24 Maggio
Hong Kong, ecco la vera mascherina della Cina
Manifestanti in piazza contro la nuova legge di Pechino sulla sicurezza. Scontri con la polizia e arresti. Tre mappe e l'economia al 90%. Marchionne, la Panda e la classe media nell'era del coronavirus e dell'automobile cocoon
Per chi suona la campana? Per tutti, ma per qualcuno di più. La crisi del coronavirus sta accelerando, i suoi effetti sono profondi, sul piano economico e psicologico. Il nuovo ordine geopolitico e quello esistenziale s'intrecciano. Tutto comincia in Cina e sempre a Oriente bisogna guardare per sapere, per capire quale sarà il nostro domani. Andiamo Pechino, è in corso l'Assemblea nazionale del Popolo e risuonano tamburi di guerra.
01
Torna la protesta a Hong Kong
Sono tornati. La manifestazione di oggi a Hong Kong (Foto Ansa)Oltre centoquaranta dimostranti arrestati, migliaia di persone in piazza. Le manifestazioni a Hong Kong (sopra, nella foto Ansa) contro la nuova legge sulla sicurezza nazionale sono partite come era facile prevedere. La folla si è riunita in due punti dell'isola, Causeway Bay e Wan Chai, la polizia ha usato gas lacrimogeni, cannoni ad acqua e spray al peperoncino per disperdere la folla. Manifestanti a volto coperto, barricate, un dejà-vu. Quale sarà l'esito? Lo scopriremo presto, la legge su Hong Kong sarà una prova di forza di Xi Jinping, il primo passo. Per andare dove? A Taiwan.
02
Obiettivo Taiwan. Il piano di Xi Jinping
Applausi. Il tributo dei delegati al presidente Xi Jinping durante l'Assemblea Nazionale del Popolo (Foto Ansa)Pechino punta a consolidare il controllo sull'ex colonia e mettere Taiwan sotto chiave. Il piano è chiaro, ma finora la comunità internazionale pensava di poter addomesticare il dragone cinese. La crisi del coronavirus ha detto che la Cina su questo punto non cederà, al contrario, approfitta del momento di difficoltà degli Stati Uniti sul piano interno per accelerare il piano di dominio. Così il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, stamattina ha calato sul tavolo le vere carte di Pechino su Taiwan avvisando gli Stati Uniti: "Non mettere alla prova la Cina sulla questione della riunificazione...
Per chi suona la campana? Per tutti, ma per qualcuno di più. La crisi del coronavirus sta accelerando, i suoi effetti sono profondi, sul piano economico e psicologico. Il nuovo ordine geopolitico e quello esistenziale s'intrecciano. Tutto comincia in Cina e sempre a Oriente bisogna guardare per sapere, per capire quale sarà il nostro domani. Andiamo Pechino, è in corso l'Assemblea nazionale del Popolo e risuonano tamburi di guerra.
01
Torna la protesta a Hong Kong
Sono tornati. La manifestazione di oggi a Hong Kong (Foto Ansa)Oltre centoquaranta dimostranti arrestati, migliaia di persone in piazza. Le manifestazioni a Hong Kong (sopra, nella foto Ansa) contro la nuova legge sulla sicurezza nazionale sono partite come era facile prevedere. La folla si è riunita in due punti dell'isola, Causeway Bay e Wan Chai, la polizia ha usato gas lacrimogeni, cannoni ad acqua e spray al peperoncino per disperdere la folla. Manifestanti a volto coperto, barricate, un dejà-vu. Quale sarà l'esito? Lo scopriremo presto, la legge su Hong Kong sarà una prova di forza di Xi Jinping, il primo passo. Per andare dove? A Taiwan.
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Obiettivo Taiwan. Il piano di Xi Jinping
Applausi. Il tributo dei delegati al presidente Xi Jinping durante l'Assemblea Nazionale del Popolo (Foto Ansa)Pechino punta a consolidare il controllo sull'ex colonia e mettere Taiwan sotto chiave. Il piano è chiaro, ma finora la comunità internazionale pensava di poter addomesticare il dragone cinese. La crisi del coronavirus ha detto che la Cina su questo punto non cederà, al contrario, approfitta del momento di difficoltà degli Stati Uniti sul piano interno per accelerare il piano di dominio. Così il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, stamattina ha calato sul tavolo le vere carte di Pechino su Taiwan avvisando gli Stati Uniti: "Non mettere alla prova la Cina sulla questione della riunificazione nazionale, la riunificazione di Taiwan è un trend della storia" e naturalmente si tratta di "affari interni". Riunificazione come? Pacifica? Con Taiwan? Sentiamo il rumore delle armi in lontananza.
