27 Giugno
Governo e Europa, Merkel si gioca tutto
Il Consiglio europeo di domani non ha un accordo sulla riforma di Dublino. La Csu vuole i respingimenti, la Spd parla di elezioni. La Cancelliera riuscirà a evitare la crisi dell'Unione e della sua maggioranza? Per ora c'è la Germania fuori dai mondiali di calcio.
Le navi cariche di immigrati continuano ad essere l'oggetto di un ping pong tra i paesi affacciati sul Mediterraneo, tutti umanitaristi in alto mare; Macron è andato dal Papa, ha vantato un primato umanitario della Francia che non esiste (il contrario sì), ha baciato il Papa (i re francesi si facevano incoronare dai papi) e ha criticato l'Italia dicendo che l'emergenza migranti non c'è (fare test su strada a Roma e poi collegare i neuroni); Salvini è salito sulla ruspa e ha risposto a Macron invitandolo a prendersi i 9 mila migranti che si era impegnato ad accogliere secondo gli accordi europei (Macron su questo è stranamente afono); la nave Lifeline dopo un colloquio tra Conte e Macron andrà a Malta, anzi no, ecco sì, gli immigrati verranno distribuiti in 8 paesi e vuoi vedere che questa storia dei sovranisti buzzurri e naturalmente fascisti comincia a funzionare; Salvini dice che l'Italia darà altre 12 motovedette a Tripoli e di nuovo bisogna pur tenerne conto, nonostante siano chiaramente dei bifolchi e non si possano invitare mai e poi mai a Capalbio; Trump incassa il sì della Corte Suprema a quello che il mainstream media aveva battezzato "muslim ban", tutto dimenticato, soprattutto i titoli e gli articoli dei giornali che allora gridavano alla violazione della Costituzione americana; Sergio Marchionne ha detto "capisco politicamente Trump", i dazi "non sono la fine del mondo" e "tutto si può gestire", citofonare al giornalista collettivo impegnato nella difesa della democrazia contro l'oscurantismo: l'America usa la politica dei dazi fin dalla prima riunione del Congresso, 4 marzo 1789 (storia americana, Tariff Act del 1789); il Pd rischia la scomparsa dalla mappa politica e Renzi pensa di passare dal ruolo di Conducator a quello di conduttore tv; Calenda ha presentato, dopo una riunione della corrente Parioli, il manifesto per il Fronte...
Le navi cariche di immigrati continuano ad essere l'oggetto di un ping pong tra i paesi affacciati sul Mediterraneo, tutti umanitaristi in alto mare; Macron è andato dal Papa, ha vantato un primato umanitario della Francia che non esiste (il contrario sì), ha baciato il Papa (i re francesi si facevano incoronare dai papi) e ha criticato l'Italia dicendo che l'emergenza migranti non c'è (fare test su strada a Roma e poi collegare i neuroni); Salvini è salito sulla ruspa e ha risposto a Macron invitandolo a prendersi i 9 mila migranti che si era impegnato ad accogliere secondo gli accordi europei (Macron su questo è stranamente afono); la nave Lifeline dopo un colloquio tra Conte e Macron andrà a Malta, anzi no, ecco sì, gli immigrati verranno distribuiti in 8 paesi e vuoi vedere che questa storia dei sovranisti buzzurri e naturalmente fascisti comincia a funzionare; Salvini dice che l'Italia darà altre 12 motovedette a Tripoli e di nuovo bisogna pur tenerne conto, nonostante siano chiaramente dei bifolchi e non si possano invitare mai e poi mai a Capalbio; Trump incassa il sì della Corte Suprema a quello che il mainstream media aveva battezzato "muslim ban", tutto dimenticato, soprattutto i titoli e gli articoli dei giornali che allora gridavano alla violazione della Costituzione americana; Sergio Marchionne ha detto "capisco politicamente Trump", i dazi "non sono la fine del mondo" e "tutto si può gestire", citofonare al giornalista collettivo impegnato nella difesa della democrazia contro l'oscurantismo: l'America usa la politica dei dazi fin dalla prima riunione del Congresso, 4 marzo 1789 (storia americana, Tariff