16 Dicembre
Donne e potere. Scacco alla Regina
WeekList. Da Matilde di Canossa a Maria Elena Boschi, un viaggio tra ieri e oggi nella forma e nella sostanza del potere femminile nella storia. May, Merkel, la Casa Bianca dove comandano le donne e Wonder Woman snobbata dai Golden Globe e dalle... Nazioni Unite.
"Dagli occhi delle donne derivo la mia dottrina: essi brillano ancora del vero fuoco di Prometeo, sono i libri, le arti, le accademie, che mostrano, contengono e nutriscono il mondo", scriveva William Shakespeare. Fu il Bardo a descriverne con la spada, la penna e l'intrigo la relazione con il potere, la formazione e deformazione dello scettro, del comando che nelle loro mani diventa saggezza e follia, ordine e caos, bellezza e male assoluto. Fiction? No, è l'immaginario proiettato dalla realtà, un adattamento pulsante della storia, un soggetto incandescente, la storia della donna e del governo del mondo, la coabitazione (im)possibile con il maschio che adora Marte, la guerra, contrapposto al femminile che si nutre di pace, Venere. Stereotipi, la donna è anche conflitto, durezza, decisione spietata. È amore che si misura ogni giorno con l'azione. È l'umano dotato di quel tocco tagliente d'intelligenza che la fa madre di tutto, primo respiro dell'uomo, delizia, dannazione, perdita, conquista, amore. È questo viaggio di WeekList tra passato e presente, buona lettura.
01
Matilde, Caterina e... Maria Elena
di Michele Magno
L’affaire Boschi(Maria Elena) è anche lo specchio di un’antica questione, quella del potere delle donne nelle istituzioni e nelle funzioni di governo. Matteo Renzi ha provato a sparigliare le carte della disparità nella rappresentanza di genere, ma le regole del gioco sono rimaste sostanzialmente identiche. Qualcuno ricorda? Quando propose solo donne come capolista alle elezioni europee (maggio 2014), un notabile meridionale del suo partito masticò amaro, mal sopportando di essere scalzato da una cinquina per Beppe Grillo composta da veline e da lui bollata, più benevolmente, come uno specchietto per le allodole. Essendo un ex magistrato, Michele Emiliano conosceva sicuramente "Les six livres de la République" (1576), in cui il giurista Jean Bodin non esitava a confinare l’altra metà del cielo ai margini della vita civile, ritenendo che...
"Dagli occhi delle donne derivo la mia dottrina: essi brillano ancora del vero fuoco di Prometeo, sono i libri, le arti, le accademie, che mostrano, contengono e nutriscono il mondo", scriveva William Shakespeare. Fu il Bardo a descriverne con la spada, la penna e l'intrigo la relazione con il potere, la formazione e deformazione dello scettro, del comando che nelle loro mani diventa saggezza e follia, ordine e caos, bellezza e male assoluto. Fiction? No, è l'immaginario proiettato dalla realtà, un adattamento pulsante della storia, un soggetto incandescente, la storia della donna e del governo del mondo, la coabitazione (im)possibile con il maschio che adora Marte, la guerra, contrapposto al femminile che si nutre di pace, Venere. Stereotipi, la donna è anche conflitto, durezza, decisione spietata. È amore che si misura ogni giorno con l'azione. È l'umano dotato di quel tocco tagliente d'intelligenza che la fa madre di tutto, primo respiro dell'uomo, delizia, dannazione, perdita, conquista, amore. È questo viaggio di WeekList tra passato e presente, buona lettura.
01
Matilde, Caterina e... Maria Elena
di Michele Magno
L’affaire Boschi(Maria Elena) è anche lo specchio di un’antica questione, quella del potere delle donne nelle istituzioni e nelle funzioni di governo. Matteo Renzi ha provato a sparigliare le carte della disparità nella rappresentanza di genere, ma le regole del gioco sono rimaste sostanzialmente identiche. Qualcuno ricorda? Quando propose solo donne come capolista alle elezioni europee (maggio 2014), un notabile meridionale del suo partito masticò amaro, mal sopportando di essere scalzato da una cinquina per Beppe Grillo composta da veline e da lui bollata, più benevolmente, come uno specchietto per le allodole. Essendo un ex magistrato, Michele Emiliano conosceva sicuramente "Les six livres de la République" (1576), in cui il giurista Jean Bodin non esitava a confinare l’altra metà del cielo ai margini della vita civile, ritenendo che dovesse occuparsi solo delle faccende domestiche.
