9 Marzo
Fermi tutti
I casi di coronavirus sono in forte aumento, il premier Conte annuncia: "Non ci sarà più una zona rossa, ci sarà un'Italia zona protetta". In vigore da domani in tutto il paese le limitazioni alla mobilità. La Borsa di Milano crolla (-11,17%), tonfo globale dei mercati (Wall Street -7,8%), la crisi tra Russia e Arabia Saudita affonda il petrolio
BREAKING. L'Italia chiude, il paese va in isolamento, la mobilità sarà limitata, non ci saranno più zone rosse, tutto il paese è sottoposto a stringenti norme per cercare di contenere la diffusione del coronavirus. Il premier Giuseppe Conte poco fa in conferenza stampa ha confermato quanto abbiamo anticipato su List: "Abbiamo avuto una crescita importante dei casi, le nostre abitudini vanno cambiate, ora, per il bene dell'Italia, non abbiamo tempo, lo dobbiamo fare subito, servono norme più stringenti, misure più forti per contenere il coronavirus. Sto per firmare un provvedimento che si intitola "io resto a casa". Non ci sarà più una zona rossa, non ci sarà la zona 1 e 2 della penisola. Ci sarà l'Italia, un'Italia zona protetta. Saranno da evitare su tutto il territorio della penisola, a meno che non siano motivati da comprovate ragioni di lavoro, casi di necessità o anche motivi di salute. Aggiungiamo anche il divieto degli assembramenti all'aperto e in locali aperti al pubblico". La decisione è stata presa, il decreto è stato firmato ed è in vigore. L'Italia è in isolamento, è una mossa estrema, non l'ultima possibile, ma certamente carica di gravità, per cercare di femare il contagio. Closed.
01
L'espansione dell'epidemia
Che succede? Abbiamo giusto un paio di problemi da risolvere: la crisi del coronavirus è in piena espansione globale, l'Organizzazione mondiale per la Sanità ora dice che "il rischio di una pandemia è molto reale" e confessiamo che la notizia non ci ha colto di sorpresa visto che contiamo 111 mila casi in 108 paesi. Mentre l'Italia è entrata nella fase cinese dell'epidemia - con una progressione simile a Wuhan a fine gennaio - i contagiati nel nostro paese sono 9.172 (abbiamo staccato ampiamente la Corea del Sud che era al secondo posto della triste classifica con 7478 casi), i morti sono 463 e i guariti sono 724....
BREAKING. L'Italia chiude, il paese va in isolamento, la mobilità sarà limitata, non ci saranno più zone rosse, tutto il paese è sottoposto a stringenti norme per cercare di contenere la diffusione del coronavirus. Il premier Giuseppe Conte poco fa in conferenza stampa ha confermato quanto abbiamo anticipato su List: "Abbiamo avuto una crescita importante dei casi, le nostre abitudini vanno cambiate, ora, per il bene dell'Italia, non abbiamo tempo, lo dobbiamo fare subito, servono norme più stringenti, misure più forti per contenere il coronavirus. Sto per firmare un provvedimento che si intitola "io resto a casa". Non ci sarà più una zona rossa, non ci sarà la zona 1 e 2 della penisola. Ci sarà l'Italia, un'Italia zona protetta. Saranno da evitare su tutto il territorio della penisola, a meno che non siano motivati da comprovate ragioni di lavoro, casi di necessità o anche motivi di salute. Aggiungiamo anche il divieto degli assembramenti all'aperto e in locali aperti al pubblico". La decisione è stata presa, il decreto è stato firmato ed è in vigore. L'Italia è in isolamento, è una mossa estrema, non l'ultima possibile, ma certamente carica di gravità, per cercare di femare il contagio. Closed.
