17 Aprile
Europa, America, Cina. Distruzione e ricostruzione
Macron avvisa Merkel: "È il momento della verità per l'Unione". Trump presenta un piano di riapertura in tre fasi. L'economia cinese in caduta libera (-6.8 per cento) e i dati dei morti di Wuhan ora sono improvvisamente raddoppiati. Segnali dall'Italia? Discute del Mes e non c'è un piano per la ripresa
Siamo nel momento in cui si decide se l'Unione europea è un progetto politico o solo un progetto di mercato.
Emmanuel Macron
Tra la notte e l'alba rotolano a terra sempre fatti interessanti. Emmanuel Macron dice in un'intervista al Financial Times che bisogna pensare l'impensabile per salvare l'Unione europea; Donald Trump ha rinunciato a dire l'ultima parola e ha dato ai governatori il potere di decidere come far ripartire le imprese dal 1° maggio, tutto in tre fasi; il prodotto interno lordo della Cina per la prima volta dal 1992 crolla a -6,8 per cento e mostra tutta la potenza del coronavirus nello spezzare la catena produttiva.
01
Il momento della verità per l'Unione
Europa, America, Cina. Questo è il tris di carte della partita dell'ordine del post-coronavirus. Come andrà a finire? Nessuno lo sa, molto dipende dalla forza del virus, quasi tutto dalla capacità di reazione dell'uomo.
In Italia quasi nessuno legge la stampa internazionale, qualcuno la cita per darsi un tono (senza averla letta), il Parlamento è il più ignorante della storia repubblicana. La lettura dell'intervista di Macron ci dice tre cose:
1. Il presidente francese è quello che ha capito che in questa tornata della storia o la va o la spacca per l'Unione europea: la Germania è tentata dalla formula del "lasciamoli andare via tutti" (da leggersi con un "andiamo via noi", piano B nel cassetto della cancelliera), Macron nello smarrimento tedesco può rafforzare la sua posizione come leader di un nuovo patto tra Parigi e Berlino (è giovane, guida una nazione vera) e dunque preme. La sua scommessa è a rischio, i tedeschi sono spesso lenti, ma poi ci arrivano e quando realizzano di solito sono inesorabili. Tutto dipende da Merkel e soprattutto dal rischio che si vuol correre nel Bundestag balcanizzato. I sondaggi premiano Merkel, il governo ha tirato...
Siamo nel momento in cui si decide se l'Unione europea è un progetto politico o solo un progetto di mercato.
Emmanuel Macron
Tra la notte e l'alba rotolano a terra sempre fatti interessanti. Emmanuel Macron dice in un'intervista al Financial Times che bisogna pensare l'impensabile per salvare l'Unione europea; Donald Trump ha rinunciato a dire l'ultima parola e ha dato ai governatori il potere di decidere come far ripartire le imprese dal 1° maggio, tutto in tre fasi; il prodotto interno lordo della Cina per la prima volta dal 1992 crolla a -6,8 per cento e mostra tutta la potenza del coronavirus nello spezzare la catena produttiva.
01
Il momento della verità per l'Unione
Europa, America, Cina. Questo è il tris di carte della partita dell'ordine del post-coronavirus. Come andrà a finire? Nessuno lo sa, molto dipende dalla forza del virus, quasi tutto dalla capacità di reazione dell'uomo.
In Italia quasi nessuno legge la stampa internazionale, qualcuno la cita per darsi un tono (senza averla letta), il Parlamento è il più ignorante della storia repubblicana. La lettura dell'intervista di Macron ci dice tre cose:
1. Il presidente francese è quello che ha capito che in questa tornata della storia o la va o la spacca per l'Unione europea: la Germania è tentata dalla formula del "lasciamoli andare via tutti" (da leggersi con un "andiamo via noi", piano B nel cassetto della cancelliera), Macron nello smarrimento tedesco può rafforzare la sua posizione come leader di un nuovo patto tra Parigi e Berlino (è giovane, guida una nazione vera) e dunque preme. La sua scommessa è a rischio, i tedeschi sono spesso lenti, ma poi ci arrivano e quando realizzano di solito sono inesorabili. Tutto dipende da Merkel e soprattutto dal rischio che si vuol correre nel Bundestag balcanizzato. I sondaggi premiano Merkel, il governo ha tirato giù un gigantesco piano da 1100 miliardi, perché mai dovrebbe cambiare idea e mutualizzare il debito? Quando Macron dice che "tu non puoi avere un singolo mercato dove qualcuno viene sacrificato" e che l'esito è il "fallimento dell'eurozona e della sua idea politica" ha ragione, ma l'impressione è che a Berlino facciano dei calcoli diversi. È lo stesso Macron a sollevare dubbi sulla riuscita dell'impresa di costruire una qualche forma di mutualizzazione del debito, sul tavolo del Consiglio europeo del 23 aprile c'è il recovery fund, ma la forma con cui si materializzerà è tutta da scoprire. "Devi essere a disposizione del tuo destino", dice Macron. Quale sarà?
