13 Dicembre
Due anni e una mappa della vita pandemica
Il 2020 del dominio del coronavirus, la faticosa risalita del 2021. Speranze colte e promesse tradite, illusioni collettive e disfatte personali. Il quotidiano più che tirannia dei numeri è shock dell'anima. Le parole e la musica, i libri e le visioni. Coordinate per perdersi e ritrovarsi in anni interessanti, forse troppo
La cronaca è un libro nero: la fuga di gas e i morti in Sicilia, l’immagine di una guerra senza soldati, un’indagine aperta e la domanda di tutti noi: com’è stato possibile?; tornado, devastazione e più di cento vittime in America, il colpo di maglio della natura in un luogo della Terra dove la furia è immensa, come le sue possibilità.
L’umanità travolta, fotografata in una perenne emergenza, il virus quasi domato e ora mutato, un ospedale galleggiante, una giungla di dolore, lampi di felicità. Il dovere chiama alla nota sul taccuino, alla presa diretta con gli appunti che colano come pioggia battente, ma c’è un momento in cui occorre rallentare, lasciare la scena a una lenta nevicata, fissare i punti, prendere riga e squadra, compasso e sestante, mettersi al tavolo del carteggio e tracciare nuove coordinate di navigazione. O forse dobbiamo guardare gli astri, fare oroscopi, interpretare i segni celesti? La domanda resta, lo strumento cambia e il dubbio cresce. Allora, fonderemo la conoscenza, la Ragione e lo Spirito. Dove stiamo andando, qual è la rotta? Cari lettori, ecco la mia mappa dell’anno(i), il mio impreciso manuale di navigazione in solitario, il libretto per perdersi e ritrovarsi in anni interessanti, forse troppo.
Una mappa del cartografo olandese Frederik De Wit del 165, Dutch Sea Atlas. (Harvard Map Collection)La Novena s’accosta come un veliero, stiamo per entrare nella metafisica dei giorni che hanno un retrogusto di altare e cantina, incenso e botte di rovere, sento nell’aria il profumo della buccia di mandarino nel camino, s’affina il suono lontano del galoppo del carnevale, s’apparecchia la giostra del nuovo anno in una domenica che fa piovere un raggelante notiziario.
Il presente, l’immediato, la compulsiva ultima notizia che non cambia nulla ma fa parte del gioco, ora no, vi...
La cronaca è un libro nero: la fuga di gas e i morti in Sicilia, l’immagine di una guerra senza soldati, un’indagine aperta e la domanda di tutti noi: com’è stato possibile?; tornado, devastazione e più di cento vittime in America, il colpo di maglio della natura in un luogo della Terra dove la furia è immensa, come le sue possibilità.
L’umanità travolta, fotografata in una perenne emergenza, il virus quasi domato e ora mutato, un ospedale galleggiante, una giungla di dolore, lampi di felicità. Il dovere chiama alla nota sul taccuino, alla presa diretta con gli appunti che colano come pioggia battente, ma c’è un momento in cui occorre rallentare, lasciare la scena a una lenta nevicata, fissare i punti, prendere riga e squadra, compasso e sestante, mettersi al tavolo del carteggio e tracciare nuove coordinate di navigazione. O forse dobbiamo guardare gli astri, fare oroscopi, interpretare i segni celesti? La domanda resta, lo strumento cambia e il dubbio cresce. Allora, fonderemo la conoscenza, la Ragione e lo Spirito. Dove stiamo andando, qual è la rotta? Cari lettori, ecco la mia mappa dell’anno(i), il mio impreciso manuale di navigazione in solitario, il libretto per perdersi e ritrovarsi in anni interessanti, forse troppo.
Una mappa del cartografo olandese Frederik De Wit del 165, Dutch Sea Atlas. (Harvard Map Collection)La Novena s’accosta come un veliero, stiamo per entrare nella metafisica dei giorni che hanno un retrogusto di altare e cantina, incenso e botte di rovere, sento nell’aria il profumo della buccia di mandarino nel camino, s’affina il suono lontano del galoppo del carnevale, s’apparecchia la giostra del nuovo anno in una domenica che fa piovere un raggelante notiziario.
