10 Maggio
Giovinezza interrotta
Prima del coronavirus avevano trovato uno spazio nel movimento del cambiamento climatico, poi il virus ha rimesso ordine nella gerarchia delle forze apocalittiche e i giovani sono finiti in una storia che ha perso la certezza del progresso. Un'indagine di Maite Carpio sulle generazioni con un futuro (im)possibile
di Maite Carpio
C'è una questione che merita una breve riflessione in questi giorni di pandemia. Quali saranno le tracce che questa esperienza lascerà nella memoria dei nostri giovani? Come hanno vissuto questi mesi di confinamento? Cosa ha significato per loro vedersi privare della propria autonomia, rinunciare alle libertà con la quale sono nati, abbandonare tutto ciò che sembrava scontato? Quanto sarà lunga la loro memoria?
È vero che il Covid-19 ha colpito fisicamente i più anziani e che la minaccia non l’hanno vissuta in primis, ma anche i giovani, in qualche maniera, sono stati feriti. Nei primi giorni dell’emergenza hanno vissuto il senso “storico” del momento ma adesso, giustamente, lo vorrebbero dimenticare per riprendersi la leggerezza della loro età. Sono “digital native” per cui non hanno fatto fatica a ritrovarsi in rete, ma le relazioni umane poi si giocano sul campo di battaglia. Quanti fidanzamenti sono rimasti in sospeso? Vogliono, urgentemente, tornare a incontrare gli amici, andare a rimorchiare, abbracciare la fidanzata o il fidanzato e magari, i più fortunati, fare l’amore. A misurarsi con il mondo reale, con l’esame di terza media, la maturità o la laurea. La prima proposta di lavoro o un contratto che adesso é in bilico. Tante sfide interrotte che sono cruciali nella costruzione di una vita. Come e perché rinunciare al valore di un momento che diventerà un ricordo fondamentale nella loro esistenza? Nel nome di una statistica alla quale non credono o di una cartella clinica che appartiene ad un altro? Dal loro punto di vista deve sembrare un'assurdità, infatti, è stato commovente il giorno che hanno alzato un po’ la voce perché volevano tornare a scuola, all’università, ad affrontare di persona le loro sfide.
La socialità che era alla base del loro quotidiano è sparita da un giorno all’altro. Non è più possibile pensare alla...
di Maite Carpio
C'è una questione che merita una breve riflessione in questi giorni di pandemia. Quali saranno le tracce che questa esperienza lascerà nella memoria dei nostri giovani? Come hanno vissuto questi mesi di confinamento? Cosa ha significato per loro vedersi privare della propria autonomia, rinunciare alle libertà con la quale sono nati, abbandonare tutto ciò che sembrava scontato? Quanto sarà lunga la loro memoria?
È vero che il Covid-19 ha colpito fisicamente i più anziani e che la minaccia non l’hanno vissuta in primis, ma anche i giovani, in qualche maniera, sono stati feriti. Nei primi giorni dell’emergenza hanno vissuto il senso “storico” del momento ma adesso, giustamente, lo vorrebbero dimenticare per riprendersi la leggerezza della loro età. Sono “digital native” per cui non hanno fatto fatica a ritrovarsi in rete, ma le relazioni umane poi si giocano sul campo di battaglia. Quanti fidanzamenti sono rimasti in sospeso? Vogliono, urgentemente, tornare a incontrare gli amici, andare a rimorchiare, abbracciare la fidanzata o il fidanzato e magari, i più fortunati, fare l’amore. A misurarsi con il mondo reale, con l’esame di terza media, la maturità o la laurea. La prima proposta di lavoro o un contratto che adesso é in bilico. Tante sfide interrotte che sono cruciali nella costruzione di una vita. Come e perché rinunciare al valore di un momento che diventerà un ricordo fondamentale nella loro esistenza? Nel nome di una statistica alla quale non credono o di una cartella clinica che appartiene ad un altro? Dal loro punto di vista deve sembrare un'assurdità, infatti, è stato commovente il giorno che hanno alzato un po’ la voce perché volevano tornare a scuola, all’università, ad affrontare di persona le loro sfide.
La socialità che era alla base del loro quotidiano è sparita da un giorno all’altro. Non è più possibile pensare alla moltitudine di un concerto, alla folla dei locali notturni, alla libertà di viaggiare ovunque, ai vantaggi del low cost, dell’Airbnb, delle feste in giro per mappe insospettate, degli incontri inaspettati, delle nuove conoscenze... il sentirsi parte fisicamente del proprio gregge, quella catarsi impagabile del senso di appartenere a un gruppo. Si sono invece trovati obbligati a vivere a stretto contatto con i genitori (più di un 60% degli under 35 in Italia vive a casa con i genitori) esperienza che sarà apprezzata solo con il tempo, ma l’urgenza impellente per loro è quella di togliersi di dosso i nostri sguardi e tornare al più presto tra i propri compagni. Se lo ricorderanno, certamente, ma non so se due mesi di questo tipo di isolamento sono sufficienti per creare un trauma, non credo, ma un segno sicuramente il Covid-19 lo lascerà anche su di loro. Le certezze di un tempo non sono più garantite e questo per forza lo hanno sperimentato.