Act del 1789); il Pd rischia la scomparsa dalla mappa politica e Renzi pensa di passare dal ruolo di Conducator a quello di conduttore tv; Calenda ha presentato, dopo una riunione della corrente Parioli, il manifesto per il Fronte Repubblicano, classe operaia, working poors, disoccupati, laureati in fuga e gli ultimi tra gli ultimi non vedevano l'ora di leggerlo; Di Maio ha (ri)annunciato il reddito di cittadinanza ma da dove Luigi voglia strizzare i soldi per farlo resta un mistero per cui a Palazzo Chigi hanno deciso di fare la cabina di regia, insomma, prendono tempo e il decreto dignità per ora in consiglio dei ministri non ci sarà (così dicono le fonti del titolare); in Iran succede che la polizia risponde con la forza ai dimostranti per il caro vita e il petrolio schizza a 70 dollari il barile dopo l'ultimatum della Casa Bianca sullo stop all'import entro il 4 novembre; la Cina ha detto no all'ultimatum di Trump sull'Iran e sarebbe stata una notizia il contrario; l'Olanda proibirà il velo e il niqab delle donne islamiche nei luoghi pubblici; Wall Street ha aperto in rialzo ma non c'è da fidarsi troppo (vedere alla voce dazi e l'indice Russell 2000 ora è in rosso) e in ogni caso l'Armageddon finanziario previsto dai gurunomics al cavìar con l'arrivo di Trump alla Casa Bianca è in ritardo di 18 mesi, ai due anni stappiamo una bottiglia di Cannonau; in Italia ci sono cinque milioni di persone in stato di povertà assoluta e c'è ancora il club degli incipriati che si stupisce per il "vaffa" e "prima gli italiani". Benvenuti nel mondo reale.
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01
Clamoroso al Cibali. Germania fuori dai Mondiali
Clamoroso al Cibali, avrebbe detto il grande Enrico Ameri a "Tutto il calcio minuto per minuto". La Germania è fuori dal Mondiale di Russia 2018. La sconfitta di Kazan per 2-0 contro la Corea del Sud nell'ultima giornata del girone F e la contemporanea vittoria della Svezia sul Messico manda a casa i tedeschi. Non venivano eliminati al primo turno dal 1938. La storia sta davvero giocando a dadi con il calendario e la biografia di una nazione. Germania fuori e domani la Cancelliera si gioca tutto, governo e Europa. Il quadro astrale sul cielo di Berlino è di quelli irripetibili.
02
La GroKo di Merkel vacilla
Angela Merkel si gioca tutto, governo e Europa. Domani c'è un Consiglio europeo con parecchio materiale interessante: immigrazione, riforma dell'Eurozona, relazioni con gli Stati Uniti (ah, sempre Trump) e Brexit. L'immigrazione è il tema principale, fonti Ue citate dall'Ansa dicono che "non c'è ragione di credere che si possa raggiungere rapidamente a un accordo" per la riforma del regolamento di Dublino sull'asilo. A quanto si è appreso, il vertice dovrebbe chiedere alla prossima presidenza di turno dell'Ue, cioè all'Austria, di proseguire il lavoro avviato, ma senza fissare una scadenza perché non ci sono le condizioni". Su questo punto si gioca il futuro del governo tedesco. Il ministro dell'Interno Horst Seehofer ha detto che il governo non cadrà, ma la tensione è altissima, tanto che ka presidente del'Spd Andrea Nahles "non esclude" che in Germania si debba andare nuovamente al voto. Ieri sera c'è stato un vertice di governo e la Nahles ha affermato in tv: "Abbiamo una situazione in cui Horst Seehofer e la Csu propongono qualcosa che avrà effetti su tutta Europa. Si tratta di un effetto domino. Noi riteniamo questo modo unilaterale di procedere ai respingimenti come incompatibile con il diritto europeo". La GroKo di Angela Merkel vacilla. Cadere significherebbe dare alla destra di AfD e ai Liberali campo libero, sono i due partiti che guadagnano punti negli ultimi sondaggi. E l'Europa? Prima viene Berlino. Achtung.
Come si è preparata l'Italia? Ecco il discorso di oggi del premier Giuseppe Conte alla Camera.