Il presente, l’immediato, la compulsiva ultima notizia che non cambia nulla ma fa parte del gioco, ora no, vi prego. Questo è il tempo dei ricordi e del domani, s’apre la pagina dei bilanci, si ripassano le storie migliori e peggiori, s’intona la colonna sonora della trama di ogni giorno, si risvegliano i titoli dei libri che inghirlandano il buio, si lumeggiano figure che restano in penombra, s’accendono candele per ogni atomo che resta della vita. Con i lettori non ci sono scorciatoie, solo travestite confessioni, smagate finzioni e innocenti evasioni.
A destra, operaio sul tetto del Greenland Center in costruzione a Wuhan, Cina (Foto: Xiao Yijiu/Xinhua via Zuma Press).Sono trascorsi due anni pandemici, la storia cominciò a Wuhan, in Cina, nel dicembre del 2019, quando Pechino comunicò (in ritardo) all’Oms l’esistenza di un nuovo coronavirus. Da quel momento la storia è cambiata e non si tornerà più indietro, siamo già immersi in un “new normal” di cui molti - anche tra noi - non hanno piena coscienza. Parlerà il tempo, che come sempre è galantuomo, saranno i fatti a curvare il nostro spazio (è già successo), chi vive nel “prima” è inesorabilmente fuori tempo nel “dopo”. Ultimo avviso ai naviganti, siamo nell’oceano del “domani” e nella tempesta devono remare tutti.
Se fossimo vichinghi, supremi navigatori dello spazio e del tempo, il viaggio in mare incognito sarebbe il nostro destino, ma qui siamo spiaggiati come ossi di seppia, dobbiamo marciare dalla spiaggia di quarzo alla vetta di granito, costruire un’Arca e attendere che ogni goccia cada fino a ciò che resta del giorno.
Nave vichinga, opera su vetro del 1883-1884 di Edward Burne-Jones.La pandemia non è stata solo un fatto di numeri (i contagi, i morti, il crollo della produzione, la disoccupazione, il debito), c’è qualcosa di non quantificabile - e immenso - che sfugge alla nostra ossessione per la contabilità, il “valore”, la trasformazione del significato di una parola che diventa altro rispetto al segno, esonda in numero asettico (“La tirannia di valori”, titolo di un discorso che Carl Schmitt tenne in un seminario del 1959 dedicato al “passaggio dal XIX al XX secolo”), mentre quello che appare infinito in questa fase della storia è lo shock psicologico, il cambio traumatico di scena e di copione, l’isolamento e la regressione dell’essere umano, la (ri)scoperta del primitivo senza freni in chi si pensava solidamente ancorato alla civiltà.
C’è molto di più di un legno storto in questa umanità ("Il legno storto dell'umanità", per chi vuole leggere una storia delle idee, il grande Isaiah Berlin). Ci sono paure abissali che il virus ha risvegliato, gli egoismi degli spiriti deboli e rapaci, la viltà e soprattutto il non saper amare. La mutazione non è solo quella delle varianti del coronavirus, c’è stata una metamorfosi permanente dei caratteri nella tipografia della storia, sono apparse nel gioco delle relazioni creature smascherate, nella loro vera essenza, così il soggetto che a noi appariva splendente prima si è rivelato un inganno dopo. Il virus non ci ha reso migliori, la retorica continua a spalmare inutili unguenti, siamo la somma esponenziale di una catena infinita di storie individuali e relazioni che s’è spezzata.
Sebastiano Ricci, Trionfo della Venere Marina, 1713, un eccelso pittore della Scuola di Venezia.Il dubbio, quell’ombra che intuivi e scacciavi, quello strano ticchettìo di verità che prima della pandemia era un automatico oblìo, per cecità, per fiducia senza limiti, per abnegazione, per dovere, per ingenuo amore, per il sempre rimandato, per il silenzio, perché in fondo era una comodità, lo sprofondare nella chaise longue del non detto. Quante storie sono andate avanti con questo falso sottinteso, con le agende aperte e i cuori chiusi. Tra le possibilità, eri l’ultima. Poi il tempo si è frantumato, dilatato, polverizzato e tutto quello che non vedevi, non sentivi, non ascoltavi, ora è una lama conficcata nella carne, il tradimento delle promesse, il crollo delle premesse. Dov'è Apollo? E dove si è inabissata Venere? Che meravigliose rovine fumanti.
