9 Novembre
Giorni di guerra, pace e Putin
Putin: "Niente guerra e la Corea del Nord non può avere il nucleare". L'uomo del Cremlino sarà anche l'uomo della pace tra Trump e Kim? Ritratto dello scacchista russo che insieme alla Cina sta guidando il gioco geopolitico
Che cosa è la Russia? Bisogna porsi questa domanda - e trovare una risposta - per capire il presente (e il passato), dare una forma alla storia che si fa e disfa sotto i nostri occhi. La crisi dei missili in Corea del Nord ha messo, ancora una volta, Vladimir Putin davanti alla scacchiera. Fox News si chiede: "Sarà l'uomo della pace?". Chi fa la guerra di solito sigla anche la pace. Dunque Putin è un buon candidato per risolvere la faccenda.
Mentre il titolare di List scrive queste note sul taccuino, Putin è a Vladivostok, con il premier della Corea del Sud. La sua linea è chiara, riassunta in poche frasi taglienti: "Ho confermato al signor Moon Jae-in la nostra posizione di principio: non riconosceremo lo status nucleare della Corea del Nord. Il programma missilistico-nucleare di Pyongyang viola in modo pesante le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza Onu, mina il regime di non proliferazione e rappresenta una minaccia per l'Asia nord-orientale". Niente guerra, niente Bomba per Kim.
L'altro ieri al vertice dei paesi BRICS a Xiamen, in Cina, Putin si è catapultato subito al centro della scena dividendo il copione del summit in due parti, una interpretata dalla Cina, l'altra dalla Russia: il presidente cinese Xi Jinping ha dipinto lo scenario dei prossimi vent'anni, un nuovo ordine mondiale con la Cina e i paesi emergenti sempre più forti; Putin ha fatto tuonare l'allarme per una guerra in Corea del Nord "con moltissimi morti" e chiesto la fine di quella che ha definito "isteria militare". Tutti e due avevano un obiettivo: gli Stati Uniti.
Putin muove i pezzi con pazienza, è un giocatore di scacchi della scuola sovietica e al contrario del raffinatissimo Boris Spassky, non ha il genio matto di Bobby Fischer che materializzava schemi di gioco...
Che cosa è la Russia? Bisogna porsi questa domanda - e trovare una risposta - per capire il presente (e il passato), dare una forma alla storia che si fa e disfa sotto i nostri occhi. La crisi dei missili in Corea del Nord ha messo, ancora una volta, Vladimir Putin davanti alla scacchiera. Fox News si chiede: "Sarà l'uomo della pace?". Chi fa la guerra di solito sigla anche la pace. Dunque Putin è un buon candidato per risolvere la faccenda.
Mentre il titolare di List scrive queste note sul taccuino, Putin è a Vladivostok, con il premier della Corea del Sud. La sua linea è chiara, riassunta in poche frasi taglienti: "Ho confermato al signor Moon Jae-in la nostra posizione di principio: non riconosceremo lo status nucleare della Corea del Nord. Il programma missilistico-nucleare di Pyongyang viola in modo pesante le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza Onu, mina il regime di non proliferazione e rappresenta una minaccia per l'Asia nord-orientale". Niente guerra, niente Bomba per Kim.
L'altro ieri al vertice dei paesi BRICS a Xiamen, in Cina, Putin si è catapultato subito al centro della scena dividendo il copione del summit in due parti, una interpretata dalla Cina, l'altra dalla Russia: il presidente cinese Xi Jinping ha dipinto lo scenario dei prossimi vent'anni, un nuovo ordine mondiale con la Cina e i paesi emergenti sempre più forti; Putin ha fatto tuonare l'allarme per una guerra in Corea del Nord "con moltissimi morti" e chiesto la fine di quella che ha definito "isteria militare". Tutti e due avevano un obiettivo: gli Stati Uniti.
Putin muove i pezzi con pazienza, è un giocatore di scacchi della scuola sovietica e al contrario del raffinatissimo Boris Spassky, non ha il genio matto di Bobby Fischer che materializzava schemi di gioco impossibili sull'altro lato della scacchiera. Putin considerava Obama un dilettante con l'ego ipertrofico e zero tituli nell'azione, non lo stimava e lo mise fuorigioco sulla Siria con un doppio passo da manuale della diplomazia: un articolo sul New York Times per dire che era finita l'era "dell'eccezionalismo americano" e un'alleanza con un leader inaspettato, Papa Francesco.
Obama è passato, Trump è arrivato, Putin non se ne è mai andato e osserva il nuovo presidente americano con lo sguardo curioso e perfino divertito di un entomologo, prende a frustate la sua retorica compulsiva, lo osserva come un gatto che sta giocando con il topo. Trump ha molto da imparare e poco tempo a disposizione.