01
L'espansione dell'epidemia
Che succede? Abbiamo giusto un paio di problemi da risolvere: la crisi del coronavirus è in piena espansione globale, l'Organizzazione mondiale per la Sanità ora dice che "il rischio di una pandemia è molto reale" e confessiamo che la notizia non ci ha colto di sorpresa visto che contiamo 111 mila casi in 108 paesi. Mentre l'Italia è entrata nella fase cinese dell'epidemia - con una progressione simile a Wuhan a fine gennaio - i contagiati nel nostro paese sono 9.172 (abbiamo staccato ampiamente la Corea del Sud che era al secondo posto della triste classifica con 7478 casi), i morti sono 463 e i guariti sono 724. I numeri parlano da soli, il coronavirus corre. E le città sono in fase di zombificazione, basta guardare la foto che apre questo numero serale di List, piazza Navona, Roma, il deserto. Si parla di un provvedimento in arrivo per allargare le regole delle zone rosse a tutta l'Italia, vedremo presto le decisioni del governo, c'è pressioni dei partiti e anche delle Regioni del Sud. Non ci resta che attendere. Nel caos, emerge una certezza: il 70 per cento dei malati in Cina è guarito. Possiamo fare peggio?
La psicosi è grande, l'isteria visibile, la soluzione per ora è una scommessa. Questo è il momento in cui la paura vince, arriverà anche un po' d razionalità, con calma. D'altronde, gli italiani in piena espansione del contagio sono andati sulle piste da sci farsi uno spritz, è il famoso "modello Milano" applicato all'epidemia, l'aperitivo ad alta quota in allegria compagnia del coronavirus. Un comportamento esemplare che denota tutta la superiorità antropologica dei tipi ambrosiani auto-celebrati.
In un tam tam da guerra tribale - una specie di salto spazio-temporale con l'Italia che diventa un paese sudamericano sotto golpe o in piena primavera araba - i detenuti di 23 carceri del Belpaese sono in rivolta, ci sono stati morti, feriti e naturalmente degli evasi. Sembrano cronache ai confini della realtà, ma è tutto vero. Questa emergenza, combinata con lo shock petrolifero causato dallo scontro tra Arabia Saudita e Russia, ha messo in ginocchio i mercati finanziari, così la Borsa di Milano è crollata (- 11,17 per cento), la peggiore del mondo in uno scenario di ferro e fuoco, quello di un'economia di guerra.
02
Picchiata e virata dei mercati. Verso dove?
Punto nave. Piazza Affari è colata a picco, l'indice Ftse Mib ha perso l'11,17 per cento, scendendo a quota 18.475 punti, oltre 63 miliardi di capitalizzazione in una seduta. I mercati sono in caduta libera, il prezzo del petrolio è crollato, l'Italia è un paese bloccato dal coronavirus (e anche gli altri non stanno tanto bene). Sul monitor brillano tre elementi chiave: shock geopolitico, petrolio, virus. La giornata è di quelle che lasceranno il segno pesante sul taccuino, sarà un giorno difficile da dimenticare. Cruscotto delle borse europee alla chiusura:
A Wall Street sta andando così, suonano la colonna sonora di Profondo Rosso:
Nelle piazze finanziarie del Pacifico è andata così:
Non proprio una splendida giornata, ma la Borsa è come il gioco, vinci e perdi. Il problema è quando non smetti di perdere. I mercati picchiano e virano, ma verso dove? Non siamo più nella fase della semplice correzione dei prezzi e neppure siamo in fase Orso, siamo di fronte a un cambiamento di scenario. Quale?
03
La matrioska del 2020
Il 2020 è partito a razzo, non si dorme più dalla notte del 3 gennaio, quando un missile Hellfire sparato da un drone americano fece esplodere a Baghdad l'auto di Qassem Soleimani, il generale iraniano, capo della forza speciale Quds, il master e commander delle operazioni militari di Teheran nel mondo. Da quel momento, tutto il gioco geopolitico è cambiato, è diventato sempre più accelerato, complesso e compresso.
Sullo sfondo di quel blitz c'era la partita della supremazia regionale in Medio Oriente. E mentre il sistema delle relazioni internazionali cercava di assorbire il blitz via drone del Pentagono, poi i missili di Teheran, una crisi da sviluppo nucleare (con sullo sfondo il futuro del petrolio e del gas), Erdogan piazzava le sue armi sulla casella della Libia, prima lo sfondamento dei confini della Siria, poi il deserto e i pozzi di petrolio del paese che fu del colonnello Gheddafi, l'impero ottomano è tornato. Così la Grecia improvvisamente ha sfoderato gli artigli. Eccoli, i bagliori della guerra del Mediterraneo Orientale.
