14 Aprile
Gli europei sulla macchina del tempo
Immaginare l’Europa nell’arco dei prossimi trentacinque anni è un esercizio pericoloso. Sulla scia delle previsioni di George Orwell o di Isaac Asimov rischiamo di trovarci in un romanzo distopico: una (dis)Unione Europea, vaso di coccio fra la potenza di Cina e Stati Uniti
Questo articolo è un'anticipazione di Aspenia, la rivista dell'Aspen Institute. L'ultimo numero è intitolato "La battaglia d'Europa". Durante una conversazione con Marta Dassù, direttrice della rivista e brillante analista della geopolitica, è nata una pazza idea: immaginare l'Unione europea del futuro. Più facile fare lo stuntman, commenterà qualcuno. Vero, ma qui amiamo il rischio e leggiamo molti libri di fantascienza. Il titolare di List decolla con il Maestro, Isaac Asimov. Indossate la tuta e allacciate le cinture, facciamo un viaggio nel tempo.
Il 31 dicembre del 1983 The Star, il giornale di Toronto, chiese a Isaac Asimov di fare alcune previsioni sul 2019. Un salto di 35 anni. Qualcuno attento ai dettagli (in realtà iceberg in mezzo al nulla) si chiederà come mai fu scelto di andare nel futuro per 35 anni e non 20, 30 o 40 anni; in questi casi si usa una bella cifra tonda. Quei 35 anni simboleggiavano una data importante per il mondo della letteratura (e della scienza politica): 35 anni prima, nel 1948, George Orwell scrisse 1984. In questa faccenda i numeri hanno una parte importante: sono un gioco di significati, una serie di botole nella giungla. Allo spirito attento, dunque, non sfuggirà l’altro dettaglio (un iceberg sempre più grande), cioè il fatto che il titolo del romanzo di Orwell è l’inversione della data in cui lo scrisse: 1948/1984. Siamo in pieno sottosopra, inversione, ribaltamento, il mondo all’ingiù, il rovesciamento. In 1984 Orwell dipinge un mondo dove la democrazia non esiste più, la terra è dominata da tre grandi potenze – Oceania, Eurasia ed Estasia – che si fanno la guerra e governano con gli stessi metodi totalitari. Questa è la mappa del mondo di 1984: sulla vita degli uomini – quella che resta – impera il Grande Fratello e “l’Ortodossia consiste nel non pensare – nel non aver bisogno...
Questo articolo è un'anticipazione di Aspenia, la rivista dell'Aspen Institute. L'ultimo numero è intitolato "La battaglia d'Europa". Durante una conversazione con Marta Dassù, direttrice della rivista e brillante analista della geopolitica, è nata una pazza idea: immaginare l'Unione europea del futuro. Più facile fare lo stuntman, commenterà qualcuno. Vero, ma qui amiamo il rischio e leggiamo molti libri di fantascienza. Il titolare di List decolla con il Maestro, Isaac Asimov. Indossate la tuta e allacciate le cinture, facciamo un viaggio nel tempo.
Il 31 dicembre del 1983 The Star, il giornale di Toronto, chiese a Isaac Asimov di fare alcune previsioni sul 2019. Un salto di 35 anni. Qualcuno attento ai dettagli (in realtà iceberg in mezzo al nulla) si chiederà come mai fu scelto di andare nel futuro per 35 anni e non 20, 30 o 40 anni; in questi casi si usa una bella cifra tonda. Quei 35 anni simboleggiavano una data importante per il mondo della letteratura (e della scienza politica): 35 anni prima, nel 1948, George Orwell scrisse 1984. In questa faccenda i numeri hanno una parte importante: sono un gioco di significati, una serie di botole nella giungla. Allo spirito attento, dunque, non sfuggirà l’altro dettaglio (un iceberg sempre più grande), cioè il fatto che il titolo del romanzo di Orwell è l’inversione della data in cui lo scrisse: 1948/1984. Siamo in pieno sottosopra, inversione, ribaltamento, il mondo all’ingiù, il rovesciamento. In 1984 Orwell dipinge un mondo dove la democrazia non esiste più, la terra è dominata da tre grandi potenze – Oceania, Eurasia ed Estasia – che si fanno la guerra e governano con gli stessi metodi totalitari. Questa è la mappa del mondo di 1984: sulla vita degli uomini – quella che resta – impera il Grande Fratello e “l’Ortodossia consiste nel non pensare – nel non aver bisogno di pensare. L’Ortodossia è inconsapevolezza”. Trentacinque anni dopo la comparsa di 1984, quel genio di Asimov si cimenta sul tema del futuro e prova a immaginare il mondo nel 2019, oggi. Isaac era perfetto per l’impresa, un prolifico pensatore, un maestro della fantascienza, nessuno meglio di lui.
