3 Marzo
Grillo e il voto del signor Zeitgeist
Domani si vota, la campagna elettorale è stata dominata dal Movimento 5Stelle. Con loro o contro di loro, ma alla fine sono tutti follower dei grillini. Un'indagine del titolare di List nello spirito del tempo che batte per l'identità.
La campagna elettorale è finita e ha presentato un fenomeno: il Movimento 5Stelle. Alla fine, nel bene e nel male, si è parlato solo del partito fondato da Grillo e Casaleggio. Con loro o contro di loro. Si è cercato di abbatterlo, fiaccarlo, metterlo in crisi, spaccarlo, il Movimento, in tutti i modi. È battaglia politica, non c'è da stupirsi, né crea sorpresa vedere quanto docilmente il sistema del mainstream media abbia partecipato al tentativo di demolire Di Maio e soci. Nessun equilibrio. O tifosi o nemici. I pentastellati sono nati contro l'opinione dominante, il piccolo establishment italiano, no news o bad news. Tutto fila. L'opposizione ai Cinque Stelle è stata efficace? La risposta definitiva arriverà domani dalle urne, ma la sensazione netta per chi fa analisi politica senza il velo del pregiudizio morale è che siamo giunti a una trasformazione, un punto di svolta, comunque vada a finire. C'è Grillo, c'è il voto e alla porta sta bussando il signor Zeitgeist. Lo spirito del tempo che, come vedremo, vota e ha già votato altrove.
01
La trasformazione
La cosa nuova è che il Movimento 5Stelle tutti questi attacchi li ha attutiti e schivati con una certa facilità. Fino a qualche anno fa la risposta era il vaffanculo automatico, il ruttodromo della base, qualche tentativo di articolare dei ragionamenti. Oggi la faccenda s'è sgrezzata e i grillini hanno prodotto risposte da teatro di guerra elettorale: i rimborsi mancati sono diventati una catapulta per fare sapere agli italiani che loro hanno restituito 23 milioni di euro allo Stato e gli altri partiti no; la storia dei pregiudicati, degli indagati in lista, era una pistola scarica dei giornali, su un movimento politico ancora allo stato nascente, che non ha mai governato il paese, è difficile trovare grandi casi di ruberie e infatti l'assalto...
La campagna elettorale è finita e ha presentato un fenomeno: il Movimento 5Stelle. Alla fine, nel bene e nel male, si è parlato solo del partito fondato da Grillo e Casaleggio. Con loro o contro di loro. Si è cercato di abbatterlo, fiaccarlo, metterlo in crisi, spaccarlo, il Movimento, in tutti i modi. È battaglia politica, non c'è da stupirsi, né crea sorpresa vedere quanto docilmente il sistema del mainstream media abbia partecipato al tentativo di demolire Di Maio e soci. Nessun equilibrio. O tifosi o nemici. I pentastellati sono nati contro l'opinione dominante, il piccolo establishment italiano, no news o bad news. Tutto fila. L'opposizione ai Cinque Stelle è stata efficace? La risposta definitiva arriverà domani dalle urne, ma la sensazione netta per chi fa analisi politica senza il velo del pregiudizio morale è che siamo giunti a una trasformazione, un punto di svolta, comunque vada a finire. C'è Grillo, c'è il voto e alla porta sta bussando il signor Zeitgeist. Lo spirito del tempo che, come vedremo, vota e ha già votato altrove.
