3 Luglio
Ghiaccio, clima e futuro della montagna
La tragedia sulla Marmolada, la sfida del cambiamento climatico. Messner: "Ciò che è accaduto lì, accade ogni giorno in tutti i ghiacciai". La guerra in Ucraina, la Russia che avanza (ha conquistato anche Lysychansk) e il dubbio che si diffonde nel Congresso americano: dove è finita la vittoria di Kiev? Silverstone è uno spettacolo, ma la Ferrari (che vince) un po' meno
Che succede? Sul taccuino del vostro cronista ci sono quattro note: sta tramontando una giornata torrida, la montagna italiana è in lutto, la guerra avanza, c'è un pizzico di gioia per una vittoria della Ferrari in uno strepitoso Gran Premio di Silverstone. Ho trascorso la mia giornata lavorando, tra lettura, scrittura, gli scambi rapidi con i colleghi per fare il punto sul notiziario, si va avanti come sempre fino a tardi, poi qualche ora di sonno e via di nuovo con la giostra. Andiamo, seguite il titolare di List.
01
La morte, il clima e il futuro della montagna
È una tragica domenica. Il crollo di un seracco di ghiaccio sulla Marmolada è costato la vita a 6 escursionisti, 8 sono i feriti (di cui 2 gravi), incerto il numero dei dispersi. Alte temperature, una giornata a rischio, come ha sottolineato il presidente del Veneto, Luca Zaia: "Ieri sulla Marmolada è stato raggiunto il record delle temperature (10 gradi circa in vetta)".
Il disastro è avvenuto nel tratto che da Pian dei Fiacconi porta a Punta Penia, lungo la via che conduce alla vetta. Il ghiaccio ha travolto più cordate di escursionisti che stavano salendo in vetta. Secondo Carlo Budel, il gestore del rifugio di Capanna Punta Penia (3.343 metri), "altri pezzi di ghiaccio sono a rischio distacco". Tutta l'area è chiusa, sono stati allontanati anche i soccorritori, sono attivi solo gli elicotteri e poco fa (ore 20:54) sono state sospese tutte le attività di ricerca, sta piovendo. Si riprenderà domattina.
Raffaele de Col, capo della Protezione civile del Trentino, spiega che "la quota dello zero termico è 4.300 metri e quindi è inutile dire che l'elemento termico è tra quelli determinanti ma non escludiamo una combinazione con un evento geologico e domani sarà fatto un sopralluogo".
Reinhold Messner, un grande alpinista,...
Che succede? Sul taccuino del vostro cronista ci sono quattro note: sta tramontando una giornata torrida, la montagna italiana è in lutto, la guerra avanza, c'è un pizzico di gioia per una vittoria della Ferrari in uno strepitoso Gran Premio di Silverstone. Ho trascorso la mia giornata lavorando, tra lettura, scrittura, gli scambi rapidi con i colleghi per fare il punto sul notiziario, si va avanti come sempre fino a tardi, poi qualche ora di sonno e via di nuovo con la giostra. Andiamo, seguite il titolare di List.
01
La morte, il clima e il futuro della montagna
È una tragica domenica. Il crollo di un seracco di ghiaccio sulla Marmolada è costato la vita a 6 escursionisti, 8 sono i feriti (di cui 2 gravi), incerto il numero dei dispersi. Alte temperature, una giornata a rischio, come ha sottolineato il presidente del Veneto, Luca Zaia: "Ieri sulla Marmolada è stato raggiunto il record delle temperature (10 gradi circa in vetta)".
Il disastro è avvenuto nel tratto che da Pian dei Fiacconi porta a Punta Penia, lungo la via che conduce alla vetta. Il ghiaccio ha travolto più cordate di escursionisti che stavano salendo in vetta. Secondo Carlo Budel, il gestore del rifugio di Capanna Punta Penia (3.343 metri), "altri pezzi di ghiaccio sono a rischio distacco". Tutta l'area è chiusa, sono stati allontanati anche i soccorritori, sono attivi solo gli elicotteri e poco fa (ore 20:54) sono state sospese tutte le attività di ricerca, sta piovendo. Si riprenderà domattina.
Raffaele de Col, capo della Protezione civile del Trentino, spiega che "la quota dello zero termico è 4.300 metri e quindi è inutile dire che l'elemento termico è tra quelli determinanti ma non escludiamo una combinazione con un evento geologico e domani sarà fatto un sopralluogo".
