9 Novembre
"Guerra con moltissimi morti"
Crisi dei missili. L'allarme di Vladimir Putin sull'escalation in Corea del Nord. Russi e cinesi alleati. La profezia di Elon Musk: la terza guerra mondiale sarà decisa dai robot. Guerri va sulla Grande Muraglia: la Cina è vicina
Punto nave. Come anticipato da List, il vertice dei paesi BRICS di Xiamen, in Cina, è diventato la portaerei da cui Putin e Xi Jinping (sopra, nella foto Ansa) hanno fatto decollare i loro messaggi alla comunità internazionale. L'asse tra Cina e Russia si è dimostrato fortissimo e il terreno minato della Corea del Nord lo ha saldato ulteriormente. Gli Stati Uniti stanno facendo pressioni per ottenere da Pechino un impegno concreto per fermare l'escalation nucleare della Corea del Nord, ma la situazione sembra scivolare da un momento all'altro nell'azione militare. Nikki Haley, rappresentante degli Stati Uniti all'Onu, durante la riunione urgente del Consiglio di Sicurezza ha avvisato: "La Corea del Nord sta cercando la guerra, quando è troppo è troppo. Non la vogliamo, cerchiamo soluzioni diplomatiche prima che il tempo scada". Una dichiarazione che lascia aperta la porta dell'amministrazione Trump.
Cina e Russia sono contrarie all'intervento militare, è in ballo la loro sfera d'influenza, confinano con la Corea del Nord e né Putin né Xi hanno intenzione di cedere lo scettro della soluzione - o dissoluzione - alla Casa Bianca. Ecco le posizioni sul campo di battaglia:
- Pechino chiede l'applicazione della formula freeze to freeze, cioè uno stop di tutti i contendenti, fine dello show of force e l'apertura di un tavolo negoziale con Pyongyang;
- Putin stamattina ha lanciato quello che ha il tono di un ultimo appello: no a nuove sanzioni, no "all'isteria militare", siamo vicini a una "catastrofe globale", una catastrofe nucleare "planetaria con moltissimi morti". Il presidente russo ha invitato tutte le parti a cercare il dialogo e ribadito che "la Corea del Nord non può vivere con la paura del suo annientamento". È un assist pieno alla posizione di Xi;
- La Corea del Sud ha captato segnali di guerra: Kim potrebbe lanciare un altro missile;
- Seul...
Punto nave. Come anticipato da List, il vertice dei paesi BRICS di Xiamen, in Cina, è diventato la portaerei da cui Putin e Xi Jinping (sopra, nella foto Ansa) hanno fatto decollare i loro messaggi alla comunità internazionale. L'asse tra Cina e Russia si è dimostrato fortissimo e il terreno minato della Corea del Nord lo ha saldato ulteriormente. Gli Stati Uniti stanno facendo pressioni per ottenere da Pechino un impegno concreto per fermare l'escalation nucleare della Corea del Nord, ma la situazione sembra scivolare da un momento all'altro nell'azione militare. Nikki Haley, rappresentante degli Stati Uniti all'Onu, durante la riunione urgente del Consiglio di Sicurezza ha avvisato: "La Corea del Nord sta cercando la guerra, quando è troppo è troppo. Non la vogliamo, cerchiamo soluzioni diplomatiche prima che il tempo scada". Una dichiarazione che lascia aperta la porta dell'amministrazione Trump.
Cina e Russia sono contrarie all'intervento militare, è in ballo la loro sfera d'influenza, confinano con la Corea del Nord e né Putin né Xi hanno intenzione di cedere lo scettro della soluzione - o dissoluzione - alla Casa Bianca. Ecco le posizioni sul campo di battaglia:
- Pechino chiede l'applicazione della formula freeze to freeze, cioè uno stop di tutti i contendenti, fine dello show of force e l'apertura di un tavolo negoziale con Pyongyang;
- Putin stamattina ha lanciato quello che ha il tono di un ultimo appello: no a nuove sanzioni, no "all'isteria militare", siamo vicini a una "catastrofe globale", una catastrofe nucleare "planetaria con moltissimi morti". Il presidente russo ha invitato tutte le parti a cercare il dialogo e ribadito che "la Corea del Nord non può vivere con la paura del suo annientamento". È un assist pieno alla posizione di Xi;
- La Corea del Sud ha captato segnali di guerra: Kim potrebbe lanciare un altro missile;
- Seul ha risposto con un'altra esercitazione navale nel tentativo di dissuadere il dittatore;
- Kim avrebbe spostato i missili sulla costa e nel frattempo ha reso noto il suo pensiero sull'America: se ci attaccano la cancelleremo;
- L'opposizione politica al presidente sudcoreano Moon ha chiesto il ridispiegamento dell'ombrello nucleare americano nella penisola;
- La telefonata tra Trump e Moon ha avuto un esito che è passato inosservato e invece è la spia della situazione di estrema tensione: c'è l'accordo tra i due paesi per togliere i limiti di payload ai missili della Corea del Sud. Il payload è il peso dell'armamento dei missili che fino a ieri aveva un tetto di 1.100 pounds;
- Il Giappone osserva i radar e si sta preparando all'evacuazione di 60 mila giapponesi presenti in Corea del Sud;
- La Difesa della Francia non sapendo cosa aggiungere scopre che un missile intercontinentale di Kim potrebbe colpire l'Europa;
Le pietre stanno rotolando a valle. Kim si muove con la freddezza di un serpente, gioca con il suo arsenale balistico, lo sposta, si nasconde e prepara l'attacco. Attende che la preda faccia un errore. Sul taccuino del titolare di List c'è una domanda: chi spara per primo? Speriamo di non avere mai la risposta da parte di nessuno.
