6 Giugno

Fiordi, brividi e fiction

Play / Fuori Series. La Norvegia produce racconti televisivi originali che meritano la visione. Dal mito nordico (e ambientalista) di Ragnarok, all'horror ben riuscito di Blooride, al noir di Grenseland. Un viaggio nel ghiaccio dell'anima surriscaldata

di Gabriele Landrini

Fino a qualche anno fa, accanto alle produzioni nazionali, le serie che sbarcavano in Italia erano in gran parte americane, complice il predominio degli Stati Uniti sul mercato cine-televisivo. Con l’avvento delle piattaforme di streaming, e in particolare con Netflix, questa regola non scritta è stata parzialmente sovvertita: accanto ai sempre presenti prodotti a stelle e strisce, riescono infatti a ottenere più spazio nel panorama internazionale anche serie realizzate in Europa, Asia o Australia. Se qualche tempo fa vi abbiamo parlato della ricca e sorprendente produzione israeliana, oggi cambiamo continente e ci spostiamo verso climi più freddi. Complice il debutto delle nuove puntate di una fortunata serie (vi do un indizio: Thor vi dice qualcosa?), volgiamo lo sguardo verso i fiordi scandinavi, scoprendo almeno in parte il piccolo ma non meno interessante mondo della serialità norvegese. E, chiamando in causa il ricco catalogo di original Netflix, individuiamo come sempre cosa recuperare e cosa invece evitare.

Ragnarok, tra mitologia norrena e crisi ambientale

Co-produzione tra Norvegia e Danimarca, Ragnarok è probabilmente una delle serie più celebri realizzate negli ultimi tempi nella penisola scandinava. Attingendo a piene mani dalla mitologia norrena, la storia segue le vicende di Magne, un adolescente all’apparenza come tanti che, dopo essersi trasferito in una zona di montagna a seguito della morte del padre, scopre di possedere i poteri del leggendario dio Thor. Grazie alla nuova forza acquisita, il ragazzo dovrà fare luce su una serie di misteri e sventare così la fine del mondo (nel mito norreno nota appunto come ragnarok). L’epica del nord Europa incontra dunque un gruppo di protagonisti adolescenti e un forte sottotesto ambientale. Nonostante l’idea ardita e i bellissimi paesaggi norvegesi, la prima stagione non ha soddisfatto le attese, oscillando tra uno stile poco personale e una narrazione lenta e a tratti...


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