Reinhold Messner, un grande alpinista, fa l'analisi più chiara, inesorabile nella sua aderenza ai fatti che ci presenta il clima ogni giorno: "Sono salito più volte sulla Punta di Rocca, ma non vado lì da tanti anni ormai. Il ghiaccio lì è quasi tutto andato, non c'è più ghiaccio. Questi seracchi cadono, certo, per la gravità, ma la causa vera, originaria, è il caldo globale, che fa sciogliere i ghiacciai e rende più probabile che si stacchi un seracco. Ciò che è accaduto lì, accade ogni giorno in tutti i ghiacciai". La montagna è un mondo incantato e fragile. Quale sarà il suo futuro?
Sui ghiacciai, le analisi degli esperti dell'Onu dicono che "è molto probabile che il riscaldamento atmosferico sia il motore principale della recessione globale dei ghiacciai. Esistono prove limitate che gli aumenti dei gas serra indotti dall'uomo abbiano contribuito alle variazioni di massa osservate".
Osservare un ghiacciaio nel corso dei decenni dà l'esatta misura di come il clima sia mutato. Foto della Nasa:
Ancora, per saggiare la complessità del tema, un passaggio dell'ultimo report del panel degli scienziati Onu: "Altri fattori, come i cambiamenti nelle variabili meteorologiche diverse dalla temperatura dell'aria o le dinamiche interne dei ghiacciai, hanno modificato la risposta dei ghiacciai indotta dalla temperatura in alcune regioni. Ad esempio, la perdita di massa del ghiacciaio negli ultimi sette decenni su un ghiacciaio delle Alpi europee è stata intensificata da una maggiore umidità dell'aria che ha portato a un aumento dell'irraggiamento a onde lunghe e a una riduzione della sublimazione. È stato inoltre riscontrato che le variazioni dell'umidità dell'aria hanno svolto un ruolo significativo nelle passate variazioni di massa dei ghiacciai nell'Africa orientale, mentre un aumento della radiazione a onde corte dovuto alla riduzione della copertura nuvolosa ha contribuito a un'accelerazione della recessione dei ghiacciai nel Caucaso. Nei monti Tien Shan i cambiamenti nella circolazione atmosferica nell'Atlantico settentrionale e nel Pacifico settentrionale hanno portato a una brusca riduzione delle precipitazioni e quindi dell'accumulo di neve, amplificando la perdita di massa dei ghiacciai indotta dalla temperatura. È stato dimostrato che la deposizione di particelle che assorbono la luce, la crescita di alghe e batteri e i fenomeni di amplificazione locale, come l'aumento della concentrazione di particelle dovuto allo scioglimento della neve e del ghiaccio in superficie e le buche di crioconite, aumentano lo scioglimento dei ghiacci, ma ci sono prove limitate e scarso accordo sul fatto che i cambiamenti a lungo termine nella massa dei ghiacciai siano legati alle particelle che assorbono la luce. La copertura detritica può modulare la fusione dei ghiacciai, ma ci sono prove limitate sul suo ruolo nei recenti cambiamenti dei ghiacciai. Il rapido ritiro dei ghiacciai di sbocco in Patagonia è stato attribuito a cambiamenti nella dinamica dei ghiacciai". Altro che Greta, bisogna studiare, osservare, fare ricerca sul campo.
Quella del clima è un'emergenza che ha bisogno di realismo e azioni efficaci. I piani per ridurre le emissioni di gas serra (piani che vanno portati avanti con intelligenza, senza scatenare conseguenze inattese) si scontrano con la realtà di un mondo diviso, in rutilante sviluppo e competizione. Sono temi che su List affrontiamo con regolarità, ma ricordare lo scenario è fondamentale per interpretare i fatti di ogni giorno, come la tragedia sulla Marmolada. Ultimo report dell'Ipcc dell'Onu, ecco il quadro delle emissioni:
Le emissioni nette di gas serra di origine antropica sono aumentate dal 2010 in tutti i principali settori a livello globale. Il mondo va (e andrà ancora a lungo) a idrocarburi. Non è solo una questione di fonti energetiche (che sono sempre più efficienti) ma di intensità e attività umana. Una quota crescente di emissioni ha non a caso come epicentro le aree urbane, lo sviluppo edilizio è un fattore chiave delle emissioni, così come l'uso della terra per l'agricoltura, la deforestazione, l'utilizzo di concimi e molto altro. La complessità è enorme, gli scenari di adattamento pochi, le soluzioni radicali, viziate dall'-ismo dominano il dibattito e con l'ideologia non si va lontano. Sulla Terra siamo tanti, tutti alla ricerca di un benessere che viene identificato con la crescita della produzione e il consumo. Tutti noi desideriamo qualcosa. Coincide con l'acquisto. È il desiderio giusto?