Molti mesi fa Putin sembrava un leader sulla via del declino. Uomo forte di un paese dove libertà e mercato sono un optional (che decide lui), privo di un sistema industriale diversificato, esercitava il suo dominio sul risiko dell'oligopolio energetico, ma di fronte a uno scenario di prezzi del barile in caduta libera, inseguito dalle sanzioni, con il rublo che colava a picco e il rischio dell'isolamento finanziario. Era l'epoca in cui Stati Uniti e Europa pensavano che lo strangolamento economico avrebbe convinto Putin a cedere sul dossier alla dinamite dell'Ucraina, restituire la Crimea e, chissà, forse perfino cadere, lasciare il Cremlino, finire sotto i cingoli della storia russa fatta di colpi di vento improvvisi e letali.
Il destino di Putin non era quello. Il film di questa storia aveva un'altra sceneggiatura. Mentre Obama faceva pressioni sull'Europa per continuare la politica delle sanzioni, Putin aveva squadernato le carte geografiche sulla sua scrivania al Cremlino. Sulla mappa, c'era un'occasione, proprio là dove Obama si era fermato sulla "red line", in Siria. Uno sguardo con i suoi generali, il balzo di una tigre, il ruggito dell'aviazione russa, lo stivale delle forze speciali, la fine dell'Isis in Siria e in Iraq.
C'è una scena che riassume questa scelta strategica fondamentale di Putin, un gioiello: la riconquista di Palmyra, il tragico teatro degli sgozzamenti dell'Isis. La regia di Putin in questa scena è senza pari: chiama l'orchestra sinfonica del teatro Mariinsky e il maestro Valery Gergiev, spedisce tutti a Palmyra e il mondo ammira il concerto nell'anfiteatro romano dove Isis faceva sventolare la sua bandiera di morte. Musica, suona Putin.
Da quel momento l'arretramento degli Stati Uniti dallo scenario medio-orientale diventa l'incubo notturno di Obama, l'Orso russo è tornato e si fa largo nei vuoti lasciati dal Non-Commander in Chief della Casa Bianca.
Tutto questo agli occhi dell’Occidente è incomprensibile, getta i leader nello smarrimento. La Russia ha ripreso il suo posto, come la Cina. La sola Angela Merkel sembra aver realizzato pienamente (nell'intervista al quotidiano Handelsblatt pubblicata da List) quello che è successo negli ultimi quattro anni, il resto della compagnia ancora si chiede come tutto questo sia potuto succedere. Facile, gli spazi vuoti si riempiono, ma nessuno pensava che quello destinato a farlo fosse lui, Putin.
La storia è maestra di vita, la Russia è caduta e si è rialzata più volte. È il paese più grande del mondo, il suo permafrost (settanta per cento del territorio) la rende povera e ricca nello stesso tempo. La sua politica estera è quella di un grande paese costretto dalla storia ad essere grande: grandi spazi, grandi risorse energetiche, grande cultura. È la Grande Madre Russia.
Putin e Serghei Lavrov, il suo ministro degli Esteri, sono la coppia sul ponte dell'incrociatore Kirov. E’ l’Est che sta salpando. Vladimir Putin e Serghei Lavrov, il presidente e il ministro degli Esteri della Russia. Il primo comanda, il secondo interpreta gli ordini e segna la rotta secondo i disegni di una tradizione diplomatica che è un fiume carsico della storia russa. È questa storia non studiata mai abbastanza ad aver intrappolato l'Occidente nelle sue errate convinzioni, il suo rigoglioso sottobosco culturale, il carattere dei personaggi che riemerge ciclicamente in figure che attraversano i secoli. Putin e Lavrov sono la versione reloaded dello Zar e del suo plenipotenziario nella politica estera, Alexander Mikhailovich Gorchakov, cancelliere dell’impero russo dal 1863 al 1883, nato a Khaapsalu, in Estonia, amico dello scrittore Alexander Pushkin che dedicò questi versi al suo giovane compagno di liceo: “Il figlio favorito della fortuna”. La storia, questo eterno ritorno. Lavrov osserva il quadro di Gorchakov sulla parete della sua stanza a 172 metri d’altezza, in uno dei sette grattacieli (le sette sorelle) costruiti durante l’epoca stalinista. La Gotham City del potere russo. Governa la più potente rete di ambasciatori (e spie) del mondo.