01
La trasformazione
La cosa nuova è che il Movimento 5Stelle tutti questi attacchi li ha attutiti e schivati con una certa facilità. Fino a qualche anno fa la risposta era il vaffanculo automatico, il ruttodromo della base, qualche tentativo di articolare dei ragionamenti. Oggi la faccenda s'è sgrezzata e i grillini hanno prodotto risposte da teatro di guerra elettorale: i rimborsi mancati sono diventati una catapulta per fare sapere agli italiani che loro hanno restituito 23 milioni di euro allo Stato e gli altri partiti no; la storia dei pregiudicati, degli indagati in lista, era una pistola scarica dei giornali, su un movimento politico ancora allo stato nascente, che non ha mai governato il paese, è difficile trovare grandi casi di ruberie e infatti l'assalto si è fermato alla scontrinite o a qualche sgangherato fanfarone del casellario giudiziario; nel finale della campagna elettorale i Cinque Stelle si sono inventati il governo presentato a rate anticipate e le reazioni stizzite degli altri partiti dimostrano che sul piano della comunicazione - il titolare ripete: co-mu-ni-ca-zio-ne - l'escamotage propagandistico ha funzionato. Nessuno parlava di se stesso, ma dell'avversario giallo e il fuoco si è concentrato sui Cinque Stelle, ai quali hanno fatto soltanto un gran favore.
Sintesi: i partiti avversari sono diventati tutti follower del Movimento 5Stelle.
Ultimo punto, ma in realtà primo in agenda: hanno riempito le piazze e realizzato numeri giganteschi sulla Rete.
Ieri la diretta su facebook della manifestazione conclusiva della campagna elettorale in piazza del Popolo ha totalizzato 1.5 milioni di visualizzazioni.
Può darsi che sia ancora valido il vecchio detto, "piazze piene e urne vuote", ma stiamo ai fatti: i loro appuntamenti erano da tutto esaurito. Hanno una base di militanti che partecipa attivamente ai loro eventi politici. Ci troviamo di fronte a un fenomeno contemporaneo che fa invecchiare tutto il residuato bellico dei partiti del Novecento. Paradossalmente, il partito più strutturato del presente è l'ultimo: il Movimento 5Stelle. E per una ragione molto semplice: parte dalla piattaforma del presente, Internet.
02
L'utopia di Casaleggio
Questa sua genesi e sviluppo ha contro-indicazioni altrettanto grandi e interessanti, la prima delle quali è la naturale tendenza di qualsiasi potere a farsi dispotico. In questo caso il dispotismo è digitale. L'utopia di Gianroberto Casaleggio era figlia della cultura californiana, la creazione di una democrazia in cui i corpi intermedi - partiti, sindacati, associazioni - assumevano un potere diretto e nello stesso tempo però lo perdevano a causa della crescita esponenziale delle leadership individuali. Sono processi di comunicazione che Casaleggio aveva studiato, lui per primo conosceva i limiti e i rischi della sua macchina. L'utopia digitale. Di Maio e Di Battista non sono Grillo e Casaleggio, sono ragazzi dal lessico traballante (in buona compagnia in Parlamento) ai quali la Fortuna - leggere Machiavelli - ha dato un'occasione irripetibile dentro un esperimento politico unico in Occidente, ma figlio di una trama precisa della Storia.
Bisogna sempre ricordare che il Movimento 5Stelle ha preceduto un'ondata che sta cambiando lo scenario della politica occidentale: la Brexit del "riprendersi il controllo", l'isola d'Inghilterra che si "stacca" dal continente europeo; il senza partito Emmanuel Macron che distrugge i socialisti francesi; il lattaio del Wisconsin e l'operaio del Michigan che votano Donald Trump e svelano la fragilità di otto anni di retorica obamiana finita in una crisi d'isteria permanente dei Democratici; l'emersione della destra in Germania, il fatto nuovo in Europa dal dopoguerra a oggi; il crollo generalizzato e inesorabile dei partiti socialdemocratici in Europa (governano in sole cinque nazioni europee, non quelle che contano); l'emersione di leadership non democratiche ma considerate dal cittadino "efficaci" e dunque oggetto di uno scambio tra libertà ceduta e governo a risposta rapida.
