12 Aprile
Due giri a vuoto. Arriva l'esploratore
Berlusconi rovina l'operazione del centrodestra, attacca i grillini e Salvini s'infuria. Di Maio spiazzato recupera chiudendo a Silvio e mantenendo aperto il canale diplomatico con i leghisti. Giorgetti (Lega) propone la presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, come esploratore. E Mattarella...
Arriva l'esploratore. Risolto il secondo round di consultazioni in uno scontro dove tutti si sono persi un bel po' di denti sul ring, il Presidente della Repubblica dovrà per forza inventarsi un'altra formula per cercare di consumare ancora gli artigli dei partitanti. Escluso per ora un pre-incarico, può essere la volta buona dell'esploratore. La figura terza (ma non troppo) che parla con tutti. Nella storia della Repubblica questo ruolo è sempre stato affidato ai presidenti delle Camere, Mattarella potrebbe perfino innovare e affidare l'esplorazione a un soggetto terzo con buoni rapporti con tutti. C'è bisogno di un cambio di format, altre consultazioni sarebbero un sequel in bianco e nero. Su List Alfonso Celotto ha già spiegato genesi e storia del mandato esplorativo e del pre-incarico, quindi andiamo avanti e vediamo come sono messi i pezzi sulla scacchiera dopo la sfilata al Quirinale.
01
Salvini s'infuria per il fuori onda del Cav
Il centrodestra continua ad essere condizionato da Berlusconi. È un problema esterno (ostacolo per un accordo con i grillini) e un continuo caos interno. Oggi ha infranto il patto sull'unica voce del centrodestra. E l'ha sparata grossa andando contro i Cinque Stelle, cioè il partner che Salvini sta cercando di ingaggiare per fare il governo. Il Cav. ha preso la parola alla fine e ha sparato ad alzo zero rivolgendosi ai cronisti: "Mi raccomando, sappiate distinguere tra i veri democratici e chi non conosce nemmeno l'abc della democrazia". Ogni riferimento ai grillini non è casuale. Crac. Un fuori onda politico che ha fatto incazzare Salvini come una furia. Il leader leghista ha fatto scrivere una nota al suo capogruppo al Senato, Gian Marco Centinaio, che fa così: "I veti non ci piacciono a prescindere dalla provenienza. Non era condiviso e non lo...
Arriva l'esploratore. Risolto il secondo round di consultazioni in uno scontro dove tutti si sono persi un bel po' di denti sul ring, il Presidente della Repubblica dovrà per forza inventarsi un'altra formula per cercare di consumare ancora gli artigli dei partitanti. Escluso per ora un pre-incarico, può essere la volta buona dell'esploratore. La figura terza (ma non troppo) che parla con tutti. Nella storia della Repubblica questo ruolo è sempre stato affidato ai presidenti delle Camere, Mattarella potrebbe perfino innovare e affidare l'esplorazione a un soggetto terzo con buoni rapporti con tutti. C'è bisogno di un cambio di format, altre consultazioni sarebbero un sequel in bianco e nero. Su List Alfonso Celotto ha già spiegato genesi e storia del mandato esplorativo e del pre-incarico, quindi andiamo avanti e vediamo come sono messi i pezzi sulla scacchiera dopo la sfilata al Quirinale.
01
Salvini s'infuria per il fuori onda del Cav
Il centrodestra continua ad essere condizionato da Berlusconi. È un problema esterno (ostacolo per un accordo con i grillini) e un continuo caos interno. Oggi ha infranto il patto sull'unica voce del centrodestra. E l'ha sparata grossa andando contro i Cinque Stelle, cioè il partner che Salvini sta cercando di ingaggiare per fare il governo. Il Cav. ha preso la parola alla fine e ha sparato ad alzo zero rivolgendosi ai cronisti: "Mi raccomando, sappiate distinguere tra i veri democratici e chi non conosce nemmeno l'abc della democrazia". Ogni riferimento ai grillini non è casuale. Crac. Un fuori onda politico che ha fatto incazzare Salvini come una furia. Il leader leghista ha fatto scrivere una nota al suo capogruppo al Senato, Gian Marco Centinaio, che fa così: "I veti non ci piacciono a prescindere dalla provenienza. Non era condiviso e non lo sarà mai da parte nostra un no al dialogo con il Movimento 5 Stelle, seconda forza politica in Parlamento. Le parole finali di Berlusconi oggi al Colle non rispecchiano la posizione della Lega, nè quella del centrodestra che oggi si è espresso in maniera unitaria e concordata". Salvini è in fase Wilma, passami la clava.