Beninteso, oggi nessun democratico oserebbe contestare le quote rosa, o oserebbe pensare che Alessandra Moretti, tanto per fare un nome, "c'est la peste de l'air, l'Erynne envenimée". Proprio così, infatti, il poeta protestante Théodore Agrippa d'Aubigné descriveva nel 1616 Caterina de' Medici, vedova di Enrico II e dal 1560 reggente di Francia. Secondo la storica Cesarina Casanova (“Regine per caso”, Laterza, 2014), l'Erinni velenosa - che rende irrespirabile l'aria con la sua perfidia e le sue diaboliche macchinazioni - è il distillato di tutti i cliché che il Rinascimento attinge dalla cultura misogina medievale: la donna al potere vista come una beffa della natura, tendenzialmente strega, lussuriosa, incestuosa, eretica.
Già poco dopo l'anno Mille il protagonismo delle regine comincia a diventare troppo ingombrante per le fazioni di corte e per la stessa autorità del re. Col pretesto della sterilità, dell'infedeltà o della scarsa avvenenza, molte verranno allontantanate senza tanti complimenti. Secondo il cronista inglese William di Newburgh, il capetingio Filippo Augusto (1165-1223) il giorno successivo alle nozze aveva ripudiato la diciottenne Ingeburge - sorella di Canuto VI di Danimarca - per il suo alito insopportabilmente fetido.
Non era invece una regina, Matilde di Canossa (1046-1115), la personalità femminile più leggendaria della sua epoca. Protagonista assoluta della lotta per le investiture, che contrapponeva pontefici e imperatori germanici sul problema delle nomine vescovili, spaccherà l'opinione pubblica europea. Per il suo sostegno a papa Gregorio VII, verrà paragonata dai ghibelllini all'empia Jezabel dell'Antico Testamento, dai guelfi alla Vergine Maria. Del resto, come ha messo in evidenza Jacques Le Goff, il culto mariano dotava le donne di uno status ammantato di un'aura religiosa, fino alla santità. Nella basilica di San Pietro, il monumento funerario di Lorenzo Bernini rappresenta Matilde con lo scettro impugnato saldamente dalla mano destra e il triregno papale avvolto nel braccio sinistro, in atto protettivo. Sopra un melograno, simbolo della ricchezza delle buone opere. Quella secentesca non sarà l'ultima rivisitazione del suo mito. Nel 1862, in un'Italia unificata ma in cui era ancora aperta la questione di Roma, l'iconografia della contessa viene rielaborata da eminenti religiosi cattolici e proposta come fulgido esempio di mediatrice tra i due poteri.
La vera novità del Rinascimento al femminile fu costituita dall'ingresso delle donne nell'agone culturale, con il progetto dichiarato di contestare il monopolio maschile della scrittura.
I margini di autonomia femminile legati alla società feudale si consumano progressivamente nel corso del Trecento. Si fa strada una nuova idea di famiglia, che diventa il fondamento su cui poggiare l'edificio dello Stato moderno. La sua coesione viene perciò considerata di vitale importanza, e i legislatori non risparmieranno accorgimenti per metterla al riparo dalle potenziali minacce - l'irrazionalità, l'incostanza - derivanti dalla natura femminile. Nel Quattrocento giuristi e eruditi umanisti mutuano e sviluppano dal sapere medico e dal diritto romano i concetti di "fragilitas et infirmitas sexus". La dottrina penale raccomanda quindi ai giudici di tenere conto della intrinseca debolezza femminile nella comminazione delle pene. Una disparità di trattamento, definita da Deirdre Park "cavalleria giudiziaria", in realtà coerente con il divieto di ricoprire cariche pubbliche, oltre che con quello di sporgere denuncia o di testimoniare nei processi. Gli orientamenti prevalenti della cultura giuridica troveranno una definitiva sistemazione nel "De Legibus Connubiabilis" di André Tiraqueu (1546). Da un lato viene teorizzata quella inferiorità che autorizzava un minore accanimento punitivo, dall'altro viene ribadita l'esclusione delle donne dai "virilia officia" (guerra e governo) e dalla successione nei feudi, "ob garrulitate" (per petulanza) e perché "foeminae sua natura dominationis cupidae sunt" (per connaturata sete di potere).