2. La sua visione sulla Cina è ben diversa dall'imbarazzante entusiasmo con cui il nostro presidente del Consiglio e altri membri del governo hanno accolto le telefonate di Xi Jinping, precedute e seguite da un'azione di propaganda visibile e invisibile. Macron dice chiaramente che "in Cina sono successe cose che non sappiamo". Bisogna ricordarlo, prima di diventare il protettorato di una potenza asiatica.
3. Il tono con cui Macron parla dell'Italia è preoccupante: abbiamo accettato che Parigi tratti il nostro paese non come un alleato, ma come un paziente grave, incapace di tirarsi fuori dai guai, privo di risorse. Ma questo non corrisponde alla realtà dei fatti. L'Italia ha un mostruoso debito pubblico e un prodotto interno lordo in caduta libera più degli altri, ma ha anche risorse private enormi, un risparmio pari 9.743 miliardi di euro, 8 volte il reddito disponibile. Quello che manca all'Italia è ben altro: la classe dirigente.
02
Riaprire l'America
In America Trump alimenta la corsa per la riapertura dell'economia, sarà in tre fasi, si comincia dal 1° maggio e saranno i governatori a decidere. Wall Street ci crede? I futures dicono di sì, ma quello che vale poi è l'apertura e chiusura del mercato:
In ogni caso, quello che leggiamo è lontano anni luce dalla confusione che regna a Palazzo Chigi. L'amministrazione Trump si sta muovendo con più ordine di quello che appaia sui giornali. La Casa Bianca ha pubblicato un piano, si intitola "Opening Up America Again".
Il governo americano dà delle indicazioni, la lettura del documento è istruttiva e la consigliamo a chi deve decidere, mette ordine nel caos a cui stiamo assistendo nel nostro paese dove siamo in pesantissimo ritardo, non c'è un piano per far ripartire l'economia e siamo al fai da te regionale. Negli Stati Uniti ci sarebbero 29 Stati pronti a riaprire. Il documento raccomanda ponderazione, raccolta e analisi dei dati prima di prendere una decisione, rispetto delle regole sul distanziamento sociale, contenimento del rischio di una seconda ondata di contagio, sistema sanitario non a rischio di stress, protezione dei soggetti più vulnerabili. I numeri dell'epidemia in America sono ancora alti, i morti nelle ultime 24 ore sono stati 4,591, il record precedente era di 2,569, mercoledì scorso. Per riaprire serve una capillare organizzazione, gradualità, prudenza. Sono cose che si gestiscono sul territorio e la scelta di Trump di lasciare ai governatori il potere di decidere è corretta.
Ricordiamo la classifica mondiale del contagio e dei morti nella crisi del coronavirus secondo i dati della Johns Hopkins University:
Il dato della Cina è affidabile? No. A Wuhan le autorità cinesi ora hanno rivisto al rialzo il numero dei morti: da 2,579 sono passati a 3,869. D'altronde...
03
Il Pil della Cina crolla ma va tutto bene compagno Xi
Il presidente cinese Xi Jinping mentre pianta alberi nel distretto di Daxing, a Pechino (Foto Ansa).Il Pil della Cina si è contratto del 6,8% nel primo trimestre. L'economia cinese non ha registrato una contrazione simile dal 1992, quando il Paese ha iniziato a pubblicare i dati trimestrali del Pil. Nel 2019, la Cina ha già registrato la crescita più lenta degli ultimi 30 anni. Occhio all'incipit del comunicato dell'Ufficio nazionale di statistica:
Nel primo trimestre del 2020, di fronte alla dura prova del focolaio covid-19, sotto la forte guida del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese (PCC) con il compagno Xi Jinping come guida, tutte le regioni e i dipartimenti hanno attuato rigorosamente le decisioni e le disposizioni prese dal Comitato Centrale del PCC e dal Consiglio di Stato, e l'intera nazione ha coordinato gli sforzi per far progredire sia la prevenzione e il controllo dell'epidemia che lo sviluppo economico e sociale. Di conseguenza, la situazione ha continuato a migliorare con un'interruzione di base della trasmissione dell'epidemia in patria. La ripresa del lavoro e della produzione si è accelerata, con industrie fondamentali e prodotti importanti, vitali per l'economia nazionale e per il sostentamento della popolazione, in costante crescita. Il sostentamento di base delle persone è stato ben garantito e lo sviluppo economico e sociale nazionale è stato testimone di una generale stabilità.