Siamo di fronte a una partita a scacchi c0n due Re, un Cavaliere e un Pedone.
02
Due Re, un Cavaliere e un pedone
Matteo Salvini (Re). È quello che ha fatto il miglior match. Ha tenuto la coalizione, concordato una linea con Berlusconi (soprattutto in politica estera), messo il suo partner-avversario Luigi Di Maio di fronte al fatto che non si rompono le coalizioni altrui senza avere una reale contropartita politica in cambio e offrendo una soluzione con "l'alta personalità indicata dalla Lega". Non Berlusconi, la Lega. La dichiarazione di Salvini è stata spiazzante, ferma e equilibrata. Berlusconi alla fine ha fatto il jocker e ha rovinato un quadro che fino a quel momento era stato ben interpretato.
Luigi Di Maio (Re). Ha mantenuto ferma la sua posizione, ma per arrivarci ha dovuto trascorrere una mezz'ora supplementare nelle stanze del Quirinale, in riunione con Giulia Grillo e Danilo Toninelli, per trovare una risposta che non provocasse un'esplosione termonucleare e aprisse le elezioni subito. Se l'è cavata dando una non-risposta, ribadendo che il Movimento 5Stelle non vuole Berlusconi è per il governo del cambiamento etc. In realtà Salvini lo ha messo all'angolo e ci è voluto parecchio per uscire dalle corde. "Non capisco la posizione della Lega", ha ripetuto Di Maio. Quando un politico pronuncia la frase "non capisco", significa che non ha nulla da proporre ed è in difficoltà.
Silvio Berlusconi (Cavaliere). Ha concordato punto su punto tutto, ha cominciato a commentare la dichiarazione di Salvini prima con il corpo, fino a diventare un mimo, poi a un certo punto, quando già stavano scorrendo i titoli di coda, ha spostato Salvini e la Meloni, si è preso la scena e detto ai grillini che sono anti-democratici. Se Salvini è stato spiazzante, Berlusconi ha fatto lo spiazzista. Ancora una volta però ha dato a Di Maio un'occasione per uscire dall'impasse in cui l'abile interpretazione di Salvini lo aveva spinto. Tutto da rifare.
Maurizio Martina (Pedone). Dovrebbe scongelare i voti del Pd, ma in realtà è preoccupato per se stesso, la sua gracile candidatura alla segreteria, il ruggito minaccioso di Renzi alle sue spalle. Ha definito il suo partito "minoranza" e non opposizione, una sfumatura, ma per giocare devi tirare la palla, non tenerla in tribuna nelle mani di Renzi. Il mezzo niet di Di Maio a Salvini sarebbe una splendida occasione per mettersi le scarpette e cominciare a giocare. Martina ha definito il partito "minoranza" e non opposizione, ma siamo alle sfumature che non sono un bel niente. Con la ciliegina non si fa la torta.
Con due Re, un Cavaliere e un pedone il gioco non va, serve una Regina, la soluzione per ogni schema. Per ora non c'è.
03
La crisi. Domande e risposte
A questo punto, per chiarire ancora meglio come stanno le cose, ecco una serie di domande e risposte.
Che cosa vuole Berlusconi?
Un governo di tutti. Per disinnescare Salvini all'interno e il Movimento 5Stelle all'esterno.
Chi è l'alleato di Berlusconi?
Il Pd di Matteo Renzi che ha bisogno di tempo per riorganizzarsi dopo la sconfitta.
Che cosa vuole Salvini?
La leadership del centrodestra.
