13 Dicembre
Gentiloni si prepara al bis
Mancano ormai pochi giorni allo scioglimento delle Camere, si vota il 4 marzo. Il clima politico è rovente, ma in realtà i partiti si stanno rassegnando e soprattutto consegnando a uno schema d'ingovernabilità che, di dritto o di rovescio, potrebbe condurre a una conferma di Gentiloni a Palazzo Chigi. Il ritratto del continuismo.
Il conto alla rovescia è cominciato da un pezzo: le Camere verranno sciolte alla fine dell'anno e le elezioni dovrebbero tenersi il 4 marzo. La campagna elettorale è già partita e, nella migliore tradizione italiana, s'incrocia con scandali e scandaletti, letti e scendiletti, dossier e rivelazioni. La lettura dei giornali di stamattina è questo spettacolo da bassa Bisanzio: due carabinieri sospesi per le manipolazioni sulle indagini a carico del padre di Matteo Renzi, i vertici dell'Arma in un limbo di sospetti a cui il governo dovrebbe porre subito fine scegliendo a fine anno un nuovo comandante dell'Arma, l'agenda di un paese che ha gravi difficoltà nascoste in buchi neri a cui non si presta attenzione (10 milioni di poveri veri e non presunti), stravolta dalle faide del piccolo establishment italiano.
Non va tutto male, come dicono i demagoghi dello sfascio - abbiamo la fortuna di essere dentro un ciclo positivo dell'economia europea e mondiale, i prezzi bassi dell'energia ci hanno dato una mano, la pax finanziaria della Fed e della Bce ci ha tolto dai guai, la crescita c'è anche se debole e a macchia di leopardo - ma neppure tout va come raccontano i benpensanti e i gazzettieri pronti a prestare la loro opera in una campagna elettorale dai toni sempre più distopici.
Paolo Gentiloni ha svolto il suo ruolo di capo del governo con dignità, grande pazienza, cercando un'impossibile sintesi tra la sua felpata gestione cardinalizia di Palazzo Chigi e la vocazione al rumorismo di Matteo Renzi. Il centrodestra come entità politica unita non esiste, a destra e a sinistra c'è un gruppo di leader e partiti che non hanno un programma (alzi la mano chi ha capito come vogliono governare l'Italia), il loro progetto per il domani è quello di "guadagnare tempo", giorno per giorno andare avanti tastando...
Il conto alla rovescia è cominciato da un pezzo: le Camere verranno sciolte alla fine dell'anno e le elezioni dovrebbero tenersi il 4 marzo. La campagna elettorale è già partita e, nella migliore tradizione italiana, s'incrocia con scandali e scandaletti, letti e scendiletti, dossier e rivelazioni. La lettura dei giornali di stamattina è questo spettacolo da bassa Bisanzio: due carabinieri sospesi per le manipolazioni sulle indagini a carico del padre di Matteo Renzi, i vertici dell'Arma in un limbo di sospetti a cui il governo dovrebbe porre subito fine scegliendo a fine anno un nuovo comandante dell'Arma, l'agenda di un paese che ha gravi difficoltà nascoste in buchi neri a cui non si presta attenzione (10 milioni di poveri veri e non presunti), stravolta dalle faide del piccolo establishment italiano.
Non va tutto male, come dicono i demagoghi dello sfascio - abbiamo la fortuna di essere dentro un ciclo positivo dell'economia europea e mondiale, i prezzi bassi dell'energia ci hanno dato una mano, la pax finanziaria della Fed e della Bce ci ha tolto dai guai, la crescita c'è anche se debole e a macchia di leopardo - ma neppure tout va come raccontano i benpensanti e i gazzettieri pronti a prestare la loro opera in una campagna elettorale dai toni sempre più distopici.
Paolo Gentiloni ha svolto il suo ruolo di capo del governo con dignità, grande pazienza, cercando un'impossibile sintesi tra la sua felpata gestione cardinalizia di Palazzo Chigi e la vocazione al rumorismo di Matteo Renzi. Il centrodestra come entità politica unita non esiste, a destra e a sinistra c'è un gruppo di leader e partiti che non hanno un programma (alzi la mano chi ha capito come vogliono governare l'Italia), il loro progetto per il domani è quello di "guadagnare tempo", giorno per giorno andare avanti tastando il terreno, senza un vero disegno per una nazione che invece ne ha un bisogno disperato.