Un romanzo distopico
Come descrive il 2019 Asimov? Non esclude la guerra nucleare – e l’assoluta “condizione di miseria” a cui condurrebbe – ma assume che questa non accada e dunque si va avanti. Da uomo attento alla trasformazione tecnologica, Asimov centra il punto: la computerizzazione e diffusione dei robot (è il suo campo da gioco, un maestro). Vede naturalmente crescere il problema globale della pressione demografica e dell’inquinamento, tema definito con la parola giusta: “irresponsabile”. Asimov aveva talmente chiaro il ruolo dell’intelligenza artificiale che predisse il declino dell’educazione tradizionale e del ruolo del “maestro”. La diffusione dei robot e dell’automazione avrebbe creato una super classe di ricchi “liberati” dal lavoro, in costante fase di ricerca del piacere, non dionisiaci alla Nietzsche, ma quelli con lo stile di vita che un filosofo marxista francese, Jean-Claude Michéa, oggi definisce, con sulfureo divertissement, la gauche kérosène. Infine, Asimov vide lo sfruttamento della dimensione dello spazio a fini commerciali, miniere sulla Luna, osservatori e laboratori nello spazio, l’avventura cosmica. Come vedete, Asimov individuò benissimo i trend della contemporaneità, erano oggetto costante del suo studio, della sua macchina creativa, dunque poteva – e doveva – immaginare una società plasmata dalla tecnologia, in transizione. Verso dove? C’è un punto citato da Asimov che va espanso. Se osserviamo lo scenario dallo spazio, guardiamo la Terra come un essere vivente, un pianeta pulsante e in perenne trasformazione, non possiamo non citare la più grave minaccia (insieme alla bomba atomica che anche nel 2019, come fu per Asimov, speriamo non venga mai usata) alla sopravvivenza dell’umanità: il cambiamento climatico. Se si realizza anche solo in parte lo scenario di global warming previsto dai principali centri di ricerca, l’Antropocene rivelato nelle sue conseguenze – previste e non affrontate in tempo – offre questo quadro: la temperatura media s’innalza e provoca lo scioglimento di una frazione importante dei ghiacci nei poli, emergono nuove terre a nord, l’East Coast dell’America viene inondata (la più grande base militare navale del mondo in Virginia, a Norfolk, viene sommersa), parte dell’infrastruttura del commercio mondiale e dell’energia è fuori uso e va ricostruita, paludi e deserti si espandono, l’agricoltura subisce una profonda trasformazione, cominciano migrazioni interne e esterne di centinaia di milioni di persone che hanno perso tutto, fame e carestia falcidiano la popolazione sulla Terra.
Pessimista? Come diceva Oscar Wilde: “siamo ottimisti bene informati”. Siamo dentro un romanzo distopico, è vero, ma tutto questo è possibile e la sua esistenza ci consente di fare scenari. Il problema è proprio che tutto questo è possibile. Essendo ottimisti, supponiamo che nel 2035 tutto questo non sia ancora un problema globale, abbiamo dunque tempo per dedicarci alla distruzione della Terra. E dunque ci dedichiamo alla magnifica distrazione del potere.
