4 Maggio

Droni, misteri, guerra. Sopra e sotto il Cremlino

La Russia accusa Kiev di aver attaccato la residenza di Putin, l'Ucraina nega. Dopo il volo di Mathias Rust nel 1987, il cielo sopra la Piazza Rossa è stato violato un'altra volta. Allora fu il segnale della fine di un impero, oggi? Il dilemma dell'uomo del Cremlino a pochi giorni dalla parata del 9 maggio, le minacce e un conflitto dove la vittoria non c'è

di Marco Patricelli

La Russia dalla notte dei tempi è un enigma avvolto da un mistero. I due droni che hanno sorvolato il Cremlino e sono stati inceneriti dalla contraerea sono pirandellianamente due personaggi in cerca di autore. Che non troveranno. Mosca accusa Kiev e minaccia sfracelli, Kiev se ne lava le mani e rimanda la palla al mittente, col solito teatro nel teatro. Difficile che ne sapremo di più, e soprattutto che sapremo la verità, che in russo si traduce pravda ma è parola poco coniugata nella sostanza.

Gli inquilini del Cremlino, da che mondo è mondo, godono di assai poco senso dell’umorismo, tranne che involontariamente nel comparto sanitario, quando per la nomenklatura sovietica una polmonite fulminante era un eufemistico lievissimo raffreddore, e per la grande parata della Rivoluzione d’ottobre venivano scongelati i defunti e rianimate le mummie per fare da cornice allo sfoggio muscolare all’unica vera mummia della piazza Rossa, quella di Lenin. Aspettarsi trasparenza da Mosca è come pensare di fare business in un Paese musulmano vendendo porchetta di Ariccia. I droni saranno piegati alla ragion di Stato per qualche epurazione e per qualche proclama di vendetta contro Kiev, abbastanza lontana per preoccupare militarmente, ma feticcio da abbattere. La figuraccia, quella no, brucia assai, più della fiammata dell’abbattimento nei pressi della guglia a cipolla, dove in epoca sovietica un ventilatore faceva garrire la bandiera rossa con falce e martello andando contro tutte le leggi della fisica e del meteo.

Il giorno dopo l'attacco. Uomini sulla cupola del Cremlino e tribune per la parata del 9 maggio (Foto Epa). 

Sono cambiati i tempi, sono cambiate le sigle, sono cambiate le etichette, non ci sono più gli obbrobriosi magazzini Gum che avevano trasformato un’elegantissimo palazzo in un supermercato al cui confronto un suk arabo era un esempio...


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