20 Ottobre
E' sempre Balena Bianca
Mattarella non vede elezioni anticipate. Il Pd di Gentiloni, Franceschini, il ritorno di Prodi e dell'eterna Dc. Centrodestra in testa. La premiership di Renzi vacilla
"E a un certo punto, i delegati del congresso si stringono attorno al segretario. Per strangolarlo meglio". E' una battuta del grande Gianni Pennacchi, il titolare di List era un giovane caporedattore, Gianni un navigatissimo inviato di politica. Aveva già visto tutti i congressi che contavano, Gianni, la Seconda Repubblica era ai suoi primi vagiti, ma quello che lui chiamava "l'afrore democristiano" era là, presente, immanente, persistente. Sono trascorsi più di vent'anni da allora, Gianni con le sue battute illuminanti, il suo sorriso e il suo sublime tocco letterario, ci ha lasciato, i democristiani sono rimasti. E stanno giocando, come sempre, a risiko. Per loro, i democristiani pre e post, la stabilità è un valore, il sottosopra un'opzione da scrutare con estrema cautela, il cambio in corsa, la certezza di cadere sulla rotaia e finire travolti dal treno degli avversari. Mai azzardare, sempre pensare.
E' una vecchia lezione che Matteo Renzi non conosce, è troppo giovane, non ha fatto in tempo a succhiare il latte della Balena Bianca, pur venendo dalla Margherita, è figlio di un altro tempo, di un altro temperamento della storia. Il segretario del Pd è uno scattista permanente, un gambler, gioca a poker, si lancia nel gioco al buio, a volte bluffa. Per un democristiano questa tattica da tavolo verde e pista da centometrista è inconcepibile, è un rischio troppo alto, un vai e vedi che ha alte probabilità di sconfitta. E infatti Renzi perde (e vince) a ripetizione: ha perso (e vinto) la segreteria, ha vinto le elezioni europee, ha perso le elezioni regionali, ha vinto (e perso) il governo, ha perso il referendum costituzionale, ha perso le elezioni amministrative. In questo gioco da casinò sempre aperto, il bilancio per ora è quello di uno che ha perso più volte che vinto....
"E a un certo punto, i delegati del congresso si stringono attorno al segretario. Per strangolarlo meglio". E' una battuta del grande Gianni Pennacchi, il titolare di List era un giovane caporedattore, Gianni un navigatissimo inviato di politica. Aveva già visto tutti i congressi che contavano, Gianni, la Seconda Repubblica era ai suoi primi vagiti, ma quello che lui chiamava "l'afrore democristiano" era là, presente, immanente, persistente. Sono trascorsi più di vent'anni da allora, Gianni con le sue battute illuminanti, il suo sorriso e il suo sublime tocco letterario, ci ha lasciato, i democristiani sono rimasti. E stanno giocando, come sempre, a risiko. Per loro, i democristiani pre e post, la stabilità è un valore, il sottosopra un'opzione da scrutare con estrema cautela, il cambio in corsa, la certezza di cadere sulla rotaia e finire travolti dal treno degli avversari. Mai azzardare, sempre pensare.
E' una vecchia lezione che Matteo Renzi non conosce, è troppo giovane, non ha fatto in tempo a succhiare il latte della Balena Bianca, pur venendo dalla Margherita, è figlio di un altro tempo, di un altro temperamento della storia. Il segretario del Pd è uno scattista permanente, un gambler, gioca a poker, si lancia nel gioco al buio, a volte bluffa. Per un democristiano questa tattica da tavolo verde e pista da centometrista è inconcepibile, è un rischio troppo alto, un vai e vedi che ha alte probabilità di sconfitta. E infatti Renzi perde (e vince) a ripetizione: ha perso (e vinto) la segreteria, ha vinto le elezioni europee, ha perso le elezioni regionali, ha vinto (e perso) il governo, ha perso il referendum costituzionale, ha perso le elezioni amministrative. In questo gioco da casinò sempre aperto, il bilancio per ora è quello di uno che ha perso più volte che vinto.
La sua ultima scommessa era quella delle elezioni anticipate in autunno. Sulla sua mappa nautica, c'erano due grandi iceberg da sfiorare senza aprire una falla nello scafo della sua nave: la legge elettorale e le elezioni amministrative. L'accordo con Berlusconi era l'assicurazione sul carico nella stiva (il voto), ma la tenuta del suo partito in aula nel dibattito sulla legge elettorale (e la tattica da giungla vietnamita dei grillini in Parlamento) hanno condotto il bastimento renziano al primo crash con gli scogli. Il secondo, fatale, è arrivato con il voto nei Comuni, un disastro con la caduta del Muro di Genova e la perdita della fabbrica di Sesto San Giovanni. I simboli non si contano, si pesano. E il peso in questo caso è titanico.
