24 Febbraio
Francia, Germania, Italia. La politica nel sommergibile
Parigi vuole convincere Roma a comprare i suoi sommergibili al posto dei tedeschi. Cosa c'è dietro? La guida della Difesa europea. Le mosse di Macron, Merkel e l'Italia in mezzo al Grande Gioco per dominare l'Europa che verrà.
Occhio al siluro. Per sapere, per capire (e per colpire) quando siete in missione di profondità con un sommergibile dovete avere il controllo di due cose: la camera di comando e la camera di lancio siluri. La politica ha molto a che fare con le manovre di un sottomarino. Pochi sanno che l'Italia ha un programma di Difesa che prevede sei sommergibili, quattro sono già consegnati. Spesa totale per gli ultimi due, un miliardo di euro.
La cosa interessante sul tema subacqueo è comparsa stamattina sul monitor del titolare: una notizia di Defense News che racconta di un tentativo informale di Naval Group di convincere l'Italia a comprare i sottomarini Scorpene al posto dei tedeschi U212A di ThyssenKrupp Marine Systems. Defense News è un'autorità in materia, cita una fonte confidenziale e chiosa: "Le elezioni del 4 marzo sono un fattore chiave per convincere Roma a comprare gli Scorpene al posto degli U212A". Di cosa stiamo parlando? Di questo:
L'Italia e la Francia hanno trovato un accordo per dare a Fincantieri il controllo di STX, cioè dei cantieri navali di Saint Nazaire. Hollande aveva ceduto agli italiani senza pensarci troppo, Macron fermò tutto l'affare in piena fase napoleonica, annunciando durante una visita ai cantieri nella campagna presidenziale che l'accordo non andava bene. Mon Dieu! Litigata Roma-Parigi, pugni sul tavolo di Carlo Calenda, voce grossa di Pier Carlo Padoan, dura trattativa, poi i francesi hanno rivisto la partita alla loro maniera, furbescamente.
Dietro questo accordo c'era (e c'è) l'idea di una cooperazione militare verticale nel settore della Difesa navale tra Francia e Italia, la costituzione dell'Airbus dei mari. Il problema è come integrare i vari settori e soprattutto chi diventa tra le due entità quella pre-dominante. È vero che il controllo societario ora è della parte italiana, ma l'accordo è strutturato in maniera tale che i francesi...
Occhio al siluro. Per sapere, per capire (e per colpire) quando siete in missione di profondità con un sommergibile dovete avere il controllo di due cose: la camera di comando e la camera di lancio siluri. La politica ha molto a che fare con le manovre di un sottomarino. Pochi sanno che l'Italia ha un programma di Difesa che prevede sei sommergibili, quattro sono già consegnati. Spesa totale per gli ultimi due, un miliardo di euro.
La cosa interessante sul tema subacqueo è comparsa stamattina sul monitor del titolare: una notizia di Defense News che racconta di un tentativo informale di Naval Group di convincere l'Italia a comprare i sottomarini Scorpene al posto dei tedeschi U212A di ThyssenKrupp Marine Systems. Defense News è un'autorità in materia, cita una fonte confidenziale e chiosa: "Le elezioni del 4 marzo sono un fattore chiave per convincere Roma a comprare gli Scorpene al posto degli U212A". Di cosa stiamo parlando? Di questo:
L'Italia e la Francia hanno trovato un accordo per dare a Fincantieri il controllo di STX, cioè dei cantieri navali di Saint Nazaire. Hollande aveva ceduto agli italiani senza pensarci troppo, Macron fermò tutto l'affare in piena fase napoleonica, annunciando durante una visita ai cantieri nella campagna presidenziale che l'accordo non andava bene. Mon Dieu! Litigata Roma-Parigi, pugni sul tavolo di Carlo Calenda, voce grossa di Pier Carlo Padoan, dura trattativa, poi i francesi hanno rivisto la partita alla loro maniera, furbescamente.