Ripetiamo la domanda: dove andiamo? Nessuno lo sa con certezza, ma possiamo utilizzare, per rispondere, il metodo di Albert Einstein (il più grande viaggiatore della mente). Qual era il metodo? La curiosità, la mente libera. Quindi continuiamo a giocare con i numeri, restiamo dentro questa cabala e proviamo a immaginare il mondo, l’Europa, nel 2035. Faremo questo viaggio cercando di dare una forma all’evoluzione – o involuzione – della politica, ricordandoci il non scontato fatto che la società non va avanti per forza, non corre necessariamente verso il Progresso; può tornare indietro pur proseguendo il suo cammino verso l’ignoto. Il futuro è Blade Runner, una visione di Philip K. Dick. O forse è un’ipotesi messa là sul tavolo, una formula automatica, un algoritmo di mutua distruzione, un attimo, push. Disse Albert Einstein: “Non so con che armi verrà combattuta la terza guerra mondiale, so che la quarta si combatterà con pietre e bastoni”. Abbiamo tempo (forse). Che viaggio ci aspetta!
Il rischioso multiverso dell'Ue
Se il nostro campo da gioco è la politica (ma ne incroceremo la sorte con la tecnologia, l’ambiente, la forza di trascinamento della storia, la psicologia e la religione), dobbiamo immaginare il futuro delle attuali potenze, i pezzi che sono adesso sulla scacchiera: gli Stati Uniti, la Cina, l’Unione Europea (un multiverso allo stato gassoso con al centro la galassia Germania) e l’emersione di soggetti inaspettati, le classiche conseguenze inattese che compaiono (ir)regolarmente nel romanzo della grande storia.
Tra queste potenze, quella che appare a rischio è indubbiamente l’Unione Europea. Basta levarsi di dosso gli “ismi” vari del nostro strano tempo e osservare i dati, gli elementi che compongono una potenza, uno stato o un impero. Le premesse di una dissoluzione sono facili da scoprire, all’Europa mancano i requisiti fondamentali per sopravvivere a se stessa: un’identità nazionale (cioè un immaginario comune); un popolo unito da un comune destino (esiste solo un collante possibile: la minaccia di una sparizione, fisica, la guerra, la carestia, la fame, cioè l’inesorabile motore della paura); un territorio da difendere (o espandere); una politica estera definita; un diritto uguale per tutti (esistono dei principi, le leggi degli Stati sono profondamente diverse); un esercito ready to fight.
La sua dissoluzione sembrerebbe solo una questione di tempo. Sarà così? il 2035 è un passaggio in realtà breve per la longue durée della storia, ma viviamo tempi accelerati (leggere Hartmut Rosa, Social Acceleration) per cui quello che accadeva in un secolo potrebbe compiersi in poche decadi. D’altronde – ecco comparire la storia – nei primi anni del Novecento il mondo ha visto compiersi una rivoluzione scientifica in un solo anno: nel 1905, Albert Einstein (rieccolo), uno sconosciuto impiegato dell’ufficio brevetti di Zurigo, riformulò le leggi della fisica classica con quattro articoli pubblicati dalla rivista Annalen der Physik. Einstein in dodici mesi ci aprì le porte di nuovi mondi sull’effetto fotoelettrico, il moto browniano, la relatività ristretta e l’equivalenza massa-energia. Che potenza, la curiosità.
Con la stessa curiosità (e purtroppo limitata capacità: qui il vostro viaggiatore nel tempo fa il massimo del suo minimo possibile) bisogna chiedersi se l’Unione Europea possa sopravvivere nelle attuali condizioni. La risposta è no, ma non tiene conto del fatto che la storia non è una forza statica, è in movimento, dunque il no di oggi potrebbe essere un sì domani. Ci vuole un certo grado di ottimismo per sostenere che l’Unione sopravviva integra all’impatto di queste forze, ma la resistenza è un altro fattore di cui bisogna pur tenere conto. Intanto, da cronisti, dobbiamo registrare sul taccuino l’inizio della sua dissoluzione: l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Chiaro, non si tratta di un fenomeno irreversibile (la nostra conoscenza dice solo la morte non lo è, ma in termini metafisici anche questa legge casca giù per terra), ma la Brexit è là, è un fatto e come abbiamo visto ha innescato un processo a catena. L’Inghilterra è un impero nostalgico che cerca se stesso e gli inglesi ritrovano il proprio “Essere nel Mondo” (si veda Martin Heidegger) non sulla terraferma, ma in mare. Nel dna (inteso nel senso dell’esperienza che si sedimenta in quei magnifici filamenti) brilla l’idea della potenza oceanica (qui emerge un testo stupendo, Terra e Mare di Carl Schmitt). Gli inglesi sono la “marina imperiale”, devono navigare e, infatti, metaforicamente, hanno già levato l’ancora.