La riscoperta della legge salica, che riservava la continuità dinastica solo alla discendenza maschile, avviene in questo contesto. A partire dal quattordicesimo secolo e per tutta la durata del Rinascimento, diverse generazioni di giuristi si ingegneranno per renderla irreversibile. E il repertorio dei luoghi comuni misogini, primo fra tutti quello della "imbecillitas mentis" (incapacità di discernimento) del sesso debole, ben si prestava ad attestarne l'incontestabile necessità. "Tomber en quenouille", si diceva quando essa non veniva rispettata. L'epressione non è traducibile letteralmente, ma indicava l'avvilimento di chi precipita in una posizione subalterna come quella della donna - qui identificata con la conocchia ("quenouille") - ossia con l'unico arnese adatto alle mani femminili.
Nondimeno, nella Francia cinquecentesca l'arretramento della condizione sociale della donna coinciderà con un sorprendente progresso del suo prestigio intellettuale. Sulla scorta del "De claris mulieribus" di Boccaccio, tradotto su impulso di Anna di Bretagna, moglie di Carlo VIII, nasce un filone letterario destinato a una lunga fortuna, centrato sull'elogio della "femme forte" e della "femme savante". La vera novità di questo Rinascimento al femminile è costituita proprio dall'ingresso delle donne nell'agone culturale, con il progetto dichiarato di contestare il monopolio maschile della scrittura. Dopo l'opera di Christine de Pisan, "Le Tresor de la cité des dames" (1497), Anna -duchessa di Borbone e figlia di Luigi XI- nel 1521 darà alle stampe i suoi "Enseignements".
Nella Francia cinquecentesca l'arretramento della condizione sociale della donna coinciderà con un sorprendente progresso del suo prestigio intellettuale.
C'è stato, allora, un Rinascimento per le donne? Le risposte a questa domanda, formulata per la prima volta nel 1972 dalla studiosa americana Joan Kelly-Gadol, non sono state univoche. Fanny Cosandey ha osservato che la legge salica, se sacrificava il ruolo delle figlie, consolidava quello delle madri in qualità di reggenti dei figli minorenni eredi al trono ("Annales",1997). Margaret King ha censito i libri rinascimentali che traboccano di donne armate e pugnaci, tanto che "due vergini conclamate - Giovanna d'Arco che comandò un esercito e Elisabetta Tudor che governò una nazione - suscitarono, come amazzoni viventi, la stessa mescolanza di timore e ammirazione" ("Le donne nel Rinascimento", Laterza, 1991). Nel suo libro, Casanova sottolinea come la Barbara di Brandeburgo (1423-1481) posta al centro della scena da Andrea Mantegna nella Camera degli sposi del mantovano Castello di San Giorgio, segnali un indiscutibile patronage femminile nel sistema dei rapporti tra i Gonzaga, la Curia romana e la corte imperiale.
La "Storia d'Italia" di Francesco Guicciardini, insomma, sembra non aver avuto molti estimatori nella storiografia più recente. Nell'opera del grande fiorentino, infatti, viene largamente occultata o denigrata la presenza delle donne sulla ribalta politica rinascimentale, di fronte a cui pure si professa spettatore freddo ma curioso delle "varietà delle circunstanze". Un giudizio benigno lo riserva solamente a Caterina Sforza, sopraffatta da Cesare Borgia nell'assedio della rocca di Forlì (1499): "Essendo tra i tanti difensori ripieni d'animo femminile ella sola di animo virile...[Cesare Borgia] considerando più in lei il valore che il sesso, la mandò in prigione a Roma, dove fu custodita in Castel S. Angelo".