Di cosa ha bisogno Salvini?
Di un po' di tempo per rafforzare la leadership e di un passo falso di Berlusconi, la colpa della futura rottura deve ricadere su Forza Italia.
Che cosa vuole Renzi?
Un governo istituzionale per far tornare in gioco il Pd intestandosene la svolta.
Che cosa vuole Di Maio?
Tutto: la sua premiership e il governo.
Come può ottenerlo?
Provocando un errore di Berlusconi e dando a Salvini la chance per lasciare l'alleanza di centrodestra. Per ora non c'è riuscito e l'obiettivo diventa sempre più remoto. Tutto è impossibile.
Che cosa vuole il Presidente Mattarella?
Un governo stabile, che non metta a rischio i conti e le alleanze.
I mercati sono preoccupati?
No e non lo saranno a lungo, c'è l'ombrello della Bce sul debito, l'economia è ancora in fase di espansione, Francia e Germania hanno altre priorità.
Francia e Germania cosa vogliono?
Un'Italia stabile ma debole, pronta a dire sì ai loro piani di riforma dell'Europa.
Merkel e Macron sono preoccupati dallo stallo italiano?
No, a loro in questo momento conviene, il loro interlocutore a Palazzo Chigi è un governo scaduto, senza maggioranza parlamentare, più dura e più Berlino e Parigi possono sistemare le loro partite.
Stati Uniti e Russia sono interessati alla situazione del governo italiano?
La nostra posizione è del tutto irrilevante. Siamo una portaerei nel Mediterraneo per dono geografico non per politica di potenza.
È vero che la crisi in Siria accelera la formazione del governo?
Fake news. Se fosse stato così, il governo sarebbe uscito oggi dal Quirinale.
Dopo questo secondo giro, tutti si attendono la mossa di Mattarella.
04
Mattarella. Perdere tempo, prendere tempo
La scuola della Balena Bianca in queste occasioni è una sicurezza. Mattarella ha ago e filo per andare avanti a lungo, ma non troppo. Il Presidente della Repubblica cerca una soluzione di governo stabile, il voto anticipato potrà arrivare solo quando saranno cascate tutte le opzioni. Dopo due giri di consultazioni, sembra arrivato il momento dell'esploratore, del pre-incaricato del qualcosa che cambia il format alla trasmissione. Se opta per uno dei due presidenti delle Camere, Mattarella sta perdendo tempo per prendere tempo. Se sceglie un'altra personalità - per il mandato esplorativo non è mai accaduto finora - allora ha in mente una soluzione con il suo marchio di fabbrica, un governo del Presidente che va a raccogliere poi i consensi in aula previo ampio giro di moral suasion. Ma non siamo ancora a questo punto, la rottura totale tra Cinque Stelle e Lega non c'è. Anzi, la presa di distanza della Lega dal botto finale di Berlusconi testimonia che la collaborazione istituzionale tra Salvini e Di Maio qualcosa ha lasciato e i due non intendono disperderla. Dunque Mattarella potrà inseguire ancora per un po' la trama giallo-verde. Giancarlo Giorgetti, Richeliu del segretario della Lega, ha il nome: Elisabetta Alberti Casellati, il presidente del Senato. "Potrebbe smuovere un po' le acque, un modo per fare un sondaggio meno formale di quello del presidente della Repubblica". Tutto chiaro. L'esploratore serve a questo, a far scorrere la sabbia nella clessidra mentre tutti cominciano a perdere un po' di forza e a cedere su qualcosa. Serve pazienza. Mattarella ne ha, era il carburante dello Scudocrociato.
05
La finta accelerazione siriana
Sul tema del governo e il (presunto) intervento americano in Siria che abbiamo assistito a uno spettacolo surreale.