Il futuro della (dis)Unione
Siamo di fronte a quello che si definirebbe un trend, un testo e un sotto testo fatto di avventura e scoperta. Siamo nel campo minato delle scienze sociali, lo sappiamo: il margine di errore è ciclopico, ma la natura è imperfetta, non si tratta di risolvere equazioni, e nonostante tutto questo anche la politica ha le sue leggi, le sue forze invisibili e presenti. L’analisi delle tendenze, il sostrato psicologico di quanto accade oggi nei vari paesi europei ci dicono che le cessioni di sovranità si sono fermate, stiamo assistendo a un “rientro” di competenze nei confini nazionali (pensate al tema chiave dell’immigrazione) e se diamo per consolidato (o in via di consolidamento) questo fatto, ne consegue che nel periodo che abbiamo preso in esame, l’Unione Europea sarà profondamente diversa pur tentando di apparire uguale.
Prima di tutto, non ci saranno alcuni protagonisti di oggi. In soli dieci anni, le leadership saranno sostituite da “altro” e così pure le élite: via Angela Merkel; via Emmanuel Macron (a meno che non resista al prossimo voto europeo e alla crisi della Quinta Repubblica); via Pedro Sanchez (è più in gamba di quel che si pensi, ma non ha la forza per durare e la Spagna è in piena crisi costituzionale, vedere alla voce Catalogna e all’esperimento politico avviato in Andalusia con Vox al potere); via i sovranisti italiani così come sono oggi (quello in carica a Roma è un governo di necessità, non un’alleanza “naturale”) e per domani si vedrà. Questo nocciolo di paesi fondatori dell’Unione Europea è già oggi in piena trasformazione, ebollizione. A questo mutamento vanno aggiunte le spinte nazionaliste della Polonia (destinata a diventare un paese chiave), del gruppo oggi denominato “di Visegrad” e domani non si sa. Questi paesi sono oggi nell’orbita della Germania (sono paesi cacciavite dell’industria tedesca), ma sentono l’influenza della Russia, paese su cui torneremo tra poco.
Se si dissolve tutto quello che abbiamo davanti, se nel brevissimo termine (giugno 2019, subito dopo il voto europeo) l’Unione entra nel limbo (dato probabilissimo), l’istituzione finisce in uno stato di corrosione che la depotenzierà a favore delle nazioni. Queste ultime, a loro volta, in preda all’entropia (principi di termodinamica: l’entropia è la misura del grado di disordine molecolare di un sistema) imploderanno. Naturalmente, come nel cosmo, nulla svanisce, ma si trasforma.
Se questo è il quadro, quale sarà la cornice istituzionale della prossima (dis)Unione Europea? Pensiamo agli organismi sui quali poggia in questo momento: l’Europarlamento, la Commissione e il Consiglio europeo dei capi di Stato. A questo va aggiunta una potente struttura burocratica, il vero fattore di resilienza (siamo sempre tra le molecole: è la resistenza a rottura per sollecitazione dinamica) dell’organizzazione. Come stanno tutti questi organismi? Il Parlamento europeo è simbolicamente indifeso dall’assalto alla Fortezza; la Commissione è un governo distante, chiuso in una torre di vetro; il Consiglio europeo è una dieta di sovrani litigiosi che ha il potere più grande. Il miracolo è che quest’architettura barocca sia ancora in piedi e produca perfino dei risultati puntualmente vanificati quando si passa a temi che toccano lo Stato nella sua definizione fondamentale (vedere alla voce confini, immigrazione).