03
La società accelerata
Tutto questo ha a che fare con l'accelerazione. Più volte il titolare di List ha consigliato la lettura di Social Acceleration di Hartmut Rosa, un volume utile per capire come i processi di sviluppo delle reti digitali (digitali e non), l'accorciamento del tempo, la sua compressione, l'aumento dell'intensità, abbiano plasmato un nuovo mondo.
Non è una questione di social e fake news, queste sono soltanto delle conseguenze, sotto tutto questo c'è la struttura, un sistema nervoso della società contemporanea fatto di cavi, reti, spettro elettromagnetico, strade terrestri e aeree. Questa tela è costruita e occupata da vari soggetti: governi, multinazionali, istituzioni finanziarie, associazioni, cittadini onesti, criminali. Siamo di fronte al multiverso di una società connessa e disconnessa nello stesso tempo.
Il Movimento 5Stelle nasce da questa connessione/disconnessione. Tutto questo è incomprensibile per chi è nato e rimasto dentro i canoni del partito politico novecentesco. Perfino il più nuovo tra quelli dello scorso secolo, Forza Italia, il partito figlio della televisione commerciale di Berlusconi, è vecchio, sullo schermo ci sono le ragnatele di un mondo in declino di fronte all'avanzare di altre tecnologie, stili di consumo, trasformazioni sociali.
04
Il caso Italia
Il caso italiano ha inoltre una serie di temi e percorsi che ne fanno uno straordinario laboratorio (in)volontario. Un territorio diverso (la geografia conta come non mai), con enormi fratture sociali che si sono prodotte dall'inizio degli anni Novanta a oggi; una nazione con due questioni aperte, quella settentrionale e quella meridionale; una disoccupazione giovanile da record che produce giovani emigranti; la porta dell'Europa sull'Africa e il vicino Oriente che produce migranti (eccola, la geografia); un'alfabetizzazione precaria (un italiano su tre è analfabeta funzionale, dati Ocse) che spacca inoltre il paese tra generazioni native digitali e il resto che si è fermato alla email e pensa che facebook sia Internet (il social di Zuckerberg non a caso è per vecchi); il paradosso dell'autoriforma della politica che non poteva arrivare dai partiti ridotti a gestione di clan e con la cassa vuota, dunque vulnerabili sul piano dell'indipendenza rispetto ad altri poteri con la cassa piena; conflitti d'interessi e anagrafici (Berlusconi); conflitti interiori irrisolti dell'immaturità (Renzi); conflitti con la realtà di vecchie ideologie sepolte dalla storia (D'Alema, Bersani). In questo scenario, la proletarizzazione forzata della classe media ha giocato un ruolo chiave.
Questo grafico di McKinsey ai primi lettori di List è noto:
Non occorre una laurea a Princeton per unire i puntini, la caduta del reddito ha conseguenze politiche: in Italia è nato il Movimento 5Stelle, negli Stati Uniti è arrivato Donald Trump, nel Regno Unito hanno pigiato il pulsante della Brexit, in Olanda abbiamo visto di tutto, il sogno della Svezia è finito e in Francia è arrivato il rullo compressore di Macron. What else? Un caffè, certamente, e una riflessione seria sulla leadership globale, quella che si riunisce sulle nevi di Davos: chi ha prodotto questo quadro distopico? Grillo o l'Homo Davos?
05
Sono tutti populisti
È facile sparare sull'ambulanza del Movimento 5Stelle, ma è ben più difficile ammettere che si è rotto l'ingranaggio della globalizzazione, che qualcosa è andato storto e andare avanti in questa direzione produce scenari da anni Trenta. Guardate questo grafico tratto da uno studio dell'hedge fund Bridgewater sul populismo:
Altri tempi, altri contesti, ma quello che conta non è misurare qui quanto funziona il parallelismo e quanto ci sia davvero il rischio autoritario (che in fondo si è già realizzato in una democrazia inceppata, da clan del potere, come in Italia), quanto vedere come le posizioni e gli obiettivi politici abbiano un tratto comune tra ieri e oggi: l'attacco all'establishment, alla finanza e alle multinazionali, il nazionalismo, la tendenza ad avere governi forti, protezionismo, norme dure sull'immigrazione. Non dimenticate di guardare l'ultima colonna, quella che segna il posizionamento politico. Come vedete, non è una questione di destra, è di tutti. La reazione della politica alle crisi economiche e soprattutto di identità (e ora siamo in questa fase) è comune, ha un tratto persistente che emette radiazioni che colpiscono tutti.