La sopravvivenza dell’anima finalmente liberata in un paesaggio di macerie, si raggiunge con l’esperienza, con la prova e l’errore, con un’indagine colma d’ironia su se stessi, su quello che è stato, sui propri errori, su quello che non tornerà mai più. L’abbandono, mi colpisce più di tutto, il lasciarsi andare, il diluirsi nel nulla, il desiderio di vertigine che Milan Kundera raccontò ne “L’insostenibile leggerezza dell’essere”, quella “ebbrezza della debolezza” che conduce sempre più in fondo. C’è luce, ma per vederla senza cascare nella botola del miraggio, servono il piacere della solitudine, la compagnia dello studio, un sorridente vade retro al falò delle vanità.
“Si-può-fare” urlava invasato il dottor Frankenstein mentre dava vita alla sua creatura in un film di comica infelicità, “Il giovane Frankenstein”, regia di Mel Brooks (è appena uscita la sua biografia, “Tutto su di me”, uno spettacolo d’intelligenza, una fetta di crostata mentre fuori piove: “Nelle fredde mattine d’inverno, mia madre appoggiava sopra il termosifone i miei vestiti di scuola, che così diventavano caldi e confortevoli, e poi li prendeva e mi vestiva sotto le coperte, in modo che nel momento in cui saltavo fuori dal letto ero bello caldo. Non esiste amore più grande di questo”. Il comico ci salverà? Forse.
Raccontare in cronaca, incolonnare la notizia (dopo averla catturata, viva), è il privilegio di una faticosa distrazione in fase di certa (auto) distruzione. La mia vita è sempre stata fin dalla giovinezza notizia e impaginato, titolo e sommario, foto e didascalia, il quotidiano consumarsi del fatto e misfatto in cronaca, un distillato su penna e taccuino, il ciclo della tipografia, senza fine. È la macina di ogni giorno, il mulino che sfarina il chicco di grano, la panificazione del mestiere di vivere, il logorìo che poi decanta, per ogni tramonto, in una terra notturna, in un luogo segreto dove c’è una pace vigile, una rassicurante e artigliante calma felina, l'arco e freccia del silenzio, romanzo e saggio, politica e storia, filosofia e scienza, poesia e sceneggiatura. L’immersione in pagina, in apnea fino all’ultima molecola d’ossigeno, con i polmoni che scricchiolano come il fasciame di un vascello scosso dalla tempesta, per cercare risposte, rifugio dal caos, ipnotizzare l’insonnia, fermare l’assalto della stupidità, coltivare il mestiere di scrivere, alleviare la fatica di vivere, mantenere il timone e la rotta.
Il giorno. Via degli Annibaldi, ore 9.20, Roma. Una mattina di deserto metropolitano in piena pandemia, 8 maggio 2020.Il giorno è un vai e vieni accompagnato dalla musica che fa ballare le parole (“Senza fiato lasciami e poi / già che sei qui non te ne andare...”, Mina), mentre la mia auto scorre nel dedalo d’asfalto e pietra sconnessa della Città Eterna (“Sul ponte sventola bandiera bianca”, Franco Battiato), trapassa via Venti Settembre e quel ministero temuto da tutti, un forte che spiana i cannoni fiscali (“Vorrei essere libero come un uomo appena nato che ha di fronte solamente la natura”, Giorgio Gaber), aggira l’offesa e sfrontata bellezza della fontana delle Naiadi (“Peppino Peppino, figlio dell’amore, in quale vicolo o strada batterà il tuo cuore”, Antonello Venditti), marcia lesta su via Cavour (“This is the end, my friend”, Doors), si curva in via degli Annibaldi per tributare in un inchino al Colosseo (“Roma dove sei, eri con me?” Mattia Bazar), scollina sull’arena del Circo Massimo (“I Drink Wine”, Adele), pattina sul Gazometro (“Dolce Moby Dick, nessuno ti ha baciata mai”, Banco). Riunione, notizie del giorno (“Ballata per la mia piccola iena”, Afterhours).