Il KGB è la chiave di questa storia, il suo fischio d'inizio che non ha ancora un finale. Putin comincia là dove tutti i leader dell'Unione sovietica hanno bevuto il latte materno della Grande Russia, il servizio segreto. Un figlio di Leningrado nato nel 1952 avrebbe seguito questo fiume carsico, dal Palazzo della Lubjanka al Cremlino. La madre non si lascia mai, il servizio segreto resta tatuato nel cuore, ma nel 1991 Putin "esce" dalla riserva del KGB e diventa assistente politico del primo sindaco democratico di Leningrado, Anatoly Sobchak. Qui parte un altro capitolo di questa storia. Mentre Gorbaciov a Mosca predica Glasnost e Perestrojka, Sobchak a Leningrado perde le elezioni e Putin nel 1996 arriva a Mosca. Gorbaciov si dibatte nella crisi economica, la Russia è in preda alla tentazione continua del colpo di stato, vecchie e nuove forze combattono una guerra sotterranea non solo per la conquista del potere, ma per evitare la dissoluzione completa del paese, il caos.
Serve ordine. E per mantenere l'ordine, prima della democrazia servono le forze armate. E le spie. Gorbaciov si avvita su se stesso, al Cremlino arriva Boris Eltsin, il Corvo Bianco, l'uomo del destino. Eltsin ha un compito immane, salvare la Grande Madre Russia dall'implosione. La sigla del KGB è morta, ma la vecchia rete di agenti, amicizie, influenze politiche è ancora viva, il "nuovo" servizio segreto si chiama FSB e Vladimir improvvisamente - eccole, le strambate della storia russa - nel 1998 ne diventa il capo. Eltsin sceglie lui. Il posto più delicato, l'uomo più fedele, un servitore della Russia. Putin è noto per la sua efficienza e lealtà, non ha mai cambiato campo, lasciato quelli per cui ha lavorato (rifiutò l'offerta di lavoro del rivale vincente di Sobchak a Leningrado), disprezza i traditori della patria, è il profilo giusto per guidare i servizi segreti. Nello spazio di un flash della storia, Putin diventa primo ministro. Eltsin sceglie ancora una volta lui (dopo averne bruciati quattro in due anni) e poco tempo dopo il Corvo Bianco fa la sua ultima mossa sulla scacchiera: lascia la presidenza e nomina Putin facente funzioni in attesa del voto. Che Putin vince. In questo passaggio di consegne tra Eltsin e Putin è racchiuso il destino della Russia, la sua immensa storia, mettere il paese più grande del mondo "in mani sicure", evitare la frantumazione del gigante di ghiaccio.
Quando Stati Uniti e Europa giocarono alla rivoluzione di Kiev, agli occhi di Putin quella fu una minaccia all'integrità dello "spazio vitale" della Russia. La sua risposta in Crimea fu il primo passo per dire a tutti: le sfere d'influenza sono tornate, la vostra storia non è la mia storia, io sono questo, non posso essere altro. È il mio destino.
La politica russa è una matrioska. C'è Putin. Dentro Putin c'è Lavrov. E dentro Lavrov c'è la diplomazia russa, la sua capillare rete di corrispondenze, assonanze, dissonanze, azioni e reazioni. La pazienza. Il silenzio. E il colpo rapido. Riprendersi la Crimea fu una decisione naturale. Era già successo. Fu proprio Alexander Mikhailovich Gorchakov il promotore del ritorno della Russia tra le grandi potenze dopo la sconfitta nella guerra di Crimea nel 1856. Abituato a trattare a muso duro con il suo grande rivale, il cancelliere Otto Von Bismarck, Gorchakov si impegnò a tener fuori la Russia dai ribaltoni esterni dell’epoca per tenere insieme il suo impero e coniò in una circolare ai suoi diplomatici la frase “la Russia non tiene il broncio, la Russia riflette”. Personaggio affascinante, prismatico, di superba retorica (“l’Austria non è uno stato, è un governo”), dotato di una pazienza oggi impensabile, trattò con gli Stati Uniti la cessione dell’Alaska, cosa che avvenne nel 1867, dopo dieci anni di duro negoziato sul prezzo. Stop and go. I suoi busti e dipinti esposti nelle stanze del grattacielo di piazza Smolenskaya a Mosca, sono un memento per ogni capo della politica estera russa. Fu il ministro degli esteri di Boris Eltsin, Evgheny Primakov, a rimettere la dottrina Gorchakov al centro del risiko post-sovietico. Un secolo e mezzo dopo la sconfitta della Crimea, ecco riemergere il Gorchakov contemporaneo, Lavrov. È l’uomo che progetta il “ritorno a casa” della Crimea dopo l’esilio in Ucraina deciso nel 1954 da Nikita Kruscev, il segretario del Pcus che aveva sciaguratamente confuso la sua vicenda personale con i destini di un popolo. La Crimea all'Ucraina. Possibile solo finché l'Ucraina era russa.