Viviamo tempi interessanti, forse troppo. Elon Musk oggi li ha resi ancor più elettrizzanti. Sentiamo cosa ha da raccontare il genio della Silicon Valley. Ha molto a che fare con lo scenario che abbiamo appena finito di dipingere. È la sua naturale evoluzione. Andiamo nel futuro prossimo.
01
La terza guerra mondiale sarà decisa dai robot
Io Robot è una raccolta di fantascienza pubblicata nel 1950 da Isaac Asimov, un genio scientifico e letterario al quale dobbiamo visioni che anticipano il presente e lanciano ancora segnali sul futuro. In questa meravigliosa antologia di racconti Asimov esplora un mondo dominato dai robot positronici e dalle falle che si aprono nelle tre leggi della robotica. Le macchine acquistano piena autonomia, decidono per l'uomo e soprattutto contro l'uomo. Al titolare di List il libro di Asimov è venuto subito in mente dopo aver letto un tweet di Elon Musk (sopra, nella foto Ansa, con il premier giapponese Shinzo Abe) che commentava una notizia che dava conto di alcune affermazioni fatte da Vladimir Putin sul ruolo decisivo dell'intelligenza artificiale nel dominio del mondo. Ecco i tweet di Elon Musk:
Musk che commenta Putin e gli dà in qualche modo ragione è già una notizia, ma il nocciolo del ragionamento del fondatore di Tesla e Space X fa venire i brividi: "Sta cominciando... Cina, Russia presto tutti i paesi con una forte computer science" domineranno il mondo. "La mia opinione è che la competizione per la superiorità nell'intelligenza artificiale a livello delle nazioni sarà molto probabilmente la causa di una terza guerra mondiale". Nello scambio di opinioni via Twitter con i suoi follower Musk fa un ulteriore passo nel futuro:
La guerra "non sarà decisa dai leader dei paesi, ma da un'intelligenza artificiale che deciderà un attacco preventivo come la mossa più probabile per arrivare alla vittoria". Fantascienza? Il titolare di List tiene in gran conto quello che c'è scritto sui libri di Science Fiction. Perché le cose - quelle cose- poi succedono. Siamo in un campo di cui in Italia non si discute - un paese ignorante in cui è in corso la secessione dei vaccini - e invece dovremmo parlarne, cercare di capire, perché è il cuore del presente e del futuro.
Le frasi di Musk sono state innescate da un commento di Vladimir Putin - una mente altamente reattiva e non a caso è il più abile stratega presente su piazza - sull'intelligenza artificiale. Cosa ha detto l'uomo del Cremlino? Celebrando l'apertura delle scuole in Russia e il Giorno della Conoscenza, il presidente russo ha detto:
L'intelligenza artificiale è il futuro, non solo per la Russia, ma per tutta l'umanità. È portatrice di colossali opportunità, ma anche di minacce che sono difficili da prevedere. Chiunque diventerà il leader in questa sfera, sarà il dominatore del mondo.
Putin legge libri e guarda film di fantascienza? Vladimir è lost in space?Per niente, ha i piedi ben saldi a terra, in passato era il capo del KGB, il servizio segreto russo, è un uomo che guarda lontano e sa fare analisi. La corsa allo sviluppo dell'intelligenza artificiale è fondamentale per il futuro delle nazioni e la Russia ha una competenza elevatissima nella computer science, non a caso gli hacker più abili gravitano su Mosca. E a Pechino. Un altro capo di stato che l'altro ieri si è occupato del tema non a caso è il presidente cinese Xi Jinping. Durante il vertice dei BRICS a Xiamen la guida della Cina nel suo discorso d'apertura del 3 settembre - tradotto e pubblicato da List in splendida solitudine - ha fatto questo passaggio:
Esaminare i progressi compiuti in passato ci aiuta a proseguire nella giusta direzione. Attualmente l'economia globale ha ripreso a crescere, con i mercati emergenti e i paesi in via di sviluppo che hanno ottenuto buoni risultati. Si sta preparando un nuovo ciclo di rivoluzione tecnologica e industriale e le riforme e l'innovazione stanno acquistando slancio. Abbiamo buoni motivi di credere che il nostro mondo sarà un posto migliore.