Dietro questo accordo c'era (e c'è) l'idea di una cooperazione militare verticale nel settore della Difesa navale tra Francia e Italia, la costituzione dell'Airbus dei mari. Il problema è come integrare i vari settori e soprattutto chi diventa tra le due entità quella pre-dominante. È vero che il controllo societario ora è della parte italiana, ma l'accordo è strutturato in maniera tale che i francesi dicono la loro su tutto e potranno sempre nell'arco di dodici anni richiamare a Parigi la quota dell'uno per cento decisiva per il comando, quota che abbiamo avuto in "prestito". Dunque in questo arco di tempo è importante capire chi fornirà cosa e come. Sostituire i sommergibili tedeschi con quelli francesi sarebbe un passo logico (per la Francia). Parigi piazza i suoi e tanti saluti a Berlino.
Per la Francia la partita è fondamentale: Macron è nel club della bomba atomica - l'unico in Europa - e questo avrà un peso quando si deciderà chi comanderà la Difesa europea. Integrare Financatieri e Naval Group serve anche a questo scopo e difficilmente Parigi lascerà in futuro che la parte militare resti sotto il controllo italiano. Siamo realisti, prima o poi quel prestito scadrà e come al casinò... les jeux sont fait. Come vedete, con un colpo di timone siamo passati dalla camera di lancio dei siluri di un sommergibile classe Todaro (nella foto sopra) alla politica di difesa e da quest'ultima con un altro tocco si passa rapidamente ai grandi accordi politici.
Francia e Italia hanno in corso lo studio di un trattato bilaterale, un modello di cooperazione rafforzata che Parigi ha già con Berlino, quello che costituisce il famoso "asse", ulteriormente rafforzato di recente e di cui abbiamo parlato ieri su List. Il trattato tra Italia e Francia verrà studiato da un gruppo di lavoro dei due paesi di cui faranno parte, tra gli altri, Franco Bassanini e Paola Severino. Un'iniziativa che ha almeno un paio di fatti singolari sul piano istituzionale: 1. È frutto dell'impegno diretto e decisivo della Presidenza della Repubblica, tanto che le cronache all'inizio - poi si è consigliato ai giornali di non insistere troppo sul punto - lo decrivevano come il "patto del Quirinale", mentre il trattato in realtà dovrebbe essere frutto di un lavoro governativo e soprattutto parlamentare; 2. Nel gruppo di lavoro sono state chiamate due persone certamente capaci sul piano della conoscenza del diritto, Franco Bassanini e Paola Severino, ma siamo sempre nel limbo della tecnocrazia che si occupa di questioni che sono profondamente politiche. Tutto avviene all'esterno dell'istituzione che invece dovrebbe elaborare le linee guida, il Parlamento. È politica estera e si tratta di impegni pluriennali.
Siamo nella fase di studio del progetto di cooperazione rafforzata tra Roma e Parigi, ci sarà ancora tempo per parlarne, ma è chiaro che il voto del 4 marzo avrà un impatto anche su queste scelte che rischiano di apparire tra qualche giorno fuori contesto.
02
Voto a quota - 8
Punto nave a otto giorni dal voto: Berlusconi fa campagna sul voto utile, Renzi ha cominciato a martellare Liberi e Uguali (forse ha capito che il Pd dovrebbe essere un partito di sinistra, non proto-grillino), Grillo filosofeggia sul blog, Di Maio fa un corso di espulsioni di candidati per candidarsi a sua volta come capo degli arbitri di calcio (della serie B), la Bonino forse fa un sottosopra a Renzi, Salvini ha vinto Salvini su Facebook. Prendere la campagna elettorale troppo sul serio è eccessivo, snobbarla del tutto non si può, dare un senso a quello che sta accadendo è possibile. I leader stanno sparando le ultime cartucce dalla pistola ad acqua. Non resta che attendere. Scenario mediocre.