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Quanti dilemmi sulla nostra vita. Andiamo a vedere cosa accade sul campo di battaglia.
02
Cade anche Lysinchansk. Vittoria e sconfitta, guerra reale e virtuale
A che punto è la guerra? La realtà avanza con la cavalleria corazzata. Stamattina il ministro della Difesa della Russia, Serghey Shoigu, ha annunciato la conquista di Lysychansk, la campagna nella regione di Lugansk è conclusa, va avanti quella del Donbass, ormai prossimo a cadere tutto nelle mani di Mosca. Una a una, tutte le città che sono nell'obiettivo della guerra di Putin stanno cadendo. Così è stato per Mariupol, Kershon, Severodonestsk e ora Lysychansk (dove il presidente Zelensky era andato a visitare le truppe all'inizio di giugno e oggi afferma che "si continua a combattere"). Dov'è la vittoria di Kiev?
Il copione è quello già visto: Kiev non dice mai di aver perso il controllo del territorio, c'è di mezzo il morale delle truppe (e la speranza di qualcosa che cambi le sorti sul campo di battaglia - e quella 'cosa' per ora non si vede), ma questo porta completamente fuori strada il giornalismo ciclostilato (che non guarda le mappe e impagina illusioni) e gran parte dei politici (che le mappe non sanno neppure leggerle e hanno un problema con la realtà della guerra). Dunque la vittoria di Kiev ha alimentato le cronache per settimane, poi qualcosa ha cominciato a trapelare dal fronte, infine la vittoria è sparita e ora c'è la guerra che gli ucraini stanno perdendo e noi con loro. Per ora, le guerre sono imprevedibili, di certo non si vincono sui social. Parla il campo di battaglia. Siamo a 130 giorni di guerra, un tempo breve, ma il movimento dei pezzi sulla scacchiera è chiaro.
Basta leggere con attenzione le parole del portavoce del ministero della Difesa ucraino, Yuriy Sak, per capire in quali difficoltà sia immerso l'esercito di Kiev: la situazione è "molto intensa ormai da un po' di tempo" e le forze di terra russe "attaccano la città senza sosta. Per gli ucraini, il valore della vita umana è una priorità assoluta: quindi a volte possiamo ritirarci da determinate aree per poterle riprendere in futuro". In quel futuro, l'Ucraina non ha riconquistato nulla. Nel sud i russi stanno riaprendo i porti, fanno circolare il rublo, stanno riorganizzando il rientro della regione nell'orbita di Mosca. La mappa è eloquente, le zone con i confini in nero sono quelle che la Russia controllava prima dell'invasione del 24 febbraio scorso:
Sintesi della situazione sul campo di battaglia e impatto politico:
- Le forze russe sono entrate a Lysychansk, la Difesa di Mosca dichiara di averne preso il controllo.
- L'esercito di Mosca sta puntando verso Ovest, a Siversk, per completare l'intera cattura dell'oblast di Lugansk, mentre gli assalti di terra a nord di Slovyansk per ora non hanno prodotti risultati concreti, così come a Sud-ovest di Donetsk.
- I russi cercheranno di conquistare Kharkiv, gli ucraini qui hanno eretto fortificazioni e piazzato l'artiglieria pesante, secondo gli analisti colpiranno le vie di comunicazioni per impedire l'avanzata della Russia.
- Le condizioni politiche per l'annessione dei territori conquistati alla Federazione russa si stanno materializzando.
Lancio dell'agenzia Ria Novosti: il tenente generale della Difesa russa Igor Konashenkov ha detto che "fino a 120 'soldati di ventura' sono stati eliminati da un attacco delle forze aerospaziali russe su una base di mercenari stranieri alla periferia settentrionale della città di Nikolaev".
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, dice in un'intervista alla tv Rossiya 1 che "siamo a un punto in cui i paesi occidentali stanno scommettendo sulla continuazione della guerra: per dirla in russo, i paesi occidentali guidati da Washington non permettono agli ucraini di pensare o parlare di pace, o di negoziare la pace. In questo momento c'è meno richiesta di iniziative per risolvere la situazione, ma non abbiamo dubbi che prima o poi prevarrà il buon senso e tornerà il tempo dei colloqui. Prima di allora, gli ucraini devono capire tutte le nostre condizioni: lo sanno. Per sedersi al tavolo, si tratta di tornare su quel documento già ampiamente concordato".
