5 Novembre
Due Americhe, un problema: il carrello della spesa
L'8 novembre il voto di Midterm. Come è cambiato lo scenario elettorale dal 2016 al 2022, il ritorno di Trump (forse), la battaglia della Federal Reserve per frenare l'inflazione, tre domande che fanno venire i brividi a Biden. In Italia sfila il pacifismo che parla di fine della guerra e libertà (sempre con i fucili degli altri)
Che succede? La campagna elettorale americana è al rettilineo finale, domani Donald Trump arriva qui a Miami, i repubblicani sperano di fare 'cappotto', conquistare il controllo della Camera e del Senato (su questa assemblea la partita sembra aperta), fare di Biden un'anatra più che zoppa, pronta allo spiedo per il voto del 2024. Siamo allo scontro totale tra due Americhe, due visioni opposte e un grande problema: l'inflazione. Per un paese che si regge sul dollaro, sul credito facile (sempre meno), i consumi, un popolo che crede nel guadagno, nel denaro, per questa nazione la corsa dei prezzi è un mostro da abbattere. E se non ci riesce il presidente, allora il popolo abbatte il presidente. Questo voto di Midterm è davvero uno spartiacque, un cancello che si sta per spalancare verso un altro mondo.
Da qui, l'Italia appare come un paese dove parlano tantissimo in tantissimi, ma alla fine quelli che fanno sono pochissimi. Facciamo il nostro giro di giostra, seguite il titolare di List.
01
Il testacoda d'Italia, tutti pacifisti (con i fucili degli altri)
Lo scenario italiano è da testacoda: sono tutti in piazza per la pace, ma se chiedete in giro come si fa con un soggetto come la Russia, se interrogate il populista parlamentare di turno (che pontifica in tutti i partiti) su chi fosse George F. Kennan, chi abbia inventato la dottrina del containment, su quali confini bisogna negoziare (perché di questo si tratta, di confini, di spazi, territori, popoli e risorse), otterrete un eloquente silenzio. Tutti sono per la pace, bella scoperta, solo che per vincerla bisogna condurre bene la guerra, cioè darle un obiettivo credibile.
Giuseppe Conte alla manifestazione pacifista di piazza San Giovanni a Roma (Foto Ansa).In questo caso tocca agli Stati Uniti, all'Ucraina, alla Russia e alla Cina...
Che succede? La campagna elettorale americana è al rettilineo finale, domani Donald Trump arriva qui a Miami, i repubblicani sperano di fare 'cappotto', conquistare il controllo della Camera e del Senato (su questa assemblea la partita sembra aperta), fare di Biden un'anatra più che zoppa, pronta allo spiedo per il voto del 2024. Siamo allo scontro totale tra due Americhe, due visioni opposte e un grande problema: l'inflazione. Per un paese che si regge sul dollaro, sul credito facile (sempre meno), i consumi, un popolo che crede nel guadagno, nel denaro, per questa nazione la corsa dei prezzi è un mostro da abbattere. E se non ci riesce il presidente, allora il popolo abbatte il presidente. Questo voto di Midterm è davvero uno spartiacque, un cancello che si sta per spalancare verso un altro mondo.
Da qui, l'Italia appare come un paese dove parlano tantissimo in tantissimi, ma alla fine quelli che fanno sono pochissimi. Facciamo il nostro giro di giostra, seguite il titolare di List.
01
Il testacoda d'Italia, tutti pacifisti (con i fucili degli altri)
Lo scenario italiano è da testacoda: sono tutti in piazza per la pace, ma se chiedete in giro come si fa con un soggetto come la Russia, se interrogate il populista parlamentare di turno (che pontifica in tutti i partiti) su chi fosse George F. Kennan, chi abbia inventato la dottrina del containment, su quali confini bisogna negoziare (perché di questo si tratta, di confini, di spazi, territori, popoli e risorse), otterrete un eloquente silenzio. Tutti sono per la pace, bella scoperta, solo che per vincerla bisogna condurre bene la guerra, cioè darle un obiettivo credibile.