Putin e Xi stanno lanciando Russia e Cina nel teatro della competizione che deciderà il destino dell'uomo: lo sviluppo dell'intelligenza artificiale, la diffusione dei robot non solo nel mondo del lavoro, ma nella vita quotidiana, domestica. Sono già intorno a noi, ma non ce ne rendiamo conto pienamente. L'ascesa esponenziale della tecnologia sta rendendo possibile quello che ieri era inimmaginabile.
L'unico leader europeo che ha colto in pieno questo tema incandescente per il futuro del suo paese - e dell'intera Europa - è Angela Merkel. Come avevamo segnalato su List del 28 agosto (un'ampia sintesi della formidabile intervista concessa dalla cancelliera al quotidiano economico Handelsblatt) Merkel ha un piano per aumentare a tappe forzate la capacità tecnologica del paese e dell'industria tedesca:
C'è stato un tempo in cui eravamo la farmacia del mondo, poi siamo diventati una potenza dell'automobile. La nostra industria dei macchinari era la migliore del mondo. Andiamo ancora bene nelle ultime due industrie, ma avevamo inventato anche il primo computer e il primo player MP3. E tutto questo è svanito, non solo in Germania, ma in tutta Europa. Come confrontarsi con la digitalizzazione è di enorme importanza per la nostra prosperità.
Segni di vita dall'Italia? Zero. E la Francia? Deve ancora cambiare una legislazione sul lavoro che fa acqua da tutte le parti. Macron deve zappare parecchio il terreno. E gli altri? Sono nani tecnologici, non c'è partita per nessuno e l'Europa continua ad essere divisa, è uno scenario che non promette nulla di buono e le speranze del Vecchio Continente sono tutte a Berlino.
Le applicazioni in campo militare sono quelle più critiche: cosa succede con i robot e l'intelligenza artificiale sul campo di battaglia? In che maniera un computer deciderà il lancio dei missili? In base a quali informazioni lancerà un attacco preventivo? Siamo nel campo della teoria dei giochi e della tecnologia, un campo minato. L'allarme di Musk si fonda sulla consapevolezza del futuro, sull'ineludibile forza di questa innovazione che sta entrando in una fase accelerata. Segnatevi la frase di Putin: "Chiunque diventerà il leader in questa sfera, sarà il dominatore del mondo". E aspettate con pazienza sulla riva del fiume.
Centosedici scienziati di 26 paesi alla fine d'agosto hanno firmato un appello per fermare la corsa dei robot sul campo di battaglia. Armi letali che possono innescare guerre su vasta scala, il mito realizzato delle zero perdite per chi possiede la tecnologia, sistemi che possono finire nelle mani di terroristi e aprire uno scenario da buio pesto sul nostro futuro. I lettori di List possono scaricare il testo originale della lettera dalla libreria di List.