Questa è la versione del Cremlino. L'Occidente dice che Putin non vuole la pace. A questo punto del conflitto, può darsi, le sue truppe conquistano territorio (che è il fine della guerra, non pubblicare video sui social) e questo spazio dominato o meno da Mosca sarà la base del negoziato, un giorno, se mai ci sarà.
03
In America scricchiola il racconto della vittoria di Kiev
Nel Congresso americano il quadro dipinto all'inizio del conflitto sta svanendo (a Bruxelles non se ne sono accorti, ma come è accaduto per la caduta di Kabul lo scorso anno, prima o poi lo vedranno) e alla Casa Bianca hanno un altro problema: l'ombra della vittoria di Putin. Così dopo 130 giorni di guerra compare un articolo sul Washington Post che è il primo gong della campana:
La natura mutevole della guerra in Ucraina ha provocato una spaccatura tra gli analisti e i legislatori statunitensi: alcuni si chiedono se i funzionari americani abbiano dipinto la crisi in termini eccessivamente rosei, mentre altri sostengono che il governo di Kiev può vincere con un maggiore aiuto da parte dell'Occidente. Le crescenti incertezze arrivano a più di quattro mesi dall'invasione russa e dal fallimento della presa della capitale. Da allora, il Presidente russo Vladimir Putin ha ristretto i suoi obiettivi, concentrandosi sulla cattura della regione industriale del Donbas, nell'Ucraina orientale, e lanciando migliaia di proiettili di artiglieria al giorno contro le forze ucraine, che sono state messe fuori combattimento. Il presidente Biden, parlando giovedì a un vertice dei leader della NATO, ha detto che gli Stati Uniti stanno "radunando il mondo per stare dalla parte dell'Ucraina" e si è impegnato a sostenere la causa "fino a quando sarà necessario". "Non so... come finirà", ha detto il presidente, "ma non finirà con una sconfitta russa dell'Ucraina in Ucraina".
Interessante (forse troppo). L'entusiasmo del Congresso sta evaporando insieme alla tenuta dell'esercito di Zelensky. Il sostegno politico c'è ancora, ma i dubbi crescono, non solo tra i repubblicani, ma anche nell'ala sinistra dei democratici. Ancora dal Washington Post:
Lo scrutinio è alimentato dalle valutazioni del governo statunitense su altre guerre, in particolare in Afghanistan, dove i funzionari statunitensi hanno abitualmente sorvolato sulle disfunzioni e sulla corruzione diffuse, evitando di chiedersi se i successi sul campo di battaglia fossero non solo raggiungibili, ma anche sostenibili. Le amministrazioni che si sono succedute hanno insistito sul fatto che le forze afghane fossero "in testa", anche se le loro prestazioni erano spesso profondamente lacunose - e la loro sopravvivenza dipendeva dal supporto logistico e dalla potenza aerea degli Stati Uniti.
L'ombra di Kabul. In ogni caso, l'esercito afghano era un'entità quasi inesistente (è sparito quando i Talebani hanno iniziato a marciare verso la capitale nell'agosto scorso) mentre quello ucraino è un esercito che combatte. Bisogna vedere come, questo è poco chiaro anche al Pentagono.
04
Il movimento Baltris in Libia: andiamo avanti
Mentre in Ucraina la Russia avanza, sul confine sud dell'Europa si sta aprendo un vecchio fronte, la Libia.
Un soldato dell'esercito del governo di Tripoli guidato dal premier Abdulhamid Dbeibah (Foto Epa).A che punto è la crisi in Libia? Va avanti. "Manifesteremo finché le élite al potere non se ne andranno". Lo dicono i rappresentanti del movimento giovanile Baltris, la protesta è diffusa in tutto il paese, le condizioni sociali sono in caduta libera, sono attese nuove manifestazioni dopo quelle di venerdì. A Tripoli c'è stata la più grande manifestazione da anni, a Bengasi e Misurata sono state bloccate le strade, a Tobruk è stato assaltato il parlamento. La Libia doveva andare al voto a dicembre, è fallito. Le fazioni politiche non trovano un accordo, il governo di Tripoli non è riconosciuto dall'est che ha nominato un altro primo ministro, Fathi Bashagha. La Libia è un rompicapo politico e militare.
05
Quando Sarkozy e Clinton decisero la fine di Gheddafi
Che fare? Prima di tutto ricordare come si è arrivati a questo punto. Facciamo un altro viaggio nel tempo, seconda puntata di 'Libia Files', pubblicata su List nel 2017. Buona lettura.
Washigton, 27 febbraio 2011.
