7 Marzo

Guerra, amore, fede. Israele fa cose serie in tv

Fuori Series / Grande spinta creativa e impressionante capacità per lo storytelling con un linguaggio proprio. Da "Hatufim" (da cui poi è nato "Homeland") a "Fauda", da "Unorthodox" a "Shtisel". Maite Carpio racconta la fiction da non perdere

di Maite Carpio

Israele è un paese che merita essere tenuto d’occhio, sotto tanti punti di vista. Non solo per l’implacabile abilità organizzativa e logistica che hanno dimostrato - la distribuzione del vaccino ha raggiunto il 42,9% della popolazione, il tasso più alto a mondo (numeri di Our World in Data) - ma è notevolissima la loro spinta creativa e l’impressionante capacita per lo storytelling. Anche se gira una battuta sugli sceneggiatori israeliani e gli sforzi immani che devono fare per far sì che la realtà non rovini loro una buona serie (straordinario sense of humor da quelle parti!). 

Tanto per cominciare, due dei piu grandi successi della tv americana degli ultimi anni provenivano da un format israeliano: "Homeland" (mi dispiace, l’originale era "Hatufim" trasformato poi dalla Fox nel racconto strepitoso che conosciamo tutti) e "In Treatment" (originariamente "Be Tipul", in Italia protagonista Sergio Castellito per Sky). Notevole. Dall'essere incubatori di idee per il mercato americano, oggi gli israeliani sono diventati una fabbrica di storie capaci di parlare al mondo con un linguaggio proprio e di far arrivare le loro produzioni direttamente al pubblico globale, basta pensare ai successi planetari che hanno rappresentato serie come "Fauda" su Netflix (la storia sull’eterno conflitto con la Palestina) e "Shtisel", una sorta di telenovela sui costumi degli ultrà ortodossi a Gerusalemme, molto acuta. 

Forse l’interesse del pubblico per i racconti ebraici è cominciato con il fenomeno "Unorthodox" (2020) - se non lo avete visto andate subito a cercarlo - una produzione tedesco-americana, girata in Yiddish, che racconta la storia di una giovane ebrea che scappa dalla severissima comunità Satmar di New York, dove è nata, per arrivare alla Berlino dei giorni nostri e trovare la propria voce. Interpretata dalla brillante attrice israeliana Shiraz Haas, che iniziò la sua carriera nella serie...


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