Quali sono queste armi? Tanto per cominciare, abbiamo già in piena attività i droni, letali e oggetto di studi e analisi che ne hanno messo in luce tutta la potenza, l'evoluzione e i problemi etici che scatenano. Dallo scaffale del titolare piove un volume assolutamente da leggere:
Drone Theory di Grégoire Chamayou è un viaggio nella sorveglianza e assassinio via drone, la guerra di Obama, la sua killing list (ora nelle mani di Trump), l'arma con cui gli americani pensavano di vincere le guerre in Iraq e Afghanistan. La prova del campo di battaglia ha dimostrato che non sono sufficienti, alla fine servono boots on the ground, stivali sul terreno, ma queste macchine volanti sono il primo test micidiale dell'intelligenza artificiale in guerra e hanno dimostrato di essere efficaci e...di sbagliare. Nel libro di Chamayou c'è una scena iniziale terribile, la registrazione di uno strike: il pilota che da una base americana pilota il drone a un certo punto si accorge che tra i suoi bersagli ci sono donne e bambini e non terroristi. È un incipit da brividi. Lo sviluppo della flotta di droni americana prosegue senza sosta e con un livello di autonomia sempre più grande. Anche quando non sono armati, servono per puntare i bersagli per i missili sparati da altri mezzi, sono l'occhio della guerra. Sorveglianza. E missili. È la forza dell'automazione e della computerizzazione della battaglia. L'allarme di Musk e degli scienziati si fonda su basi scientifiche chiare e sull'inesorabile avanzata della potenza di calcolo e di apprendimento di questi sistemi d'arma. I lettori che vogliono approfondire questi temi possono cominciare con la lettura di questi libri che il titolare ha tirato giù dalla sua biblioteca stamattina:
Per sapere, per capire, per non lasciarsi avviluppare dal dibattito da bar in 140 caratteri e asfissiare nella stanzetta in cui l'Italia ha deciso di chiudersi tra cronaca splatter, junk-news e chiacchiere politiche da zero tituli. Il saggio di Nick Bostrom (Superintelligence) è tra i testi migliori pubblicati negli ultimi anni, perfetto per capire lo scenario; Tomorrow Now è scritto da uno dei pionieri della letteratura cyber-punk, Bruce Sterling, è una traversata nelle applicazioni della tecnologia nei prossimi 50 anni (c'è anche la trasformazione del soldato), un libro caricato al massimo d'immaginario; The Second Machine Age è favoloso e apre la mente su quello che sta accadendo intorno a noi. Cosa resta da leggere? Un classico, The Cambridge History Of Warfare, un volume curato da un gigante, Geoffrey Parker, che vi darà tutti gli elementi essenziali sulla storia militare e i suoi cambiamenti. Letto Parker, fate prendere aria al cervello, controllate dov'è la polvere da sparo e provate a immaginare l'uso delle nuove tecnologie - non solo quelle di oggi, ma quelle che ci saranno tra venti, trent'anni, cinquant'anni - sul teatro di guerra. Firmerete alla velocità di Speedy Gonzales l'appello di Elon Musk.
Sì, viviamo davvero tempi molto interessanti. Forse troppo. E la Cina è vicina. Quanto? Ce lo racconta Giordano Bruno Guerri. Allacciate le cinture, andiamo a spasso sulla Grande Muraglia.
02
La Cina è vicina. È in ogni posto
di Giordano Bruno Guerri
“La Cina è vicina”, gridavano molti sessantottini mezzo secolo fa. Così facendo, spacciavano due errori per una verità che ignoravano. Primo errore: credere che il comunismo sarebbe stato l’immediato futuro del mondo, e sappiamo com’è mandata a finire. Secondo errore: credere che a Mao Tse-tung e compagnia importasse davvero – con i problemi che avevano – esportare il loro modello in Occidente, in particolare nella Pianura Padana, sui Sette Colli e sulla Sila. La verità ignorata era che, in effetti, la Cina si sarebbe avvicinata al mondo occidentale, ma in conseguenza di quel restringimento del mondo di cui parlavano su List a proposito di Homo Technologicus. Il mondo si è ristretto, dicevamo, perché scienza e tecnologia – velocissime - hanno reso tutto più vicino, e però il nostro abito culturale non riesce a tenere quel passo. In Cina invece anche la trasformazione culturale è stata fulminea, più che in Russia, passando come un lampo (trent’anni sono un lampo, nella storia) dal marxismo a un modo nuovissimo di approcciare la politica interna con la finanza e la politica internazionali.
“La Cina è vicina”, così Marco Bellocchio intitolò il suo magnifico film del 1967, mettendo in campo una storia di trasformismi politici da piccolo cabotaggio, di rivoluzionari finti e di piccolo borghesi veri, di corna e di baruffe familiari. Una perfetta rappresentazione dell’Italia di allora (e non solo di allora). Il 1967 è anche l’anno dove in Cina si scatena “La grande rivoluzione culturale proletaria”, da noi familiarmente chiamata rivoluzione culturale, voluta da Mao per contrastare l'ondata controriformista promossa da Deng Xiao-ping. Ne nacquero le Guardie Rosse, il Libretto rosso, la mobilitazione dei giovani cinesi (seguiti dagli ignari coetanei occidentali), la critica radicale contro gli esponenti di spicco del Partito Comunista, con i famosi intellettuali costretti ai lavori forzati nei campi: prendi la zappa e vai a lavorare. Non si sa quanti siano stati i morti, in quel buco nero, le ipotesi vanno da un minimo di 300.000 a un massimo di 7 milioni. Il film di Bellocchio, invece, si chiude con un doppio matrimonio e un comizio elettorale.
