26 Agosto
Due Americhe, una Casa Bianca
Gli Stati Uniti dei democratici e l'America dei repubblicani. Trump a caccia della "remuntada". La battaglia negli Stati e il voto nella Rust Belt. La cometa di Haley è per il 2024. Secondo giorno di convention, parla la First Lady (e non ditelo con un fiore). L'Italia? Briatoreland
Che succede? Siamo agli scampoli dell'estate che non è estate. Coriandoli di notizie, sembra un beffardo carnevale in anticipo sull'inverno che non sarà inverno. Giro di giostra surreale, ma la cosa si fa spessa perché è tutto vero. Andiamo, seguite il titolare di List.
01
Briatoreland
In Italia la notizia del giorno è che Flavio Briatore ha il coronavirus. Naturalmente se lo è beccato nel suo locale, in Sardegna, al Billionaire. Tecnicamente (purtroppo) il Billionaire è in Sardegna, ma abbiamo la prova antropologica e culturale che in ogni caso non è dalle nostre parti, basta vedere chi lo frequenta. Il caso conferma che gli untori non sono sardi vestiti da pastori sardi, ma alieni venuti dal continente e da lontane terre straniere - la cosa è assodata, tuttavia è meglio ribadirla - gli esperti dell'industria agro-pastorale che abbiamo consultato hanno escluso che si possa affidare ai nuovi arrivati dal jet-set il delicato compito di servo pastore e tanto meno il nobile e fondamentale ruolo di pastore. Serve un quoziente intellettivo elevato, abilità non comuni. Quanto al ruolo del cane è occupato dal cane. E il gregge c'è già.
Scontri al vertice. Sentita su RaiNews (sì, proprio così): Selvaggia Lucarelli ha criticato Briatore.
Alto e basso. A tal proposito, Daniela Santanché ha assicurato che Flavio non ha il coronavirus ma la prostatite.
Meno male che Silvio c'è. Silvio Berlusconi ha fottuto tutti anche stavolta: il Cav ha visto Briatore, gli ha detto che lo vedeva in gran forma, ha fatto il tampone ed è pronto per un nuovo miracolo italiano.
Resta. L'altra grossa notizia commentata tra un ricovero e l'altro riguarda Conte. Antonio, non Giuseppe. Resta allenatore dell'Inter, disperazione tra i tifosi.
Va via. Lutto in casa del Barcellona, hanno un problema con la pulce (una sola, tutto sommato non così...
Che succede? Siamo agli scampoli dell'estate che non è estate. Coriandoli di notizie, sembra un beffardo carnevale in anticipo sull'inverno che non sarà inverno. Giro di giostra surreale, ma la cosa si fa spessa perché è tutto vero. Andiamo, seguite il titolare di List.
01
Briatoreland
In Italia la notizia del giorno è che Flavio Briatore ha il coronavirus. Naturalmente se lo è beccato nel suo locale, in Sardegna, al Billionaire. Tecnicamente (purtroppo) il Billionaire è in Sardegna, ma abbiamo la prova antropologica e culturale che in ogni caso non è dalle nostre parti, basta vedere chi lo frequenta. Il caso conferma che gli untori non sono sardi vestiti da pastori sardi, ma alieni venuti dal continente e da lontane terre straniere - la cosa è assodata, tuttavia è meglio ribadirla - gli esperti dell'industria agro-pastorale che abbiamo consultato hanno escluso che si possa affidare ai nuovi arrivati dal jet-set il delicato compito di servo pastore e tanto meno il nobile e fondamentale ruolo di pastore. Serve un quoziente intellettivo elevato, abilità non comuni. Quanto al ruolo del cane è occupato dal cane. E il gregge c'è già.
Scontri al vertice. Sentita su RaiNews (sì, proprio così): Selvaggia Lucarelli ha criticato Briatore.
Alto e basso. A tal proposito, Daniela Santanché ha assicurato che Flavio non ha il coronavirus ma la prostatite.
Meno male che Silvio c'è. Silvio Berlusconi ha fottuto tutti anche stavolta: il Cav ha visto Briatore, gli ha detto che lo vedeva in gran forma, ha fatto il tampone ed è pronto per un nuovo miracolo italiano.
Resta. L'altra grossa notizia commentata tra un ricovero e l'altro riguarda Conte. Antonio, non Giuseppe. Resta allenatore dell'Inter, disperazione tra i tifosi.