Questo è il linguaggio del totalitarismo. Facciamo un recap dello scenario:
- I casi di coronavirus globali superano i 2,1 milioni. Il numero totale di casi di coronavirus in tutto il mondo ha raggiunto almeno 2.158.250, secondo la Johns Hopkins University. I decessi hanno superato i 144.000.
- Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha emanato le linee guida per la riapertura del Paese, con tre fasi, ognuna delle quali dipende dagli Stati che soddisfano determinati criteri, 29 stati riapriranno "relativamente presto".
- Il Fondo monetario internazionale prevede una crescita zero in America Latina e nei Caraibi per il decennio fino al 2025.
- Il governo britannico annuncia l'estensione del blocco per tre settimane. Il segretario agli Esteri, Dominic Raab, che sostituisce Boris Johnson, ha confermato l'estensione del lockdown.
- Altri 5 milioni di americani si sono iscritti alle liste di disoccupazione. Il totale è di 22,2 milioni dal 14 marzo.
- Il Giappone ha dichiarato lo stato d'emergenza nazionale.
Contrastare l'epidemia, far ripartire l'economia. Doppia sfida.
***
Che succede? La produzione è in caduta libera (ora abbiamo anche il dato della Cina), la domanda da lockdown è quella di una società senza vita sociale, senza manifattura, con servizi al minimo, i consumi energetici a picco, il commercio del solo alimentare - la sopravvivenza - e poco altro. Improvvisamente, s'è spenta la luce e abbiamo scoperto che "le progressive sorti" possono tornare indietro alla velocità della luce. Quanto è grave il paziente umanità? Molto, ma può riprendersi. Il malato americano ha la febbre altissima, ma è anche quello con le capacità di recupero più grandi (pensate come sono messi gli altri, noi per primi). Mentre in Europa ognuno continua a pensare ai propri affari interni (la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, si è scusata ancora con l'Italia, francamente vorremmo vedere solo fatti), nel nostro Paese il sonnambulismo continua, si discute ancora di Mes (mentre corriamo verso l'avvitamento finanziario) e ora ha preso il via anche l'imperdibile discussione sul "Ministerao Meravigliao" (che cosa è? cribbio, che domande, quello da assegnare con pennacchio e orchestra al Colao Meravigliao). C'è una buona notizia: Carlo Bonomi sarà il nuovo presidente di Confindustria e ha iniziato bene la sua avventura con parole ferme e coraggiose nei confronti del governo e della politica (nonché dei comitati di esperti che diventano il farmaco generico al posto dei ministri). Nel frattempo, non abbiamo toccato il fondo, dunque si scava (la fossa). Facciamo il nostro giro di giostra. Andiamo negli Stati Uniti, facciamo un viaggio dal sogno al bisogno americano. Allacciate le cinture e indossate il casco. Seguite il titolare di List.
04
La debolezza della potenza americana
Altri 5,2 milioni di americani si sono iscritti alle liste di disoccupazione. È l'indicatore più veloce e drammatico di questa crisi. Il dato viene aggiornato ogni settimana, il numero complessivo di iscritti è pari a 22 milioni di persone. Il dato della settimana è inferiore di 1,370,000 unità rispetto a quella precedente. Sono dati mai visti dal dopoguerra. Il più alto prima della pandemia fu registrato nelle quattro settimane dell'autunno del 1982 con 2.7 milioni di iscritti. Lo Stato americano in questo momento garantisce un sussidio settimanale di 600 dollari a chi ha perso il lavoro.
Numero fondamentale per l'economia americana: la costruzione di nuove abitazioni è crollata del 22,3%. Intensità, profondità, rapidità sono le caratteristiche di questa crisi.
Attenzione, il fondo da 350 miliardi di dollari per aiutare le piccole imprese americane è già esaurito e il Congresso non ha ancora provveduto al suo rinnovo. Il fondo fa parte del programma da 2.000 miliardi di dollari per contrastare la recessione da coronavirus.