03
Dove va l'Europa? Segui i soldi
Lo scenario è mediocre e i giornali ne sono la prova. Stamattina il titolare di List ha fatto la rassegna stampa su Tgcom24 e la cosa davvero incredibile è che né il Corriere della Sera né Repubblica hanno un titolo-titolone-titoletto in prima pagina sul vertice dei capi di stato dell'Unione europea di ieri. Sono gli stessi giornali che imparruccati e incipriati ci raccontano quanto sia importante l'Europa. Talmente importante, per loro, che poi sparisce dalla prima pagina. E in realtà il vertice di ieri ha detto parecchio cose sulle unioni e divisioni dell'Europa e sul rischio concreto che l'Italia corre: essere solo un invitato al tavolo, ma senza la forza di governo per evitare di essere schiacciata dalla diarchia tra Francia e Germania. Le conseguenze non sono da sottavalutare sul piano della politica interna.
Il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, ha detto che nel bilancio dell'Unione ci saranno dei tagli ai fondi di coesione e dell'agricoltura, sono fondi che all'Italia servono. Sono il pane degli agricoltori e di chi fa impresa nelle regioni svantaggiate. Da qui al 2027 il bilancio cambierà anche la sua agenda delle priorità, in particolare su immigrazione, difesa (eccolo qui, il sommergibile), sicurezza e cambiamento climatico. E tutto questo dovrà tener conto dell'impatto della Brexit: 90 miliardi in meno di contributo inglese nelle casse di Bruxelles. E 100 miliardi in più di spesa, come ha sottolineato il premier spagnolo Mariano Rajoy. Questo significa che bisognerà mettere mano al portafoglio, tirar fuori fondi aggiuntivi, ma questi non basteranno a colmare il "buco" britannico. E la spesa per l'agricoltura rappresenta il 70 per cento del bilancio dell'Unione europea. Follow the money, seguite i soldi e troverete la prossima crisi alle porte. Viviamo tempi interessanti. Forse troppo. La Brexit è un guaio per l'Europa, ma anche per gli inglesi. Non sanno come uscirne. O forse semplicemente non vogliono ammettere che l'hard exit è la via a cui pensano. Seguite il titolare di List.
04
Brexit à la carte
La Brexit à la carte di Theresa May è il vero fatto che sta rotolando verso Bruxelles. Il governo inglese pare aver raggiunto un accordo su un documento ad assetto variabile in cui il Regno Unito è fuori dall'unione doganale, libero di chiudere accordi commerciali con chiunque nel mondo e nello stesso tempo dentro l'Unione per una serie di settori industriali. Theresa May ha in mente il Canada, altri la Norvegia, il Labour si prepara a una svolta e Corbyn lunedì dovrebbe schierare il partito per chiedere di mantenere il paese dentro l'unione doganale, cioè dentro un certo numero di regole europee. La cosa fa venire le bolle rosse all'ala dura dei conservatori inglesi (quasi tutti). Theresa May parlerà venerdì prossimo del suo piano. Possibile? Tutto molto difficile. Ieri il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk ha chiosato: "Se è vero quello che abbiamo letto, il Regno Unito si sta illudendo". Anche a Bruxelles vivono di illusioni. Messa così, la seconda fase del negoziato tra Unione europea e Regno Unito si sta avviando verso il fallimento. Non tutto è economia. Ma bisogna tenere d'occhio i cicli dell'economia. Siamo in pieno boom, cribbio. Dunque è il momento di pensare alla recessione.