Va via. Lutto in casa del Barcellona, hanno un problema con la pulce (una sola, tutto sommato non così grave dal punto di vista sanitario), Lionel Messi. Pare che voglia andar via. Conte resta, Messi lascia. Nessuno ha la pochette, ci sentiamo sollevati.
Muore (mai). Kim jong-un è morto un'altra volta. Abbiamo fatto i conti, è già la sesta volta che ci lascia prematuramente. Pare abbia chiamato Trump per ribadire il concetto dell'estate del 2017: Donald, il pulsante più grosso è il mio.
Urbi et orbi. Tendenze su Twitter nell'Urbe: #Messi #inonda (si parla di Briatore) #Briatore #StaseraItalia #Conte (Antonio). Ci meritiamo tutto, non ce la faremo mai.
***
Che facciamo? Andiamo a raccontare l'unica storia che regge davvero una prima pagina, America 2020.
02
L'ipercinetico Trump e la cometa di Haley
Le campagne sono vinte (e perse) sul campo. Questa è la lezione che alla fine arriverà da America 2020. Non c'è coronavirus che tenga, dominano le forze che vide per la prima volta il genio di Isaac Newton, la legge di gravità dell'universo della politica, tutti stanno tornando inesorabilmente a terra. I repubblicani sono già sul terreno, Trump ha dato il via a una convention meno patinata di quella dei dem, la differenza non è nella qualità delle immagini, ma in due parole "futuriste": movimento e velocità. L'Air Force One atterra a Charlotte, Trump apre la convention con un discorso a sorpresa, allacciate le cinture, decollo, l'ipercinetico presidente torna a Washington e nella serata americana si collega dalla Casa Bianca per un altro intervento, accompagnato "in presenza", dall'americano medio, dalla gente comune. Niente mascherine, distanziamento minimo. Due Americhe. Populismo? Certo, come quello glamour di Joe (Biden) ritratto a Milwaukee come l'uomo qualunque che tracima di virtù, quello da cui puoi comprare un'auto usata. È la politica, bellezza, e tu non puoi farci niente.
La convention repubblicana era la tessera del mosaico che mancava per sapere, per capire quanto sono in rotta di collisione le due Americhe. "One man show" scrive il New York Times, certo che lo è, cos'altro avrebbe dovuto essere? Il Partito repubblicano è trumpiano (leggere bene i sondaggi, i documenti che accompagnano i grandi numeri, sono istruttivi e ribaltano la narrazione del partito diviso, forse lo è al Congresso, ma quella è "the swamp", la palude e la base elettorale è trumpiana come mai era stata prima). Basta farsi un giro in Pennsylvania o in un altro Stato della working-class per capire che siamo sempre dentro la sceneggiatura della "guerra dei due mondi". La battaglia è ancora quella del ranch e del grattacielo, cavalli selvaggi e metropolitana, pick up e limousine, il fucile e il jet, "the grill" e la nouvelle cuisine di Manhattan.
Ascolti tv? Attendiamo i dati di Nielsen Rating sulla prima serata. nel frattempo è stato anticipato che il livestream della convention sul canale di C-Span ha totalizzato circa 440 mila views. La convention dei democratici il primo giorno si era fermata a 76 mila. Non è un dato sul quale fare alcuna conclusione è un semplice elemento di cronaca e i dati complessivi potrebbero raccontare una realtà diversa. Vedremo.
Update. Ecco il dato di Nielsen Ratings, abbiamo fatto bene a consigliare prudenza: 15.8 milioni di persone hanno visto la prima notte della convention repubblicana. Sono i dati di sei network tv tra le 22.00 e le 23.00. Ha vinto la gara Fox News, con 7.1 milioni di spettatori. Il dato è del 28% inferiore a quello della convention del 2016 a Cleveland (23 milioni di spettatori), qui non è conteggiata l'audience online. Nella prima giornata i Dem hanno fatto meglio (19,7 milioni), ma il dato non è comparabile per differenza nel panel. Attendiamo altri numeri Nielsen per un quadro completo.
Sondaggi? Arriveranno anche quelli, copiosi, quello di Politico/Morning Consult pubblicato oggi è riassunto così: "No Bump". Nessun rimbalzo. La coppia Biden-Harris resta ferma con il 48% dei consensi contro il 42% di Trump. Non è un buon segno per i dem. Ma anche qui occorre prudenza, sono in vantaggio e lo mantengono.
