7 Novembre
FCHINA? Pechino vuole la Jeep
I cinesi di Great Wall puntano all'acquisto del marchio Jeep. La Renegade è prodotta in Italia. C'è davvero un deal in vista con Pechino? Cosa accadrà agli stabilimenti italiani? Intervista a Marco Bentivogli, segretario Fim-Cisl. Il momento chiave per FCA: l'exit di Sergio Marchionne
Da FCA A FCHINA? I rumors sull’interesse dei cinesi di Great Wall non sono più una nuvola passeggera, una notizia che evapora: il fatto c’è, i cinesi vorrebbero comprare il leggendario marchio Jeep dal gruppo Fiat-Chrysler. Automotive News pubblica la notizia, il mercato ci crede, il titolo in Borsa vola, il risiko globale dell’automotive è in pieno svolgimento e chi ha cassa come sempre detta il gioco. I cinesi hanno la cassa. E fame di asset strategici occidentali. L’auto è uno di questi e lo scenario della mobilità sta per essere sconvolto dalla rivoluzione energetica in corso.
Per l’Italia l’impatto di una cessione di Jeep sarebbe enorme: la Renegade, uno dei modelli di punta del marchio americano, è assemblata nello stabilimento world class di Melfi. E i cinesi non sono gli arabi. Sono strani compratori e ancor più strani produttori. Sono una potenza straniera che ha la testa in Oriente, un altro mondo, Pechino.
La partita è delicatissima, il gruppo FCA da tempo sta cercando un’alleanza per crescere in uno scenario dove i T-Rex dell’auto rischiano di essere sbranati dai velociraptor dell’hi-tech che stanno accelerando l’era dell’auto elettrica. E’ là, dietro l’angolo, più vicino di quanto si immagini. Non c’è solo Tesla, l’avventura di Elon Musk, all’orizzonte si vedono i piani di Apple, Google e altre forze nascenti in un settore che sarà trasformato dall’alimentazione elettrica e dalla digitalizzazione. Aggiungete a questo scenario il carburante della finanza e avrete un campo di battaglia permanente dove chi resta fermo diventa una preda.
Automotive News scrive che il presidente di Great Wall, Wang Fengying, ha confermato via email l’interesse per Jeep e i contatti con FCA. E' una notizia.
La partita della separazione e vendita di alcuni marchi dal gruppo FCA sarebbe più ampia: in gioco...
Da FCA A FCHINA? I rumors sull’interesse dei cinesi di Great Wall non sono più una nuvola passeggera, una notizia che evapora: il fatto c’è, i cinesi vorrebbero comprare il leggendario marchio Jeep dal gruppo Fiat-Chrysler. Automotive News pubblica la notizia, il mercato ci crede, il titolo in Borsa vola, il risiko globale dell’automotive è in pieno svolgimento e chi ha cassa come sempre detta il gioco. I cinesi hanno la cassa. E fame di asset strategici occidentali. L’auto è uno di questi e lo scenario della mobilità sta per essere sconvolto dalla rivoluzione energetica in corso.
Per l’Italia l’impatto di una cessione di Jeep sarebbe enorme: la Renegade, uno dei modelli di punta del marchio americano, è assemblata nello stabilimento world class di Melfi. E i cinesi non sono gli arabi. Sono strani compratori e ancor più strani produttori. Sono una potenza straniera che ha la testa in Oriente, un altro mondo, Pechino.
La partita è delicatissima, il gruppo FCA da tempo sta cercando un’alleanza per crescere in uno scenario dove i T-Rex dell’auto rischiano di essere sbranati dai velociraptor dell’hi-tech che stanno accelerando l’era dell’auto elettrica. E’ là, dietro l’angolo, più vicino di quanto si immagini. Non c’è solo Tesla, l’avventura di Elon Musk, all’orizzonte si vedono i piani di Apple, Google e altre forze nascenti in un settore che sarà trasformato dall’alimentazione elettrica e dalla digitalizzazione. Aggiungete a questo scenario il carburante della finanza e avrete un campo di battaglia permanente dove chi resta fermo diventa una preda.
Automotive News scrive che il presidente di Great Wall, Wang Fengying, ha confermato via email l’interesse per Jeep e i contatti con FCA. E' una notizia.