L'idea di lasciare Paolo Gentiloni al suo posto, in un bis innescato dalla forza d'inerzia (già si sono consultati i costituzionalisti nel caso di stallo da ingovernabilità), dice tutto sulla capacità di provare a costruire il domani. Gentiloni è la rassicurante versione del continuismo italiano, ingentilito dal suo savoir faire, dall'innata tendenza a farsi un po' da parte per non entrare nel campo della visione, essere notati in Italia può essere letale. La sua ascesa in fondo è tutta figlia di una rapida discesa: quella di Renzi.
La sua biografia cominciò in maniera ben più scoppiettante. Il titolare di List la raccontò tempo fa sul Foglio, eccone un estratto:
Fu giovane, Gentiloni. Il primo carattere del doppio Paolo. Impaziente. Sfrenato. Scapigliato. L’educazione montessoriana prende forma kafkiana quando il ragazzo passa a Liceo Tasso e nel 1970 fa quello che impone la massa: l’occupazione. Da quel momento la famiglia scopre un’anima in fuga (letteralmente). Paolo viene rapito dalla bruma della fabbrica rivoluzionaria e va a Milano dove scopre le visioni di Mario Capanna e le trasforma in una militanza nella sinistra extraparlamentare del Movimento Lavoratori per il Socialismo, un sottoprodotto di lavorazione del Movimento Studentesco dei (poco) formidabili anni. Ah, il Sessantotto, che brio e che brivido per il pargolo di una famiglia con il palazzo nobiliare vicino al Quirinale. Quando il Movimento confluisce nel Partito di Unità Proletaria per il Comunismo, Paolo c’è. Non poteva non esserci, il taglio con la tradizione borghese deve essere consumato. Perché egli pensa. E scrive. In men che non si dica si ritrova a fare il mestiere che per molti in quegli anni è il naturale approdo dell’ideologia cingolata, il giornalismo. Senza colpo ferire, il suo impegno s’inchiostra, scrive per Pace e Guerra e nel pullulare di riviste di varia umanità di quel rutilante momento storico, ne trova una che al caso suo: diventa direttore di Nuova Ecologia e tra una bicchierata e l’altra con Chicco Testa ed Ermete Realacci scopre un mondo che trasforma l’impeto rivoluzionario in terra da coltivare, energia nuova, pane e giustizia per il volgo. E’ qui che incontra Francesco Rutelli e il suo progetto di partito (al) verde, più un fulmine che un arcobaleno, un passaggio a livello dove passa il treno di un’altra storia, quella che forgia il secondo carattere del doppio Gentiloni, un salto dalla rivoluzione all’istituzione. Rutelli, abile tessitore di storie politiche collettive e individuali, ne apprezza il tatto, la capacità di non strappare mai e mantenere il punto. I due sono nati lo stesso anno (1954), hanno in testa l’idea pazza di cambiare la sinistra italiana e quando il Partito comunista entra nella fase “toh, è crollato il Muro di Berlino” e cerca di coprire i suoi buchi nelle bandiere per Francesco e Paolo si apre un mondo diverso e un’occasione per introdurre un virus dentro il software senza aggiornamenti disponibili dei ragazzi di Berlinguer. Appiccano un incendio tra i rovi del postcomunismo, Rutelli diventa sindaco di Roma nel 1993 e nel 1997, Gentiloni lo segue come un’ombra in Campidoglio, ma in posizioni sempre più visibili, fino a essere uno dei protagonisti della Margherita.