È lo show di un solo candidato, certo che lo è, ma all'orizzonte si vede già il dopo di questo autoscontro tra senescenti (Biden ha 77 anni, Trump 74 anni), il profilo della campagna che verrà (forse) e comincerà subito, il giorno dopo il 3 novembre, quella dell'anno 2024. Abbiamo visto la tigre, Kamala Harris, scendere nell'arena di Milwaukee, un altro passo rispetto a Biden, grinta, attacchi diretti, jab, gancio, un ruggito, la vibrante senatrice della California che corre con la Black America per riunire tutta l'America (questo è il detto, poi un giorno vedremo forse il contraddetto). Ieri a Charlotte abbiamo visto una sua possibile concorrente, la sagoma di Nikki Haley (di origine indiana, come Harris), donna in gamba, tosta, fu la dama di ferro all'Onu, la spina nel fianco dell'ambasciatore russo nel Palazzo di Vetro, un carro armato Abrams in mezzo al campo da gioco di Mosca. Fu lei a mettere il Cremlino di fronte a una nuova realtà, alla Casa Bianca non c'era più l'accomodante Obama, ma Trump. Durante la crisi dei missili con la Corea del Nord Russia e Cina come sempre fecero fronte comune preannunciando il loro no alle sanzioni americane contro Kim jong-un, di fronte al veto minacciato da Mosca e Pechino, Haley non fece un plissé, decise una contromossa che sul piano diplomatico è inusuale: presentare in ogni caso una bozza contro il regime di Kim e metterla ai voti. "Se siete contenti delle azioni della Corea del Nord, mettete il veto. Se siete amici della Corea del Nord, mettete il veto", furono le parole di ghiaccio della Haley. Dall'altra parte dello schermo, a guardare la scena c'era lo zar, Vladimir Putin e a Pechino la sfinge dell'Oriente, Xi Jinping. Due titani, lei in mezzo a scagliare frecce.
02
Donne al comando. Nikki punta al 2024
Nikki Haley durante il suo intervento alla convention repubblicana (Foto Ansa).È la biografia a raccontare la sua ascesa. La Haley è di origine indiana, il suo cognome da nubile è Randhawa, la famiglia viene dalla regione del Punjab. Nata nella Carolina del Sud, Haley è una repubblicana al titanio, sostenuta in passato da Mitt Romney, ha scalato le posizioni nel partito. Eletta per la prima volta alla Camera nel 2004, diventa nel 2011 governatore della Carolina del Sud. È un razzo a decollo verticale in un Partito repubblicano a corto di leadership. Lei occupa lo spazio che gli altri non sono in grado di riempire - soprattutto con una figura da sottosopra come Trump - e lo fa con determinazione. Haley in South Carolina è una che non ha mezze parole, ama il discorso diretto, mostra da subito di non avere alcun timore reverenziale nei confronti dei leader, vara una politica fiscale che taglia le tasse, aumenta gli stipendi agli insegnanti, ma li lega alla qualità delle prestazioni, la sua visione è quella di facilitare il business, ridurre al minimo i contrasti sindacali. Sta in campo per vincere. E vince facile in South Carolina per la seconda volta nel 2014.
Nel 2016 le viene affidata la replica del Partito repubblicano al discorso sullo stato dell'Unione di Barack Obama. Entra sulla scena uno che in fondo per determinazione le somiglia, Donal Trump. Scocca la scintilla che le cambierà ancora una volta la carriera e la vita: Trump la nomina ambasciatrice permanente all'Onu. La sua forte posizione pro Israele è un elemento decisivo nella scelta, è il primo elemento di discontinuità nella politica estera obamiana, soprattutto dopo la rottura totale tra Israele e l'amministrazione Obama. Haley stravolge la liturgia consolidata delle riunioni del Consiglio di Sicurezza dell'Onu: critica i partner riluttanti, li espone alle loro contraddizioni, tratta duramente, minaccia di far votare una risoluzione anche se sa che non passerà mai. È uno stile che manda a carte quarantotto la consumata tradizione dei russi, la loro felpata strategia di non muovere i pezzi sulla scacchiera e vincere sempre la partita. Hanno davanti una regina, prima di fare matto, devono abbattere lei. Non dovranno impegnarsi a farlo, perché Haley il 31 dicembre del 2018 lascia improvvisamente l'incarico di ambasciatrice all'Onu. I dissidi con Trump - se ci mai sono stati - non si sono visti, ieri supporto totale al presidente. La partita di Haley è più grande, la scalata del Gop. Può farlo, ieri ne abbiamo visto il preludio. È una voce dentro il Partito repubblicano, ma diversa dal trumpismo e questo tono, la figura di Haley, in futuro sarà destinata a scontrarsi con il clan dei Trump, a cominciare da Donald Jr. e Ivanka, tutti in pista per un domani politico. La politica americana è fatta di dinastie, anche questa è una prova per il banco della storia. Arriverà la cometa di Haley?