Un altro dato importante è uscito ieri. Il New York Times ha impaginato il crollo delle vendite al dettaglio con una scelta grafica eccellente:
Picco rosso. Siamo di fronte a un nuovo scenario economico. Altri numeri, per sapere, per capire. L'indice dei prezzi all'importazione è crollato a causa del prezzo del petrolio in picchiata:
Questo è il grafico dell'indice dei prezzi all'esportazione:
I due dati combinati ci dicono una cosa semplice: è crollata la domanda e stiamo navigando in acque sconosciute. Siamo di fronte alla debolezza della potenza americana.
***
Ci risolleveremo, probabilmente con curve di cicli economici diversi da quelli previsti, con molta più ineguaglianza di quanto si immagini. Siamo davanti a un passaggio che lascerà il segno sulla nostra anima, il nostro modo di pensare. Chi dice che saremo migliori, si illude. Nell'animo umano albergano il bene e il male. I bagliori dell'uno e dell'altro nel nuovo ordine del coronavirus sono già visibili all'orizzonte. Il titolare di List osservava la sua biblioteca qualche sera fa e cominciava a chiedersi quali autori sarebbero sopravvissuti alla prova della storia, di questa storia. Pochi, quasi tutti fanno parte della categoria "controvento", maledetti, corrosivi, scartavetrati, sempre lontani da quello che oggi si definisce mainstream. Sono gli scrittori e i filosofi della crisi della modernità il punto di riferimento. E poi ci sono le biografie degli uomini di Stato che hanno lasciato il segno, citati non a caso in questi tempi difficili. Sul taccuino del cronista c'è una domanda fonte di inquietudine: dove sono le leadership? Il quesito resta sospeso. D'altronde, il dibattito in Italia, mentre siamo sospesi tra la morte, la vita, la zombificazione e la rinascita è... sul Mes.
05
Il Punt e Mes del governo
Siamo a questo, al punto fatto di sera (da Conte, che fa il premier) che non vale più la mattina per un suo ministro. Il presidente del Consiglio ieri sera, con un notevole giro di valzer, aveva congelato la sua stessa posizione sul problema dell'accesso ai fondi del Mes trasformando il suo no secco in... un ghiacciolo in attesa del vertice europeo del 23 aprile. La mossa serviva a raffreddare il clima incandescente nella maggioranza, con il Pd sulla sponda opposta. Intervento del premier, approvazione di Dario Franceschini (il capo delegazione del Pd nel governo e segretario-ombra del partito) e tutto fila liscio fino al prossimo guaio. Ma il calumet della pace acceso ieri da Conte s'è spento stamattina quando il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, in tv ha detto che "con le attuali condizionalità il Mes non può essere attuato. Secondo noi il no al Mes è definitivo, ma aspettiamo prima di vedere cosa sarà deciso al Consiglio europeo". Citofonare Gualtieri.
Cosa aveva detto Conte? Riportiamo integralmente quanto ha affermato ieri:
Sul Mes sta lievitando un dibattito che rischia di dividere l’intera Italia secondo opposte tifoserie e rigide contrapposizioni.
La mia posizione è stata molto chiara sin dall’inizio. Ad alcuni miei omologhi che, a fronte di questa emergenza, hanno pensato di affidare al Mes la risposta europea ho replicato: il Mes è un meccanismo inadeguato e anche insufficiente per reagire a questa sfida epocale. Ha un regolamento pensato per shock asimmetrici e per reagire a tensioni finanziarie riguardanti singoli Paesi. Adesso, invece, siamo di fronte al più grave shock economico affrontato dal dopoguerra ad oggi, che compromette fortemente il tessuto socio-economico europeo. Occorre una risposta forte, unitaria, tempestiva.
Insieme ad altri otto Paesi Membri abbiamo lanciato una sfida ambiziosa all’Europa invitandola a introdurre nuovi strumenti per affrontare e superare al più presto questa crisi. In ogni caso alcuni di questi Paesi, che hanno condiviso questa nostra impostazione, sono dichiaratamente interessati anche al Mes, purché non abbia le rigide condizionalità applicate in altre circostanze, ma solo la condizione che l’utilizzo del finanziamento sia per far fronte alle spese sanitarie dirette e indirette.