La partita della separazione e vendita di alcuni marchi dal gruppo FCA sarebbe più ampia: in gioco ci sarebbero anche Maserati e Alfa Romeo. Ma è Jeep l’obiettivo, un marchio globale, che anche nei piani di Sergio Marchionne può diventare una standalone company, un’azienda indipendente, separata dal resto del gruppo. Marchionne mixa sempre la sua creatività finanziaria con il business industriale, è la forza di un manager che prese una Fiat decotta - pronta a portare i libri in tribunale - e la condusse all’acquisto di una delle grandi case automobilistiche americane, Chrysler.
Oggi sembra maturare un altro passaggio-chiave e non a caso potrebbe arrivare quando all’orizzonte si profila il giorno del tramonto, l’addio di Marchionne alla guida di FCA. Il manager ha confermato che nel 2018 ci sarà il passo dell’addio e per John Elkann si profila una successione (im)possibile. Marchionne è una figura non riproducibile e la sua originalità non è certo il maglione sul quale i cronisti hanno raschiato la penna senza cavarne mai niente. Marchionne è un personaggio da total war del settore industriale, uno che non molla mai, uno capace di inseguire e realizzare sogni. I suoi nemici dicono: realizza anche gli incubi. Sta di fatto che in un settore dove si contano morti e feriti, Marchionne è più vivo che mai. Lascerà, il problema numero uno è come, il problema numero due è l’Italia.
Gli stabilimenti italiani hanno subito un processo di trasformazione radicale, positivo. Melfi ne è l’esempio: la fabbrica oggi è al top, ha avuto il riconoscimento del World Class Manufacturing e dalle sue linee esce la Jeep Renegade, uno dei modelli grande successo del marchio americano. Le luci e ombre cinesi si proiettano anche sull’Italia e sono di enormi dimensioni. Per ora ombre, domani vedremo.
Tutti gli stabilimenti italiani hanno bisogno di un upgrade produttivo, servono nuovi modelli per sostenere produttività e occupazione. Quello di Pomigliano presenta le maggiori criticità future. Settembre sarà il mese decisivo, i sindacati si attendono un annuncio di Marchionne sui nuovi modelli da produrre in Italia, lo stesso Marchionne ha ribadito più volte che nel 2018 lascerà “con la piena occupazione”. La partita italiana è complicata, la produzione della nuova Jeep Compass non passerà - almeno per ora - nelle fabbriche del Belpaese, mentre produzione della Renegade è già stata clonata a Goiana, nel Pernambuco (Brasile) e in Cina, a Guangzhou. In Italia si attende una riunione dell’esecutivo FCA e un annuncio di Marchionne.
In attesa delle parole di Marchionne, List ha esplorato gli umori del sindacato. Il titolare ha fatto una chiacchierata con Marco Bentivogli, segretario della Fim Cisl, uno che studia e ha chiuso un contratto importante per i metalmeccanici. Ecco le domande e le risposte sul taccuino del titolare di List.
01
Bentivogli: no allo spacchettamento
Marco Bentivogli, cosa sta succedendo nel settore dell'auto?
Succede che il momento è davvero cruciale. Siamo davanti a un passaggio decisivo nel settore e non solo in quello, sono tendenze globali.
Perché?
Primo aspetto fondamentale: i detrattori dell’Italia avevano e hanno torto. Nonostante tutto quello che si diceva di FCA, nonostante tutto quello che si è detto e scritto di Marchionne, l'interesse di Great Wall dimostra che loro sbagliavano e l’appeal industriale di FCA è grande. E questo è dovuto non solo al fatto che il matrimonio tra i motori di Fiat e Chrysler ha funzionato, ma anche grazie a un altro punto da tenere in considerazione: la marginalità operativa di FCA era sempre stata attorno al tre per cento, nell’ultimo anno è raddoppiata e questo ha convinto tutto il mercato. Se aggiunge il fatto che l’altro problema, il debito, sta avendo un’evoluzione positiva sia sul piano del debito netto industriale che su quello finanziario...
...arrivano i cinesi.
Non so se arriveranno loro o altri. Il tema è che Marchionne aveva individuato bene la tendenza di tutti i settori industriali al consolidamento dei produttori attuali e la comparsa di nuovi player asiatici. L’analisi era perfetta e la strategia è arrivata di conseguenza. In questo periodo ci sono stati una serie di matrimoni importanti nell’automotive: i cinesi di Geely hanno comprato Volvo, il matrimonio gigantesco tra Renaul-Nissan-Mitsubishi e quello di Peugeot-Opel. Tutto si sta muovendo con rapidità. È quello che avevamo intuito dopo l'avvento di Trump alla Casa Bianca.