Sessant’anni dopo, il 18 marzo del 2014, Putin firma una legge che riaccoglie ufficialmente la Crimea nella federazione Russa. Nel porto di Sebastopoli torna a volare l’aquila imperiale. Lavrov ha emulato Gorchakov, la Crimea è riconquistata senza sparare un colpo, il resto è semplicemente il ritorno della storia. Intervistato da Foreign Policy, nell’aprile del 2013, Lavrov cita una frase del maestro della diplomazia, Gorchakov: “L’intervento straniero nelle questioni interne è inaccettabile. È inaccettabile l’uso della forza nelle relazioni internazionali, in particolare da parte di paesi che si considerano i leader della civiltà”. America, stop. L’uso di quella frase di Gorchakov è una chiave per interpretare la crisi in corso, è la “fine dell’eccezionalismo americano” come scrisse Putin sul New York Times nel 2013, è il volta pagina di una nuova era delle relazioni internazionali. Buona, cattiva, brutta, bella, è la rivoluzione in corso nelle relazioni internazionali.
Lo Stato di Putin non è quello liberale, l'uomo è silenzioso e sulfureo, su di lui si addensano ombre, accuse, un gioco continuo di fumo e specchi. La Russia di oggi è la “democrazia controllata” teorizzata da Vladislav Surkov, uno dei più stretti consiglieri politici di Putin. È qualcosa che agli occhi dell’Occidente è una dittatura tout court, ma in realtà è anche la certificazione della scarsa comprensione della Russia contemporanea, come ha spiegato perfettamente John Mearsheimer, politologo dell’Università di Chicago: “Le élite occidentali non hanno la minima cognizione del fatto che qualcuno possa ragionare con altre categorie rispetto alle loro, è un fatto che semplicemente non accettano”.
È finita la Guerra Fredda, non è mai finita la Russia. Ma a Washington guardano a Mosca con le lenti appannate dei cremlinologi del passato. Questo è l'errore più grande. Tutto il dibattito sulla Russia durante l'ultima campagna presidenziale era con lo sguardo rivolto all'indietro. La Russia spia? Sarebbe una notizia il contrario. Mentre l'America si dibatte in una profonda guerra civile strisciante - e ne vedremo tra qualche riga i tratti distopici - la Russia rispondeva alla politica dello strangolamento finanziario e dell'isolamento dai forum di cooperazione proiettandosi là dove l'America non c'era più: in Medio Oriente, nel Mediterraneo, nel rapporto sempre più stretto con la Cina di Xi, un altro leader che ha ripescato il passato, il Comandante Mao, e lo ha messo al servizio di Adam Smith. È un sottosopra, ma funziona. La Cina è un grande esperimento sociale, forse anche un incubo, ma la vita è questa alternanza di luce e buio.
Putin e Xi sono il fatto nuovo e vecchio nello stesso tempo: qualche millennio dopo la Cina è tornata al suo posto, così come la Russia. Putin guarda a Xi per costruire uno spazio nuovo, forum di cooperazione che tengano gli Stati Uniti lontani dalle sfere d'influenza riedificate. Durante il vertice di Xiamen i loro discorsi andavano in tandem, erano la lettura della fine del mondo dominato dagli Stati Uniti e il tentativo di disegnare un nuovo ordine mondiale. Putin ha lo scopo di sempre, proteggere i confini della Grande Madre Russia, l'obiettivo di Xi è quello di guardare (e dominare) il mondo dalla Grande Muraglia. La partita a poker nucleare sulla Corea del Nord è un capitolo di questa storia. Che storia.
In questo scontro tra titani, l'America, l'altro gigante, è prigioniera di una strisciante guerra civile, viene da lontano, è figlia di una crisi di identità e ha radici profonde. Vediamo insieme lo scenario. Seguite il titolare di List.
01
La guerra civile americana
A che ora è la guerra civile? Non lo sappiamo, ma quello che si vede in America è lo spettacolo di una paese profondamente diviso, lacerato. È uno scenario che viene da lontano, fotografato perfettamente da una ricerca pubblicata stamattina dal Wall Street Journal. Ecco un grafico, chiarissimo sulla polarizzazione, la divisione netta tra repubblicani e democratici:
Sono le divisioni di un paese in cui i due partiti sono in crisi, il presidente è contestato e le minoranze rumorose dominano i media. Gli Stati Uniti per gli americani non sono più il luogo ideale dove vivere:
In questo scenario, dopo l'uragano Harvey, c'è un altro problema in arrivo dall'Atlantico, si chiama Irma.