E il virus? Visto che era là per fare il punto con la stampa, Wang Yi, ha detto che le cause legali contro la Cina sono "immorali e inaccettabili". Singolare modo di concepire la responsabilità. Notate bene: se il vostro cane vi sfugge e morde un passante, voi andate in tribunale. Naturalmente il coronavirus è solo una scusa per parlare d'altro: "La Cina di oggi non è quella di cento anni fa. Chiunque cerchi di usare ridicole accuse per minare la nostra sovranità andrà contro se stesso", ha dettoWang Yi che ha ribadito che fare pressioni sul governo cinese sul Covid-19 "è una fantasia e non funzionerà". Difesa della diplomazia delle mascherine e avviso all'Unione europea: "L'interazione tra Cina ed Unione europea dovrebbe essere un ciclo positivo capace di dare il via al loro successo reciproco, non a uno scontro che finisca con un solo vincitore". Naturalmente, c'è la disponibilità a un'indagine internazionale (che non si concretizza mai) ma l'imperativo è quello di "non stigmatizzare la Cina". Se potessero, direbbero che Wuhan è un sobborgo di Washington. Ricordiamo quali sono i tre elementi della mappa della contemporaneità.
03
Tre pezzi della mappa
Mappa del mondo disegnata dal cartografo giapponese Suido Nakajima nel 1853.In America sta galoppando un anno elettorale, è lo scenario più complesso: il coronavirus ha spezzato un lungo ciclo economico positivo, la disoccupazione è balzata dal 4.4 per cento di febbraio al 14,7 per cento di aprile, oltre 36 milioni di americani sono in fila per il sussidio di disoccupazione. Donald Trump sta cercando la riconferma alla Casa Bianca, i Democratici hanno un candidato (Joe Biden) ma non hanno un leader, il coronavirus è dunque l'arma per cercare di far cadere di sella il cowboy di Manhattan. È sceso in campo anche Obama, lo fece già nel 2016 e non portò bene, fare gli avvoltoi in piena crisi sanitaria, inoltre, non è un'operazione popolare come si pensa.
In Cina Xi Jinping è riuscito a superare la crisi usando gli strumenti della dittatura, lockdown duro, epurazioni, propaganda e censura, esercito in strada, varie sparizioni di figure scomode, così ha riaperto le fabbriche alla scadenza del Capodanno cinese e ha avviato una spregiudicata campagna diplomatica all'estero per recuperare la credibilità perduta dell'impero celeste. Il regime di Pechino non vuole passare per l'untore del XXI secolo, dunque cerca di sfruttare tutte le debolezze dell'Europa e degli Stati Uniti e lo sta facendo con un discreto successo. Il presidente Xi si è presentato all'assemblea dell'Organizzazione mondiale della sanità come il leader della salvezza, ha offerto 2 miliardi di dollari e il vaccino per tutti. La sua strategia è quella di rassicurare, distribuire solidità e stabilità. Il suo vero obiettivo è quello di guadagnare il terreno perduto fuori dalla Cina, occupare lo spazio aperto dalla crisi in Europa e provare a superare gli Stati Uniti come prima potenza mondiale.
L'Europa in questa partita è il classico manzoniano vaso di coccio tra i vasi di ferro: non ha un esercito, non ha una politica comune, ma è il più ricco mercato di consumatori del mondo. Qualcuno dimentica che anche il più povero di giovinezza, il Vecchio Continente e un Continente Vecchio. La crisi del coronavirus per l’Unione Europea è stata la prova fatale, quella che ha messo in evidenza tutte le debolezze della sua architettura politica.
***
E ora che facciamo? È domenica, ci sta bene una passeggiata sul lungomare. Destinazione Napoli.