Sono visioni del mondo contrapposte, una vince e l'altra perde. Entrambe producono una serie di "sfridi" da lavorazione, persone, esseri umani che finiscono nel cono d'ombra dell'irrilevanza che quasi sempre coincide con la povertà e il disagio. Dal clintonismo a oggi la globalizzazione aveva marciato sorretta dall'idea che nessuno sarebbe rimasto indietro. Trent'anni dopo, eccoci qua: ci sono legioni di uomini e donne che sono rimasti indietro.
Non è casuale che le capitali delle rivoluzioni - Parigi, Londra, Washington - siano di nuovo l'epicentro di un cambiamento profondo. Sono temi che il titolare di List ha approfondito in un articolo tradotto ora in inglese sull'ultimo numero di Aspenia:
Dove vi furono i lumi, dove nacque la democrazia liberale, dove la rivoluzione fondò il Nuovo Mondo, oggi si vedono i bagliori di una scena in movimento. Dove sta andando? Seguite il titolare di List, facciamo un salto a Washington e a Londra.
06
L'acciaio di Trump
La guerra aperta da Trump sull'acciaio lo testimonia. Non ha aspettato l'Europa, non ha nessuna intenzione di attendere che Bruxelles decida cosa fare da grande, va avanti da solo: America First. I dazi del 25 e 10 per cento su acciaio e alluminio saranno imposti a tutti, compresi gli "alleati", Canada e Europa. La bilancia commerciale americana è indubbiamente squilibrata, le guerre commerciali non sono certo una novità, il Congresso americano ne discusse e le impose fin dalla sua nascita, bisogna vedere cosa innescherà la decisione della Casa Bianca. Per ora, siamo al fatto che Trump considera le guerre commericiali una cosa buona e facile da vincere:
Chi pensa a una divisione manichea sul tema si sbaglia. Da una parte i cattivi (gli americani) e dall'altra i buoni (il resto del mondo, Europa compresa). No, la vita non funziona così e neanche il mercato dell'acciaio. Prima di tutto va considerata la posizione della Cina che fa dumping sul prezzo. La stessa progressista, illuminata Europa ha messo i dazi sui prodotti cinesi! Si fa fatica a stamparlo a lettere cubitali, tutto qui, è un problema culturale del giornalista collettivo. Ma il fatto è quello. Poi abbiamo i produttori di acciaio che hanno i loro stabilimenti in America. Cosa dicono? Giganti come Nucor, US Steel e Century Alluminium considerano i dazi un provvedimento vitale per il settore, sono allineati alla Casa Bianca e con loro anche il sindacato, lo United Steelworkers . E la stessa cosa, toh, dicono i produttori europei con gli stabilimenti in America. ArcelorMittal, un protagonista globale valuta positivamente l'impatto sui suoi stabilimenti in America - come riporta il Wall Street Journal - e non parliamo di noccioline, ma di 18 mila dipendenti in 27 stabilimenti sparsi negli Stati Uniti. Il tema è delicato per la Germania che, guardacaso, ha una bilancia commerciale con l'America di tutto vantaggio. Facciamo un giro rapido di numeri, per sapere, per capire. Questa è la bilancia commerciale americana nel mese di dicembre 2017:
In un solo mese 53 miliardi di rosso. Questo è il dato finale della bilancia commerciale americana nel 2017:
Trump ha 566 miliardi di dollari di rosso nella sua bilancia commerciale. Ha valide ragioni per sostenere un cambio di rotta. Deve farlo. Naturalmente, si discute sulla natura di questo deficit e non ci sono dubbi che vi siano problemi nel sistema produttivo del paese e nel suo mercato interno. Resta il punto, i dazi sono uno strumento della politica economica americana che di volta in volta vengono usati per regolare i rapporti commerciali con i partner. Sono prima di tutto uno strumento di pressione. Ecco i primi 15 partner commerciali degli Stati Uniti, c'è anche l'Italia:
La situazione è chiara: gli Stati Uniti sono perdenti quasi ovunque. Quando ci si mette dall'altra parte della scrivania, le cose cambiano. Questa è la prospettiva americana e non è delle migliori. L'altro bagliore nella giungla della contemporaneità è in mezzo al mare, nell'isola d'Inghilterra.