05
La prossima recessione
Siamo in pieno boom, ma le banche centrali stanno cominciando a discutere su come affrontare la prossima recessione. Sono i cicli economici, ma in questa discussione c'è qualcosa che non torna, un'ombra, un cigolio sinistro della porta. Le ultime minute pubblicate dalla Federal Reserve dicono che l'economia crescerà ancora, che ci sarà un aumento graduale dei tassi, che l'inflazione nel medio termine sarà al 2 per cento, che i prezzi sono la principale preoccupazione e la curva dei rendimenti dei titoli di Stato viene monitorata con attenzione perché correlata alla crescita e allo sboom. Un passaggio nelle minute dice che il rischio recessione per ora non si vede ma... bisogna prepararsi. Come? Ieri la Chicago Boot School of Business ha presentato una ricerca che mette in dubbio l'efficacia del quantitative easing della Federal Reserve negli anni della recessione. Dal 2008 a oggi il ruolo della politica monetaria su questo versante sarebbe stato sovrastimato. Chi ha voglia di leggere lo studio lo trova qui. Sintesi: siamo alla caduta del totem.
Mentre in America si discute sul cosa fare al prossimo sboom, in Europa la Bce ha un problema: il dollaro. Le minute pubblicate dalla Banca centrale sono un lamento continuo sulla debolezza del bigliettone verde e sui rischi che rappresenta per l'economia dell'Eurozona. Traduzione: c'è una guerra valutaria in corso. Tempi difficili. Ricordate sempre le due regole di Warren Buffett. Quali sono? Regola numero uno: non perdere soldi. Regola numero due: ricorda la regola numero uno. Che fa il vecchio Warren? Che domande, fa soldi.
06
La lettera di Warren Buffett
Warren Buffett ha pubblicato la sua lettera annuale (potete leggerla qui), un evento del mondo finanziario. Questo è il suo portafoglio di investimenti azionari:
C'è dentro il meglio dell'industria americana. Buffett illustra nella sua lettera i fondamentali del mercato e ricorda che le perdite sono sempre in agguato, sono una questione di rischio di breve periodo. Ecco il peggio che gli è capitato nella sua lunghissima storia:
"La spia può in ogni momento passare dal verde al rosso, senza fermarsi al giallo". Buffett è uno straordinario investitore, un uomo con un tocco di saggezza raro nel mercato finanziario, non a caso è considerato il Re Mida di Wall Street. Buffett cita un passaggio di una meravigliosa poesia di Kipling, If:
If you can keep your head when all about you are losing theirs . . . (Se saprai mantenere la testa quando tutti intorno a te la perdono...)
If you can wait and not be tired by waiting . . . (Se saprai aspettare senza stancarti di aspettare...)
If you can think – and not make thoughts your aim . . . (Se saprai pensare, senza fare del pensiero il tuo scopo...)
If you can trust yourself when all men doubt you... (Se saprai avere fiducia in te stesso quando tutti ne dubitano...)
Yours is the Earth and everything that’s in it. (Tua sarà la Terra e tutto ciò che è in essa).
Il valore del tempo lungo, del saper aspettare, del non perdere mai la calma e di investire il denaro con prudenza, senza farsi trascinare dall'avidità e senza farsi catturare dalla paura.
La lezione di Buffett in questa lettera annuale è quella di misurare il rischio in base a una attenta diversificazione del portafoglio e non pensare che un investimento a lungo termine in bond sia automaticamente meno rischioso di un investimento nell'azionario. Buffett ricorda che un buon portafoglio equilibrato nell'azionario può essere meno rischioso di uno nell'obbligazionario. Chi investe nel lungo, deve ricordare questi consigli.
Detto questo, Buffett ha guadagnato 29 miliardi di dollari grazie alla riforma fiscale di Trump e possiede cento miliardi di dollari di titoli di Stato americani. Più della Cina e del Regno Unito. Un gigante.
07
RadioList. Il supercomputer d'Italia
Non perdetevi la puntata di RadioList. Un'intervista del titolare a Claudio De Scalzi, ad di Eni, che racconta come un'azienda energetica sia stata capace di vedere lontano e costruire uno dei primi dieci supercomputer del mondo. Talento italiano di cui si parla poco. Energia, dati, futuro.
RadioList. Due parti di news, una parte di musica, un twist di humour.
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- di essere maggiorenne;
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o commerciali
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7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.