La rivoluzione in Libia è appena scoppiata. Bengasi è in fiamme, ci sono manifestazioni anche a Tripoli. Gheddafi usa il piombo e la spada. Gli Stati Uniti sanno che cadrà. E preparano lo scenario del dopo Gheddafi. Il Dipartimento di Stato comincia a far circolare via email alcune analisi considerate affidabili. Cosa dicono sul ruolo che avrà l'Italia?
- Gli italiani dovranno tenere un basso profilo, in considerazione del loro passato coloniale nel paese e i punti sensibili che derivano da questo. Dovremmo pensare a come equilibrare la difesa dei consistenti interessi economici italiani contro la necessità di giocare un ruolo meno visibile.
Gli Stati Uniti vedono nel nostro paese una criticità: vicinanza con Gheddafi, interessi commerciali enormi, un ruolo che non può essere - per loro - di primo piano per ragioni storiche.
Perfino sugli aiuti umanitari gli Stati Uniti si pongono il problema e il documento avvisa: "Non dobbiamo consentire a Turchia e Italia di portarsi avanti su questo punto". L'approccio preferito è quello "multilaterale", ma non viene affatto esclusa un'azione unilaterale. E' chiaro che i partner con i quali Obama e Clinton giocano la loro partita sono Francia e Regno Unito. È un piano molto dettagliato sulla transizione del paese: prevede il ritorno al potere dell'ex famiglia reale degli al-Senussi, una commissione che riveda gli investimenti all'estero fatti da Gheddafi (che per l'Italia hanno enorme significato visto che il Libian Investment Fund è presente nel capitale di Unicredit e altre istituzioni) e un programma di distribuzione del reddito derivante dai prodotti energetici, l'avvio di un periodo di moratoria sulle proprietà sequestrate durante l'era di Gheddafi, facilitare la riconciliazione nazionale, favorire l'ingresso di capitribù già presenti nel regime, adozione della costituzione dell'era monarchica e commissione per scrittura di una nuova carta fondamentale dello Stato. E' un piano perfetto. E non vedrà mai la luce.
Sarkozy: "Gheddafi deve andarsene"
Parigi, 21 febbraio 2011.
Mentre il governo Berlusconi cerca un soft landing per la rivoluzione in Libia, il presidente francese Nicholas Sarkozy manda l'ultimatum di Parigi al Colonnello: "Gheddafi deve andarsene". La Francia sta accelerando i suoi piani, il Regno Unito segue a ruota. Roma osserva e cerca di non farsi prendere in contropiede. Ma è già troppo tardi.
Hillary Clinton prepara l'emergenza della guerra
Washington, 2 marzo 2011.
Parigi sta per dare il suo ultimatum, vuole bombardare le postazioni militari di Gheddafi nell'Est e spianare definitivamente la strada all'insurrezione da Bengasi fino a Tripoli. Il World Food Program delle Nazioni Unite è già allertato e sul tavolo di Hillary Clinton arriva un programma dettagliato di assistenza. Lo scrive l'ambasciatore americano alle Nazioni Unite di base a Roma, Ertharin Cousin. Cosa prevede?
- Il World Food Program si sta preparando per assistenza a Est della Libia e al confine con la Tunisia. La Libia è un importatore netto di cibo, un'interruzione della catena di distribuzione alimentare sarebbe un disastro.
- Una nave con aiuti alimentari è già stata inviata a Bengasi, arriverà nel giro di due, tre giorni
- Il WFP ha approvato un programma regionale di assistenza per 38 milioni di dollari, prevede aiuti per Tunisia, Libia e Egitto, in aggiunta c'è un programma straordinario per altri 1.2 milioni di dollari.
- L'Agenzia Onu per i rifugiati ha stanziato subito un fondo da 18 milioni di dollari.
- Dal 22 febbraio tra le 40/50 mila persone è entrata dalla Libia in Tunisia, sono 18 mila tunisini, 15 mila egiziani, 3500 libici e 2000 cinesi.
Gli Stati Uniti si preparano all'emergenza della guerra. E' già tutto deciso.
Gli americani monitorano le mosse di Berlusconi
Washington, 13 marzo 2011.
