3 Marzo

Erdogan sa e fa quel che vuole. L'Europa se lo sa non lo fa

La guerra tra Turchia e Siria, dalla notte del 27 febbraio, quando Ankara ha aperto i confini con Grecia e Bulgaria, sono passati oltre 130 mila migranti. Il cancelliere austriaco Kurz: "È un attacco contro l'Ue e la Grecia". Pagare Erdogan per aprire e chiudere la porta dell'immigrazione, l'errore europeo che è diventato ricatto

La campagna militare della Turchia in Siria sta sfociando in una guerra totale nella provincia di Idlib, al confine a Nord Ovest, una zona controllata ancora dalle fazioni anti Assad, assediate dall'esercito siriano e alleate dei turchi. Siamo di fronte a uno scontro durissimo, dove anche l'immigrato, il profugo, diventano un'arma da usare sulla scacchiera della diplomazia. L'arma di Erdogan. Il ministro degli interni turco, Suleyman Soylu, ha reso noto che 130.469 migranti hanno attraversato il confine con l'Ue da quando il governo turco la notte del 27 febbraio scorso ha reso possibile il passaggio al confine con l'Ue tra Turchia, Grecia e Bulgaria. 

Nelle ultime 24 ore dell'operazione in Siria "Scudo di Primavera", la Turchia dice aver "neutralizzato" 327 soldati nemici. "Neutralizzato", significa ucciso o ferito. Secondo i numeri il ministro della Difesa turco Hulusi Akar, i soldati nemici caduti sono 2.884. Ankara sostiene di aver distrutto un aereo, un drone, 6 tank, 5 obici e 2 sistemi antiaerei di Damasco. 

Il cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, ha condannato la decisione di Ankara di aprire le frontiere ai migranti, definendolo un "attacco della Turchia contro l'Ue e la Grecia. Degli esseri umani sono utilizzati per fare pressione sull'Europa". Angela Merkel ha avuto un colloquio telefonico con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan stamattina. L'Unione europea ha esortato la Turchia "a rispettare gli impegni presi nell'accordo".  Erdogan si muove senza temere alcuna reazione significativa dell'Unione europea.

Profughi siriani attraversano il confine tra Turchia e Grecia, nella zona della città di Edirne (Foto Ansa)

di Marco Patricelli

Tutti hanno negli occhi le immagini arrivate come un pugno nello stomaco e nelle coscienze dal confine greco-turco, pochi hanno ben chiaro nella mente quanto esse dicono oltre alla disperazione e al dramma umanitario. Sono una presa d’atto dell’impotenza dell’Europa a gestire un fenomeno di tali dimensioni e dell’impossibilità concreta e fattuale...


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