Nell'opera di Guicciardini viene largamente occultata o denigrata la presenza delle donne sulla ribalta politica rinascimentale. Un giudizio benigno lo riserva solamente a Caterina Sforza.
Alla prova dei fatti, in conclusione, mai come nell'Europa del Cinquecento un numero tanto rilevante di donne - figlie, sorelle, mogli, madri, amanti - ha avuto accesso ad elevate responsabilità o ha governato in prima persona. Farne l'elenco completo non è possibile. Maria Tudor prima (1553) e sua sorella Elisabetta poi (1554) salgono a pieno titolo sul trono d'Inghilterra. Maria Stuarda cinge la corona di Scozia (1542). Margherita d'Austria governa con abilità e prudenza i Paesi Bassi in rivolta contro la dominazione spagnola (1559-1567). Renata di Valois (1510-1572) a Ferrara è l'anima di un cenacolo di intellettuali seguaci del verbo calvinista. Jeanne d'Albret (1528-1572), regina di Navarra, si dedica alla difesa della causa protestante e all'educazione del suo giovane figlio, Enrico di Borbone, destinato a regnare su tutta la Francia. Nè si può dimenticare che per circa trent'anni sarà una regina, Caterina de' Medici (1519-1589), a tutelarne gli interessi in uno dei periodi più tragici e sanguinosi della sua storia. In una celebre requisitoria, Jules Michelet ne farà l'incarnazione della doppiezza e della cattiveria femminile. Nella "Comédie Humaine", Honoré de Balzac ne esalterà invece la politica di tolleranza e di riconciliazione, che avrebbe consentito alla monarchia francese di superare una delle sue prove più difficili dopo ben otto guerre di religione e il massacro degli ugonotti nella notte di San Bartolomeo (23-24 agosto 1572).
Questo illustre corteo di signore al potere non rivela un miglioramento giuridico della condizione delle donne. Dimostra tuttavia che molte tra loro hanno saputo far valere le proprie ambizioni e la propria intelligenza - e anche la loro bellezza - a dispetto dei pregiudizi maschili. Come ha scritto Benedetta Craveri in "Amanti e regine" (Adelphi, 2008), per quanto spettacolari i loro successi costituiscono la somma di casi individuali, non si saldano mai in un'unica storia. Perché " la Storia rimane appannaggio ufficiale degli uomini, e per inserirsi nei suoi ingranaggi senza venirne stritolate, bisogna mascherarsi, giocare d'astuzia, crearsi alleati potenti, distribuire favori, sedurre, corrompere, punire - e sapere, al momento giusto, uscire di scena".
***
Questo è ieri, il flash back di Michele Magno. Ma oggi? Torniamo al presente. Salite a bordo della macchina del tempo del titolare di List.
02
Il governo di Angela

La storia. E il presente. Angela Merkel non ha ancora trovato il filo d'Arianna del nuovo governo. Arriverà (forse) all'inizio del 2018, ma nel frattempo l'America è diventata non più il gioco del "diciamo che Trump non ci piace" ma del "ora l'America è un problema serio". La riforma fiscale di Trump fa paura alle imprese tedesche, si chiama concorrenza globale. Occhio a questo titolo di Handelsblatt, il più importante quotidiano economico della Germania:
What else? In Germania una birra, in Inghilterra un Gin Martini servito rigorosamente su un classic glass Martini. Andiamo a vedere cosa succede a Downing Street, in casa di un'altra donna: Theresa May.
03
Theresa Brexit

Il premier inglese alla fine ha portato a casa da Bruxelles un via libera alla seconda fase dei trattati della Brexit. Il suo governo ora dovrà battersi sulla materia che conta: lo spazio commerciale delle imprese britanniche. La May è stata sopravvalutata all'inizio della sua avventura al governo e sottovalutata dopo. Raccontata per la sua passione per le scarpe, messa in posa da Vogue, la May è in realtà una che conosce l'arte di spiazzare l'avversario.