Fori Imperiali, via di San Gregorio deserta, la mattina del 12 aprile 2020.Abbandonata l’idea di “tapparsi in casa ad aspettare l’astronave” (Sergio Caputo, quanti whisky andati, anni genovesi, un bar di Boccadasse, la notte), non resta che riderci sopra, sui chili avanti, la salute ormai troppo indietro per fare piani a lunga gittata, i giornali consumati, una vasta dissipazione inseguita in totale assenza di una mappa del non-luogo a procedere, così più vado avanti con gli anni, tra i sommersi e i salvati, più cerco risposte nell’ordine dei classici, nello splendente inattuale, lo incrocio con il nuovissimo transgenico, sminuzzo e mischio gli ingredienti in un’officina senza alambicchi, spremo e agito, distillo endovene botaniche, coltivo la fusione nucleare dei generi e dello stile, con spirito da cosmonauta senza navicella traccio rotte di collisione di mondi lontanissimi, nella speranza che dal Big Bang germogli un nuovo pianeta abitabile per la mia anima errante, un fiore nuovo, una rosa screziata, la coltivazione dell’iride che non dimentichi, quanti universi si schiudono nel lampo degli occhi. Troppi desideri e disegni per un semplice cronista. Restano i libri, fantasie cromatiche, zigzag sillabici, ricordi bistrattati e astratti, fughe senza meta poetica.
E i libri? Affollano il mio spazio, sono la certezza materiale del caos, il rilegato e timbrato ufficiale del disordine che avanza regolarmente con illogica distribuzione nelle mie stanze e nei miei luoghi. Separati tra l’isola e la terraferma, da una parte le barche, dall’altra le carrozze. Nessuno a bordo. Nuovi e vecchi tomi insieme formano torri, avamposti, trincee, tunnel, la mia Cnosso senza Minotauro. Non bastano i nuovi libri, le recenti divagazioni, perché con un colpo di pugnale Stephen King avvisa che “A volte ritornano” e dunque avanzano pagine che pretendono zombificanti riletture, il non-morto letterario, un’eterna sorpresa.
C’è sempre un Victor Hugo scintillante sul mio tavolo, “William Shakespeare” , un tripudio di idee e un dizionario da battaglia di parole, una sciabolata di gloria sul Bardo, opera presentata da Hugo come “manifesto letterario per il XIX secolo”, libro scritto di fronte all’oceano, dall’esilio, per il terzo centenario della nascita del drammaturgo inglese, una celebrazione del “Canone Occidentale” (titolo di un’opera del critico letterario Harold Bloom, un’altra collezione di diamanti che, si sa, sono per sempre).
L’autore de “I Miserabili” (romanzo che nel tempo è per me una continua ripresa, impresa, rilettura, riemersione e folgorazione) orbita come un asteroide intorno al pianeta Shakespeare per raccontarci del genio che domina la scrittura, perché “Dio non ha creato questo meraviglioso alambicco dell’idea, il cervello umano, per non servirsene”.
Non è così per tutti e sappiamo che è l’esatto contrario per molti (leggere “La prevalenza del cretino”, di Fruttero e Lucentini, scritto nel 1985, anticipatore dell’oggi imbruttito) e questo fatto psico-statistico in fondo è già una tagliente consolazione (che Ennio Flaiano mise in prosa nel “Diario Notturno”) per il deragliato post-pandemico, il peggio abbonda e, visto con la lente dell’entomologo lo scaffale del meglio, c’è da augurarsi che il mediocre esondi e trascini via tutto. C’è speranza? Ma certo, sono tempi radioattivi, c’è una grotta, una casa dei pipistrelli per le mutazioni, un ramo per i camaleonti, un deserto per gli inverni nucleari e naturalmente una prateria per i miracoli.