In queste condizioni, serve una forza che trascini tutti gli altri. Chi? Il centro di tutto non è a Bruxelles, ma a Berlino, per ragioni che non sfuggono a nessuno. È la Germania – come sempre nel vecchio continente, dalla caduta dell’impero romano in poi – a decidere le nostre sorti. E la Germania va sempre a caccia di spazi. Non disponendo di un esercito (per ora, ma la parola “esercito” compare sempre più spesso nei discorsi politici di Berlino), la guerra si fa con le armate dell’industria e della finanza. Le regole del generale prussiano Carl von Clausewitz si applicano alla fabbrica e ai robot. I tedeschi possono vincere questa battaglia, in Europa sono superiori a tutti, ma per farlo devono avere le mani libere: niente vincoli, niente veti. Cosa che non è possibile con l’attuale struttura di governo di Bruxelles. Dunque per riuscire nel loro intento – conquistare spazi, mantenere il primato, espandersi, pagare le pensioni a una popolazione che sarà sempre più anziana (la Germania è il paese più vecchio del mondo insieme all’Italia e al Giappone, ricordiamolo), mantenere i paesi cacciavite, assicurarsi il mercato interno europeo e sostenere la proiezione dell’export in tutto il mondo, i tedeschi devono paradossalmente picconare l’Unione (quella a cui Helmut Kohl diede forma dopo l’unificazione delle Germanie), dire di voler rafforzare l’Unione ma in realtà dissolverla nella forma attuale e farla rinascere (eventualmente) in versione light e con un’altra missione da compiere. Quello che accadrà nei prossimi mesi a Deutsche Bank e Commerzbank – si discute una fusione dei due colossi della finanza tedesca – dirà molto anche sulla parabola dell’Europa. La Germania ha due opzioni sul tavolo della storia: intrappolare tutti gli altri Stati in una inesorabile rete di potere burocratico o “evadere” dall’attuale sistema, rafforzare tutti i suoi centri di comando e controllo (eccola, la finanza) e fluttuare in uno spazio libero dove l’unico elemento comune (e anche questo tutt’altro che irreversibile) è la moneta, l’euro, mentre le politiche delle nazioni sono sempre più autonome. Dove conduce uno scenario simile? Alla dissoluzione dell’Unione.
Torniamo dunque alle premesse dell’oggi, alla loro conferma. O la Germania rafforza il sistema del presente (ma deve prendersi sulle spalle il destino di tutti, cosa che non appare possibile nell’attuale scenario politico interno e esterno), o lo smonta fino a smaterializzarlo. Si può compiere questa trasformazione in un periodo che va da oggi al 2035? Non in maniera così radicale. Occorre piegare i paesi del Club Med, i quali a loro volta hanno due strade: tentare l’exit, con tutto quello che ne consegue (vedere alla voce Regno Unito), o accettare la guida della Germania (e della Francia in posizione però più subalterna che mai). In ogni caso, vediamo già profilarsi uno scenario antico, quello della Kerneuropa – il nocciolo duro di paesi – che fu teorizzato da Wolfgang Schauble e Karl Lammers all’inizio degli anni Novanta. In quell’epoca era un percorso studiato per andare avanti, in questo caso viene utilizzato per tornare indietro. D’altronde, i motori – siamo inseguiti dalle leggi della fisica – servono a decollare e... atterrare. Una disgregazione può essere ordinata o disordinata. Anche qui abbiamo la case history a disposizione: la Brexit. Ne vedremo gli esiti a brevissimo.
Un vaso di coccio tra Stati Uniti e Cina
Allo scenario di possibile (non è detto che sia per forza altamente probabile, per la resilienza di cui parlavamo qualche riga fa) implosione interna dell’Unione Europea va aggiunta la pressione delle forze esterne e qui aumentano parecchio la spinta, l’arrivo a un punto critico, di rottura: gli Stati Uniti e la Cina. Queste due potenze sembrano destinate a entrare prima o poi in conflitto e oggi sono nel pieno di una corsa per la supremazia economica. I numeri assoluti degli Stati Uniti sono ancora quelli della prima potenza mondiale, l’“America First” di Donald Trump sforna ancora numeri eccezionali (304.000 nuovi posti di lavoro in gennaio) ma nella sua declinazione retorica in fondo rivela la debolezza del domani: un paese anziano che ha perso un pezzo della sua fabbrica, mantiene i servizi (per quanto?), imbraccia il fucile e stenta a mantenere la religione della patria. Trump sarà un episodio tutto sommato breve nella storia, ma la sua impronta sarà duratura perché rappresenta una reazione e un punto di crisi. Al netto delle ondate isolazioniste e wilsoniane degli Stati Uniti, resta un punto: tra due vasi di ferro, c’è sempre il vaso di coccio. L’Europa tra Stati Uniti e Cina.
