21 Maggio

Governo e voto. I dieci punti dell'agenda di Salvini

Lo scontro in Consiglio dei ministri di ieri sera per il leader della Lega è stato un test e una conferma del disegno dei Cinque Stelle, non più alleato ma avversario. Il collegamento diretto tra Conte e il Quirinale, la prova di resistenza, i rapporti di forza, l'influenza della magistratura, "l'agente esterno". Note sul futuro di Palazzo Chigi

La politica dominata dalle passioni alla fine è comandata da regole, funzioni, equazioni che conducono a (im)precisi risultati. Per questo esiste la scienza della politica, perché il nostro soggetto obbedisce alle leggi universali del potere. Un'altra legge non scritta ma ormai più che provata è che il mestiere del cronista è fatto spesso di lunghe attese e shakespeariano tanto rumore per nulla. Così dopo mezzanotte, dopo un'intera giornata di stallo, note volatili, due telefonate a fonti che non sapevano nulla ma dicevano tutto, siamo andati a dormirci sopra per rivedere gli appunti sul taccuino stamattina. Cosa ne emerge? Dieci punti.

1. Braccio di ferro. Il Consiglio dei ministri di ieri aveva tutte le premesse per finire esattamente come dove doveva finire: uno scontro senza un pezzo di carta finale da esibire, ma un braccio di ferro da novellare ai propri elettori. 

2. Il Conte dimezzato. La premessa chiave - e il segno più grande della crisi della maggioranza - era tutta nella frase di Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio - che definiva il premier Giuseppe Conte nel suo status naturale: "Non è una figura di garanzia".

3. Genesi del Conte. La reazione di Conte è stata sovraccarica, ha tradito la sua debolezza: "Gravissimo mettere in dubbio la mia imparzialità". Gravissimo? Domanda sul taccuino: da dove viene Conte? Avvocato di medio calibro della piazza romana, non è arrivato alla guida del governo per aver illustrato in precedenza la patria (gli auguriamo di poterlo fare in futuro), è stato indicato come premier dai grillini, obbedisce alla linea politica dei Cinque Stelle, il suo referente politico è Luigi Di Maio. Dov'è la novità? E perché mai sarebbe grave ricordarne la genesi politica? Semplice: i grillini hanno bisogno di drammatizzare lo scontro con la Lega, il Conte che resiste a Salvini serve al caso.

4. La prova...


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