02
Ciao, sono Irma. Faccio l'uragano
Eccola qua, la dolce Irma. Sta arrivando a piè veloce sulle Antille, Barbuda, Puerto Rico, Repubblica Dominicana, Haiti e infine, domenica, toccherà la Florida. Il centro nazionale per gli uragani l'ha battezzato come categoria 5, la più alta. È il più potente uragano registrato dall'uomo sull'Atlantico. Come il suo predecessore, Harvey, porterà vento (trecento chilometri orari) e pioggia. È la forza della natura che ci ricorda quanto siamo piccoli di fronte agli eventi naturali. Ecco la rotta di Irma verso il continente americano:
Il suo occhio fa spavento, il suo movimento circolare è un memento:
Che fare? Non ci resta che attendere. Anche in Italia si attende. Cosa? La pensione. Che paese.
03
Italian Comedy. La rincorsa alla pensione
Signore e signori, si vota e il paese sembra essere in preda a una vera e propria nuova corsa all'oro, neanche fossimo nel Klondike: la caccia alla pensione. A fine agosto abbiamo sentito il ministro del Lavoro Poletti (lavoro, non pensione) dire che si sta studiando un provvedimento per assicurare l'assegno di fine corsa ai "lavoratori discontinui", una pensione minima di 650 euro a chi non ha lavorato. La stupefacente rivelazione, il miracolo contabile, è il bonus che mancava a una legge di stabilità che s'annuncia piena di spesa elettorale, buchi coperti non si sa come che poi in futuro si apriranno come botole al passaggio dell'ignaro contribuente. Pare vada benissimo così, agli italiani. Tanto che si va avanti con questa politica e urbi et orbi s'annunciano i conti per andare in pensione anticipata. Sono le simulazioni dell'Ape preparate da Palazzo Chigi, una delizia. Lavoro? Non scherziamo, la pensione e non la produzione è il fine dell'Italia contemporanea. Non sentite arrivare la depressione? Ecco un estratto dal Sole 24Ore per avere il quadro sul quale poi giocare a freccette tutta la mattina:
Nel caso di un lavoratore con una pensione mensile maturata e certificata dall’Inps di 750 euro netti (822 euro lordi, inclusa cioè l’Irpef) che richieda un’Ape volontaria dell’85% (638 euro) e un prestito-ponte di 12 mesi, la rata mensile ammonterebbe (considerando 11 euro di detrazione fiscale) a 55 euro e andrebbe a incidere per il 4,6% per ogni anno d’anticipo sul “nuovo” assegno pensionistico netto che sarebbe a questo punto di 706 euro al mese. Con una pensione netta maturata di mille euro (1.192 euro lordi) e la richiesta di Ape volontaria dell’80% per 24 mesi, la rata, “addolcita” da 30 euro di detrazione, sarebbe di 141 euro mensili e inciderebbe per il 4,4% su un assegno netto di 889 euro depurato da Anticipo pensionistico e agevolazione fiscale.
Mal di testa? Aspirina. Il Pd e Renzi premono per finanziare tutto ciò che è "pensionabile". È il futuro di un paese in stato perenne di quiescenza. Potenza delle elezioni. Interessante evoluzione dell'italiano medio che, forse, negli sprazzi di lucidità potrebbe valutare un cambio di nazionalità al volo. Al titolare di List viene in mente un episodio raccontato dal grande Ennio Flaiano:
"Mi telefona un tale per dirmi che sta facendo una piccola inchiesta e vorrebbe che gli rispondessi a questa domanda: di che nazionalità vorrei essere se non fossi italiano. La sua domanda è senza risposta. Si consoli pensando che per molti l'italiana non è una nazionalità, ma una professione".
Con queste granitiche certezze sulla nazione, in attesa della legge di (in)stabilità, non resta che andare nello spazio in cerca di segnali di vita intelligente. Allacciate le cinture, decolliamo.
04
Caro E.T ecco la matematica
Se uno è intelligente lo vedi dalla conoscenza della matematica (e qui già escludiamo un pezzo consistente del nostro paese). Quarant'anni fa il Voyager 1 fu lanciato nello spazio, nel disco d'oro al suo interno ci sono formule matematiche e spiegazioni per gli alieni affinché capiscano i nostri metodi di calcolo e possano misurare la nostra civiltà. È la matematica del Voyager. Se funziona con gli alieni, forse bisognerà riportarlo sulla terra per insegnarla ai terrestri che la ignorano.
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rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.