“La Cina è vicina”, mi piace immaginare che dicesse Marco Polo, fra una bestemmia e l’altra per quel suo interminabile viaggio di tre anni e mezzo. E si trovò in un altro mondo, oltre sette secoli fa: in una grande civiltà cresciuta nei millenni in modo completamente diverso e autonomo dall’occidente, come il Giappone. Lasciamo perdere le chiacchiere su chi abbia inventato prima gli spaghetti e i fuochi artificiali. Basti pensare che lì sono nati – mezzo millennio prima di Cristo - Confucio e il confucianesimo, religione di stato fino all’inizio del Novecento. Una religione che "sacralizza il secolare", secondo la definizione di Herbert Fingarette, ha dato ai cinesi una concretezza che non bada al futuro trascendente, e neanche al premio qui e ora, secondo le teorie di Weber sul protestantesimo. Leggete il suo libro su Confucio, e saprete di più sulla Cina che con i dispacci di dodici inviati a Pechino.
La Cina è vicina a se stessa, e basta. I lavori per la Grande Muraglia cominciarono 400 anni prima che Adriano costruisse in Britannia il suo Vallo, di cui andava giustamente fiero. Dei suoi 117 chilometri, pochi sono ancora in piedi, diroccati. Gli 8.851 chilometri della Muraglia sono ancora lì. E non sembri che voglia sminuire uno dei più grandi regnanti della storia, Adriano, non si misura in chilometri di difese. È che la Cina – grande quanto l’impero romano, quanto l’Europa – era cinese, e cinese è rimasta, nonostante invasioni e guerre civili. Lo è sempre stata, favorita anche dalle condizioni geografiche. A sud la più alta catena montuosa del mondo; a nord solo barbari a cavallo, che la Muraglia bastava a contenere; a ovest, terre desolate e insignificanti, a est il mare. Da sempre la Cina appartiene soltanto ai cinesi, a parte un brevissimo periodo di dominazione mongola: da 4000 anni se si includono anche le dinastie del mito, da 2200 di certo.
Non credete che questo condizioni il carattere di un popolo? Per fare un esempio a noi prossimo: quando Mussolini si appellava alla grandezza della Roma antica per fare grande l’Italia e gli italiani, diceva un’enorme sciocchezza, e l’unica attenuante è che probabilmente lo sapeva, usava il paragone fra Italiani e Romani per eccitare. Fra gli antichi romani e gli italiani ci sono sei o sette secoli di invasioni che hanno completamente cambiato il carattere del nostro popolo, perché i popoli - come gli individui - hanno un carattere, che si forma nel corso dei secoli. E’ proprio il carattere, nato dalla loro storia, che fa diversi i cinesi. E se “diversi” vi sembra troppo vicino a una forma di razzismo, io dico “Vade retro, politicamente corretto!” Il razzismo consiste nel negare un’innegabile uguaglianza biologica, le differenze culturali esistono eccome, chi lo nega è un poveruomo.
La Cina è vicina – adesso – perché quel rimpicciolimento del mondo dovuto alla scienza e alla tecnologia la costringe a uscire da se stessa, ma rimanendo se stessa. Finanza, economia, industria, neocolonizzazione dell’Africa, con tutto quello che sappiamo e che altri diranno meglio di me. Dunque porterò solo un esempio. Dicevamo che la Cina è sempre stata isolata e protetta dall’avere soltanto un mare cui accedere. Bene, adesso se ne sta conquistando un altro, senza guerre. Il Pakistan, teoricamente protettorato americano, dipende ormai economicamente dai cinesi, che stanno costruendo vicino al confine con l’Iran quello che diventerà uno dei più grandi porti dell’oceano Indiano: e, insieme, autostrade immense e linee ferroviarie veloci per collegarlo alla depressa Cina occidentale. Quando questo accadrà, fra pochi anni, anche quell’area isolata e immensa comincerà a produrre e commerciare, e il mondo verrà assaltato da una nuova orda di prodotti a basso costo.
La Cina è vicina. “Non c’è niente di strano, ha ripreso il suo posto”, diceva giorni fa Angela Merkel, e ce lo ricordava il titolare in un mirabile articolo. Secondo me la cancelliera voleva rassicurarci, con quella sua aria paciosa da mamma di casa che prepara una pasta sfoglia d’acciaio. Voleva farci intendere che, niente di strano, la Cina ha ripreso il suo posto di grande potenza, come è giusto che sia, non ha fatto lo stesso la Germania? Non la conosco, giuro che non la conosco, ma secondo me Angela è preoccupata. Il posto della Cina, una volta uscita dal suo posto, è ogni posto. Perché la Cina, anche quando conosce tutto, riconosce soltanto la Cina.
***
Giordano Bruno Guerri non smette mai di ricordarci che "i popoli, come gli individui, hanno un carattere". Anche gli italiani hanno un carattere. Quale? Lasciamo la Grande Muraglia e andiamo tra i canali di Venezia e le ville lombarde, ma senza esploratori e gran borghesi.