Confidential. Sid Blumenthal invia a Hillary Clinton via email un documento sulla situazione in Libia e le posizioni dei vari paesi. Gli americani stanno monitorando le mosse di Berlusconi:
- Il governo italiano sta coprendo la sua scelta sulla Libia. Esponenti dei servizi segreti italiani hanno informato il primo ministro Silvio Berlusconi che non è del tutto chiaro se il regime di Gheddafi sia sul punto di sparire e ogni giorno il leader libico appare sempre più forte. L'Italia ha consistenti investimenti energetici in Libia, comprendono 6.6 miliardi di investimenti in Greenstream per il gas, ha la gestione degli oleodotti dell'Eni che sono localizzati a ovest di Tripoli, in un'area controllata da Gheddafi. L'Italia riceve il 15 per cento delle sue importazioni di gas attraverso questa pipeline. A differenza di altre compagnie energetiche straniere, le cui strutture sono all'interno del deserto libico o offshore, il Greenstream di Eni è vicino a Tripoli, accessibile alle truppe di Gheddafi. Il più grande giacimento attivo di ENI, l'Elephant è nel sud-est, più vicino a Tripoli che alla zona est controllata dai ribelli. Eni produce più del doppio del del petrolio rispetto ad ogni altra compagnia straniera in Libia. Molto importante, circa il 15 per cento della produzione globale di Eni proviene dai giacimenti libici. Per questo, Roma è riluttante su un intervento militare, una mossa che potrebbe danneggiare le sue relazioni con il regime di Gheddafi. Detto questo, Berlusconi e i suoi consiglieri mantengono canali di comunicazione sia con il governo di Tripoli sia con i ribelli, per proteggere gli interessi di ENI a ovest e a est.
L'Italia è il paese che più ha da perdere nella guerra in Libia. Berlusconi è tra due fuochi: la lealtà all'Alleanza Atlantica da una parte e gli interessi del proprio paese dall'altra. Ma la sabbia del deserto sta scorrendo nella clessidra. Il tempo per Roma sta finendo.
La Francia prepara il bombardamento
Washington-Parigi, 18 e 19 marzo 2011.
Le lancette dell'orologio corrono, gli aerei sono pronti a decollare per effettuare i primi strike sulla Libia. Obama riunisce la sua war room alla Casa Bianca. Sarkozy convoca un vertice a Parigi, nella capitale francese arriva anche Hillary Clinton. Silvio Berlusconi parte per Parigi con la speranza di bloccare l'intervento in extremis e trovare una soluzione pacifica. E' preoccupato dall'attivismo francese. Il ministro degli Esteri dell'epoca, Franco Frattini, ricostruisce con il titolare di List quelle ore convulse:
"Ho capito che non ci sarebbe più stato niente da fare quando Sarkozy convoca un vertice a Parigi. Berlusconi parte dicendo "dobbiamo resistere in tutte le maniere". Berlusconi rientra da Parigi con un resoconto che scartavetra la realtà: "Era impossibile fermarli, già stasera partono i jet inglesi e francesi. Ho posto il veto all'uso delle basi se non ci sarà una missione Nato". Frattini continua il suo racconto: "Sarkozy disse: io faccio da solo. A quel punto ci mettemmo a lavorare sulla soluzione Nato, ci lavorai nei due giorni successivi e ci riuscimmo. Anche con l'aiuto della Clinton. Era l'unica cosa che potevamo fare, chiedere l'ombrello Nato. Senza, la Francia avrebbe dovuto fare le sue missioni partendo dalle basi militari in Corsica. Impossibile. La Clinton sostenne la posizione italiana molto fortemente, me ne parlò dicendo che il Presidente (Obama, ndr) aveva capito che non si poteva andare avanti con una nuova Coalition of the willings, perché all'inizio questo avevano in mente, la Coalizione dei volenterosi dell'Iraq".
I ricordi di Frattini sono essenziali per capire quanto fosse difficile la posizione dell'Italia e quanto la Francia fosse determinata a prendere possesso delle operazioni in Libia.
Il discorso di Obama sulla Libia
National Defense University, Washington, 28 marzo 2011.
Il discorso di Obama sulla Libia è pronto. Le ultime bozze vengono riviste anche sotto la supervisione del Dipartimento di Stato di Hillary Clinton. Il discorso viene inviato ai funzionari sotto embargo. Obama dichiara che "la Libia è tra la Tunisia e l'Egitto, due paese che hanno ispirato il mondo quando i loro popoli si sono ribellati prendendo in mano il proprio destino. Per oltre 40 anni, il popolo libico è stato governato da un tiranno, Muammar Gheddafi. Ha negato loro la libertà, sfruttato la loro ricchezza, ucciso gli oppositori in casa e all'estero, terrorizzati persone innocenti nel mondo, inclusi americani che sono stati uccisi da agenti libici". Il giorno dopo Hillary Clinton a Londra incontra gli oppositori di Gheddafi. È l'inizio della fine di Gheddafi.
Gli alleati si dividono subito
Washington, 9 aprile 2011.