Il day after è stato tragico (e un po' comico), il "poteva andare meglio" di Renzi e un tweet con i numeri dei Comuni vinti e persi sono stati percepiti da gran parte del Pd - anche renziano - come il segnale dello stato confusionale. Il segretario del partito non ammette la sconfitta, tira dritto (pregio e difetto, a seconda dello scenario) e liquida chi ne contesta la linea, il messaggio, i risultati.
A quel punto, i democristiani si sono chiesti: Renzi è un vincente o un perdente di successo? L'eccezionale front runner da campagna elettorale sconfitto dove la sinistra ha sempre vinto, lo scalatore del partito che precipita, il cronoman che perde il ritmo e cade dalla bicicletta. Il primo a muoversi nel partito è Andrea Orlando, ma lui è un giovane pre-post-comunista, un bel sinistrato senza speranze; Walter Veltroni si auto-impagina su Repubblica e ammonisce Renzi: "Cambi passo, il Pd è senza identità", ma il suo è l'ammonimento di un visionario da "yes we can" e viene liquidato con la rapidità di un rap di Jovanotti. Quello è il Pd che fu, già rottamato dalla ditta di demolizioni renziana. E' alla scacchiera democristiana che bisogna guardare. E mentre quelli con lo scudocrociato tatuato sul cuore dispongono i pezzi e cominciano a pensare alle mosse future, Renzi compie un errore da grossier della politica: invita con le maniere spicce Romano Prodi non occuparsi del Pd, dell'alleanza a sinistra con Pisapia, della riedizione dell'Ulivo. Romano, sposta la tua tenda da un'altra parte, è l'invito di Renzi. Bum! E' il colpo del segretario senza la pallottola d'argento. Prodi risponde con un colpo d'artiglio: "Leggo che il segretario mi invita a spostare un po' più lontano la tenda. Lo farò senza difficoltà, è leggera, l'ho rimessa nello zaino". Matteo Orfini, noto per le sue qualità diplomatiche e l'abilità con la PlayStation (esiste documentazione fotografica), fa la sintesi: "Spero che Prodi sposti la tenda". L'attacco a Prodi è una scossa tellurica di profondità, il movimento sussultorio in superficie è di bassa intensità rispetto a quello che si sente nel sottosuolo che fu della Dc. Telefonate, messaggi, riunioni, un rumore di fondo che sembra un tam tam lontano di tamburi nella giungla. Con i tamburi, di solito, arrivano anche sagome armate di ascia, coltello, lancia, cerbottana e freccia. E' sempre questione di un attimo...zac!
Luca Lotti, braccio destro di Renzi, mostra i muscoli, ma certifica l'assenza di sfumature nella sua visione cromatica: "Renzi ha appena vinto le primarie, fine discussione". Notevole, uno che butta kerosene mentre gli è scoppiato un incendio in casa. A quel punto, sul radar del titolare di List compare la barba di Dario Franceschini: "Si sbaglia, la discussione è appena iniziata". Crac. Biografia: Franceschini Dario, nato a Ferrara, giovane ultra militante della Dc, vicino agli insegnamenti di Benigno Zaccagnini e Don Primo Mazzolari, consigliere comunale a Ferrara nel 1980, fondatore di riviste di ispirazione cattolica che guardano all'alleanza con la sinistra (Franceschini lanciò a Ferrara una delle prime giunte di centrosinistra in Italia), vicesegretario del Partito popolare (il segretario era Pierluigi Castagnetti), fondatore della Margherita di cui diventa coordinatore nazionale, capogruppo alla Camera dell'Ulivo prodiano, prima vice segretario e poi segretario del Partito democratico. Un pezzo da novanta, Franceschini. Un distillato della tradizione democristiana discepolo nell'officina della Prima Repubblica, professore nella Seconda, barone della Terza. Silente e letale come il siluro di un sommergibile classe Seawolf, Franceschini fa accendere tutte le spie rosse del sommergibile classe Renzi. E' iniziata la battaglia navale del Pd.