"Questo presidente ha un record di forza e di successo. A casa, il presidente è la scelta chiara sul lavoro e sull'economia. Ha fatto avanzare l'America, mentre Joe Biden ha frenato l'America", dice Haley all'America conservatrice. "Frenare", ecco una parola che si contrappone al racconto del movimento, della velocità che emerge da Charlotte. Così ecco Trump su twitter prendere a sportellate Biden ricordandogli la frase (infelice, un autogol agli occhi dell'America del piccolo e grande business) sull'essere pronto a un nuovo lockdown: "Biden vuole chiudere il paese che sta crescendo. Ridicolo". Gong, è la campana dell'economia a suonare.
03
Wall Street. Ancora record di S&P 500 e Nasdaq
Che fanno a Wall Street? Soldi, come sempre. I futures erano posizionati stamattina per uno sprint, la seduta al Nyse ha aperto con un lieve segno positivo, schermo acceso, vedremo il dato finale. Eccolo, l'indice S&P 500 e il Nasdaq hanno battuto di nuovo i record di sempre, il Dow Jones ha chiuso in rosso.
Pesa la composizione nuova dell'indice, determinata dallo split azionario di Apple. Sono usciti dall'indice dei titoli industriali Exxon Mobil (petrolio e gas), Pfizer (farmaceutica) e Raytheon (missili e sistemi di difesa). Tutte e tre hanno perso terreno nella seduta, mentre hanno guadagnato i loro sostituti, nuovi arrivati nel Dow Jones, Amgen (biotecnologia), Honeywell International (conglomerato che va dall'aerospazio alle calzature sportive di gomma) e Salesforce.com (software per la vendita e il marketing).
Wall Street va, continua a scommettere sulla ripresa dell'economia. Giungono buone notizie per lo scenario dal negoziato sul commercio tra Stati Uniti e Cina, si sono parlati in videoconferenza Robert Lighthizer, il capo della trattativa per la Casa Bianca, il segretario del Tesoro Steven Mnuchin e il vicepremier cinese Liu He. Trump mostra i denti, ma in realtà tratta con Xi Jinping che fa altrettanto.
Nota sul taccuino: il New York Times ha registrato che i dati sul gradimento di Trump nell'economia sono sempre alti, anche questo fa parte dei segnali deboli della campagna presidenziale, è un'altra spia rossa che lampeggia nel sommergibile della campagna di Biden.
04
Dove si vince (e perde). Battleground States
Le campagne sono sempre vinte (e perse) sul campo. E a questa metafora non sfugge la battaglia delle battaglie politiche: le elezioni presidenziali in America. Si decidono in quelli che si chiamano "Battleground States". "Battleground", secondo il Merriam-Webster il suo primo uso conosciuto in un testo della lingua inglese risale al 1573, è una parola composta "battle" + "ground", battaglia e terreno. La metafora della guerra declinata sulla politica non sfugge al logos, all'etimologia, non si può scindere il significato dal significante, per vincere deve stare sul campo di battaglia. Vista la prima giornata della convention repubblicana, il dinamismo di Trump, i democratici saranno costretti a cambiare strategia. O cambiano, o rischiano di perdere l'importante vantaggio che hanno ancora. Cambieranno.
La villa più importante del mondo, quella a numero 1600 di Pennsylvania Avenue, la Casa Bianca, non si conquista stando chiusi nel "basement", con gli spot sulla tv e online e le nobili dichiarazioni sul paese che unito non è e non può esserlo perché (anche) lo storytelling democratico è giocato sul "noi e voi" d'impronta sempre obamiana. C'è una faglia culturale larga e profonda, intrisa di temi non condivisi. L'America razzista di Trump raccontata dai dem a Charlotte viene ovviamente respinta da Trump ("abbiamo fatto per gli afroamericani quanto non si faceva dai tempi di Lincoln") e da Haley ("va di moda dirlo, ma è una bugia") e George Floyd viene evocato perfino da Donald jr., primogenito di Trump, quando dice che "la morte di George Floyd è stata una sciagura, e anche i poliziotti sono d'accordo". Qui c'è il tentativo di avvicinare il voto dei neri che non si fidano dei democratici, degli indecisi, dei moderati. Per questo i repubblicani piazzano all'estrema sinistra il movimento del Black Live Matters e lo collegano ai dem con una parola che in America evoca antiche battaglie politiche, "socialisti".
