche ieri per tutti gli altri e nessuno è riuscito a sistemare il problema numero uno e numero due della Capitale: spazzatura e trasporti. Guarda caso, il tema riguarda due aziende municipalizzate, Ama e Atac. Tutti i predecessori di Gualtieri si sono persi in questa giungla. Il neo-sindaco vi è appena entrato. Ne uscirà?
***
Che facciamo? Andiamo in America dove Biden se la passa male. Altro sondaggio, altro record negativo. Va peggio di Trump.
05
La fiducia degli americani in Biden cola a picco
La lettura dell'ultimo sondaggio di Washington Post e Abc è istruttiva, la fiducia degli americani nell'operato di Joe Biden è colata a picco: il 53% degli americani non approva il suo operato, mentre solo il 41% lo promuove, in calo rispetto al 50% di giugno e al 44% di settembre. Se le elezioni di metà mandato si tenessero oggi, il 51% degli elettori registrati sceglierebbe un repubblicano e solo il 41% un democratico. Sono numeri molto importanti in vista del voto del 2022. Occhio all'economia, la corsa dei prezzi per Biden sta diventando un grande problema:
Quasi la metà degli americani pensa che l'inflazione sia colpa di Biden. Tutto è ancora in gioco, ma con questo scenario i democratici perderanno le elezioni di midterm e Trump vede sempre più vicina una sua rivincita per la Casa Bianca. Si candiderà? Lo scopriremo solo scrivendo.
06
Yellen: l'inflazione calerà nella seconda metà del 2022
Il ministro del Tesoro americano, Janet Yellen, in un'intervista alla Cbs dice che "se vogliamo abbassare l'inflazione, continuare a fare progressi contro la pandemia è la cosa più importante che possiamo fare, mi aspetto che in qualche momento della seconda metà del prossimo anno i prezzi torneranno alla normalità". Yellen spiega l'escalation dei prezzi con "un drammatico aumento della domanda di prodotti, le famiglie non erano in grado di spendere per i servizi - andare a mangiare fuori e viaggiare. Sono rimaste a casa, hanno lavorato di più da casa. Hanno spostato la loro spesa su beni che hanno portato ad un aumento della domanda di prodotti. E anche se l'offerta di prodotti è aumentata negli Stati Uniti e nel mondo, non tanto quanto la domanda".
Di cosa parla Yellen? Della crisi dei microchip: "Abbiamo carenze di semiconduttori; questo ha davvero causato l'aumento dei prezzi delle auto nuove e usate, e il calo della produzione di auto" (vedere il grafico qui sopra). E l'energia? E gli alimentari? Mancano dei pezzi sulla scacchiera di Yellen, su questi punti non si sofferma abbastanza, confida nella fine della crisi del coronavirus, il suo messaggio punta a infondere fiducia e spingere la vaccinazione. Quando cominci a definire "transitoria" troppe volte una situazione non confortevole, il rischio è che questa sia più intensa e lunga di quanto immagini. Sì, viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
***
Come chiudiamo? Con un grafico di McKinsey sull'affollamento nello spazio.
07
L'ingorgo spaziale
Tutti vogliono andare nello spazio, ma il cielo sta diventando una corsa tra mille ostacoli. Decollare è facile, salire (e poi tornare) sarà una questione sempre più complessa. Guardate quanti satelliti saranno lanciati nei prossimi anni:
Settantamila satelliti che finito il loro ciclo saranno spazzatura spaziale. Ci preoccupiamo dell'inquinamento sulla Terra, ma nel frattempo stiamo lavorando per rendere il cielo un pericoloso ingorgo.
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2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.