Dietro un'apparente fragilità, ha tempra da vendere e sa tirare fuori gli artigli al momento giusto. Soffre la pressione dei Tories in casa, ma quando va a trattare con Jean-Claude Juncker (un tipo simpatico in privato ma tosto in pubblico) in Europa riesce a mixare la felpata pressione femminile con il pugno sul tavolo. E infatti appena chiuso il primo accordo con l'Unione, May ha spedito questo messaggio al buon Juncker e agli altri capi di Stato: "La seconda parte della trattativa sarà più dura della prima". Tempra e flemma, Inghilterra. Il mondo anglosassone alla fine è quello che sforna queste delizie del potere. Andiamo in America, alla Casa Bianca. Il potere di Trump è esercitato da un gruppo di donne corazzate. A cominciare dalla splendida Melania.
04
Melania e la Casa Bianca
Cominciamo dalle feste di Natale. Melania ci ha messo il suo tocco. Magico:
Il mestiere di First Lady è un'arte. Apparire al fianco, mai davanti, esercitare l'influenza e il comando senza apparire decisiva. E invece... Nancy Reagan aveva un controllo totale sull'agenda di Ronald Reagan, autorizzava lei le visite, dava il ritmo alla vita del Presidente. George Bush senior, un politico temprato dalla direzione della Central Intelligence Agency, un tipo di ferro che si accompagnava con una sagoma al titanio come James Baker, non prendeva una sola decisione importante senza averne parlato con Barbara Bush. E fu suo figlio, George Bush junior a ricordare che fu la moglie Laura a salvarlo dalla bottiglia del Jim Beam. Il potere non è solo la follia di Lady Macbeth, è più spesso l'unica persona di cui ti puoi fidare. E amare.
05
Sarah Huckabee Sanders
Alla Casa Bianca le donne comandano. Questa settimana The Person in the News del Financial Times è Sarah Huckabee Sanders, 35 anni, il Press Secretary di The Donald.
Il mestiere più difficile della Casa Bianca è nella mani di questa donna: difendere Trump. Figlia di un tipo bombastico già candidato alla Casa Bianca, Mike Huckabee, Sarah è come titola il Ft un soldato armato di torta. Gli inglesi dovrebbero sapere meglio di tutti che le torte prese in faccia disarmano chiunque. Mai sottovalutare il potere oscuro della cucina, ecco la timeline Twitter di Sarah, giusto per esser chiari:
Sarah è mamma, ha tre figli, ha la politica nel sangue, nel 2008 fu il direttore della campagna presidenziale del padre, e così anche nel 2016 fino a quando Trump, dopo l'uscita di Mike dalla corsa presidenziale, colpita dalla capacità organizzativa della Huckabee, la arruola nel suo team per proseguire la corsa alla Casa Bianca. Insieme a lei, la bruna, c'è una bionda corazzata: Kellyanne Conway.
06
Potenza Kellyanne
Se cercate uno degli artefici della vittoria di Donald Trump nella corsa presidenziale, citofonate Conway alla Casa Bianca. La strategist repubblicana è ora alla guida dell'ufficio del governo che si occupa della fondamentale campagna contro l'uso degli oppiodi (65 mila morti l'anno scorso in America). Presenza forte in televisione, sagoma da hard talk, amica-nemica dei giornalisti, Kellyanne è quella che vorresti avere sempre come amica e mai come nemica. La sua polemica contro il femminismo ha fatto balzare la parola nelle ricerche online nel dizionario Merriam-Webster. Potenza dell'immaginario. Tutto bene? No, al cinema in America qualcosa è andato storto.
07
Ma Wonder Woman ha un problema
Campione di incassi negli Stati Uniti, Wonder Woman è stato escluso dalle nomination dei Golden Globe. I fan di Gal Gadot non l'hanno presa benissimo e in effetti il film è molto bello e avrebbe meritato più attenzione, anche perché tra le saghe dei super eroi era quella meno consumata e ricca di atmosfera.
Quella di Diana Prince è una storia che viene da lontano.
Niente Golden Globe. E neanche la nomination alla carica di ambasciatrice dell'Onu è andata a buon fine. Troppo sexy, dicono. Nota sul taccuino del titolare di List: Discriminazioni Unite.
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del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.