03
La secessione dei vaccini
Qualche giorno fa il titolare di List vi aveva parlato di una telefonata intercorsa nei primi anni Novanta tra il vostro allora giovane cronista politico e il professor Gianfranco Miglio. Il prof era l'ideologo di Bossi - e il Senatur aveva scelto bene, trovatene uno di pari sapienza oggi - e durante l'intervista disse sulfureo: "Lo sbrego costituzionale c'è e ci sarà". Si riferiva alla secessione di dritto e di rovescio dell'Italia, lo strano paese dove tutto resta speranza, anche l'unità nazionale. Il 22 ottobre prossimo Lombardia e Veneto vanno alle urne per chiedere agli elettori di dare più autonomia alle rispettive Regioni. Una cosa innocua, ufficialmente. La modesta opinione del titolare è che la sostanza sarà un voto del Nord per il Nord e contro il Sud e le politiche fiscali del tassa e spendi che si apparecchiano con allegria a Roma. L'effetto di quel voto - è sempre un'opinione, ma ne avremo presto la prova e già abbiamo squadernato sul tavolo di lavoro del titolare un prequel che fra poco vedremo - sarà enorme sul piano della comunicazione, cioè della politica tout court. Più autonomia per Lombardia e Veneto significa tagliare idealmente di netto il cordone ombelicale del contribuente con lo Stato che spreca le tasse in mille rivoli di spesa e assistenzialismo. Questo è il significato della consultazione, non altro. Ciò che è percepito è reale in questo mondo.
La prova generale di quello che sta per accadere l'abbiamo in queste ore con l'applicazione dei vaccini obbligatori negli asili: il Veneto ha rinviato tutto al 2019. La documentazione può aspettare e tanti saluti a Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, e Valeria Fedeli, ministro dell'Istruzione. In Veneto comanda il governatore Luca Zaia, non il governo nazionale. Che cosa è questo pasticcio sulle fiale? È la secessione dei vaccini, alla quale poi ne seguiranno altre su materie che non sono state oggetto di nessuna devolution (ricordate Bossi? la devolution!), ma che politicamente diventeranno rilevanti nelle prossime settimane e saranno oggetto di campagna elettorale alla nitroglicerina. Quando il popolo vota, non esistono zero conseguenze. Wait and see. E mentre aspettate, leggete questo pezzo di Rocco Todero, un viaggio avanti e indietro sui referendum che sono in rampa di lancio. Tutto molto istruttivo. O distruttivo. Fate voi.
04
Il referendum che punta a Nord
di Rocco Todero
Caro Titolare,
il prossimo 22 ottobre, come Lei stesso ha ricordato, in Lombardia e Veneto si celebreranno in contemporanea due referendum consultivi sull’ampliamento dell’autonomia regionale. A leggere i quesiti referendari non si direbbe che vi siano particolari ragioni d’allarme per la salute della nostra democrazia repubblicana. D’altronde, di cosa si tratta? Ai veneti verrà chiesto se sono favorevoli che alla Regione “siano attribuite ulteriori forme e condizioni di autonomia”. Lo stesso giorno i lombardi dovranno dire se vogliono anch’essi ulteriori forme di autonomia ai sensi e per gli effetti, però, dell’articolo 116, comma terzo, della Costituzione Repubblicana. Tutto tranquillo, dunque? Si tratterà solo di un’adunanza generale a trazione leghista per fare un po' di sceneggiata e strappare alla Stato centrale alla fine solo qualche riga in più di autonomia statutaria? Per niente. Immaginiamoci il 22 ottobre, caro Titolare, un cittadino veneto o lombardo dentro la cabina elettorale con la scheda referendaria in mano e quel quesito così striminzito e quasi insignificante davanti agli occhi. Fermiamoci un attimo. Dissolvenza e flash back. Riavvolgiamo l’intera pellicola.
19 giugno 2014, sala del Consiglio Regionale del Veneto. L’assemblea ha appena approvato due testi di legge per proporre alla popolazione altrettanti quesiti referendari. Con la legge 16/2014 si indice referendum consultivo per chiedere all’elettore: “Vuoi che il veneto diventi una Repubblica indipendente e sovrana? Si o no?”. Mentre con la n.15/2014 si indice referendum consultivo per sapere in quanti vogliono nell’ordine: 1) “che una percentuale non inferiore all’ottanta per cento dei tributi pagati annualmente dai cittadini veneti all’amministrazione centrale venga utilizzata nel territorio regionale in termini di beni e servizi “, 2) ”che la Regione mantenga almeno l’ottanta per cento dei tributi riscossi nel territorio regionale”, 3) “che la Regione Veneto diventi una regione a statuto speciale”.