04
Il lungomare di Napoli
Quando lasci il leone chiuso in gabbia per oltre due mesi e poi decidi di lasciarlo passeggiare, il leone fa quello che deve fare: va in giro per la città perché ha fame di vita. Applicare il lockdown cinese ai sistemi democratici significa subirne poi la logica conseguenza: se privi della libertà qualcuno con la forza, quel qualcuno poi avrà bisogno di ritrovare la socialità perduta. Così non bisogna stupirsi troppo del traffico fino alle 4 del mattino a Napoli, del caos, dei cosiddetti assembramenti, degli schiamazzi, delle risse, delle auto e delle moto, della "follia collettiva" sul lungomare. "Migliaia di persone in strada", recita la cronaca. Ossignore, e cosa dovevano esserci? Sciami di cavallette? I locali hanno chiuso alle 23 e la folla di giovani è rimasta in strada fino all'alba. Incivili, barbudos e descamisados? Ci sono anche quelli, non lo sapete? Ma ora chiedetevi perché è successo tutto questo, geni del controllo sociale. Dov'è finito Colao? Dove sono i tecnici che non hanno mai letto una riga di letteratura e storia? Sono gli effetti della repressione. Non lo sanno i cervelloni che a Napoli c'è un titanico disagio sociale? Non hanno mai letto i rapporti sulla disoccupazione, l'assenza di alcuna prospettiva? Non hanno mai passato una mezz'oretta sulla cronaca quotidiana del Mattino? Ieri in piazza Dante la scena era questa, una protesta dei disoccupati con scontri con la polizia:
Il coronavirus? Le mascherine? Le promesse di Conte? La realtà è un altro film. In bianco e nero. Un altro lockdown e vedrete che la cosa avrà colore, quello del fuoco, perché diventerà incendiaria.
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Il crollo del mondo prima del coronavirus
Il lockdown in Italia è stato il più lungo, con uno stato di polizia e terrore psicologico di cui si vedono oggi le conseguenze: sono crollati i consumi, non c'è fiducia, le città sono zombificate, il silenzio della notte è il sinistro preludio di una catena di fallimenti. Il collasso del mondo prima del coronavirus. Si sta materializzando l'economia del 90 per cento di cui scrivevevamo qualche numero fa.
Sono tutti bagliori di un mondo finito sottosopra, di un sistema economico dove i perdenti saranno molti, troppi, uno scenario riassunto perfettamente da una copertina dell'Economist:
Come sarà la vita dopo i lockdown? Quello che vediamo adesso è devastante, il dopo senza una reazione corale potrebbe essere peggiore. Mai vista una rivoluzione fatta sul divano. Incombe la domanda del compagno Lenin: che fare? Guardiamo alla Cina, piena di ammiratori in Italia, nella terra di Xi Jinping stiamo già vedendo cosa è l'economia del 90 per cento. Ecco come la descrive The Economist:
In molte cose il 90% va bene, in un'economia è miserabile, e la Cina ne dimostra il motivo. Il paese ha iniziato a terminare il suo lockdown a febbraio. Le fabbriche sono occupate e le strade non sono più vuote. Il risultato è un'economia al 90%. È migliore di un severo lockdown, ma è tutt'altro che normale. I frammenti mancanti includono grandi pezzi di vita quotidiana. I viaggi in metropolitana e sui voli nazionali sono diminuiti di un terzo. La spesa discrezionale dei consumatori, ad esempio per i ristoranti, è diminuita del 40% e i soggiorni in hotel sono un terzo rispetto al normale. Le persone sono gravate dalle difficoltà finanziarie e dalla paura di una seconda ondata di Covid-19. I fallimenti sono in aumento e la disoccupazione, ha raccontato un broker, è tre volte il livello ufficiale, intorno al 20%.
Benvenuti nel pianeta del coronavirus. Tutto questo ha conseguenze enormi sull'esistenza della classe media e non solo. Le strategie di distanziamento sociale rimarranno a lungo, il clima di sfiducia non sparirà finché non ci sarà la cura, un terzo degli americani dice che non si sentirà sicuro nell'andare in un supermercato, la spesa è crollata anche in Svezia, il paese che non ha scelto la via del lockdown e la vita è più vicina alla "normalità". The Economist ricorda che il piccolo business americano terminerà la cassa disponibile nel giro di tre mesi. Le catene di fallimenti saranno lunghe, dolorose. E gli investimenti, che valgono un terzo del prodotto interno lordo, sono fermi e non per conservare la cassa, ma perché nessuno è in grado di valutare il rischio futuro, questo - ricorda sempre il settimanale britannico - significa che gli attuali prezzi di Wall Street e delle altre piazze finanziarie si basano su fondamenta fragili. Tre mesi, questo sembra essere il tempo massimo, dopo questo intervallo, senza un cambio totale della visione globale e l'introduzione di strumenti di governo della crisi nuovi e radicali, nelle economie avanzate si aprirà il caos sociale. Il capitalismo è a un bivio. E non può certo essere sostituito dal comunismo, già morto e sepolto tra le macerie del Novecento. Chi coltiva queste utopie, emergono chiaramente perfino tra gli "esperti" dei vari comitati che governano l'Italia al posto del Parlamento, non ha imparato la lezione della Storia.