07
Theresa May e la democrazia inglese
Il Regno Unito è l'altro punto incandescente di questo scenario, la Brexit. Il discorso di ieri del primo britannico ha messo in chiaro un paio di punti e ne ha lasciato tanti in sospeso perché le cose tra Londra e Bruxelles sono messe male e qui non ci siamo sorpresi neanche un po' sull'andamento dei rapporti tra il governo di Theresa May e la governance europea. La politica brussellese punta a soffocare gli inglesi nella trattativa, ma ancora una volta si sottovaluta il dato culturale che viene sempre prima di quello economico: sono inglesi e come diceva il poeta Novalis "ogni inglese è un'isola".
Theresa May ha messo gli euroscettici di fronte a quelli che lei chiama "hard facts" cercando di far capire a tutti che in ogni caso un compromesso va trovato. L'uscita dal mercato Ue cambierà tutto, si naviga in mare aperto. La May cerca un compromesso per non rompere con l'Unione europea (che ha comunque bisogno del mercato inglese che, per la sola Germania, vale 47 miliardi di euro di surplus, al secondo posto dopo gli Stati Uniti) e mantenere unito il suo partito. "Non ci sarà un secondo referendum" ha sottolineato, ma "un voto del Parlamento sull'accordo finale". Lezione di democrazia inglese per quelli che in Italia discutono nei salotti e predicano perfino di levare il voto alle persone non istruite:
Il popolo britannico ha votato per uscire dalla Ue e ciò avverrà il 29 marzo 2019. Penso che sia vitale, per mantenere la fiducia dell’opinione pubblica nella politica, rispettare le decisioni del popolo.
Le parole di Theresa May - comunque la si pensi - sono un memento per le classi dirigenti del nostro paese, i colti a prescindere, che oggi criticano il voto a Grillo e gli euroscettici (il cinquanta per cento del prossimo Parlamento lo sarà, in varia gradazione) e invece dovrebbero cominciare a interrogarsi sulle politiche e sulle ragioni che hanno condotto a questo esito. Si parte dall'istruzione, dalla scuola. Chiedetevi cosa è stato fatto per gli alunni, gli studenti, cioè la base futura della nostra nazione. Domani si vota.
08
#votosottosopra
Siamo arrivati alla fine della corsa e in queste settimane qui a List abbiamo lavorato tantissimo per preparare l'evento di domani: #votosottosopra la notte elettorale in diretta, il live streaming di List in Rete dalle 22.00 di domenica. Un format pensato esclusivamente per Internet. Il titolare, Maite (il socio spagnolo) e i loro ospiti vi racconteranno cosa sta accadendo ai seggi con servizi, collegamenti, analisi e scenari di prima classe nel nostro spazio de l'Ostiense, a Roma. Come seguirlo? Potrete vedere la diretta su List oppure sulla nostra pagina Facebook. Il titolare vi aspetta online domani sera dalle 22.00, sarà un appuntamento divertente, diverso, informato, sorprendente, unico. Come List.
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conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.