Qualche giorno dopo a Palazzo Chigi. Il Governo nazionale percepisce subito la malaparata, coglie il senso giuridico della portata delle leggi venete appena approvate, ma gli sfugge forse il rilievo politico dell’intera vicenda. In ogni caso non si sottrae alla sfida, anzi, contrattacca davanti alla Corte costituzionale perché i due provvedimenti approvati dall’assemblea regionale rappresenterebbero un attentato alle fondamenta della Costituzione e all’Unità della Repubblica Italiana.
29 aprile 2015. Alla Consulta la battaglia è serrata ma l’esito è prevedibile ed in gran parte scontato sin dall’inizio. Nessuna Regione italiana, tuonano i giudici delle leggi, può indire referendum per dissolvere l’unità nazionale. L’articolo 5 della Costituzione esprime un principio non soggetto nemmeno a revisione costituzionale, un principio, in altre parole, che rappresenta la Grundnorm fondamentale del nostro ordinamento. Nella sentenza della Corte (118/2015) riecheggiano i moniti di Hans Kelsen: l’effettività dei principi fondamentali di un ordinamento giuridico è il risultato di una forza storica concreta che si è imposta nel momento stesso in cui si è scritta una nuova Costituzione. Questa effettività può essere travolta esclusivamente dalla rivoluzione violenta, dalla sovversione ma non dalla democrazia intesa come metodo di adozione delle scelte collettive. Questa è l’unica alternativa che hanno i veneti. Nessuna possibilità, invece, nemmeno d’interrogarsi sul desiderio, sull’aspirazione ad una Repubblica veneta indipendente e sovrana.
E non c’è spazio nel nostro ordinamento nemmeno per la praticabilità delle altre soluzioni proposte: “I quesiti in esame profilano alterazioni stabili e profonde degli equilibri della finanza pubblica, incidendo così sui legami di solidarietà tra popolazione regionale e il resto della Repubblica”. Scordatevi cari veneti, questo il succo della decisione della Consulta, la possibilità di sottrarre allo Stato il potere di decidere quante tasse prelevarvi, quante distribuirne alle altre regioni italiane e quante restituirvene. E scordatevi pure di diventare una Regione a statuto speciale. Questo non è affare esclusivamente vostro.
Resta uno strapuntino da servire però, la possibilità di interrogare l’elettorato sulla opportunità d’intraprendere un percorso di maggiore autonomia ai sensi dell’articolo 116, comma terzo, della Costituzione. Ottenere maggiori poter, in sostanza, nelle materie di legislazione concorrente ed in alcuni altri piccoli ambiti di pressoché nessun rilievo. Potete celebrare il referendum su un solo quesito, quindi, solo per sapere se i veneti vogliono genericamente maggiore autonomia per la loro regione, ma scordatevi di mettere le mani sui vostri soldi.
13 giugno 2017. Milano, sala del Consiglio Regionale. L’Assemblea approva una mozione concernente il referendum per l’autonomia della Lombardia. Sintesi: chiediamo maggiore autonomia perché siamo stanchi di versare alle altre regioni italiane 56 miliardi di euro delle nostre risorse ogni anno, perché solo noi in Italia abbiamo una spesa pubblica pari ad appena il 34,6% del PIL regionale e perché se si adottassero i criteri in vigore nella nostra Regione vi sarebbe un risparmio in termini di spesa pubblica di 74 miliardi di euro per l’intero Paese. Il referendum che abbiamo indetto in ossequio ai limiti stabiliti nella nostra Costituzione (abbiamo imparato dalle bastonate che la Corte costituzionale ha infitto al Veneto) non ci consentirà di modificare giuridicamente la ridistribuzione del prelievo fiscale, è vero, ma noi andremo a votare (eccolo il sottinteso della mozione) con questa riserva mentale in testa.
Ebbene, caro titolare, torniamo adesso al 22 ottobre e a quell’immaginario elettore veneto o lombardo, con la scheda referendaria in mano, che scandisce il testo così apparentemente privo di significato. Siamo sicuri che abbia accettato politicamente l’effetto dell’abbattimento da parte della Corte costituzionale di tutti i quesiti originariamente proposti dall’Assemblea regionale? Siamo sicuri che milioni di elettori si recheranno a votare, dopo un antefatto così rivelatore di quali erano le reali intenzioni dei loro rappresentanti, esclusivamente per dire si o no ad uno strapuntino di autonomia in più?