Giuseppe Conte alla manifestazione pacifista di piazza San Giovanni a Roma (Foto Ansa).In questo caso tocca agli Stati Uniti, all'Ucraina, alla Russia e alla Cina decidere il limite, cioè ancora una volta la faccenda dei confini geografici e di quelli temporali (quanto deve durare la guerra), stabilire che cosa è vittoria e sconfitta per Mosca, per Washington e per Kiev. La guerra è in stallo, tra poco sarà il dominio del gelo, della neve, del fango, l'impero del Generale Inverno. Noi sfiliamo per la pace, ottimo. E poi? Non si sa, perché tanto la gara e a cercare il consenso del momento su quel popolo della pace che ha le idee confuse. Anche se la pace arrivasse domani, i nostri problemi resteranno tutti in piedi, perché lo shock energetico è una questione precedente alla guerra in Ucraina (come vedremo tra poco a proposito del voto di Midterm in America), perché con la Russia niente tornerà come prima, perché lo scontro tra l'Occidente e 'il resto del mondo' è una realtà a cui bisogna guardare, non possiamo voltarci indietro e sperare che la storia cambi perché Peppino Conte è sceso in piazza.
02
Un paio di sinistre litiganti e una donna che governa
La sinistra ha offerto un quadro edificante: due manifestazioni, Enrico Letta contestato dice "no all'equidistanza tra Kiev e Mosca" (giusto, ma il segretario dem dovrebbe interrogarsi sul vizio di tenere il piede in due scarpe quando si tratta di scendere in piazza, specialità del Partito democratico, quella manifestazione non era la sua), il Movimento Cinque Stelle in fase disarmo totale (Conte dixit: "Il governo non mandi altre armi senza prima un confronto in Parlamento"), il Terzo Polo che prova a marcare il terreno della ragione in uno spettacolo clownesco, dunque tragico come solo il circo sa essere.
Giorgia Meloni durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi dopo il varo della Nadef (Foto Ansa).Giorgia Meloni in questo scenario appare come una statista di un altro campionato: ha convocato i sindacati per mercoledì, presentato la Nadef, la Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza, impegnato il governo su misure d'emergenza per il caro energia pari a 30 miliardi entro il 2023 (di cui subito 9 miliardi), mentre il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha parlato di "approccio prudente e sostenibile". Passo e chiudo.
***
Riparto dal luogo in cui mi trovo in questo momento, dall'America, Florida.
03
Il voto di Midterm dominato dalla pandemia dei prezzi
Le elezioni del 2016 furono dominate dal ritorno de 'l'uomo dimenticato' (e a sorpresa vinse Trump); nel 2018 il voto di Midterm fu il tentativo dei Dem di ribaltare The Donald con lo slogan "for the people" (e finì che fu la prima volta dal 1970 che il partito del presidente guadagnò voti al Senato pur perdendo la Camera); nelle presidenziali del 2020 il campo da gioco fu occupato dal 'China virus' (così disse Trump) e dal voto postale di massa (e vinse Biden); nell'elezione di Midterm del 2022 il tema chiave si chiama inflazione e presto scopriremo chi ha vinto e chi ha perso al banco del denaro.
Il voto dell'8 novembre è il primo dopo la crisi del coronavirus negli Stati Uniti, il Covid-19 non è più in cima all'agenda delle famiglie e delle imprese. Le preoccupazioni sono altre: la galoppata dei prezzi, l'aumento dei mutui per la casa, la criminalità e l'immigrazione (uno dei punti centrali del comizio di Trump in Iowa), i test negativi di apprendimento per i bambini e gli adolescenti causati dai lockdown nelle scuole durante la pandemia.
04
Siamo ingabbiati nella start-stop economy
Buona parte di questi problemi sono stati innescati dalle misure di contrasto alla pandemia, dalle politiche 'autarchiche' della Cina e dalle decisioni coordinate delle petro-monarchie sulla produzione (e prezzo) del petrolio nel boom post-pandemico: l'inflazione americana è all'8,2% ma non è solo una reazione allo shock energetico, è l'effetto delle catene spezzate (e mai riparate) di approvvigionamento e domanda durante i lockdown. Non è il mondo di ieri, non è il passato, è un altro capitolo dello stesso romanzo, perché le conseguenze inattese continuano anche oggi: in Cina, la fabbrica del mondo, la bio-politica dello stop produttivo e della segregazione di milioni di persone continua con una serie di esperimenti distopici. La fabbrica Foxconn, vitale per la produzione di iPhone, è aperta nonostante il lockdown imposto dal 2 al 9 novembre nella zona di Zhengzhou, ma i dipendenti non possono né entrare né uscire dallo stabilimento, lavorano in quel che si chiama 'closed-loop'.