Il dibattito in Italia è proprio su queste condizionalità. Alcuni sostengono che esiste il rischio che rimangano le tradizionali condizionalità macroeconomiche, altri ritengono che, pur se non previste nella prima fase, alcune condizionalità potrebbero essere inserite in un secondo tempo, altri ancora prevedono che si arriverà a cancellare tutte le condizionalità ad eccezione del vincolo di destinazione per le spese di cura e di prevenzione del contagio. All’ultima riunione dell’Eurogruppo è stato compiuto un deciso passo avanti perché nel paragrafo corrispondente è richiamata espressamente la sola condizione dell’utilizzo del finanziamento per le spese sanitarie e di prevenzione, dirette e indirette.
Vorrei chiarire, però, che discutere adesso se vi saranno o meno altre condizioni oltre a quelle delle spese sanitarie e valutare adesso se all’Italia converrà o meno attivare questa nuova linea di credito significa logorarsi in un dibattito meramente astratto e schematico.
Bisognerà attendere prima di valutare se questa nuova linea di credito sarà collegata a meccanismi e procedure diversi da quelli originari. Se questo nuovo strumento finanziario presenterà caratteristiche effettivamente differenti dal Mes, per come finora utilizzato.
Se vi saranno condizionalità o meno lo giudicheremo alla fine, quando saranno concretamente elaborati il term sheet (contenente le principali caratteristiche del nuovo strumento), i terms of reference (che definiranno termini e condizioni della linea di credito) e, infine, il Financial Facility Agreement, le condizioni di contratto che verranno predisposte per erogare i singoli finanziamenti. Solo allora potremo valutare se questa nuova linea di credito pone condizioni, quali condizioni pone, e solo allora potremo discutere se quel regolamento è conforme al nostro interesse nazionale. E questa discussione dovrà avvenire in modo pubblico e trasparente, dinanzi al Parlamento, al quale spetterà l’ultima parola. Prima di allora potremo disquisire per giorni e settimane, ma inutilmente. Per comprendere questo punto, basta tenere presente l’esperienza che molti cittadini fanno quando chiedono un finanziamento a una banca. Negli incontri preliminari, il funzionario illustra genericamente le condizioni del finanziamento, ma quelle che valgono sono le condizioni generali e le clausole inserite nel concreto contratto di finanziamento.Io, e qui parlo da Presidente del Consiglio e da avvocato, prima di dire se un finanziamento conviene o meno al mio Paese voglio prima battermi perché non abbia, in linea di principio, condizioni vessatorie di alcun tipo. Dopodiché voglio leggere e studiare con attenzione il regolamento contrattuale che condiziona l’erogazione delle somme. Solo allora mi sentirò sicuro di poter esprimere, agli occhi del Paese, una valutazione compiuta e avveduta.
Cosa aveva detto Conte nei giorni scorsi? Conferenza stampa del premier, 10 aprile:
L'Italia non ha firmato e non ha bisogno del Mes. Altri Stati e non l'Italia chiedono modifiche, il Mes senza condizioni è battaglia di altri Paesi. L'Italia non ha firmato l'attivazione del Mes, è inadeguato, vogliamo Eurobond. Non firmerò nulla senza strumenti adeguati alla sfida del coronavirus.
C'è altro? No, pensiamo che basti quello che ha detto e contraddetto il premier. Aaaalt! Fermi tutti. Parla Alessandro Di Battista, se ne sentiva la mancanza nel quadro dell'alta discussione in corso. Cosa dice?
Il Mes mi auguro che esca fuori dal tavolo. Quando il Presidente del Consiglio, che per me ha fatto benissimo a rispondere a Salvini e Meloni, dice: "L'Italia non attiverà il Mes", io ci credo. Il problema però, non è ora, il problema è tra un anno e mezzo.
Non è ora. Strabiliante. Non è ora, è subito. Con il record del crollo della produzione italiana tra le economie avanzate (- 9.1% secondo le stime del Fondo monetario internazionale) e un aumento del debito pubblico a doppia cifra, il rapporto tra debito e pil per l'Italia sarà vicino al 200%. Questo significa che in caso di stress sul debito (e arriverà non appena tutti i programmi economici e gli indici si saranno allineati) siamo candidati a entrare in rotta di collisione con la realtà. Sarà puntuale, inesorabile, onesta. Andiamo avanti. Dove? Nel cuore dell'impresa.