03
Conte: ecco il piano dell'Italia
Luigi Di Maio, Giuseppe Conte e Matteo Salvini stamattina a Montecitorio durante l'intervento del premier. (Foto Ansa)di Giuseppe Conte
Gentili deputate e deputati, il Consiglio europeo fissato per domani e dopodomani costituisce un appuntamento significativo per il futuro dell'Unione europea. L'agenda prevede temi fondamentali come la migrazione, la sicurezza e la difesa europea, l'innovazione e il digitale, il lavoro, la crescita e la competitività, l'unione bancaria e monetaria e il prossimo quadro finanziario pluriennale, settennale dell'Unione. Questo Consiglio europeo, il primo di questo Governo, arriva in un momento in cui è sempre più evidente l'urgenza di rispondere alle aspettative reali dei cittadini con proposte concrete, con l'indicazione chiara di un percorso da seguire e di obiettivi da raggiungere, senza tentennamenti, senza ambiguità e senza paure. Continua a leggere l'articolo su List.
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Insomma, a leggere Conte l'Italia si presenterà domani a Bruxelles con una nuova linea politica, non di rottura, ma ferma su alcuni punti chiave. Ci sarà parecchio materiale da mettere sulla griglia. Abbiamo il taccuino pronto. C'è un altro documento interessante da leggere, la lettera con la quale il Presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha invitato i capi di stato al vertice. Tradisce una posizione. E non sembra una scelta molto accorta, vista l'aria che tira.
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Tusk invita i populisti con una lettera anti-populista
Donald Tusk a Roma con Giuseppe Conte. (Foto Ansa)di Donald Tusk
Con l'approssimarsi del Consiglio europeo di giugno, il dibattito sull'immigrazione si fa sempre più acceso ed è destinato a diventare il punto principale dell'ordine del giorno. Per preparare meglio il nostro lavoro, vorrei condividere con voi alcune riflessioni e le mie intenzioni per il vertice. Dopo la crisi migratoria del 2015, è apparso chiaro che la situazione doveva cambiare, motivo per cui abbiamo deciso di concentrare tutti i nostri sforzi sulla lotta contro l'immigrazione clandestina in Europa. Ciò significava garantire il pieno controllo delle frontiere esterne dell'UE. Per raggiungere questo obiettivo sono state adottate diverse misure. Di conseguenza, gli attraversamenti illegali delle frontiere nell'Unione europea sono stati ridotti del 96 per cento rispetto al picco dell'ottobre 2015, il che dimostra che dobbiamo proseguire con queste misure. Tuttavia, per controllare appieno le frontiere esterne, dobbiamo anche essere pronti a compiere ulteriori sforzi. Propongo pertanto che il Consiglio europeo approvi quanto segue. Continua a leggere la lettera (e l'analisi del testo che la precede) su List.
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Quale paese dovrà tenere d'occhio l'Italia domani al vertice di Bruxelles? La Francia prima di tutto. Parigi ha una strategia di separazione dei temi che ha spiegato il ministro dell'Economia francese, Bruno Le Maire. Quale? Tenere separato il tema immigrazione da tutto il resto, in particolare dalle riforme economiche. Lorenzo Castellani spiega su List perché i due problemi in realtà sono inscindibili.
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Il gioco delle due carte della Francia
Bruno Le Maire, ministro dell'Economia della Francia (Foto Ansa)di Lorenzo Castellani
In una intervista rilasciata al Financial Times il ministro dell'economia francese Bruno Le Maire (in alto, nella foto Ansa) ha mostrato tutta la difficoltà di chi cerca di coniugare tutela dell'interesse nazionale con l'avversione, più verbale che reale, al populismo. Il braccio destro di Macron ha lasciato trasparire le sue insofferenze verso l'Italia che, secondo lui, vorrebbe utilizzare il tema dell'immigrazione per ottenere concessioni sul nuovo budget e sui vincoli economici. La strategia, ad oggi sofferente, dell'Eliseo è la seguente: lasciare l'Italia a gestire il lavoro sporco sull'immigrazione senza aprire porti né i confini e spostare la discussione sulla riforma della governance, che è creatura nata negli uffici di En Marche.Vuole trattare i due temi come istanze separate, il ministro Le Maire. Tuttavia, a Bruxelles tutto si tiene e scindere le questioni appare molto difficile. L'intervista sembra riferita all'Italia, ma in realtà ha anche un secondo destinatario in copia nascosta: la Germania. Continua a leggere l'articolo su List.