Nel 2035 la Cina avrà rafforzato la propria potenza militare, avrà tecnologia proprietaria avanzata, intelligenza artificiale, un sistema spaziale di sorveglianza e esplorazione (riecco Asimov) in grado di competere con gli Stati Uniti. Questi, a loro volta, avranno una flotta stellare (hanno già creato un’agenzia militare, separata dalla Nasa), missili ipersonici, truppe robotizzate, un sistema di intelligence per difendere la Fortezza America. Sembra fantascienza, ma è tutto in fase di avanzata sceneggiatura. Che data? Anno 2054, fra 35 anni, continuiamo a giocare con il simbolismo dei numeri.
E la Cina? L’impero celeste, che dilemma. C’è chi sostiene (George Friedman in The next 100 years) che la Cina sia una “tigre di carta” destinata a frammentarsi; c’è chi pensa che in realtà siamo già alla fine del secolo dell’Asia (Michael R. Auslin in The end of the Asian century), ma è difficile pensare che un sistema politico rigido, totalitario, spietato, con una tradizione secolare di esercizio pianificato del potere (Il libro del signore di Shang fa impallidire il Machiavelli) e nuovi ricchi in grado di perpetuare il mandarinato, possa crollare. L’impero sovietico è sopravvissuto a se stesso e oggi lo vediamo agire in altra forma; la Cina – che si concepisce come un’isola – troverà al suo interno energia per trasformarsi a sua volta. Vi è una forza inarrestabile e si chiama demografia, Pechino ha a disposizione uomini per combattere e rimarrà l’inesorabile fattore di trasformazione del nostro tempo. Oggi passeggiano sul volto nascosto della Luna, domani la abiteranno, tra qualche secolo saranno in viaggio nello spazio. Nel frattempo, avranno allargato la loro influenza nel mondo, in una furiosa battaglia con gli Stati Uniti. L’indebolimento dell’Europa passa anche per la finanza di Pechino, la penetrazione del capitalismo cinese nelle aziende europee (e nelle istituzioni attraverso partecipazioni acquisite in società pubbliche). Sta già accadendo, la lotta che vediamo in questi giorni sul dominio di Huawei nel settore delle telecomunicazioni è solo l’inizio di una lunga storia. In mezzo, l’Europa, la sua inesistente unità politica, la secolarizzazione del suo credo religioso. Difficile resistere a tutto questo.
Chi fa la parte della conseguenza inattesa? Chi emergerà e vestirà i panni della sorpresa? Ci sono molti candidati, ma almeno nel breve periodo (2035) non bisogna sottovalutare la Russia. L’attuale politica l’ha avvicinata alla Cina, un paradosso storico (i mongoli sono stati gli unici a invadere e dominare la Russia) provocato da un errore di visione degli Stati Uniti e dell’Europa. Spingere Mosca verso Pechino ha delle conseguenze, soprattutto per l’Europa. Cina e Russia sono già alleati contro l’Unione, progettano insieme ai paesi brics (basta leggere i documenti prodotti dal vertice di Xiamen dell’anno scorso) un nuovo ordine mondiale; un sistema dei pagamenti parallelo; la mossa del cavallo sul dollaro e sull’euro; un sistema di cooperazione rafforzata che coinvolge tutto il Pacifico e il Sudest asiatico, fino all’Oceania. L’Unione Europea in questo gioco di cat and mouse è chiaramente la preda. Un terreno di caccia e spartizione. Il gioco lo condurranno i cinesi, i russi – nella loro tradizione diplomatica, fin dai tempi dello zar e del principe della diplomazia, Alexander Gorchakov – si infileranno di volta in volta negli spazi lasciati liberi da Pechino e da Washington. Domanda: dove orbiterà Londra? Se la storia vale qualcosa, la calamita dell’Oriente si farà sentire, la baia di Hong Kong è una di quelle nostalgie che si sono riattivate con la Brexit. Con l’uscita dall’Unione Europea i capitali opachi di Pechino e Mosca troveranno un “porto sicuro” nella City. E la Francia? Si dibatte in cerca di spazi di sopravvivenza, ha riscoperto la sua tradizione coloniale, ma non ha la forza sufficiente – finanziaria, demografica, militare – per contrastare il vero dominatore del continente nero: ancora la Cina.