06
Confindustria. Bonomi comincia bene
"La politica ci ha esposto a un pregiudizio fortemente anti-industriale che sta ritornando in modo molto importante in questo Paese". Chi l'ha detto? Carlo Bonomi, nuovo presidente di Confindustria. Bonomi, nato a Crema nel 1966, è un imprenditore del settore biomedicale, ha una lunga esperienza in Confindustria, era presidente di Assolombarda. I 183 membri del Consiglio generale dell'associazione lo hanno designato con voto online segreto: i sì sono stati 123 e 60 i no, nessuna scheda bianca e nessuna nulla. Bonomi ha sempre mostrato grande autonomia nel suo giudizio sulla politica, ha auspicato la collaborazione stretta tra pubblico e privato per uscire dalla crisi, ha chiesto al governo di ragionare con una visione internazionale per l'Italia. Il profilo è quello giusto, la sua elezione è una buona notizia, il resto della storia è tutto da scrivere.
Ha cominciato con le parole giuste, parlando al Consiglio generale, a porte chiuse (e taccuini sempre aperti, perché il giornalismo a questo serve):
Gli anni che abbiamo di fronte richiederanno molta dedizione, molta passione civile, i valori che hanno portato i nostri padri e le nostre imprese a ricostruire l'Italia nel dopoguerra. Ci sarà bisogno dell'impegno di tutti. Insieme dobbiamo cambiare l'Italia. Abbiamo una grande occasione, in un momento molto drammatico forse abbiamo l'occasione di fare quelle modifiche strutturali di cui il Paese ha bisogno.
Due sono gli obiettivi:
Riprendere le produzioni, perché solo quelle danno reddito e lavoro e non certo lo Stato ed evitare una seconda ondata di contagio che ci porterebbe a nuove misure di chiusura che sarebbero drammatiche e devastanti. Per noi questa sfida si pone oggi e non tra tre mesi.
E i prestiti, gli aiuti, la tempistica del governo? Crash:
La strada di far indebitare le imprese credo che non sia la strada giusta. Il tempo è il nostro nemico e rischia di disattivare la nostra presenza nelle catene del valore aggiunto mondiale.
Un altro colpo, sul lockdown senza pianificazione, nessun orizzonte sulla riapertura, la continuità della produzione:
L'Italia è stata posta in un regime fortemente e duramente restrittivo, mentre i nostri concorrenti in Europa continuano a produrre in molti settori, ancora oggi abbiamo solo dati aggregati e non riusciamo a capire nella realtà cosa sta succedendo, non abbiamo dispositivi di protezione se dobbiamo pensare di riaprire, con Regioni che proseguono con modelli diversi, non si può continuare a usare anacronistici codici Ateco che non rappresentano la manifattura e l'industria di ora e del futuro.
Una frustata, sull'ideologia anti-capitalista e anti-impresa che impera nel governo, in generale nel Parlamento privo di cultura del lavoro:
La politica ci ha esposto a un pregiudizio fortemente anti-industriale che sta tornando in maniera molto importante in questo Paese: non pensavo di dover sentire più l'ingiuria che le imprese sono indifferenti alla vita dei propri collaboratori. Sentire certe affermazioni da parte del sindacato mi ha colpito profondamente. Credo che dobbiamo rispondere con assoluta fermezza.
E gli esperti chiamati a fare il lavoro che dovrebbero fare i ministri?
Vanno benissimo i comitati di esperti ma la loro proliferazione da il senso che la politica non ha capito, non sa dove andare. Abbiamo un comitato a settimana, senza poteri, senza capire dove si vuole andare. Ed il tempo è nostro nemico, rischia di disattivare la nostra presenza nelle catene del valore aggiunto mondiali.
L'inizio è promettente, col botto. Ma il vero segreto di una presidenza come quella di Confindustria è durare con questo ritmo. Negoziare, spronare, mai diventare consociativo. Ci riuscirà? Lo vedremo. Di cosa dovrà occuparsi Bonomi? Il tema è quello dell'ultima copertina dell'Economist:
Sarà dura. Bonomi, le imprese italiane, hanno bisogno di aiuto. Là fuori ruggiscono i grandi predatori. E quando c'è la crisi non risparmiano nessuno. Come si combatte? Un buon esempio viene dal discorso di Kristalina Georgieva, direttore del Fondo monetario internazionale.
07
Ricchi e poveri. L'agenda del coronavirus
Il discorso di Kristalina Georgieva, direttore del Fondo monetario internazionale: "Prevediamo la peggiore recessione economica dai tempi della Grande Depressione. Non si può avere un'economia sana senza una popolazione sana. Continuare con le misure di contenimento e dare priorità alla spesa sanitaria". Avviso per l'Italia che si è persa nel Mes
Il Fondo monetario internazionale svolge un ruolo chiave nella risposta alla crisi economica del coronavirus. Assiste gli Stati, presta consulenza e eroga prestiti, informa i governi e l'opinione pubblica sugli scenari e l'andamento dell'economia, finanzia operazioni di aiuto e salvataggio economico. Il tradizionale appuntamento annuale, gli Spring Meetings di Washington sono diventati virtuali. Il direttore generale del Fondo monetario, Kristalina Georgieva, ha introdotto i lavori con un discorso che riportiamo su List. Anche in questo caso pensiamo che sia un intervento utile per sapere, per capire la reale portata del problema che abbiamo di fronte, la sfida gigantesca che ci attende. Per combattere, bisogna conoscere.