Arriva in Parlamento nel 2001 e da quel momento è uno dei punti di riferimento del Palazzo quando ci sono idee da lanciare, tensioni da ammorbidire, inimicizie da centrifugare, errori da strizzare. Tiene d’occhio la comunicazione del Partito, si occupa con circospezione cardinalizia della Rai durante la sua presidenza nella Commissione di vigilanza, fa il ministro delle Comunicazioni nel secondo governo Prodi, si fa convincere per un attimo da Nostra Signora Utopia e porta in Consiglio dei ministri una riforma senza i piedi per terra con una fondazione alla guida della tv di Stato (figuriamoci), mentre il governo elefantiaco (103 componenti) del Professore viene dilaniato dalle lotte interne e dopo 722 giorni tira le cuoia.
E riecco la storia che si diverte ancora a giocare a dadi con la storia politica e le biografie: la caduta di quel governo (Prodi si dimette il 24 gennaio 2008) fu seguita da una fase di consultazioni in cui il presidente Giorgio Napolitano diede al senatore Franco Marini l’incarico di esplorare la possibilità di formare un esecutivo per scrivere una nuova legge elettorale ed evitare di andare al voto con il “porcellum”. Ieri come oggi, un altro governo di scopo. E un’altra legge elettorale incompiuta. Napolitano scioglie le Camere il 6 febbraio 2008, tutti a casa, si vota con la vecchia legge. Un’altra legislatura buttata alle ortiche e grande vittoria di Berlusconi alle elezioni. Fine del centrosinistra prodiano, rompete le righe. Negli Stati Uniti intanto è già esplosa la bolla dei mutui subprime, la recessione sta arrivando in Italia con un crollo di fatturati da spavento e una speculazione pronta a vendere il debito sovrano, il Pd cavalca il giustizialismo, Lady Spread dà il colpo di grazia, Berlusconi si dimette, il Pd non si rimette, arriva Monti e quelli come Gentiloni sono là, attoniti nel (ri)vedere D’Alema e Bersani giocare con i soldatini di piombo, palleggiano nel campo della recessione senza avere un obiettivo per il domani, finché il pareggio delle elezioni del 2013 accelera la crisi istituzionale e succede qualcosa.
Cosa succede? Renzi arriva, rottama tutti, pensiona Letta (quello giovane), governa, sfida gli italiani in un referendum costituzionale trasformato in sforzo egocentrico, perde come da copione, se ne va (ma non troppo) e a Palazzo Chigi arriva lui, il non più rivoluzionario ma rivoluzionato Gentiloni. Il continuista di tutto, ma non del se stesso che fu. Non siamo paese da En Marche. Al massimo è Retro Marche. La rivoluzione? Sempre domani.
01
Risiko. Visione del domani
Quello che impressiona di più il titolare di List quando stende le sue note quotidiane è questa assenza di visione del domani. La Cina ha programmato il take over sugli Stati Uniti per i prossimi decenni (e lavora intensamente per questo); l'India prepara la sua rivoluzione energetica; gli Stati Uniti sono diventati la più grande potenza nel petrolio e nel gas e a loro volta cercano un nuovo inizio dopo essersi ritirati dal Medio Oriente e aver lasciato proprio alla Cina e alle altre tigri asiatiche lavoro e produzione di beni poi consumati in Occidente; la Russia è tornata a svolgere il suo ruolo di grande potenza, Vladimir Putin domina il Medio Oriente; la Germania scossa dal voto di fine settembre sta serrando i ranghi per tornare al business della Grosse Koalition, le sue imprese continuano a macinare utili record e aprire spazi fuori dall'Europa; la Francia cerca una difficile soluzione monarchica (Macron) alla sua gigantesca crisi repubblicana; l'Arabia Saudita ha cominciato una rivoluzione al suo interno (tenere d'occhio il principe della Corona, Mohammed Bin Salman) e in Medio Oriente; il Giappone e la Corea del Sud sono pronti a guidare il riarmo del Pacifico per contenere la Corea del Nord e la Cina; il Sudamerica è in preda alle convulsioni del socialismo irreale ma con bagliori di ripresa in altri paesi e risorse infinite da utilizzare; l'Africa con la sua catapulta demografica proietta i destini dei suoi figli nel mondo a crescita zero.