Un processo di scomposizione e ricomposizione
Che cosa è successo finora nel nostro racconto? Siamo nel 2035, l’Unione Europea è in piena dissoluzione; la Cina è in espansione a colpi di catapulta e container; gli Stati Uniti hanno alzato il ponte levatoio e difendono il castello con i coccodrilli nel fossato; la piccola Inghilterra è in mare aperto a caccia di un impero immaginario e capitali di forze oscure; l’Europa somiglia alla mappa della guerra fredda, con la variante della Polonia alleata dell’America. La Russia sarebbe proiettata in Medio Oriente con più forza – e gli Stati Uniti in ripiego per effetto della rivoluzione energetica che li ha resi autonomi – le petromonarchie sarebbero in stato di semirovina, le famiglie reali riparate nell’isola d’Inghilterra, nuovo paradiso fiscale dell’1% che governa il mondo. Siamo nel pieno dell’epica di Melville, il capitano Achab che cerca Moby Dick. Siamo tutti a bordo del Pequod in acque sconosciute. In realtà questo scenario è più che attuale, non futuro. Se proviamo a proiettare più in là lo sguardo, si cominciano a vedere gli esiti di questo processo di scomposizione e ricomposizione.
Se il numero 35 con cui abbiamo cominciato questo gioco visionario lo usiamo per allungare di qualche anno la nostra scadenza, finiamo nel 2054 e la cosa si fa ancora più interessante perché quella dissoluzione che appare (im)possibile si è compiuta. A quel punto avremo sfere d’influenza più forti che nel passato, la ricostituzione degli imperi. Si torna alle visioni di Isaac Asimov e alla mappa del mondo distopico di George Orwell.
Tutto congiura verso questo esito dove la concentrazione di potere passa attraverso il controllo della tecnologia, dell’intelligenza artificiale e di internet, la persuasione e il cloroformio di massa. Non a caso tutti stanno costruendo la propria infrastruttura di rete e di sorveglianza. Che mondo. Distopia? No, siamo già in un mondo di realtà aumentata, con il visore e i sensi proiettati su uno schermo lontano dall’esperienza sensoriale comune, in un virtuale dove tutti sono amici e tutti sono soli. Milioni di utenti e non persone. Le truppe del consenso, del dissenso, della pace, della guerra, del potere.
L’Unione Europea di fronte a tutto questo è una splendida utopia senza futuro. Serve immaginazione per mantenere in piedi un’istituzione che di fatto è bypassata dall’infrastruttura tecnologica delle grandi potenze. Oggi gli Stati Uniti, ma gli altri stanno arrivando a passo veloce e in settori che oggi sembrano inimmaginabili e spartiranno il terreno tra perdenti e vincenti. Flashback. Dal futuro torniamo al presente. C’è una nota sul taccuino del cronista: la recente visita di Vladimir Putin in Serbia, a chi ha visto le immagini non sarà sfuggita l’accoglienza riservata al presidente della Russia, come un vero e proprio leader del paese. Lo zar. Se Putin si presentasse alle elezioni in Serbia, le vincerebbe. Proseguendo il gioco, Trump vincerebbe il voto in Italia, e sarebbe salutato il vittorioso in Polonia; Xi Jinping sarebbe leader in parte dell’Africa. Sono le proiezioni delle leadership carismatiche, la volontà di potenza e lo spirito del tempo.
Il tratto comune di questa storia, il fil rouge, è che nella concentrazione di potere, nella forma neoimperiale c’è un arretramento della democrazia. Tutto questo sta già accadendo. La storia naturalmente potrebbe strambare, cambiare rotta, riservarci un altro esito; solo che non siamo in Black Mirror, questo non è “Bandersnatch”, un episodio dove premi il pulsante e decidi tra le varie opzioni il passaggio successivo; qui c’è una quota di imprevedibile e indisponibile all’uomo. Abbiamo giocato, siamo saliti su una macchina del tempo e in fondo ci siamo limitati a un brevissimo percorso, il nostro balzo è ritmato dai numeri, comincia con il 1948 di Orwell, si ferma al 1983 di Asimov, prosegue dal nostro 2019 al 2035; e dal 2035 consuma il bonus di altri 35 anni e finisce al 2054. Sono pochi anni nell’immenso vai e vieni della storia, ma potrebbero essere quel molto che basta per ridisegnare il mondo, certamente una parte fondamentale della nostra esperienza.