Nella circumnavigazione dell’oceano shakespeariano, seguendo la mappa del genio tracciata da Hugo, cercando con allegra disperazione una zattera, affiora come un’isola vulcanica un libro, lo ha scritto il premio Nobel per la letteratura, Kazuo Ishiguro, nato nel 1954 a Hiroshima nel post-atomico mai finito, vivente nell’isola d’Inghilterra da quando aveva cinque anni, un giapponese navigato nel Tamigi che fa sciabordare il caro vecchio sogno dell’anima della macchina e svela l’intimo battito irregolare dell’umano tra le pagine di “Klara and the Sun” (Faber - l’edizione italiana è di Einaudi). La macchina che impara (e insegna) l’amore, il soggetto/oggetto virtuale, il sentimento così umano - troppo umano - da essere per forza quello di un androide programmato fino all’incoscienza, calcolato per eccesso e per difetto al punto da afferrare nella giungla del Big Data la caducità, il rischio, l’impresa, il “difetto” di fabbricazione della catena biologica. Il grande dilemma di Klara (la macchina) è quello del donarsi tutta a Josie, la bambina colpita dal male oscuro. In questa prospettiva di fine vita e nuovo inizio, di balzo nel vuoto e rimbalzo nell’esistente, la domanda è semplice e inesorabile: credi nel cuore, nella poesia, nella forza dell’amore? Ci risiamo, sempre quello è il centro di tutto, ci tormenta e muove da 700 anni, dalla morte di Dante Alighieri (1321, nella splendida Ravenna), una Commedia sovrumana che finisce e riprende ogni giorno, “nel mezzo del cammin di nostra vita”, in una canzone di Ligabue (“Siamo chi siamo”) insieme a un frammento di Giosuè Carducci (“La nebbia a gl'irti colli”), il mistero della poesia messa all’angolo nelle librerie, nascosta, non sia mai che svegli qualcuno dal sonnambulismo.
Il robot umanoide Aida, un'intelligenza artificiale capace di dipingere.Torniamo alla rivelazione di Ishiguro. L’incipit di “Klara e il Sole” è come un rassicurante ronzio di batteria, le macchine cercano il sole che sorge e tramonta, ogni spicchio di raggio è fonte di energia, è la differenza tra il buio e la luce, la vita e la morte, la ragione della “scelta” dell’umano per la macchina da compagnia, la sostituzione dell’affetto biologico, lo spirito-calcolatore, dove il modello è la durata della batteria, l’acquisto del robot è l’evoluzione, l’affidabile del consumo, l’emozione è un’equazione, il calcolo è un destino della macchina, la sua dotazione è la differenza tra sopravvivenza e rottamazione, la ricerca del sentimento full optional che salva dallo spegnimento. Non succede solo alla macchina, questo è il tempo di Creso. Klara saprà trasportarvi in un altrove inatteso, vi spaccherà il cuore fino alle lacrime, dall’alba al tramonto, con la ricerca e applicazione dell’amore sull’amore, la sua “ricarica”. Quanti di voi lo hanno esaurito? Come Klara, cercate il sole.
C’è un retrogusto antico, un remoto e tenace tessuto floreale (in)volontario di Friedrich Nietzsche nel libro di Ishiguro, è tutto nell’apertura di “Così parlò Zarathustra” (Adelphi): “Astro possente! Che sarebbe la tua felicità, se non avessi coloro ai quali tu risplendi!”. Libro profetico che crea dipendenza (“che agisca come una droga è un dato di fatto generalizzato”, Giorgio Colli), ossessione e lezione di Carl Gustav Jung (“Lo Zarathustra di Nietzsche”, Bollati Boringhieri), rivelazione perenne che resta uno stordente enigma, una tempesta solare, qui ritroviamo il motivo dell’alba e del tramonto, della luce e del buio (e ancora riappare - è un eterno ritorno - lui, William Shakespeare che nel "Macbeth" fa dire a Ross: “È per il predominio della notte, o per la vergogna del giorno / che l'oscurità seppellisce il viso della terra, / quando dovrebbe baciarla la luce viva?”), è lo spirito di Klara che cerca il sole e di Zarathustra che insegue il fulmine del sacrificio, fino all’estremo balzo del superumano: “Io amo coloro che non sanno vivere se non tramontando”. L’assoluto in dissoluzione, il “donatore” della sorpresa che nel libro di Ishiguro si materializza in Klara, la macchina, il post-umano.
È la fine dell’anno che sta rotolando a valle, pura neve che tracima nello stordimento dei numeri, delle notizie, dei titoli, del nostro compagno di viaggio virus, l’infinitamente piccolo infinitamente grande, mutevole, sinuoso. Tramonta Delta, sorge Omicron. Sipario. Tutti a caccia del virus (“Spillover”, di David Quammen) e del fil rouge del sottosopra pandemico (“Pandemia”, di Lawrence Wright). Che fatica, la cronaca.