3 gennaio 2020. Ciò che resta dell'auto che trasportava Qassem Soleimani a Baghdad (Foto Ansa)Mentre Trump e Xi Jinping facevano le prove tecniche della Pax del Container, sulla scena è comparso un attore nuovo di zecca, un tipo strano, con qualcosa di familiare, remoto eppur noto: il coronavirus. Questo carattere invisibile del nostro racconto, l'imprevisto, ha cambiato lo spazio e la nostra storia.
Siamo davanti a una matrioska. Ne vediamo il primo strato esterno, ma dentro la bambolina del coronavirus c'è qualcosa di più grande che non compare nei titoloni dei giornali e negli strilli dei telegiornali: lo shock geopolitico del petrolio, la guerra del barile tra Russia e Arabia Saudita, il grande gelo tra Vladimir Putin e Mohammed Bin Salman. La fine del format Opec Plus.
04
Virus + Oil = Shock
La formula serve per riassumere la situazione: Virus + Oil = Shock
Il prezzo del petrolio: i futures del Brent, in apertura sui mercati asiatici, hanno subito una caduta da record, seconda solo a quella della Guerra del Golfo nel 1991. Alle 12:00 il barile viaggia a 35,43 dollari al barile.
Che cosa sta succedendo? Due fattori sono in campo:
1) L'impatto del coronavirus sull'economia, la recessione per l'Europa, il forte calo della crescita della Cina e gli Stati Uniti che sono in piena campagna presidenziale;
2) Lo shock geopolitico generato dalla partita strategica nel Mediterraneo Orientale e in Libia. Russia e Arabia Saudita sono su sponde divergenti, l'alleanza (per ora) è finita, il format Opec + (paesi produttori del cartello, più la Russia) è defunto.
Siamo di fronte alle conseguenze della Grande Divergenza, quello che non ti aspetti.
05
La Grande Divergenza tra Mosca e Riyad
La traduzione di questo scontro è nella politica di produzione e prezzo, grafico tratto da un report fresco di stampa di Goldman Sachs:
Come si chiama tutto questo? Grande Divergenza, la curva blu è la produzione dei paesi Opec e la celeste quella dei paesi non Opec. Come vedete, le due curve cominciano a divergere - fino ad aprire una grande forbice - quando la politica dei paesi Opec passa dalla strategia di difesa della quota di mercato a quella della difesa del prezzo. In quello spazio della forbice si sono infilati i produttori americani di shale oil. In termini di mercato, i paesi non Opec ci hanno guadagnato. Ora siamo a una svolta, tanto importante da cambiare lo scenario del petrolio e del gas, uno shock che non era in scena da 20 anni, quello che Goldman Sachs ha battezzato New Oil Order, una guerra dei produttori e un attore imprevisto fino a qualche settimana fa: il coronavirus. La riduzione della domanda di petrolio dipende (anche) dall'impatto del virus sulla produzione mondiale. Stiamo navigando su acque sconosciute. E in tempesta.
Vladimir Putin accoglie a Mosca il Re dell'Arabia Saudita, King Salman bin Abdulaziz Al Saud (Foto Ansa)Come si è arrivati al punto di rottura? Come si è consumato il divorzio tra Putin e Mdb? Le loro strade si sono davvero separate? Allacciate le cinture e indossate il casco, entriamo in pista con i dragster del petrolio.