Le cose tra gli alleati non vanno benissimo. I francesi sono lanciati nella loro operazione militare, gli inglesi si stanno smarcando da Parigi con un lavoro di intelligence sul campo. Gli americani sono informati. E preoccupati. Sid Blumenthal gira a Hillary Clinton un report dettagliato sulle attività degli agenti del Regno Unito in Libia.
- Confidential. La mattina dell'8 aprile una fonte che accesso diretto alla leadership del Libyan National Council (LNC) ha dichiarato sotto stretta confidenza che alcuni membri del comitato militare del LNC sono preoccupati, nonostante l'intervento della Nato contro Gheddafi, perché il governo del Regno Unito sta usando i suoi servizi di intelligence per dare direttamente istruzioni al LNC e anche al regime di Gheddafi.
La Libia è un covo di serpenti. E anche gli alleati occidentali sibilano. Il report confidenziale è un presagio sul futuro:
- Queste fonti sono state informate in Francia e in Italia, i servizi segreti inglesi mantengono i contatti con il regime di Gheddafi con l'obiettivo di tutelare gli interessi del Regno Unito nel caso la situazione in Libia cada in stallo.
Londra non crede a una vittoria lampo e a una soluzione immediata di governo per la Libia. Gheddafi non è morto, sta combattendo, non sarà una guerra-lampo, ci vorranno mesi per sconfiggere il colonnello e gli air strike da soli non bastano. Il deserto è immenso. E in quel deserto c'è un leone, Gheddafi. Tutti si stanno posizionando per un finale incerto. Quello che poi accadrà, con il paese spaccato in due, da una parte Tripoli, dall'altra Tobruk. Serraj nella capitale della Tripolitania, Haftar nella roccaforte della Cirenaica. L'uomo dell'Onu e quello di potenze riemerse (la Russia), confinanti (l'Egitto), lontane ma immanenti (il Qatar) e sempre pronte a giocare una partita a poker contro l'Italia (la Francia). E' il Risiko della Libia ieri e oggi.
Il piano della Francia è fallito in partenza
Chi è il nostro avversario nel 2011 in questa partita a scacchi e missili? Sempre la Francia. E' nello stesso report di Washington inviato a Hillary Clinton il 13 marzo 2011 che emerge la strategia di Parigi contro gli interessi italiani:
- Il 10 marzo il governo francese ha riconosciuto ufficialmente il National Libyan Council come legittimo rappresentante del popolo libico, una mossa che ha creato costernazione nel resto d'Europa.
È Sarkozy che si muove prima degli altri, sposta i pezzi sulla scacchiera e accende il radar dei caccia Rafale pronti al decollo. Il report prosegue:
- In ogni caso, il tentativo della Francia di guidare l'Europa è fallito. La mossa di Parigi di riconoscere unilateralmente i ribelli anti-Gheddafi è stata categoricamente respinta dall'intera Unione Europea, perfino dal Regno Unito. Nel frattempo, il nuovo ministro degli Esteri francese, Alain Juppe, ha saputo del riconoscimento dei ribelli libici solo durante la conferenza stampa con il ministro degli Esteri della Germania. Questo dimostra l'ampiezza dei movimenti di Sarkozy, si muove indipendentemente, senza coordinarsi con il suo ministro degli Esteri. La Francia può muoversi da sola e aggressivamente per due ragioni. Primo, i suoi interessi energetici in Libia non sono vasti e non possono essere minacciati dalle forze di Gheddafi, come quelli di ENI. La più grande compagnia petrolifera della Francia, TOTAL, produce circa 60 mila barili al giorno di petrolio in Libia dal 2009, non è un numero insignificante, ma la sua principale produzione è offshore. Secondo, la Francia non può imporre nessuna No Fly Zone da sola, così Sarkozy può chiedere un'azione in Libia e poi accusare debolezza e mancanza d'unità i suoi partner europei.
E' una partita a scacchi mortale. È il gioco di Parigi. Ieri, oggi, domani. È il deserto della Libia. E dopo sei anni dalla caduta di Gheddafi, siamo di nuovo alla casella di partenza. Parigi muove i pezzi, Trump e Macron stanno tessendo la nuova alleanza per ridisegnare lo spazio geopolitico del Mediterraneo, Roma all'angolo risponde con una missione navale tutt'altro che priva di rischi, dettata dalla fretta, dal timore di perdere consenso (crisi dei migranti) e ancora una volta la Libia. E' la guerra di ieri che fa sentire le sue ondate sul presente. E' il bagliore dei Libia Files.
2- Continua.
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Come chiudiamo questo numero di List? Con il motore acceso, grande giornata di Formula 1. Vroooom.