Siamo certi che i cittadini non vedranno impressi con l’inchiostro simpatico sopra la scheda elettorale anche i quesiti che la Corte costituzionale ha cancellato senza remora alcuna?
Possiamo ragionevolmente sperare che l’elettore lombardo non esprimerà la propria opinione con il pensiero rivolto al residuo fiscale che ritiene gli sia sottratto in maniera proditoria ogni anno dallo Stato?
Possiamo ritenere che vi sia un deficit di rappresentatività fra le assemblee regionali lombarda e veneta ed i cittadini delle due regioni, tale da considerare prive di alcun significato profondo le vicende politiche e giudiziarie relative al referendum sull’autonomia che abbiamo descritto?
Ma soprattutto, il 23 ottobre la risposta del resto degli italiani quale sarà? Sempre la stessa? Più tasse e più spesa pubblica per tutti?
***
Bel tipo, il Todero. Si passa i codici e le leggi tra le dita come un giocatore di poker. Tutto molto interessante. D'altronde, come dice sempre il titolare, viviamo tempi interessanti. Sul taccuino è segnata la data del 22-23 ottobre, il giorno dell'apertura della Questione Settentrionale. Il professor Miglio da lassù si farà una gran risata. Lo sbrego della Repubblica con il sigillo ufficiale della Repubblica. Viene in mente la frase finale, scena epica, di Blade Runner, con l'androide morente che fa un tatuaggio sul cuore dello spettatore:
05
5 settembre. La tassa sulla barba
Nel 1698 lo Zar Pietro I di Russia impone una tassa sulle barbe. Era il tentativo di sradicare le tradizioni asiatiche. Portare la barba costava 100 rubli. Non ditelo a Padoan.
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Il Codice privacy e il Regolamento privacy conferiscono agli Utenti l’esercizio di specifici diritti.
Gli Utenti in qualsiasi momento potranno esercitare i diritti di cui all’art. 7 del Codice privacy e s.m.i. e di cui agli art. 15, 16, 17, 18, 20 e 21 del Regolamento privacy, inviando una comunicazione scritta ai recapiti del Titolare di cui al precedente paragrafo 1 e, per l’effetto, ottenere:
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Gli Utenti, inoltre, potranno opporsi al trattamento dei dati personali che li riguardano.
- Aggiornamenti
La Privacy policy del Sito potrà essere soggetta a periodici aggiornamenti.
Termini e condizioni di vendita dei servizi di abbonamento
I presenti termini d'uso disciplinano la fornitura digitale del servizio in abbonamento (di seguito,
il"Servizio" o
l'"Abbonamento") a List nelle diverse formule di volta in volta disponibili. Il Servizio è fornito da List
S.r.l., con
sede in Via Ferdinando di Savoia, 3 - 00196 Roma P. IVA 14403801005, iscritta al registro delle imprese di
Roma, numero
di iscrizione RM/1518421 (di seguito, il "Fornitore").
Il Servizio è rivolto esclusivamente a utenti maggiorenni. (di seguito, l'"Utente" o gli "Utenti").
List è il servizio digitale che fornisce agli Utenti contenuti editoriali, giornalistici e informativi di
qualità;
maggiori informazioni su List sono disponibili navigando sul sito internet https://newslist.it/ (di seguito,
il "Sito").
Il Servizio è disponibile in abbonamento via web a partire dal Sito, nonché attraverso l'applicazione List
(di seguito,
l'"Applicazione") per dispositivi mobili con sistema operativo IOS 11.0 o successivi e Android 6.0 o
successivi.
Il costo dei dispositivi, delle apparecchiature e della connessione internet necessari per la fruizione del
Servizio non
è ricompreso nel Servizio e si intende a carico dell'Utente.
1. Caratteristiche del Servizio
1.1 Il Servizio ha ad oggetto la fruizione in abbonamento dei contenuti editoriali della testata List.
L'Abbonamento è
disponibile esclusivamente in formato digitale; resta quindi espressamente esclusa dal Servizio la fornitura
dei
contenuti in formato cartaceo.
1.2 Il Servizio è a pagamento e comporta il pagamento di un corrispettivo a carico dell'Utente (con le
modalità previste
nel successivo articolo 5).
1.3 L'Utente può scegliere tra diverse formule a pagamento per la fruizione del Servizio; il costo, la
durata, le
modalità di erogazione e gli specifici contenuti di ciascun pacchetto sono specificati nella pagina di
offerta
pubblicata su https://newslist.it/fe/#!/register ovvero all'interno dell'Applicazione. Il contenuto
dell'offerta deve
intendersi parte integrante dei presenti termini d'uso e del connesso contratto tra il Fornitore e l'Utente.
2. Acquisto dell'abbonamento
2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.