È Tim Scott, l'unico senatore repubblicano della Black America, del South Carolina, a ricordare a Biden i suoi "47 anni" a Washington e materializzare nella figura dell'ex vicepresidente il bersaglio retorico della campagna, "l'utopia socialista".
"Four more years", scandiscono a Charlotte. "Dodici anni", dice Trump in un gioco di scherno che fa parte del suo essere sulfureo. Non sarà facile, Trump ha davanti una tempesta perfetta e 70 giorni di campagna elettorale per cambiare il corso degli eventi. Troppi e troppo pochi. Può succedere di tutto.
"Battleground States", qui è la chiave della partita. In Pennsylvania, terra natale di Joe Biden, Trump è andato fare quello che fa un qualsiasi candidato alla Casa Bianca, visitare la fabbrica, incontrare la gente della working class, qui nel 2016 il ticket democratico Hillary-Kaine collassò come un buco nero. C'è solo un dettaglio che materializza il Diavolo, come sempre quando c'è di mezzo The Donald. In uno di quei momenti che ne segnano il gusto per lo sberleffo politico, Trump ha fatto tappa a Scranton - paese dove è nato Biden - e ha fulminato il racconto fiabesco sulle origini del candidato dem con due parole scartavetrate, brutali (e vere): "He left". Se ne è andato.
05
La Pennsylvania e T-R-U-M-P
Le campagne sono vinte (e perse) sul campo. Pennsylvania, qui è la metafora del vinci o perdi di questa storia. Passaggio su "The Hill" di un articolo scritto da Charlie Gerow, uno dei più influenti strateghi repubblicani: "Guidate lungo le strade secondarie di una qualsiasi delle contee più rurali della Pennsylvania e vedrete decine di cartelli giganti fatti a mano, dipinti a spruzzo su compensato o spruzzati su cartone con vernice a tempera, a scrivere un semplice messaggio: T-R-U-M-P. Vedrete gli stessi cartelli appesi ai silos nei terreni agricoli della contea di Lancaster, nel paese degli Amish. Lo stesso vale per i cartelli della campagna Trump-Pence, più piccoli e più richiesti, che punteggiano i prati del centro dello stato, attraverso il livello settentrionale e nel sud-est della Pennsylvania".
06
Caccia alla "remuntada"
La campagna repubblicana è iniziata quando è partita la convention democratica e il passo dello storytelling, l'intensità e velocità sono completamente cambiati. Trump ha strambato e lo farà ancora molte volte. Perde? Vince? Non lo sappiamo, se si votasse oggi, The Donald va a casa. Ma non si vota oggi e una cosa appare chiara: combatte, fa una campagna da "underdog", la strategia di cui ha parlato qualche tempo fa il suo nuovo campaign manager, Bill Stepien, ma lui, Trump, non lo dice, anzi afferma esattamente il contrario. Il suo slogan è "Keep America Great!". Mantenere, che in questo caso appare come il tentativo di una incredibile "remuntada". Per vincere devi stare sul campo. Servono presenza, movimento, fantasia e la machiavellica Fortuna.
L'America non è "Le mille luci di New York" (splendido romanzo di Jay McInerney, il protagonista è la figura di una vita dissipata nella cocaina, redattore di una rivista chic di New York, reparto fact-checking, licenziato da una spietata signorina Rottenmeier dove Heidi non c'era), l'America è quella della famiglia del Midwest americano raccontata da Jonathan Franzen ne "Le correzioni": "Un fronte freddo autunnale arrivava rabbioso dalla prateria. Qualcosa di terribile stava per accadere, lo si sentiva nell'aria. Il sole era basso nel cielo, una stella minore, un astro morente. Raffiche su raffiche di entropia". Scendete dall'Empire State Building, la battaglia si combatte a terra, tra i campi del Midwest, negli Stati del Sud, nella Rust Belt. Non è la brillante Colazione da Tiffany (il sublime Truman Capote) è sempre il "Furore" di John Steinbeck, la "Luce d'agosto" di William Faulkner: "Nella mia terra la luce ha una sua qualità particolarissima; fulgida, nitida, come se venisse non dall'oggi ma dall'età classica".