Mentre Renzi prova a imitare il comandante Ramius (Caccia a Ottobre Rosso, libro di Tom Clancy, film bellissimo di John McTiernan, protagonista Sean Connery) ma si capisce lontano un miglio che il suo arsenale è depotenziato. La discussione sulla legge elettorale è spostata a settembre (primo segno di resa), gli sbarchi dei migranti fanno tornare indietro un volo da Washington con a bordo la testa più lucida del governo, quella di Marco Minniti, Paolo Gentiloni e Pier Carlo Padoan hanno appena varato un decreto che vale 5,2 miliardi di euro cash per resuscitare e cedere - a spese del contribuente - a Banca Intesa le due banche venete in stato fallimentare, in Europa la mossa ha scatenato i deputati tedeschi nel Parlamento europeo, Emmmanuel Macron ha dato uno schiaffo all'Italia dicendo che la Francia di immigrati sbarcati in Italia non ne vuol sentire parlare, in autunno è in arrivo una legge di stabilità da venti miliardi di euro, il risultato del voto amministrativo è una lapide, il Pd secondo i dati dell'Istituto Cattaneo nelle regioni rosse è dimezzato. E' uno scenario in cui il voto anticipato per Renzi è impossibile, ma la fiammella - nonostante i numeri siano sotto gli occhi di tutti - arde ancora tra chi pensa che ogni giorno trascorso così conduca alla sconfitta certa e allora tanto vale prendere quello che c'è adesso e andare a un governo di larghe intese con Berlusconi.
Un altro gioco al buio. E' svanito come la fiamma di uno zolfanello travolto da un colpo di vento, ieri sera. Agenzia Bloomberg, intervista del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in visita di Stato in Canada, passaggio sulle elezioni anticipate: "In questo momento non ci sono segnali, la scadenza naturale della legislatura è a febbraio, quindi è prevedibile che le consultazioni si svolgeranno tra febbraio e l'inizio della primavera". E' la pietra tombale su ogni disegno di rovesciare il tavolo di Paolo Gentiloni. Mattarella è un politico di grande esperienza, è l'immagine della prudenza e della riservatezza istituzionale, e aggiunge: "Naturalmente è sempre possibile, come in ogni democrazia, che si verifichino le condizioni per le elezioni anticipate, in questo momento non ci sono segnali di questo tipo, per cui e' probabile che si vada a scadenza naturale". E' proprio sulla base di questa prudenza al titanio che le parole di Mattarella assumono un grande significato. L'agenzia scelta è Bloomberg non a caso: il flusso di news dell'agenzia finisce direttamente sugli schermi delle postazioni dei trader di tutto il mondo, Bloomberg è lo strumento di lavoro di chi compra e vende titoli di Stato; l'intervista non è una frase rubata tra uno spostamento e l'altro, una sfilata con le giubbe rosse e una veduta delle distese d'acero, ma è una rilassata - e meditata - chiacchierata di undici minuti con la giornalista Lily Jamali su Bloomberg Tv Canada.
E' la scelta del tempo, del luogo e la dimensione di questa intervista a dare il senso esatto delle parole del Presidente Mattarella: non sono soltanto l'auspicio della più alta carica dello Stato, sono la registrazione di uno stato di fatto del quadro politico che conduce alla scadenza naturale della legislatura e blinda il lavoro del governo in carica. Mattarella e Gentiloni, il destino incrocia lo scudo crociato e i petali della Margherita. Non è un caso. Gentiloni è il partner perfetto nello schema di gioco del Quirinale. Le vite si (con)fondono, la storia gioca a dadi, la grande Balena Bianca continua a mostrare la sua coda sulla superficie del mare.
Sono le biografie a parlare. Mattarella Sergio, classe 1941, giurista, politico, fratello di Piersanti Mattarella, il presidente democristiano della Regione Sicilia assassinato dalla mafia nel 1980, per venticinque anni deputato, prima della Dc, poi del Partito Popolare, poi della Margherita e del Pd, pluriministro, giudice costituzionale e oggi Presidente della Repubblica. Cominciò la sua esperienza militando nei movimenti giovanili studenteschi, qui collaborò con Filippo Gentiloni Silveri, sacerdote gesuita, saggista, zio del futuro Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni Silveri. La Dc, eterna, sottomarina, silente, tenace, un fiume carsico della nostra storia.
