15 Giugno

Governo, protezionismo e libero scambio

La decisione di non ratificare il CETA deve aprire una seria riflessione sulla strategia commerciale e industriale dell'Italia. Lorenzo Castellani racconta la politica del container. Non possiamo imitare Trump perché non abbiamo la potenza geopolitica degli Stati Uniti né un mercato interno forte né deficit nella bilancia commerciale.

di Lorenzo Castellani

In questa settimana caratterizzata dalla tensione con la Francia sull'immigrazione è passata in secondo piano una importante decisione governativa sul piano della politica commerciale italiana ossia la volontà di non ratificare il CETA, l'accordo di libero scambio tra Paesi dell'Unione Europea ed  il Canada. C'è da premettere che la scelta è in coerenza con l'accordo di governo e che l'Italia sembra essersi adeguata al trend mondiale volto a recintare i mercati attraverso politiche protezioniste. Il modello da seguire è l'America di Donald Trump che nei prossimi giorni potrebbe annunciare un ulteriore inasprimenti dei dazi sulle esportazioni cinesi. 

Tuttavia, viene da chiedersi se, per un paese come il nostro, abbia davvero senso sposare posizioni di chiusura sul libero scambio. Non siamo gli Stati Uniti, non abbiamo la loro potenza geopolitica né un mercato interno forte né deficit nella bilancia commerciale. L'azione di Trump si svolge nell'ottica di riequilibrare il mondo a vantaggio degli americani e di affermare il primato sulla Cina. Sono dinamiche che un Paese piccolo e di media potenza come l'Italia può solamente subire. Questo, però, non significa necessariamente adeguarsi in toto all'orientamento della principale potenza occidentale. L'essere una "media potenza" l'Italia lo deve, per gran parte, alla sua capacità di essere potenza esportatrice e per questo motivo sabotare i trattati di libero scambio con gli altri Paesi non sembra una idea vincente nel medio-lungo periodo.

Trump cerca di riequilibrare il mondo a vantaggio degli americani e di affermare il primato sulla Cina. Sono dinamiche che un Paese piccolo come l'Italia può solamente subire.

Con il Canada il saldo degli scambi è positivo: le nostre esportazioni valgono oltre 5 miliardi di euro a fronte di 1,9 miliardi di importazione. Un saldo netto di 3,2 miliardi. Cosa esporta l'Italia? Abbigliamento, pelletteria, macchinari ed elettrodomestici, prodotti enogastronomici. Questi ultimi hanno...


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