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Che scenario politico è quello che stiamo vivendo? E quali sono gli strumenti per interpretarlo al meglio? Primo: non è tutto economia; secondo: c'è lo spirito del tempo, il Signor Zeitgeist; terzo: esiste una cosa potente e si chiama politica dell'identità. Marco Gervasoni ha sfoderato la penna e il risultato è un pezzo top class su questo scenario. Non vale più il motto "è l'economia, stupido", ma "è la politica dell'identità". Insomma, è una guerra culturale e come in tutti i conflitti la parola d'ordine è quella degli Antenati: "Wilma, passami la clava".
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Segni, parole, guerre culturali. È la politica dell'identità
I supporter di Erdogan festeggiano la vittoria. (Foto Ansa)di Marco Gervasoni
«Ma non dovevamo non vederci più?». Invece sei lì, Recep Tayyp Erdogan, alto e un po’ curvo, a salutare la folla e a ringraziarla per la vittoria alle elezioni. Non dovevamo non vederci più, si saranno chiesti i lettori di pressoché tutti i giornali europei e nord americani: che vari scenari avevano contemplato, persino che il Sultano, come lo chiamano quelli italiani, perdesse al secondo turno. Non avevano previsto una sola ipotesi: quello che poi si è avverata, la vittoria piena di Erdogan. Il giornalista collettivo mi ha ormai abituato alle clamorose smentite delle sue previsioni (dalla Brexit in poi non ne azzecca una, passando ovviamente anche per le elezioni italiane) ma in questo caso mi aveva colpito la granitica sicumera con la quale si decretava la parola fine sull’esperienza erdoganista. Continua a leggere l'articolo su List.
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In Italia tutto questo ha avuto una traduzione da Big Bang: il 4 marzo hanno vinto due partiti euroscettici, i ballottaggi nei Comuni domenica scorsa sono stati un terremoto, fine della Toscana Rossa, Imola passa ai Cinque Stelle, la storia del Pd entra nella sua fase terminale. Com'è potuto accadere? RadioList ha la risposta e soprattutto le domande: cosa accadr
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RadioList. La fine del Pd e l'inizio di Salvini
Il crollo del Partito democratico nella Toscana (fu) rossa, la fine di un'epoca. Un partito lontano dalla realtà, travolto dal pregiudizio morale, dalla presunta superiorità antropologica e dal politicamente corretto. Le ragioni culturali di una sconfitta storica. L'ascesa della destra di Salvini, i dubbi sulle capacità del Movimento 5Stelle, il futuro del Governo Frankenstein e le sfide in Europa su immigrazione e economia. Un'indagine del titolare di List e Raimondo Cubeddu, docente di filosofia politica all'Università di Pisa. Ascolta RadioList.
Questa puntata di RadioList è in vetta alla classifica di iTunes. Primo e secondo posto, tre puntate nella top ten. Grazie a tutti.
Cè altro sul taccuino? Sì, una cosa sul Diavolo. Una sentenza infernale.
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Milan squalificato. Due anni fuori dalle Coppe Europee
Ha speso troppo e ha garanzie finanziarie incerte. L'Uefa ha usato il pugno di ferro contro il Milan e l'azionista cinese. La decisione è arrivata poco fa e per il club rossonero è davvero una mazzata: la Camera giudicante dell'Organo di Controllo Finanziario per Club (CFCB), presieduta da Josè Narciso da Cunha Rodrigues è stata inflessibile, i cinesi hanno violato le regole sul fair play finanziario e laRossoneri Sport Lux, che fa riferimento all’imprenditore cinese Yonghong Li è una cassaforte opaca. Il Milan ha debiti per 100 milioni di euro (il limite è 30 milioni). La decisione Uefa è la più severa mai adottata per un club europeo. Da quando Berlusconi ha venduto, per il Diavolo la vita s'è fatta durissima. Il Milano potrà fare appello. Al posto del Milan in Europa va la Fiorentina (non funzionano neanche qui le larghe intese: fuori la squadra che fu di Berlusconi e dentro "la Viola" di Renzi). I cinesi venderanno? Queste sono le voci, ma comprare una società ricca di gloria e con tutti quei debiti non sembra un grande affare. In bocca al lupo, che diavolo.
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Con che cosa chiudiamo questo numero di List? Siamo in zona Cavaliere, il pennino di Guido Ciompi si è ricordato dei Telegatti. Che memoria.
09
Renzi in tv, il partito non c'è più
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6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.