Trump cosa è?
Trump è un game changer. Anche se il suo Made and Buy America non ha esercitato ancora effetti sulle alleanze.
I cinesi sono anche un dilemma?
Sono un’incognita. Ma generalizzare è sbagliatissimo. Ci sono aziende serie e solide. Su Great Wall per esempio, il trenta per cento è in mano al governo locale e questo qualche pensiero lo fa correre. È significativo il fatto che ci sia una spinta fortissima del governo cinese allo shopping internazionale di imprese e reti commerciali. Non sono contrario a alleanze con investitori asiatici, ma mi chiedo: qual è il contenuto dell’alleanza? In ogni caso, sono contrarissimo a ipotesi di spacchettamento.
Vogliono acquistare il marchio Jeep.
Il meglio, chiaro. Il marchio Jeep sta andando fortissimo anche nel nostro Paese e i prodotti premium come Jeep servono a coronare proprio l’obiettivo di Marchionne: la piena occupazione nel 2018.
Segnali di vita dal governo, dalla politica in generale?
C’è un problema di cultura a-industriale. Prima era anti-industriale, ora è proprio assente. Tutt’al più si utilizzano queste vicende - come nel caso di Fincantieri - per il polemificio quotidiano. Il politico si fa fare qualche rassegna stampa prima del talk show e poi se ne disinteressa.
Gli altri governi europei marciano con l'industria. Francia, Germania...
Tutti gli altri governi sono in prima fila perché sanno che la politica industriale è un pezzo fondamentale della politica estera di un paese.
Marchionne sta cercando un'alleanza, ci provò con General Motors.
Da questo punto di vista Marchionne quando parla di semplificazione nella produzione di automobili ha ragione. E l’alleanza con gli asiatici avrebbe respiro, un senso compiuto. E un mercato.
E se davvero arriva Great Wall che fate?
Se è un’alleanza dove non viene smembrato il gruppo, allora va bene. I cinesi a queste condizioni sono un’opportunità.
Per il sindacato è una nuova fase?
È una sfida, sapevamo che prima o poi sarebbe arrivata una seconda ondata di strategia internazionale da parte di FCA, Marchionne questo lo ha sempre sostenuto, a prescindere da un closing con Great Wall o meno. General Motors non si è concretizzata, fino ad ora, ma è chiaro che siamo di fronte a un altro capitolo della storia.
02
Lo shopping cinese nel mondo
Che storia? Quella di un cambiamento degli assetti geopolitici, la Cina sta espandendo la sua influenza con lo shopping di aziende in tutto il mondo (cosa che preoccupa moltissimo l'Europa, in particolare la Germania di Angela Merkel che ha già bloccato in passato una serie di acquisizioni nei settori strategici, per non parlare della guerra commerciale che prepara la Casa Bianca). Il dossier FCA-Great Wall è un capitolo di questa storia, comunque si concluda. Mentre i giornali italiani aprono le loro edizioni online con la rapina al Twiga e Ilaria D'Amico che commenta il calciomercato del Milan, altrove la faccenda desta un certo interesse. Questa è l'home page del Financial Times:
Il Wall Street Journal segue la vicenda con attenzione e il 15 agosto scorso si è chiesto quale sarebbe la migliore alleanza per FCA. Per capire che cosa succede alla più grande industria italiana bisogna leggere i giornali esteri. E List. Andiamo avanti in questo nostro viaggio, la figura chiave, il centro del maelstroem è Sergio Marchionne.
03
Il momento chiave: l'exit di Marchionne
Nel frattempo, il titolare di List lascia una nota sul taccuino: la politica italiana, come di consueto, dorme. Mentre il Parlamento è spiaggiato e il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni al Meeting di Rimini promette il varo dello ius soli (e il suicidio elettorale della maggioranza sul tema dell'immigrazione), Marchionne sta preparando la sua uscita. Parliamo della figura che negli ultimi quindici anni ha salvato e poi tenuto in piedi la produzione industriale italiana. La sua successione non è il banale avvicendamento del capo di una fabbrica in un capannone del Veneto, ma la fine di un'era e un problema per John Elkann: trovare uno in grado di guidare l'azienda con la stessa capacità di creare nuovi scenari in un mondo che sta galoppando verso la rivoluzione dell'auto elettrica, il cambio di passo della produzione, la fabbrica iper-digitalizzata, il design come elemento decisivo di un immaginario che per le nuove generazioni è un altro film.