Luce, tenebre, vita, America.
07
Un luogo chiamato Rust Belt
Le campagne sono vinte (e perse) sul campo. Nel 2016 Hillary Clinton si illuse di avere in mano la "Rust Belt", di aver eretto il "muro blu". Guardate la mappa, è una grande cavalcata nel cuore dell'America, manifattura, industria mineraria, energia, agricoltura:
Si parte dallo Stato di New York (Schenectady, Syracuse, Rochester, Buffalo, Jamestown), si scende in Pennsylvania (Eerie, Franklin, Oil City, Pittsburgh), si sprofonda nell'Ohio degli immensi campi agricoli (devi prendere l'aereo per vederne l'inizio e la fine) e delle fabbriche dove l'acciaio si piega e diventa "Made in America" (Cleveland, Toledo, Mansfield, Lima, Marion, Chillicote, Dayton, Portsmouth, Cincinnati), si punta verso l'Indiana (Richmond, New Castle, Kolomo, Lafayette, Fort Wayne), allunghiamo, dritti verso l'Illinois (Chicago, Rockford, Danville, Decatur, Galesburg), al confine con il Missouri e il Kentucky, qui sferraglia il Novecento, il ferro e il fuoco dell'Illinois (Henderson, Harrisburg, Carbondale, Marion, Granite City, East St. Louis, Alton), al passo via ancora verso Nord, ecco il Wisconsin (Milwaukee, Janesville, Racine). Le regioni del carbone, dell'acciaio del mais votano, West Virginia, il polo tessile sull'Atlantico. L'America dei produttori. L'America che decide. Andiamo sulle sponde del lago Michigan, lo attraversiamo (è grande come lo Stato del West Virginia) e sbarchiamo in Michigan (Benton Harbor, Battle Creek, Grand Rapids, Flint, Pontiac e lei, fumante, d'acciaio, operaia, ricca e povera, splendida e in rovina, industriosa e creativa, americana, "The Motor City", la Detroit della Chrysler cantata da uno spot dell'era di Sergio Marchionne: "Imported from Detroit). Un'America-officina, ciminiera, ruggine e scintillante acciaio.
Per entrare alla Casa Bianca deve vincere qui, dove si lavora, si suda, si vive e muore senza passaporto perché non c'è nessun altro posto, questa è l'America. La Pennsylvania è il working-class State che per 30 anni era stato democratico fino a quando nel 2016 una grande stratega elettorale come Kellyanne Conway abbatte il muro blu di Hillary Clinton. Le campagne sono vinte sul campo. Quella di Trump sarà quella del tornio e del ranch, della catena di montaggio e della mungitrice, del tornio e del latte e del ferro, del carbone e dei girasoli. Va caccia del "Forgotten Man", l'uomo dimenticato. Presto vedremo se quell'uomo (nel bene e nel male) si è dimenticato dei quattro anni di Trump.
08
Cielo, non mischiate i fiori con la politica
Duro lavoro, lunghe nottate. Siamo da giorni sfasatissimi, svegli e regolarmente sonnambuli su un fuso orario tra Houston (uragano in arrivo, vento, pioggia, l'anima in piena tempesta) e Washington DC. Sta per partire il secondo giorno della convention repubblicana. Melania Day. In diretta dal Rose Garden della Casa Bianca, che la First Lady ha rifatto così:
Ai democratici non piace neanche questo, ovvio. C'è Trump fra i cespugli.
Cribbio, Melania, non si mischiano i fiori con la politica! Questi repubblicani sono proprio privi di bon ton.
Non si fa in tempo a indossare il vestito e i tacchi per il discorso, che piovono dal cielo casuali rivelazioni sulla First Lady, pare litigasse con Ivanka, così informa il Guardian, puntuale negli aggiornamenti dell'Internazionale Democratica:
Un libro che passerà alla storia. Anche questo bocciolo di fiele è America 2020. Non ditelo mai con un fiore, potrebbe essere una pianta carnivora repubblicana. Attendiamo Melania con un Gin Martini che gronda di piacere.
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2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.