In questo scenario, la piccola e meravigliosa Italia potrebbe e dovrebbe fare tanto. La sintesi di oggi sul taccuino dice che siamo destinati a fare poco, il minimo sindacale. Dalla stanza dei bottoni si sente una voce: "Chiamate i Carabinieri". Sono dentro anche loro? Allora chiamate l'Armata Rossa, vedete voi. Putin continua a occupare gli spazi lasciati liberi dall'Occidente. Dove? Seguite il titolare di List.
02
Le navi di Putin nel Mediterraneo
I segnali sono là, basta coglierli. Take dell'Agenzia Nova: "Il presidente russo, Vladimir Putin, ha inviato alla Duma di Stato (camera bassa del parlamento di Mosca) una bozza di legge sulla ratifica dell’accordo con la Siria sull’espansione della base navale russa nei pressi del porto di Tartus. Lo si legge nell’archivio elettronico della Duma". Dov'è Tartus? Qui:
È la base di lancio delle operazioni navali (e sottomarine) della Russia nel Mediterraneo. Guardiamo la mappa. Dalla Siria oggi Putin monitora lo spazio geopolitico del Nord Africa, in particolare Egitto e Libia, due paesi dove Mosca ha ormai un'influenza decisiva. Con l'accordo siglato tra Putin e il presidente egiziano Al Sisi, Mosca costruirà una centrale nucleare in Egitto, mentre in Libia attraverso l'allenza con il generale Haftar, il Cremlino controlla tutta la Cirenaica e condiziona ogni trattativa di pace nel paese. A Nord della Siria, la Russia ha nella Turchia un sicuro (per ora) alleato, mentre a Sud l'Arabia Saudita ha appena comprato il sistema anti-missile russo S-400 e tratta i prezzi del petrolio nel format Opec Plus con Mosca che fa da mediatore decisivo tra i produttori. Come si chiama tutto questo? Geopolitica, Putin conosce la materia e pratica il gioco a Risiko meglio di tutti. Trump scuote l'albero, prova a rimettersi in pista e mette sul piatto Gerusalemme capitale. La mossa c'è, ma i risultati? Wait and see.
03
Erdogan e Gerusalemme
Trump ha scosso l'albero della questione palestinese con il suo riconoscimento di Gerusalemme capitale di Israele e... qualcosa si muove. Certo, in opposizione alla mossa della Casa Bianca, ma la dimostrazione che lo status quo era fuori dal tempo arriva dal vertice straordinario dell'Organizzazione della cooperazione islamica (Oic) convocato a Istanbul dal presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan che ha chiesto "di "riconoscere Gerusalemme Est come capitale della Palestina".
I fini di Erdogan sono tutti di politica interna, lo spettro del colpo di Stato in lui è ancora vivo, e la sua richiesta non fa parte di chissà quale sconvolgente novità politica. "Invito i Paesi che rispettano la giustizia e il diritto internazionale a riconoscere Gerusalemme come capitale dello stato palestinese", ha detto Erdogan che poi ha aggiunto: "La decisione del genere riguarda una città già sotto occupazione e per questo non è valida. Si tratta di una decisione con cui l'America vuole legittimare l'occupazione di Israele. Ringrazio tutti i Paesi che non hanno accettato questa decisione. Nei colloqui che ho avuto fino ad ora anche il Papa si è mostrato in linea con questa posizione". A Erdogan sfuggono gli esiti storici della Guerra dei sei giorni e un altro paio di fatti non marginali della storia diplomatica, ma questo è più che normale, sfugge al presidente turco anche quanto ha detto Trump nel suo discorso di riconoscimento di Gerusalemme capitale, ecco il passaggio di Trump sui confini e la sovranità in Palestina e a Gerusalemme:
Le azioni odierne - riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele e annunciare il trasferimento della nostra ambasciata - non riflettono un allontanamento dal forte impegno degli Stati Uniti per facilitare un accordo di pace duraturo. Gli Stati Uniti continuano a non prendere posizione su questioni relative allo status definitivo. I confini specifici della sovranità israeliana a Gerusalemme sono oggetto di negoziati sullo status definitivo tra le parti. Gli Stati Uniti non stanno assumendo una posizione sui confini o le frontiere.