Un quindicenne di oggi comprerà domani un'auto Apple o una Fiat?Sono domande che non passano nella mente della classe dirigente italiana che su questi temi non tocca palla. Sono nella testa di Marchionne, senza il quale l'Italia avrebbe perso almeno due stabilimenti di produzione dell'auto e decine di migliaia di posti di lavoro. Chi è Marchionne? Il titolare di List nel suo libro "Tutte le volte che ce l'abbiamo fatta" (Mondadori) ne aveva tracciato un profilo.
Chi è Marchionne? Il titolare di List scriveva nell'ormai lontano 2012: "Metterlo tra gli irregolari è troppo facile, giudicarlo americano è una corbelleria, l’ideale è non classificarlo e provare a raccontarlo. Sergio Marchionne è un personaggio balzachiano, un lampo tra gli «impiegati» del capitalismo, un miscuglio strano di economia, politica, irruenza, caratteraccio, malinconia, discorsoni, silenzi, numeri, filosofia". Per i lettori di List, un regalo: il capitolo di "Tutte le volte che ce l'abbiamo fatta" su Sergio Marchionne. È la libreria di List, per voi: potete scaricare qui il file pdf. Buona lettura.
E ora che facciamo? Abbiamo sfiorato l'isolotto della politica italiana, facciamo un giro sulle spiagge dei nostri partitanti, sta per ripartire la stagione politica. Allacciate le cinture. Seguite il titolare di List.
04
Traghetto Gentiloni
Il Meeting di Rimini ha (ri)aperto la stagione politica o, meglio, quella della chiacchiere, visto che il Parlamento è chiuso e il governo è impegnato in un testacoda introspettivo dagli esiti incerti. Paolo Gentiloni ha parlato al "popolo di Comunione e Liberazione" mostrando il suo consueto savoir faire e quel passo da er moviola che lo fa apparire innocuo, ma in realtà tenace e attaccato all'incarico come una cozza allo scoglio. Prova ne è che tutti i tentativi di disarcionamento messi in atto da Renzi sono andati a vuoto. Gentiloni è il traghetto che conduce verso un nuovo Parlamento. Come sarà? Prendete nota di tre punti da seguire sul radar:
- Non c'è ancora la legge elettorale e Berlusconi ha chiesto a Renzi di mettersi al tavolo per tornare a parlare del sistema tedesco;
- Le elezioni in Sicilia sono una prova (forse) decisiva per il Pd di Renzi: se il segretario perde a valanga, la sua candidatura a Palazzo Chigi diventa un miraggio e perfino la sua segreteria entra nella fase da aereo più pazzo del mondo;
- I sondaggi danno una situazione di stallo totale, come spiegato qualche numero fa da Lorenzo Pregliasco, direttore di YouTrend, su List.
Ecco il quadro dell'instabilità che ci attende:
Parità e nessuno che conquista la maggioranza. Che scenario. Passaporti validi per l'espatrio ne abbiamo? Sì, vabbè, ma dove andiamo? A vedere chi altro fa shopping in giro per il mondo. Chi? La Francia. Come diceva Gordon Gekko: "È tutta una questione di soldi, il resto è conversazione". Anche di oro, fucili e petrolio. Che combina Macron? Compra petrolio.
05
Total compra Maersk Oil
Il gigante francese del petrolio, Total, ha comprato per cinque miliardi di dollari le attività petrolifere dei danesi di Maersk Oil. L'acquisizione consentirà a Total di produrre tre milioni di barili di petrolio e gas al giorno, ponendola tra i primissimi gruppi al mondo insieme a Exxon e BP. Come si collega questa storia al fil rouge del numero odierno di List? Due parole chiave: alleanza e consolidamento. E' un mondo difficile. Il capitalismo ha le sue fasi, i titani giocano al gorilla game, crescere sempre di più. Il problema è non appesantirsi. L'altro punto, è il grande attivismo del sistema industriale francese e la spinta della presidenza di Emmanuel Macron. Quando la Germania avrà compiuto il suo passaggio elettorale (24 settembre) al volante tornerà Angela Merkel. E vedremo se Macron starà sul sidecar al posto del passeggero o proverà a prendere la guida almeno per un pezzo di strada. Attenzione, sul ciglio della provinciale c'è una figura che sta chiedendo un passaggio. Chi è? L'Italia.
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soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
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24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.