Test di massa e lockdown. La politica di Xi Jinping sul Covid va avanti (Foto Ansa).La Zero-Covid Policy è stata confermata, incorporata nel terzo mandato di Xi Jinping, che l'ha usata per regolare i conti con i nemici interni nel partito comunista cinese (che fine ha fatto Hu Jintao?). Gli americani - l'intero Occidente - dipende oggi da questa 'start-stop economy' e il risultato è lo spezzettamento delle forniture, l'indisponibilità non solo di prodotti finiti, ma di materie prime e semilavorati. Se la domanda resta alta (e lo è, l'economia americana va, i 261 mila nuovi posti di lavoro creati in ottobre ne sono la prova), il risultato è un aumento dei prezzi. Per ora, niente è sotto controllo e Jay Powell, presidente della Fede, ha davanti un enorme rompicapo. Il numero uno della banca centrale americana sta cercando il 'soft landing' dell'economia, ma lo scenario sembra quello di un aereo che continua a salire di quota per poi improvvisamente finire in picchiata di fronte all'insostenibile leggerezza dell'essere sulla via della inevitabile recessione.
05
L'altra epidemia e la 'cura' della Fed
Ciò che è dimenticato (il virus) continua in realtà a propagarsi in altra forma, nell'economia e nel comportamento sociale (pensate al trauma subito dagli adolescenti durante i lockdown). C'è un'altra epidemia. La 'cura' per l'altro virus, quello dell'inflazione, è la pillola della Federal Reserve: il rialzo dei tassi. Il problema è che la medicina dovrà essere assunta in dosi massicce e gli effetti collaterali (il rallentamento dell'economia) sono imprevedibili. Al momento del voto, i prezzi corrono come un dragster, qui nel Sunshine State la prova è nella spesa di ogni giorno: in un sondaggio della University of South Florida il 65% degli intervistati dice che l'inflazione ha ridotto la loro capacità di far fronte alle spese essenziali, mentre il 67% afferma di aver messo mano ai risparmi. Questo è il problema di Biden, questo è lo scenario del voto di Midterm.
Il dilemma di Jerome Powell: come domare l'inflazione senza scatenare la recessione (Foto Epa).Adam Shapiro, economista della Federal Reserve Bank di San Francisco, in uno studio citato dal Financial Times spiega come quasi tre quarti dell'inflazione di base è causata delle interruzioni delle catene di produzione, distribuzione e domanda. L'impennata dei prezzi è figlia della crisi del coronavirus, non dello shock energetico (che è arrivato dopo). Biden all'inizio della guerra ha provato a spostare il problema scaricando l'innesco dell'inflazione sulla guerra in Ucraina, ma il 'diversivo' è durato poco, per gli americani quel conflitto non solo è lontano, non solo non fa parte della reale agenda degli elettori, ma viene cominciato a guardare con diffidenza perché costa e con la recessione (e i licenziamenti) in arrivo ogni dollaro speso (bene o male) dal governo entra anche nelle urne.
Gli analisti sanno che l'emergenza pandemica ha una 'coda lunga', alcuni non si spiegano come non se ne parli. In realtà ci sono anche scelte di fondo dell'amministrazione Biden che hanno creato grandi aspettative (e inflazione). La scelta di mantenere in piedi i sussidi nonostante la ripresa della domanda, ha una ragione politica (provare a mantenere un po' di consenso, tuttavia i sondaggi sul gradimento per la Casa Bianca restano ai minimi storici) ma alla fine il conto è salato.
06
Tre numeri che fanno tremare la Casa Bianca
In attesa del verdetto dell'8 novembre. Il cammino difficile per Joe Biden (Foto Epa).Che conto? Bastano un paio di numeri per capire come il voto di Midterm sia un appuntamento davvero difficile per l'amministrazione Biden. Sondaggio Cnn del 2 novembre scorso, tra i tanti, bastano questi tre numeri:
- 42%. È il gradimento sul lavoro del presidente Biden espresso dagli elettori americani. In calo rispetto al 46% dei sondaggi di settembre e inizio ottobre;
- 61%. È la percentuale di elettori che afferma che Biden ha completamente sbagliato l'agenda, un numero che per un politico è una bocciatura netta, un presidente “out of touch” di solito è destinato a perdere;
- 51%. È il numero di elettori che pensano che l'economia sia il tema principale. E per questo Chris Cillizza di Cnn ricorda che siamo nel pieno diun'elezione da "It's the economy, stupid", la frase pronunciata da James Carville, consigliere di Bill Clinton, durante la vittoriosa campagna presidenziale del 1992 contro George H.W. Bush.
La domanda sul taccuino di Biden è quella del compagno Lenin: che fare? Ormai non resta che aspettare l'8 novembre. Sarà onda rossa o sorpresa blu?
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e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.