8 Aprile
Guidare l'economia. Realtà e fiction
Domani il governo presenta il Documento di economia e finanza. Le previsioni non sono mai state azzeccate, non lo saranno neanche in futuro. Lo scenario della crescita è prossimo allo zero, il debito cresce, Di Maio e Salvini litigano ma sono costretti a stare insieme. Lo scenario della crisi si sta avvitando senza una soluzione alternativa
Che succede? Domani il Consiglio dei ministri discute e presenta il Documento di economia e finanza. Nella recente storia della Repubblica le previsioni e gli obiettivi contenuti in questo documento della contabilità pubblica non sono mai state azzeccate. È la differenza che passa tra il sogno della politica e la realtà:
Con queste premesse, il governo Conte presenterà un Def che politicamente è già una sconfitta perché non una delle previsioni della legge di Bilancio sta in piedi. A poco più di tre mesi dal passaggio in Parlamento - dopo un estenuante e inutile scontro con la Commissione Ue - le stime di Palazzo Chigi sono fumo senza arrosto. Così il rapporto deficit/pil salirà ancora (2.4 per cento, si dice) e la produzione a qualcosa sopra lo zero (0,2 per cento, vorrebbero). Anche questi numeri rischiano di essere bruciati dalla realtà. La produzione potrebbe sprofondare con il segno meno davanti e il rapporto deficit/pil avere il numero 3 davanti. Non è detto che vada così, c'è la possibilità di un miglioramento dell'economia mondiale nel secondo semestre, si spera in un rimbalzo della Germania (ma gli ordinativi dell'industria sono colati a picco), si spera, appunto, e un paese che spera e basta non va lontano.
Così il ministro Giovanni Tria spera di limitare i danni con l'Ue; Giuseppe Conte spera di restare al suo posto di premier per caso; Luigi Di Maio spera di stare al vertice dei Cinque Stelle perché non ha un altro mestiere; Matteo Salvini spera di andare avanti a cannibalizzare il partner di governo scaricando su di loro anche il suo deficit di idee e cultura politica; Giorgia Meloni spera di non essere fagocitata dal destrismo di Salvini; Nicola Zingaretti spera che il governo non cada troppo in fretta perché non ha niente di pronto nella cucina democratica...
Che succede? Domani il Consiglio dei ministri discute e presenta il Documento di economia e finanza. Nella recente storia della Repubblica le previsioni e gli obiettivi contenuti in questo documento della contabilità pubblica non sono mai state azzeccate. È la differenza che passa tra il sogno della politica e la realtà:
Con queste premesse, il governo Conte presenterà un Def che politicamente è già una sconfitta perché non una delle previsioni della legge di Bilancio sta in piedi. A poco più di tre mesi dal passaggio in Parlamento - dopo un estenuante e inutile scontro con la Commissione Ue - le stime di Palazzo Chigi sono fumo senza arrosto. Così il rapporto deficit/pil salirà ancora (2.4 per cento, si dice) e la produzione a qualcosa sopra lo zero (0,2 per cento, vorrebbero). Anche questi numeri rischiano di essere bruciati dalla realtà. La produzione potrebbe sprofondare con il segno meno davanti e il rapporto deficit/pil avere il numero 3 davanti. Non è detto che vada così, c'è la possibilità di un miglioramento dell'economia mondiale nel secondo semestre, si spera in un rimbalzo della Germania (ma gli ordinativi dell'industria sono colati a picco), si spera, appunto, e un paese che spera e basta non va lontano.
Così il ministro Giovanni Tria spera di limitare i danni con l'Ue; Giuseppe Conte spera di restare al suo posto di premier per caso; Luigi Di Maio spera di stare al vertice dei Cinque Stelle perché non ha un altro mestiere; Matteo Salvini spera di andare avanti a cannibalizzare il partner di governo scaricando su di loro anche il suo deficit di idee e cultura politica; Giorgia Meloni spera di non essere fagocitata dal destrismo di Salvini; Nicola Zingaretti spera che il governo non cada troppo in fretta perché non ha niente di pronto nella cucina democratica e più a Palazzo Chigi vanno avanti, più macerie ci saranno da mostrare; Matteo Renzi spera in un crash di Conte e soci e in un suo rientro nel governo, magari agli Esteri e poi si vedrà; Silvio Berlusconi spera in una spettacolare caduta del governo e in suo ritorno dal passato.