Il governo e la Siria. C'è chi sostiene che la formazione dell'esecutivo debba essere accelerata di fronte all'imminente blitz americano in Siria. Siamo di fronte a un fatto stupefacente per la politica italiana. Stiamo parlando di un paese che fa fatica a chiamare la guerra con il suo nome - guerra - che ha fatto dell'articolo 11 della Costituzione un totem (e si dovrebbe leggere il volume Guerra e Costituzione, di Giuseppe De Vergottini, Il Mulino), che ieri sera in una velina governativa passata alle agenzie di stampa, si produceva in contorsionismi esilaranti per dire una cosa ovvia: le basi in Italia degli Stati Uniti sono già in assetto operativo per la guerra in Siria. E non da oggi. Un paese avvolto dall'ipocrisia sul mestiere delle armi, improvvisamente scopre la crisi siriana - dopo centinaia di migliaia di morti - e ne fa l'acceleratore della soluzione della crisi di governo. Straordinario. E penoso.
06
DemoTrumpiani per caso
DemoTrumpiani per caso. L'altro miracolo, quello particolare, è la metamorfosi kafkiana che è arrivata, manco a dirlo, dal mutante numero uno del panorama politico, il Partito democratico. Il segretario auto-reggente del Pd, Maurizio Martina, alla fine del colloquio con il Presidente Mattarella ha fatto la sua dichiarazione di rito dalle quale abbiamo appreso la grande preoccupazione del Pd per il caso siriano. Bene. E quale sarebbe la linea? Martina si è detto preoccupato per le posizioni espresse da alcuni partiti sulla crisi siriana e "se vogliono cambiare il quadro internazionale, lo dicano". Il riferimento puramente casuale è alla posizione apertamente pro Russia della Lega di Matteo Salvini (che contemporaneamente è anche di gran lunga il più filo-trumpiano tra i leader di partito) e alla posizione né né espressa dal Movimento 5Stelle, siamo europei, siamo occidentali, siamo anche un po' con Mosca, e la pace trionferà. Il Pd, si sa, è Atlantico. Dunque se gli Stati Uniti attaccano la Siria, noi non ci sottrarremo ai nostri doveri. Così si ottiene la nuova mappa del dna di un partito che per meri fini di bottega interna, confonde la politica estera con una direzione del Pd. Se gli altri stanno con Putin (e in realtà non è proprio così e l'abbiamo visto con la dichiarazione finale di Salvini su "lo spirito di Pratica di Mare") allora noi stiamo dalla parte dell'Alleanza, cribbio! Dimenticando naturalmente di dire che la Nato è dominata dagli Stati Uniti, che stiamo parlando di un'operazione militare dell'amministrazione Trump, che la Germania di Angela Merkel - membro della Nato - si è sfilata dall'ultimo sviluppo della crisi in Siria, che Macron sta cercando di dare alla Francia il comando del futuro esercito europeo e dunque se si spara da qualche parte potete stare tranquilli che Emmanuel c'è. Tutto fila, con solo un dettaglio, una rivoluzione della genetica della politica: oggi sono nati i DemoTrumpiani per caso. Il Pd di Renzi che ha fatto campagna per la Clinton, sempre pronto a citare Obama come un faro, sosterrà per opposizione a Cinque Stelle e Lega il raid americano in Siria. Tutto quello che hanno detto di Trump - la cosa più lieve è che un pericolo per la democrazia - è cancellato con un colpo di cannone democratico in nome della Nato, il totem del giorno del Pd che serve a nascondere la propria crisi di idee.
Non sfiora neppure il cervello dei dem che Trump potrebbe sbagliare sul caso, che di prove di guerra esibite e poi farlocche ne abbiamo visto purtroppo altre e le avevano in mano personaggi del calibro di Colin Powell e Tony Blair, che il blitz potrebbe essere un errore strategico, che di dritto e di rovescio quella canaglia di Vladimir Putin potrebbe ogni tanto avere ragione. Un partito politico non ragiona per opposizione, ma per proposizione. Mettere tutte le pedine sul tavolo significa valutare ogni opzione, anche lo scenario peggiore, esprimere un'idea indipendente. Essere Atlantici - posizione che bisogna mantenere - non significa aderire automaticamente a ogni decisione che arriva da Washington. Si può essere lealmente occidentali senza essere stupidi. Ma di questi tempi pare non sia possibile.
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o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.