La paura l’hanno vissuta ascoltando i messaggi esasperati della Rete (non leggono i giornali e non seguono i canali tradizionali di informazione del mainstream) e guardando gli occhi smarriti dei propri genitori, ma tutto questo non fa per loro. Tanti hanno fatto affidamento alla loro beata incoscienza e alle forze fisiche della propria giovinezza, sfidando di nascosto le regole dell’isolamento, altri hanno deciso che siamo di fronte a una bugia (per confinarci e tenerci buoni a casa) o a un complotto per ridisegnare il destino di un mondo capitalista che non li considera e che vuole solo diventare più schiacciante. Le teorie della cospirazione sono irresistibili per le tenere menti alla ricerca di un senso, quando invece “un senso non ce l’ha”.
Prima di questa epidemia, i giovani avevano trovato uno spazio per esprimere la propria voce attraverso le rivendicazioni (e i rimproveri generazionali) del “cambiamento climatico” e l’emergenza di un pianeta che ai loro occhi stava per estinguersi, chissà sotto quale modalità narrativa. Lontano da noi voler mettere in dubbio i rischi del surriscaldamento della Terra, ma anche questo discorso verrà per forza ridimensionato. È arrivato un virus invisibile a rimettere ordine nella gerarchia delle forze apocalittiche. Prima era solo un'idea, ora hanno toccato con mano che la distruzione della spezie non dipende solo delle emissioni di carbonio. In questi mesi hanno dovuto fare il conto con la precarietà dell’esistenza, la minaccia questa volta è arrivata ai loro occhi con gli schizzi di una realtà più contundente. Niente slide, grafici o analisi di tendenza. Il mondo che conoscevano, quello che doveva essere ingoiato dal buco nell’ozono e dall’effetto serra si è letteralmente fermato per più di due mesi, forse anche frantumato, ma soprattutto non si capisce se saremo mai capaci e con quali ferite usciremo dalla trincea. Il governo autorizzerà prima o poi di togliersi la mascherina per rimorchiare? O sarà obbligatoria anche nei locali notturni, altrimenti non si apre?
Di sicuro si troveranno in un mondo diverso, niente sarà come prima, almeno per un po’. Gli essere umani dimenticano facilmente, ma la realtà economica non farà sconti a nessuno. I giovani italiani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano, i cosiddetti Neet (Not in Education, Employment, or Training) secondo l'Unicef che cita i dati Istat del 2018 sono 2.116.000, si tratta di "un dato allarmante, soprattutto se lo si confronta quello degli altri paesi. L’Italia è infatti al primo posto in Europa per il numero di Neet, seguita con distacco dalla Grecia (19,5 per cento), Bulgaria (18,1 per cento), Romania (17 per cento) e Croazia (15,6 per cento)".
Cosa attende questa moltitudine di giovani nei prossimi anni? Il nostro non era - e non è - un paese per i giovani, infatti i più bravi, quelli che riescono, se ne sono andati appena hanno potuto, ma temo che dopo questa crisi i nostri giovani si troveranno sempre più vicini al baratro. Saranno la prima vera generazione dello smartworking, ma la certezza del posto di lavoro sarà tutta da inventare e bisognerà fare i conti con i grandi colossi della tecnologia, agguerriti più che mai. La paga già ridotta e precaria, rischia di diminuire ancora. Anche lo spazio delle libertà personali sarà più ristretto per loro. Se prima i controlli negli aeroporti per la minaccia terroristica ci sembravano irragionevoli, pensate cosa sarà adesso girare il mondo con un esercito di persone con la mascherina che ti sta dietro per misurarti la temperatura, per chiederti il certificato medico o per spruzzarti un po’ di disinfettante addosso.
Loro ancora non lo sanno (anche se sotto sotto lo intuiscono), ma è crollata una delle categorie che ha retto il nostro sistema di pensiero dai tempi dell’Illuminismo, della nostra organizzazione produttiva e sociale: l’idea di progresso. Sono stati il testimone oculare della rovina del nume tutelare che ha guidato per secoli la nostra società razionalista. Ferito a morte da un microbo di strano nome e provenienza. Difficile far passare a loro la nostra idea di Scienza quando poi è stata la Tecnica a prendersi il centro della scena. La maschera dell’impostore è crollata sotto il colpo d’ascia dei tamponi che non c’erano. Tutti beccati fuori gioco, impreparati e terrorizzati.
L’uscita dal lockdown, la fiducia nelle nostre capacità per tornare alla normalità persa la dobbiamo anche a loro. O forse il Covid-19 è arrivato per fare più spazio ai giovani che troveranno qualche spiraglio, qualche spinta inaspettata per farsi avanti? Ce lo auguriamo, perché sarebbe un grande conforto. Chissà che posto vorranno avere nella società che dovremo ricostruire da qui a poco (e anche velocemente) e come se la immaginano? Sarebbe bello cedere alla tentazione di farlo al posto loro, ma tanto sappiamo che non funziona. Questa volta tocca anche ai giovani e noi dovremo fare solo un po’ più di spazio.
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- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
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servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.