Tutti sperano, ma tutti sono nella condizione del prigioniero libero: il sistema politico italiano è bloccato. Fuori dal format del Governo Frankenstein continua a non esserci assolutamente nulla. E non solo sul piano dei seggi in Parlamento, anche su quello delle maggioranze dei voti (futuri) nel paese. Questa è la supermedia di YouTrend:
Il risultato per blocchi politici è il seguente:
Non c'è trippa per gatti, nel paese il blocco del governo continua ad essere il più forte sul piano del consenso (combinato). Questo quadro in Parlamento non ha alcun esito alternativo, bisogna sempre ricordare la realtà e la consistenza degli attuali gruppi parlamentari della Camera, danno esattamente la misura dell'impossibile ricombinazione delle alleanze:
E al Senato ci sono addirittura soltanto 4 voti di scarto. Si dirà che il Pd di Zingaretti potrebbe domani scongelare i voti che Renzi mise nel freezer e provare un'alleanza con i Cinque Stelle. In politica tutto è possibile, ma non è detto che questo sia così probabile. In condizioni "normali" devono verificarsi almeno tre fatti:
1. Si rompe l'alleanza di governo tra Cinque Stelle e Lega;
2. Il Presidente Mattarella scioglie le Camere e si va al voto anticipato;
3. Il Pd sorpassa il Movimento Cinque Stelle nel voto politico e può trattare da un punto di forza e non di subordinazione;
I primi due fatti non sono una passeggiata, il terzo è una vera e propria scalata. Le probabilità che si arrivi alla fine dell'esperienza di questo governo in maniera "naturale", con un processo politico pilotato, sono meno alte di quanto si immagini per la condizione del "prigioniero libero" in cui sono immersi Di Maio e Salvini, liberi di governare, prigionieri dei loro elettori e della politica del follower. Sono costretti a andare avanti in una azione di governo a compartimenti stagni.
Il nervosismo di questi giorni è solo un anticipo di quello che accadrà, Salvini e Di Maio stanno cercando di incamerare adesso provvedimenti da spendere nella campagna elettorale per il voto europeo. Sono punti percentuali che saranno spesi politicamente non oggi ma domani. I due partiti si stanno misurando per prepararsi a un'eventuale rottura e nuovo voto. Ecco perché Di Maio dice che i veri provvedimenti complessi sono dei Cinque Stelle e non della Lega, ecco perché Salvini oggi tenta di parlare di economia, di rimborsi ai correntisti delle banche saltate per aria e di flat tax. Si preparano per il secondo tempo del loro film, comincia dopo il voto europeo. Vanno avanti.
In questo "andare avanti" c'è l'elemento imprevisto in agguato. La direzione e velocità di marcia contro la realtà. Chissà a cosa pensava ieri il premier Conte mentre guidava la Ferrari 250 GT della Polizia, un'auto dei felici Anni Sessanta dell'Italia (nella foto Ansa che apre List). E qui si torna al punto di partenza di questa nota, il Documento di economia e finanza, che non è altro che un chiodo al quale si appende il quadro del governo. Senza un colpo d'ala dell'economia, questo governo andrà a sbattere contro la spesa iperbolica per finanziare il debito pubblico, il ciclo della spesa improduttiva diventerà insopportabile per le finanze statali, i paesi europei (paradossalmente ancor più se guidati o influenzati dai partiti sovranisti) chiederanno un bel "piano di rientro" e la maggioranza comincerà a spaccarsi sul serio di fronte all'impopolarità delle misure da adottare. La strana calma olimpica del presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, non è altro che la quiete prima della tempesta. Il tempo di questa resa dei conti si sta avvicinando, galoppa con il sottofondo della cavalcata delle valchirie.
Di Maio e Salvini non hanno fatto i conti con lo scenario peggiore, quello di uno shock finanziario dell'Italia. Fanno tutti finta che il tema non esista, ma è già sul tavolo di chi guarda a medio-lungo termine alla condizione del paese.
La crisi comincia sempre nel caveau. Lorenzo Codogno sulla rivista The International Economy ha scritto un articolo dove sostiene che l'Italia rischia un'altra crisi bancaria, che i paesi europei hanno già steso un cordone sanitario per isolarci (è vero, basta vedere le norme europee approvate sul contrasto delle crisi finanziarie), che tutti si stanno preparando a un default dell'Italia. Troppo Armageddon? Certo, la visione di Codogno contrasta con le dichiarazioni del governo e dell'Abi sulla stabilità delle banche italiane, ma in realtà questo ottimismo ha un precedente storico inquietante (quello del 2011 in cui tutti negavano il problema bancario italiano) e non tiene in alcun conto della dinamica del quadro italiano: l'economia non è in espansione, ma è in pesante contrazione.
In questa dimensione, una vera e propria bolla, il governo tra oggi e domani finalizza il lavoro su un Documento di economia e finanza che deve per forza avere elementi di aggancio alla realtà - Tria cercherà di dare un messaggio rassicurante alla Commissione Ue e ai mercati - ma cercherà anche di esprimere in ogni caso la narrativa del governo tutto spesa. Sul piano della comunicazione - e dunque della politica tout court - più che i numeri, conteranno le parole, i passaggi proiettati sul domani. Ieri abbiamo visto i partitanti sorridere al Vinitaly, più bollicine per tutti. Domani avremo un altro episodio sul quale ci sarà poco da brindare, ma si troverà il modo di berci sopra. È sempre festa. Siamo dentro un serial politico, la migliore opera di fiction italiana.
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10. Limitazione di responsabilità
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l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
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di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.