Sembrava chiusa la partita con il problema della Guerra Fredda, della lotta tra il capitalismo e il comunismo (“La fine della storia e l’ultimo uomo”, Francis Fukuyama) e invece è ripartita più forte che mai in nuove e vecchie forme, cortine di ferro e sfere d’influenza, penultimatum e linee rosse, battiamo la ritirata e non andiamo più a morire per Kabul, il petrolio e il gas, sono tutte storie ritrovate, già note nelle loro vecchie trame (“The Cold War”, di John Lewis Gaddis), con la rivincita della geografia e la riemersione dell’Eurasia (“Il perno geografico della storia”, di Halford John Mackinder), la comparsa di fantasmi di nuove guerre (“2034” di Elliot Ackerman e James Stavridis), incubi nucleari, missili e navi, l’antica lotta tra gli elementi (“Terra e Mare”, di Carl Schmitt). È la geopolitica che ruggisce, il problema è cavalcare la tigre, la creatura di Blake (“Tigre! Tigre! Divampante fulgore / Nelle foreste della notte, / Quale fu l’immortale mano o l’occhio / Ch’ebbe la forza di formare / la tua agghiacciante simmetria?” - “Visioni di William Blake”, nella traduzione di Giuseppe Ungaretti).
Viviamo nel distopico, dicono. Quelli che la sanno lunga citano “1984”, l’incubo di George Orwell, per dare il tocco di pennello a un’epoca definita totalitaria a seconda delle convenienze, ma è “Fahrenheit 451” che (s)colpisce con ancor più viva efficacia il nostro tempo, il fuoco acceso da Ray Bradbury, il rogo dei libri (e delle coscienze), il trionfo degli schermi accesi sulle pareti di casa che trasmettono programmi senza un racconto, lo stordimento e la fiammata del pompiere. Chi legge è pericoloso, è un rivoluzionario. Se questo era vero nell’America del reale e dell’immaginario di Bradbury negli anni Cinquanta, guardatevi intorno e decidete dove rifugiarvi nell’oggi. “Fahrenheit 451” è una lingua rigogliosa che brucia il domani: “Più sport per tutti, spirito di gruppo, divertimento, così non c’è bisogno di pensare, eh? Organizza, riorganizza, superorganizza i super-super sport. Nei libri, sempre più figure e illustrazioni. La mente si nutre meno e ancora meno. Impazienza, autostrade piene di gente che va fuori, fuori, fuori, in nessun posto. I profughi della benzina. Città trasformate in motel, gente che si sposta in onde nomadi da un luogo all’altro, seguendo le maree; gente che vive stanotte nella stanza dove tu hai dormito a mezzogiorno e io la sera prima”.
Ricorda qualcosa? Gli instagrammati che ogni fine settimana sono in un posto diverso (e sempre uguale), i dannati del check-in senza patria, i raffinati viaggiatori in business che quel briccone francese di Jean-Claude Michéa (leggere “Le complexe d'Orphée”) ha perfettamente ritratto nella formula icastica della “gauche kérosène”. Si dirà con qualche fondamento che questa è sociologia dell’evanescenza contemporanea, una visione neo-marxista, ma nel frattempo la casa (con i libri) brucia e di pompieri non se ne vedono e di Marx sullo scaffale qui resta tutto quello che serve per il cocktail ad alta gradazione della critica, un titolo di Isaiah Berlin, “Karl Marx” (Adelphi), una biografia intellettuale sull’inesorabile fatto che “nessun pensatore del secolo scorso ha avuto un’influenza così diretta, meditata e profonda sull’umanità” pur non avendo “le qualità che fanno un grande capo un agitatore popolare, né un ingegno pubblicistico, come il democratico russo Aleksandr Herzen, e non possedeva neppure la meravigliosa eloquenza di Bakunin; trascorse la maggior parte della sua vita operosa a Londra in una relativa oscurità, a tavolino, o nella sala di lettura del British Museum”. Immaginate quest’uomo in quel luogo, chino nella lettura, soverchiato dalla scrittura, il mistero di Karl Marx. E noi? Grandi progetti, perbacco, siamo giunti a Greta, che gran balzo in avanti, l’ultima frontiera, l’eco-ismo che ha il volto dell’egoismo teletrasportato da Elon Musk, tutti in Tesla. Chi paga?
