16 Marzo

"Enormemente probabile". Boris Johnson accusa Putin

Il ministro degli Esteri britannico: "Enormemente probabile che Putin abbia deciso di impiegare gas nervino nelle strade del Regno Unito". Durissima reazione del Cremlino: "Quello di Johnson è un reato diplomatico". Dritto e rovescio di una storia dove la sfida è tra la Nato e la Russia.

"Enormemente probabile". È la frase che Boris Johnson, ministro degli Esteri britannico, ha usato per classificare come certo il coinvolgimento della Russia nell'avvelenamento dell'ex spia Sergei Skripal. Enormemente probabile è una novità nel lessico della diplomazia, Johnson traduce l'esito con "una decisione di Vladimir Putin", aggiungendo che  "non abbiamo nulla contro la Russia, non c'è nessuna russofobia". "Il contrasto", ha precisato il ministro degli Esteri "è con il Cremlino per quella che noi riteniamo enormemente probabile sia stata una decisione di Putin di portare l'impiego di un gas nervino nelle strade britanniche, nelle strade dell'Europa, per la prima volta dalla Seconda Guerra Mondiale". 

Messa così, la storia sta rotolando verso una crisi diplomatica seria e dagli esiti imprevedibili, perché la Russia ha reagito in maniera durissima, definendo la frase di BoJo come "sconvolgente e imperdonabile". "Ho detto a diversi livelli e in diverse situazioni", ha ricordato il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, "che la Russia non ha nulla a che fare con questa storia. Ogni riferimento e associazione del nostro presidente, in relazione ad essa, non è altro che sconvolgente e imperdonabile dal punto di vista del comportamento diplomatico".  Peskov ha detto che quello commesso da Johnson è un "reato diplomatico". Gong. Sul taccuino del cronista abituato a misurarsi con i fatti, resta una domanda: ciò che è "enormemente probabile" ha anche delle prove a sostegno di questa probabile enormità?

Durante la crisi dei missili di Cuba del 1962 in cui si sfiorò un conflitto nucleare, gli Stati Uniti esibirono alle Nazioni Unite le foto degli aerei spia americani che mostravano le installazioni missilistiche sovietiche nell'isola di Fidel Castro.

Quella fu la prova (qui in alto una delle foto esibite all'Onu dall'ambasciatore americano) che consentì a Kennedy di mettersi in una posizione di forza nei confronti dell'Unione Sovietica. Nel caso Skripal, parole come quelle di Johnson devono essere supportate...


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