06
Il collasso del formato Opec +
Venerdì scorso la Russia ha deciso di far collassare il formato Opec + e lasciare l'Arabia Saudita a meditare sulle proprie mosse. Mosca ha detto no a un ulteriore taglio della produzione. Il matrimonio energetico tra Mosca e Riyad è andato in frantumi durante il vertice Opec. Nella dolce Vienna, s'è consumato lo scontro tra i Tirannosaurus Rex del barile. Il ministro dell'energia della Russia, Alexander Novak, con il sorriso di chi sa che sta per far andare di traverso la colazione a un amico/nemico, guarda in faccia il ministro dell'energia dell'Arabia Saudita, Abdulaziz bin Salman, e gli dice: principe, noi non ci stiamo, non tagliamo la produzione. Perché? Taglio della produzione e aumento del prezzo sarebbero un regalo ai frackers americani che hanno occupato gli spazi di mercato lasciati liberi dai tagli fatti dai paesi dell'Opec. Due numeri dicono tutto: dal novembre del 2016 i paesi di Opec + hanno tagliato 4.4 milioni di barili di petrolio al giorno, il resto dei produttori mondiali invece ha aumentato l'output di 5.7 milioni di barili al giorno. Chi taglia difende il prezzo, chi produce di più allarga la quota di mercato. I russi hanno deciso di non giocare più la partita della petromonarchia saudita. Putin ha cambiato strategia, questo è il suo ragionamento: i produttori di shale oil americano non possono più stare tranquilli, il prezzo calerà fino a mandarne parecchi a carte quarantotto, il mio sistema può reggere lo stress, voi no. Gong. Per chi suona la campana? Per tutti, è chiaro, basta guardare i prezzi, il Brent è a 35 dollari il barile e ci sono proiezioni di Goldman Sachs che proiettano il prezzo fino a 20 dollari. Traduzione: mega perdite per tutti, capitalizzazione di borsa bruciata per le società quotate, scenario economico ribaltato. Quelli che la sanno lunga diranno: tutto qui? No, c'è molto altro: la guerra.
07
Le mappe del Risiko energetico
La guerra contemporanea è quello che stiamo descrivendo, non i cannoni, le mitragliatrici, i carri, la fanteria, l'aviazione, la marina. La guerra più potente e immediata è quella delle grandi armate dell'energia e della finanza che si muovono su scala planetaria. Putin si è messo al tavolo da Risiko e mostra a tutti cosa significa avere vent'anni di esperienza al gameboard globale. A cosa mira? Prima di tutto a risolvere a suo favore la partita in Libia e nel Mediterraneo Orientale. Ripasso veloce con un colpo d'occhio, mappa generale:
Poi dettaglio sulla contesa nelle acque di Cipro:
Petrolio, gas, influenza geopolitica. In un mondo finito nella trappola del coronavirus, concentrato sui posti letto e in preda a una psicosi virale, c'è chi sguazza perfettamente nella paura, è il suo business. Putin lo fa benissimo, si infila come da tradizione russa dove ci sono spazi, incertezze, difficoltà. Qui si muovono due tipi che hanno confidenza con i soldatini, Putin e Erdogan, la Turchia e la Russia, non a caso discendenti di due imperi più vivi che mai nella memoria e attivi nel presente, il neo espansionismo ottomano e la ritrovate sfere d'influenza di Mosca. Risiko, dunque.
08
Il campo della Libia. Macron vede Haftar
Il campo da gioco parte a Est con la Libia. La Conferenza di Berlino è fallita miseramente, Putin a Mosca non è riuscito a metter d'accordo Haftar e Serraj, per lo Zar si tratta di una sconfitta e nel deserto libico va cercata la ragione della crisi petrolifera. Putin non ha trovato sponda in Haftar, hanno vinto gli interessi degli Emirati Arabi e dell'Arabia Saudita, dell'Egitto, il generale di Bengasi deve continuare l'assedio contro Tripoli. Così la Libia con i suoi ricchi giacimenti e le infrastrutture della Mezzaluna petrolifera, resta un paese nel limbo. Il no di Haftar a Putin a Mosca pesa. Quel rifiuto del piano di pace del Cremlino è diventato la guerra del prezzo del petrolio tra Russia e Arabia Saudita. Stiamo giocando a scacchi.
A scacchi gioca Emmanuel Macron che oggi ha ricevuto all'Eliseo per un'ora il generale Khalifa Haftar, l'uomo che tiene sotto assedio la capitale della Libia, Tripoli. Il presidente francese sta cercando di rimettere in pista le idee (impraticabili) della Conferenza di Berlino, cioè far digerire a Arabia Saudita, Emirati Arabi e Egitto una pace che serve a tutti, tranne che ai libici. Haftar controlla le strutture petrolifere da molte settimane e il conto è salato: 200 miliardi di dollari, il collasso dell'Opec. Haftar tiene la mano ben stretta sul rubinetto del petrolio, è l'uomo che mostra alla Russia e alla Turchia che non si può costruire una nuova Libia senza Arabia Saudita e Emirati Arabi. Lo scontro di Berlino è tutto qui, trasferito con la potenza di uno shock energetico sul formato dell'Opec Plus, niente tagli e separazione burrascosa tra Mosca e Riyad.