Viviamo tra i fantasmi. Mentre scrivo, compare sullo schermo la notizia: è morta Anne Rice, la sua penna ha fatto strambare le cronache dei non-morti (e in fondo siamo sempre qui a parlare di noi) dall’infernale “Dracula” di Bram Stoker, alle passioni umane e al sangue palpitante di “Intervista col vampiro”, libro scintillante di vita rubata dalla promessa dell’eternità. L’influenza del lavoro di alta sartoria di Anne Rice fu grande, fu il nuovo gotico, sensuale, erotico, passionale, dannatamente letterario, la trasfusione di sangue nel “Dracula” messo in scena da Francis Ford Coppola (con una colonna sonora incantevole - edificata dal compositore polacco Wojciech Kilar - dove l’arpa, gli archi e i fiati sono il tributo a Mina, l’amore del Conte) con il vampiro che ama il cinema, decanta l’assenzio, vibra come il carattere di una storia d'amore condannata a non finire mai, "Love never dies".
Disse Coppola: “Non so cosa significhi essere un vampiro. Chiaramente, Anne Rice lo sa. Tu leggi quei libri e dici a te stesso: credo che ci siano vampiri nel mondo”. Vita, morte, non-morto, un trittico, l’eterna lotta che confonde noi, il bene e il male.
Il Maestro e Margherita. La meravigliosa copertina dell'edizione deluxe di Penguin.È l’epilogo di una storia in rosso, il sipario nero che si chiude, un anno che indossa il mantello e se ne va, un vecchio treno a vapore che sbuffa e sferraglia sul binario della vita, un aroma di Novecento e futuro, rotaia e pixel. Siamo sulla banchina, in una nuvola di nebbia acuminata, fa freddo, c’è aria di ghiaccio e castagne al fuoco, la stazione brulica di personaggi in cerca d’autore, sembrano schizzati via come i bolidi di Giacomo Balla dall’intarsio del “Maestro e Margherita”, un’esplosione d’inchiostro di Michail Bulgakov, la fantasia della Russia oppressa in meraviglia espressa. Vedo, Ponzio Pilato che ha mal di testa; vedo, Gesù che lo confonde; vedo, la rondine che compare sul colonnato; vedo, un vortice di polvere dorata, un presagio; ma c’è qualcosa che mi sfugge come una serpe sull’erba, dove si sarà mai accomodato lui, Woland, il Diavolo? Che domande, è sul vagone del 2022. In prima classe.
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l'"Abbonamento") a List nelle diverse formule di volta in volta disponibili. Il Servizio è fornito da List
S.r.l., con
sede in Via Ferdinando di Savoia, 3 - 00196 Roma P. IVA 14403801005, iscritta al registro delle imprese di
Roma, numero
di iscrizione RM/1518421 (di seguito, il "Fornitore").
Il Servizio è rivolto esclusivamente a utenti maggiorenni. (di seguito, l'"Utente" o gli "Utenti").
List è il servizio digitale che fornisce agli Utenti contenuti editoriali, giornalistici e informativi di
qualità;
maggiori informazioni su List sono disponibili navigando sul sito internet https://newslist.it/ (di seguito,
il "Sito").
Il Servizio è disponibile in abbonamento via web a partire dal Sito, nonché attraverso l'applicazione List
(di seguito,
l'"Applicazione") per dispositivi mobili con sistema operativo IOS 11.0 o successivi e Android 6.0 o
successivi.
Il costo dei dispositivi, delle apparecchiature e della connessione internet necessari per la fruizione del
Servizio non
è ricompreso nel Servizio e si intende a carico dell'Utente.
1. Caratteristiche del Servizio
1.1 Il Servizio ha ad oggetto la fruizione in abbonamento dei contenuti editoriali della testata List.
L'Abbonamento è
disponibile esclusivamente in formato digitale; resta quindi espressamente esclusa dal Servizio la fornitura
dei
contenuti in formato cartaceo.
1.2 Il Servizio è a pagamento e comporta il pagamento di un corrispettivo a carico dell'Utente (con le
modalità previste
nel successivo articolo 5).
1.3 L'Utente può scegliere tra diverse formule a pagamento per la fruizione del Servizio; il costo, la
durata, le
modalità di erogazione e gli specifici contenuti di ciascun pacchetto sono specificati nella pagina di
offerta
pubblicata su https://newslist.it/fe/#!/register ovvero all'interno dell'Applicazione. Il contenuto
dell'offerta deve
intendersi parte integrante dei presenti termini d'uso e del connesso contratto tra il Fornitore e l'Utente.
2. Acquisto dell'abbonamento
2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.