Forse il nostro viaggio qui sulla navicella di Aspenia è in anticipo, forse abbiamo inserito perfino le coordinate sbagliate e siamo finiti come in Interstellar in un mondo che non è quello che pensavamo di raggiungere; forse il vostro cronista si è perso nello spazio e fluttua in un luogo pieno di pulviscolo cosmico, ma possiamo trovare una consolazione: per la teoria della relatività (ancora lui, Einstein) chi va alla velocità della luce viaggia in un tempo più lento e il mondo che ha lasciato al suo ritorno sarà tanto invecchiato. Dunque abbiamo solo un problema: rientrare sulla Terra alla fine di questo salto temporale e vedere quanto sarà invecchiata l’Unione Europea. Se ci sarà ancora.
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Gli Utenti in qualsiasi momento potranno esercitare i diritti di cui all’art. 7 del Codice privacy e s.m.i. e di cui agli art. 15, 16, 17, 18, 20 e 21 del Regolamento privacy, inviando una comunicazione scritta ai recapiti del Titolare di cui al precedente paragrafo 1 e, per l’effetto, ottenere:
- la conferma dell'esistenza o meno dei dati personali degli Utenti con indicazione della relativa origine, verificarne l’esattezza o richiederne l'aggiornamento, la rettifica, l'integrazione;
- l’accesso, la rettifica, la cancellazione dei dati personali o la limitazione del trattamento;
- la cancellazione, trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati personali trattati in violazione di legge.
Gli Utenti, inoltre, potranno opporsi al trattamento dei dati personali che li riguardano.
- Aggiornamenti
La Privacy policy del Sito potrà essere soggetta a periodici aggiornamenti.
Termini e condizioni di vendita dei servizi di abbonamento
I presenti termini d'uso disciplinano la fornitura digitale del servizio in abbonamento (di seguito,
il"Servizio" o
l'"Abbonamento") a List nelle diverse formule di volta in volta disponibili. Il Servizio è fornito da List
S.r.l., con
sede in Via Ferdinando di Savoia, 3 - 00196 Roma P. IVA 14403801005, iscritta al registro delle imprese di
Roma, numero
di iscrizione RM/1518421 (di seguito, il "Fornitore").
Il Servizio è rivolto esclusivamente a utenti maggiorenni. (di seguito, l'"Utente" o gli "Utenti").
List è il servizio digitale che fornisce agli Utenti contenuti editoriali, giornalistici e informativi di
qualità;
maggiori informazioni su List sono disponibili navigando sul sito internet https://newslist.it/ (di seguito,
il "Sito").
Il Servizio è disponibile in abbonamento via web a partire dal Sito, nonché attraverso l'applicazione List
(di seguito,
l'"Applicazione") per dispositivi mobili con sistema operativo IOS 11.0 o successivi e Android 6.0 o
successivi.
Il costo dei dispositivi, delle apparecchiature e della connessione internet necessari per la fruizione del
Servizio non
è ricompreso nel Servizio e si intende a carico dell'Utente.
1. Caratteristiche del Servizio
1.1 Il Servizio ha ad oggetto la fruizione in abbonamento dei contenuti editoriali della testata List.
L'Abbonamento è
disponibile esclusivamente in formato digitale; resta quindi espressamente esclusa dal Servizio la fornitura
dei
contenuti in formato cartaceo.
1.2 Il Servizio è a pagamento e comporta il pagamento di un corrispettivo a carico dell'Utente (con le
modalità previste
nel successivo articolo 5).
1.3 L'Utente può scegliere tra diverse formule a pagamento per la fruizione del Servizio; il costo, la
durata, le
modalità di erogazione e gli specifici contenuti di ciascun pacchetto sono specificati nella pagina di
offerta
pubblicata su https://newslist.it/fe/#!/register ovvero all'interno dell'Applicazione. Il contenuto
dell'offerta deve
intendersi parte integrante dei presenti termini d'uso e del connesso contratto tra il Fornitore e l'Utente.
2. Acquisto dell'abbonamento
2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.