06
Silverstone spettacolare. Vince Sainz, la Ferrari non si sa
Vittoria e bandiera. Carlos Sainz al 'muretto' della Ferrari dopo il successo a Silverstone (Foto Epa)Primo successo in carriera di Carlos Sainz, il Gran Premio di Formula 1 della Gran Bretagna è stato un'avventura. Un incidente fa correre i brividi sulla schiena a tutti, coinvolti Russell, Tsunoda, Ocon, Albon e Zhou che si ribalta e striscia tra detriti e scintille con la macchina capovolta fino alla rete di protezione. Stanno tutti bene, è la buona notizia del giorno.
La monoposto di Zhou che corre verso la recinzione del circuito di Silverstone (Foto Epa).Lo spagnolo della Rossa ha vinto davanti alla Red Bull di Sergio Perez (magnifica gara) e alla Mercedes di Lewis Hamilton (un leone di fronte al suo pubblico). La Ferrari di Charles Leclerc (si è esibito in un paio di pezzi di bravura che ne confermano la classe) è arrivata quarta, ma il pilota, questo talento che a Maranello avrebbe bisogno di un padre come 'il Drake', avrà molto da discutere con il team perché a 13 giri dalla fine dai box lo hanno costretto a girare con le stesse gomme dopo l'entrata della Safety Car. Leclerc era in testa, ha perso perché aveva le gomme peggiori nel gruppo che doveva giocarsi la vittoria. Che strategia hanno al team Ferrari? Lo scopriremo solo correndo.
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Il Codice privacy e il Regolamento privacy conferiscono agli Utenti l’esercizio di specifici diritti.
Gli Utenti in qualsiasi momento potranno esercitare i diritti di cui all’art. 7 del Codice privacy e s.m.i. e di cui agli art. 15, 16, 17, 18, 20 e 21 del Regolamento privacy, inviando una comunicazione scritta ai recapiti del Titolare di cui al precedente paragrafo 1 e, per l’effetto, ottenere:
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Gli Utenti, inoltre, potranno opporsi al trattamento dei dati personali che li riguardano.
- Aggiornamenti
La Privacy policy del Sito potrà essere soggetta a periodici aggiornamenti.
Termini e condizioni di vendita dei servizi di abbonamento
I presenti termini d'uso disciplinano la fornitura digitale del servizio in abbonamento (di seguito,
il"Servizio" o
l'"Abbonamento") a List nelle diverse formule di volta in volta disponibili. Il Servizio è fornito da List
S.r.l., con
sede in Via Ferdinando di Savoia, 3 - 00196 Roma P. IVA 14403801005, iscritta al registro delle imprese di
Roma, numero
di iscrizione RM/1518421 (di seguito, il "Fornitore").
Il Servizio è rivolto esclusivamente a utenti maggiorenni. (di seguito, l'"Utente" o gli "Utenti").
List è il servizio digitale che fornisce agli Utenti contenuti editoriali, giornalistici e informativi di
qualità;
maggiori informazioni su List sono disponibili navigando sul sito internet https://newslist.it/ (di seguito,
il "Sito").
Il Servizio è disponibile in abbonamento via web a partire dal Sito, nonché attraverso l'applicazione List
(di seguito,
l'"Applicazione") per dispositivi mobili con sistema operativo IOS 11.0 o successivi e Android 6.0 o
successivi.
Il costo dei dispositivi, delle apparecchiature e della connessione internet necessari per la fruizione del
Servizio non
è ricompreso nel Servizio e si intende a carico dell'Utente.
1. Caratteristiche del Servizio
1.1 Il Servizio ha ad oggetto la fruizione in abbonamento dei contenuti editoriali della testata List.
L'Abbonamento è
disponibile esclusivamente in formato digitale; resta quindi espressamente esclusa dal Servizio la fornitura
dei
contenuti in formato cartaceo.
1.2 Il Servizio è a pagamento e comporta il pagamento di un corrispettivo a carico dell'Utente (con le
modalità previste
nel successivo articolo 5).
1.3 L'Utente può scegliere tra diverse formule a pagamento per la fruizione del Servizio; il costo, la
durata, le
modalità di erogazione e gli specifici contenuti di ciascun pacchetto sono specificati nella pagina di
offerta
pubblicata su https://newslist.it/fe/#!/register ovvero all'interno dell'Applicazione. Il contenuto
dell'offerta deve
intendersi parte integrante dei presenti termini d'uso e del connesso contratto tra il Fornitore e l'Utente.
2. Acquisto dell'abbonamento
2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.