Il giovane Paolo è di nobile schiatta, discendente dei conti Gentiloni Silveri, nobili di Filottrano, Cingoli e Macerata, comincia la sua avventura politica in modalità scapigliata, dopo un'educazione tutta casa e chiesa, scappa a Milano, viene folgorato sulla via di Mario Capanna, diventa Maoista, si dipinge di verde dopo aver incontrato Ermete Realacci e Chicco Testa, dirige Nuova Ecologia, diventa portavoce di Francesco Rutelli nell'avventura al Comune di Roma, fonda con lui la Margherita, sfodera la gentilezza e l'aplomb di un signore, fa il deputato, diventa ministro delle Comunicazioni nel governo di Romano Prodi, viene rieletto sotto la sigla del Pd, scopre Renzi alla Leopolda, fa il renziano, ma con giudizio, diventa ministro degli Esteri con il governo Renzi, fa bene il suo lavoro alla Farnesina, Renzi si dimette dopo la sconfitta nel referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 e nel caos il suo nome è quello giusto per guidare il governo flash che in quel momento ha in mente il leader del Pd: Gentiloni diventa Presidente del Consiglio il 12 dicembre 2016. Mattarella, dopo lo zio Filippo Gentiloni, ritrova al suo fianco il nipote Paolo.
I cattolici, la Dc, il retroterra e il retrogusto di una storia che fu grande e continua a far sentire il suo peso sul presente. Per Mattarella la figura di Gentiloni è una polizza d'assicurazione ideale: mai sopra le righe, pragmatico quanto basta, a suo agio nello slow istituzionale, senza sottosopra in testa. Renzi pensava a un Gentiloni più che transeunte, fin dal giorno dopo il referendum meditava di andare a votare in febbraio (esiste copiosa rassegna stampa sul tema), poi con il passare dei mesi - e il crescere delle difficoltà - la scadenza dell'esecutivo viene spostata dai turbo-renziano in primavera, fino al settembre è tempo di migrare. Il calendario di Renzi si è infranto sulla realtà, è rimasto impigliato nella soffice e inesorabile tela dei post-democristiani che post non sono mai stati: Mattarella, Gentiloni, Prodi. E' lo stormire della fronda dell'Ulivo.
La realtà è puntuale, onesta, inesorabile. Su Repubblica stamattina un sondaggio di Demos racconta che cosa sta succedendo nel profondo del paese: Pd e Movimento 5Stelle sono in caduta libera e si fermano a quota 26 per cento, il centrodestra con Forza Italia, Lega e Fratelli è maggioranza nel Paese con il 32,9 per cento, il gradimento della leadership di Renzi è precipitato di 7 punti (32 per cento a giugno contro il 39 per cento di maggio), Paolo Gentiloni è in testa a questa classifica con il 44 per cento e toh! sorpresa, Romano Prodi torna in pista tra i nomi che ispirano fiducia, è al terzo posto, distaccato di un solo punto (60 a 61) da Matteo Renzi tra gli elettori di centrosinistra, ma di gran lunga il più gradito tra i non-renziani della galassia della sinistra con il 74 per cento dei consensi (Renzi è al 20 per cento). E' la carambola dei numeri, sono sondaggi, a volte solo un gioco, ma al titolare di List sembrano il chiaro passaggio di un voltapagina: la leadership di Renzi nel partito non è (per ora) in discussione, ma la sua futura premiership è (forse) compromessa.
Niente elezioni anticipate, non è il tempo delle giocate al buio. Mattarella, Gentiloni, Franceschini, Prodi non hanno un piano comune, non c'è una trama prestabilita, ma dalle loro azioni, dalle parole e dai silenzi, si intuisce che qualcosa si è messo in movimento e un fine appare chiaro: un atterraggio morbido - per quanto possibile - dell'Italia. Se si votasse oggi, potrebbe vincere Berlusconi. E se torna il Cavaliere, allora torna Prodi. E' il ciclo dell'eterno ritorno della storia. Serve tempo. Tutto deve decantare, come il vino prima di esser consumato. Berlo tutto d'un fiato, senza pensarci su, conduce in un lampo allo stato di ubriachezza. Cosa succederà? Lo scopriremo tra qualche mese, per ora seguiamo il movimento dei pezzi sulla scacchiera e vediamo in lontananza la coda della Balena Bianca, potente, senza fretta, paziente. Renzi farà la fine del capitano Achab? Non lo sappiamo, ma inseguire Moby Dick pensando di arpionarla è impossibile, cercare una preda senza averne preso la misura è temerario. Puoi comandare il Pequod e inabissarti sul dorso di Moby Dick. Vince sempre, la Balena Bianca.
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5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.