Si tratta di una posizione diversa da quella dipinta dal mainstream che, tragicamente, coincide con quella dei nemici della democrazia. Erdogan e gli altri paesi arabi fanno il gioco delle tre carte. Non siamo a Bisanzio, è tutto molto chiaro: israeliani e palestinesi devono mettersi al tavolo, quei bravi ragazzi di Gaza devono smetterla di lanciare razzi sulle città israeliane e fare gli interessi dei palestinesi. Naturalmente, Erdogan ha detto che Israele è uno Stato "terrorista". Bene, da che parte sta la bella addormentata Europa?
Alle parole del presidente della Turchia sono seguite quelle di Abu Mazen, che ha chiesto di riconoscere lo stato di Palestina e Gerusalemme come sua capitale. Bene, cessate i lanci di razzi, e sedetevi al tavolo della trattativa. Viviamo tempi interessanti, forse troppo. Anche in America.
04
Alabama. Vince il democratico
Finale a sorpresa il Alabama. Le elezioni suppletive per il seggio al Senato che fu di Jeff Sessions (oggi capo del Dipartimento della Giustizia) hanno avuto un esito contrario alle previsioni: il democratico Doug Jones ha piazzato la sua bandiera battendo il repubblicano Roy Moore. Il risultato finale è questo:
Margine stretto, Roy Moore non ha concesso la vittoria e ha chiesto il riconteggio delle schede. Speranze per Moore? Poche, il numero di voti da recuperare non è affatto piccolo. Trump si è congratulato con Jones:
In ogni caso, nell'attesa degli eventi, per la maggioranza repubblicana al Senato c'è un problema, la riforma fiscale è passata con un 51 a 49 che dice tutto. Numeri piccoli. Ogni provvedimento sarà una battaglia. L'editorial board del Wall Street Journal pubblica un articolo che fa questa considerazione: "GOP voters, take note: Mr. Bannon is for losers". Più che altro Bannon era dalla parte di un candidato più che sbagliato, accusato di abusi sessuali e troppo radicale perfino per gli elettori delloYellowhammer State , lo Stato dello zigolo giallo. E così i voti sono volati via. Nello spazio. In fondo, le esplorazioni non sono mai finite, preparatevi al decollo dell'era spaziale di Trump. Oddìo, allacciate le cinture, Make Race Space Great Again.
05
Trump su Marte e sulla luna
La nuova corsa allo spazio interessa la Casa Bianca più di quanto si immagini, la Nasa ha piani pluriennali in corso per sbarcare sul pianeta rosso, ma la cosa interessante e nuova è che Trump ha firmato un emendamento a una direttiva del 2010 per autorizzare nuove missioni dell'uomo sulla luna. Ecco il testo:
Condurre un programma di esplorazione innovativo e sostenibile con partner commerciali e internazionali per consentire l'espansione umana nel sistema solare e riportare sulla Terra nuove conoscenze e opportunità. A partire dalle missioni oltre la bassa orbita terrestre, gli Stati Uniti guideranno il ritorno degli esseri umani sulla Luna per l'esplorazione e l'utilizzo a lungo termine, seguiti dalle missioni umane verso Marte e altre destinazioni.
Ok, la battuta è obbligatoria: dai fascisti su Marte ai trumpisti su Marte. Non proprio il sogno "politico" di quel visionario chiamato Elon Musk:
La faccenda multiplanetaria è il soggetto di un bel po' di libri di fantascienza, il titolare consiglia di leggere tutto quello che ha pubblicato Cixin Liu, un grande scrittore cinese di Sci-Fi e poi ricordatevi di portare con voi su Marte le patate, possono servire. Non avete mai visto The Martian?
06
I bambini e la luna
Continuiamo a volare, siamo in orbita. Sta arrivando Natale, se volete far sognare i bambini, regalate loro questo libro scritto da Laura Purdie Salas e illustrato dalla magnifica mano di Jaime Kim: "If You Were the Moon". I disegni sono meravigliosi:
Non smettete di sognare. Anche da grandi.
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5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.