Nel discorso della Georgieva c'è tutta l'urgenza del momento nella sua inesorabile concretezza. È importante il riferimento diretto alla Sanità, agli investimenti necessari per la salute delle persone, che dovrebbe ricordare ai nostri governanti quanto le strutture ospedaliere, di prevenzione, cura, isolamento, tracciamento, sanificazione, ricerca, saranno fondamentali nella ripresa. È un punto - la riforma vera e non immaginaria del nostro sistema sanitario - che in Italia è praticamente sparito nonostante i 20 mila morti causati dal coronavirus. L'intervento di Georgieva ci ricorda che la riapertura non è possibile senza questo investimento che per un paese come l'Italia vale svariati miliardi di euro. Tutto il dibattito sul Mes - e in generale sulle fonti di finanziamento della ricostruzione del Paese - è importante per questo motivo: come ripartire in sicurezza, come riprendere una vita che non sarà più la stessa di prima per tanto tempo, ma deve ripartire perché stando seduti sul divano non c'è ricostruzione, ma resa. È un avviso per l'Italia che si è persa nella discussione sul Mes per la Sanità, mentre la gente muore. L'altro punto chiave del discorso della Georgieva è la cooperazione internazionale. Da soli forse si sopravvive, ma insieme, con l'opera comune di chi ha buona volontà, si può vivere meglio. Buona lettura.
di Kristalina Georgieva
Benvenuti ai nostri Incontri di Primavera 2020 virtuali!
Vorrei iniziare augurando a voi e alle vostre famiglie il meglio per la vostra salute e la vostra sicurezza in questi tempi difficili. Vorrei anche esprimere la mia profonda gratitudine a tutti quei medici, infermieri e lavoratori che stanno servendo così altruisticamente in prima linea in questa crisi sanitaria. Continua a leggere il discorso su List.
***
Come chiudiamo questo numero di List? Con la Fine e la Decadenza, perbacco.
08
Fine, decadenza e super eroi
Chi l'avrebbe mai detto? La pandemia rende tutto quello che leggi datato. O meglio, manca qualcosa, ogni visione del mondo, anche quella più brillante, ha un "buco nero" al centro della scena, qualcosa di estremo, violento, potente, irresistibile. Leggendo da giorni "The Decadent Society", il libro di Ross Douthat, ho avuto la sensazione di questa caduta nel vuoto.
Il libro è bello e seducente, la sapienza alta e bassa dell'autore è grande, il mix di classico e pop culture un godimento. Ma quando scorri la cronaca, lasci che a cascata piovano sul monitor le notizie del giorno, il presente che incombe, ti rendi conto che quello che è accaduto è una rottura che non può essere recuperata con le parole di ieri. "Quella cosa", come la chiama mia madre, "è nell'aria". E in questa frase c'è quella sospensione che dona il significato, "quella cosa" pervade ogni pensiero, aliena la nostra esistenza come nient'altro finora, è una gigantesca bolla d'ansia, il Male in una forma a noi sconosciuta perché si incunea tra le condotte d'aria condizionata e i canali dei social network, contamina i polmoni e ammorba la coscienza. Ci sono segni di sfascio nelle comunità, ho la fortuna di fare un mestiere che mi consente ancora di vedere, annotare, sentire, che cosa c'è là fuori. Paura, una invadente, pervasiva, definitiva paura di non-esistere-più-da-domani. Il nostro senso di immortalità è svanito, incenerito dal fulmine di un (im)previsto che era solo al cinema. Abbiamo visto talmente tanti disaster-movie che alla fine sembrava impossibile che potesse accadere. Fine, decadenza.