Cosa ha promesso Haftar a Macron? Che domande, quello che promette sempre a chiunque: la fine della guerra, ma Khalifa è uno con il kalashnikov in spalla e il pelo sullo stomaco e dunque Sky News Arab racconta che il generale ha assicurato subito dopo che "non rispetterà il cessate il fuoco se non lo faranno anche le milizie armate di Tripoli". Smetto di sparare se non sparano gli altri, facile. Sequenza: sparo, firmo, sparo.
Dall'Eliseo dicono che "la discussione è stata incentrata anche sul petrolio, colpito dal blocco portuale e dal coinvolgimento di Paesi stranieri in Libia". Traduzione: come levarsi di torni i mercenari e consiglieri militari di Erdogan. Il problema è la Turchia. La Russia sta come sempre in mezzo, pronta a incunearsi. Haftar? Uno di sostanza (senza pietà) che ci tiene all'apparenza, così dal comando dell'Esercito della Cirenaica informano che il generale è stato ufficialmente invitato all'Eliseo lo scorso 12 febbraio e che è stato ricevuto con tutti gli onori. Come un capo di Stato, posizione a cui egli chiaramente aspira, si capisce. Dettagli importanti: all'incontro all'Eliseo hanno preso parte anche il capo di stato maggiore dell'Esercito francese e i ministri dell'Interno e della Difesa. Militari. Deserto. Petrolio.
Altri campi da gioco di questa storia?
09
Mappe per non perdersi. Egitto, Israele, Libano e Cipro
Tre mappe. L'Egitto, fiore e duna, fiume e roccia, terra e mare ricco di giacimenti di gas, dal delta del Nilo fino al blocco di Shorouk:
Le coste di Israele e del Libano, paesi che si contendono un altro pezzo di mare ricco di risorse:
Ogni mappa è una sfida, il quadro si completa con la piccola Cipro, al centro di un teatro di dispute internazionali, interessi energetici e militari.
Questo è il quadro di riferimento, tutte le pedine che per mesi su List abbiamo seguito stanno andando a dama. Putin calibra le sue mosse, Erdogan apre e chiude guerre lampo dove perde molti soldati (l'esercito turco è numeroso e ben armato, ma non sa combattere bene) ma guadagna terreno e influenza, Trump sta a guardare la scena, lascia fare perché ha ben chiaro in testa che la corsa di America 2020 si è tremendamente complicata, rischia di non essere eletto. Non perché i Dem siano diventati improvvisati degli assi, ma perché di fronte a Trump si sono presentati due avversari imprevisti: il coronavirus e Putin. Il primo potrebbe mandare in crisi il sistema sanitario americano e rallentare parecchio l'economia, il secondo giocherebbe ancora una volta un ruolo importante nella scena elettorale americana, il crollo di Wall Street per la Casa Bianca è una tragedia.
***
C'è un altro soggetto da osservare con grande attenzione: il Giappone.
10
Shinzo Abe ha un problema: il Giappone
Il primo ministro giapponese è abituato a combattere, il paese del Sol Levante ha problemi cronici di crescita, la Abenomics ha provato in questi anni a dare una risposta, in parte riuscita, ma alla fine a Tokyo sono sempre al punto di partenza, una società che ha bisogno di una grande shakerata che non arriva. I dati economici diffusi stanotte sono micidiali, confermano che il gigante del Pacifico è sempre malato: nel quarto trimestre il prodotto interno lordo ha registrato una contrazione dell'1,8 per cento, contro una previsione dell'1,6 per cento. Su base annua il calo è del 7,1 per cento, le previsioni davano invece una contrazione del 6,3 per cento. Le cose non vanno bene e il Giappone resta un paese chiave dell'economia mondiale. Che fare? Anche se c'è poco da gioire, bisogna stare allegri per guardare al domani con speranza, allora... Banzai!
***
Come chiudiamo questo numero di List? Non lo chiudiamo neppure stasera, la seduta di Wall Street è in corso, tra qualche ora apriranno le Borse asiatiche, Giuseppe Conte ha fatto sapere pochi minuti fa che l'Italia è chiusa per virus. Se non hanno decretato sul consumo di Gin Martini qui siamo salvi.
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per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.