E ora eccoci qua, siamo l'umanità che ha il male ai polmoni, impaurita, annichilita dal pericolo declamato in decibel e raffigurato in pixel. Una morte di uno, nessuno, centomila, pirandelliana nel suo nascondersi, celarsi, acquattarsi in un angolo, come un predatore. C'è il battito d'ali del notturno che accompagna il non-morto, il pipistrello, un sottotesto di Dracula e naturalmente tutta la sequenza degli zombie di George Romero, per quelli che hanno letto bene l'origine della paura letteraria, c'è lei, Mary Shelley, l'inizio di tutti, Frankestein. Perché il passo successivo di ogni incubo è la mutazione, l'effetto del virus sull'individuo e sulla massa, la divisione in clan, tribù, sani e malati e soprattutto chi ha e non ha. Abbiamo detto che il virus è democratico, ma lo è solo nel suo primo colpo di lancia sul petto, poi, il destino è diverso, perché è arrivato il lockdown, l'isolamento, il conto da pagare, il lavoro finito. Siamo tornati così ai ricchi e poveri, a quelli segregati in una casa angusta, a quelli che hanno il terrore di un'estate troppo calda in un ambiente troppo stretto, a quelli che hanno il giardino e la terrazza e agli altri che boccheggiano da una finestra che s'affaccia nel nulla metropolitano. Siamo ai primi e agli ultimi. E siamo noi, questa umanità che soffre, che ha un domani contato ma non cantato. Abbiamo bisogno d'arte, di cultura, di sogno, siamo inchiodati sullo schermo a cercare una cosa che là non c'è: il contatto umano.
Mentre tutti questi pensieri diventano una nuvola di toscano che sale fino a stingersi nell'invisibile, ecco un'altra immagine, la vera, definitiva rottura: la fine del super eroe. Sono cresciuto con Tex, Zagor, Flash Gordon, Superman, Thor, il Comandante Mark, tutta la famiglia di Dc Comics e Marvell, i libri di Salgari, Sandokan! il meraviglioso Yanez e i tigrotti di Mompracem e poi Stevenson e "quindici uomini sulla cassa del morto". Ecco, che visione, la signorina Agnese, incastonata con i suoi occhi verdi al banco dell'edicola accanto al laboratorio di mio padre, dispensava sogni una volta alla settimana, 150 lire e s'apriva un mondo nuovo. Quarantacinque anni dopo, sul taccuino c'è una domanda: dove sono finiti i super eroi? Gli invincibili, quelli che salvano l'umanità, quelli che non muoiono mai, gli angeli degli ultimi, i vendicatori di ogni torto. Anche Superman (che nasce non casualmente nel 1938, poco prima dell'avvio della tragedia del Novecento, la Seconda guerra mondiale) s'indeboliva davanti alla kriptonite, ma poi Clark Kent tornava a salvare Lois Lane e noi tutti, adulti e bambini, andavamo a letto con la certezza che c'è sempre un super eroe che ti aiuterà. Dove siete? E improvvisamente appare chiara la necessità del sogno, dell'impossibile, dell'utopia e del futuro, del racconto. Uscire è un atto metafisico, l'antidoto al veleno della paura si chiama avventura. Sì, viviamo tempi interessanti. Forse troppo. E dobbiamo riscrivere la nostra storia.
***
La nostra storia, quella del singolo e della sua immagine, la storia e le storie. E il The End che arriva senza farsi annunciare dai titoli di coda. Così egli fu.
09
Luis Sepúlveda. 1949-2020
Fu cronista, fu guerrigliero, fu ecologista, fu esule politico, fu viaggiatore, fu regista, fu agricoltore, fu guardia del corpo, fu Allende, fu il Cile, fu di sinistra, fu arrestato, fu prigioniero, fu liberato, fu esiliato, fu fuggiasco, fu vagabondo, fu tradotto, fu citato, fu in Brasile, fu in Ecuador, fu in Paraguay, fu in Nicaragua, fu in Germania, fu l'America Latina, fu la dittatura, fu la libertà, fu la frontiera, fu una storia d'amore sposata due volte, fu due volte padre, fu in Spagna, fu le Asturie, fu lumaca, fu cane, fu gabbianella, fu frammento, fu pienezza, fu gatto, fu volo, fu balena, fu solitudine, fu moltitudine, fu orgoglio, fu pianto, fu gioia, fu lotta, fu mai resa. Fu contagiato. Fu coronavirus. Fu uno scrittore. Fu un uomo. Egli fu tutto questo. E sarà ancora. Sia lieve la terra a Luis Sepúlveda.
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1. Caratteristiche del Servizio
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nel successivo articolo 5).
1.3 L'Utente può scegliere tra diverse formule a pagamento per la fruizione del Servizio; il costo, la
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2. Acquisto dell'abbonamento
2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.