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Marchionne, la Panda e la classe media
Sergio Marchionne disse: "Chi comprerà la Panda se la classe media sparisce?". Marchionne nutriva l'anima di letteratura, filosofia e musica, piazzava le frasi di Mark Twain, Friedrich Nietzsche e Karl Popper nelle sue presentazioni agli analisti. Altra categoria d'uomo e manager, ora siamo circondati da nani e si vede, con la sua scomparsa è mancata una mente che dava un senso al fare. Marchionne conosceva i meccanismi inesorabili di un capitalismo non temperato, l'alienazione e la diseguaglianza che produce, ma pensava che si potesse dare una correzione alla rotta (lontano dall'avidità, da quella parola radioattiva, greed, chiave di un film come Wall Street, ascesa verticale e caduta - la metafora del grattacielo - Wall Street, una brillante sceneggiatura di Oliver Stone e di un sulfureo personaggio simbolo degli anni Ottanta, Gordon Gekko). Marchionne non c'è più, ha lasciato un vuoto enorme e la domanda resta sul taccuino: cosa ne sarà della classe media nell'era del coronavirus?
Abbiamo visto ieri su List quale può essere l'effetto domino dei fallimenti nel caso di Hertz, la più grande compagnia di autonoleggio del mondo, una flotta di 700 mila auto parcheggiata: impatto immediato sulla produzione di autoveicoli (i modelli di Ford, General Motors e Fiat-Chrysler costituiscono la metà della flotta dell'azienda), pressione finanziaria (le auto non sono di proprietà di Hertz, sono in leasing), flusso enorme di veicoli sul mercato dell'usato.
L'industria dell'auto - che è l'industria per eccellenza - è in pericolo. Il gruppo Fiat-Chrysler ha negoziato con Banca Intesa un prestito da 6 miliardi di euro per sostenere l'attività in Italia. Prestito garantito dallo Stato. Si discute sulla sede di Fca (che paga le tasse in Italia per le attività in Italia, ricordiamolo), ma la domanda che il Neo Soviet dell'economia fa finta di non vedere è un'altra: cosa succede se il mercato dell'auto si avvita e Fca chiude una, due fabbriche in Italia? A questo nessuno dà una risposta perché la domanda è scomoda, è la realtà che la nostra presunta classe dirigente evita.
Barack Obama quando il mondo di Detroit nel 2008 finì a carte quarantotto giustamente non esitò un minuto a mettere in campo un meccanismo di prestiti dello Stato ai privati (tutti regolarmente restituiti, con gli interessi) per salvare l'industria dell'auto americana. Posti di lavoro, operai, era in gioco la vita di persone che non fanno parte di una élite che si perpetua ieri, oggi, domani e durante il coronavirus è migrata nelle seconde case, al fresco, la quarantena agli Hamptons, sfuggendo alla trappola pandemica delle metropoli. Il coronavirus non è stato democratico, è figlio della globalizzazione, dunque capitalista e diseguale per principio. I figli dei ricchi hanno affrontato meglio il lockdown, sono classe ancora più vincente (e arrogante), il digital divide è una realtà che abbiamo visto con i nostri occhi, la povertà è veloce, brucia la cassa di chi va avanti con un orizzonte limitato dalla liquidità, settimana dopo settimana.
07
Renault, la corsa dell'immaginario
Bruno Le Maire, ministro dell'Economia della Francia, ha affermato che "Renault può sparire". Renault, un marchio storico, carico di immaginario, simbolo della manifattura francese. Casa fondata da Marcel and Fernand Renault nel 1898, simbolo dell'immaginario e della creatività francese con la Renault 4 del 1961 e la R5 (1972), primo costruttore a introdurre nel 1984 il concetto di monovolume con l'Espace. Marchio vincente della Formula 1 dal 1977, un eccezionale team con piloti fantastici. Sfogliamo l'album della memoria, René Arnoux che duella con la Ferrari di Gilles Villeneuve, Gran Premio di Francia del 1979, commento del migliore dei cronisti di quelle corse, Mario Poltronieri:
Gilles e René, che spettacolo. L'automobile è questo mondo, una fabbrica di immaginario dentro la fabbrica dell'uomo. La Formula 1 è ferma. L'auto è parcheggiata. Questo è il mondo del lockdown, l'era del coronavirus. Non stiamo parlando di hardware, di metallo e gomma, ma di software, il pensiero, l'anima delle persone. Sono in gioco milioni di posti di lavoro diretti e indiretti: operai, impiegati, progettisti, i fornitori di componenti, la rete dei concessionari. Stanno tutti aspettando Godot.
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L'automobile cocoon
Orange County, il Van Buren Drive In Theatre (Foto Ansa)È la crisi, spaventosa, ruggente, ma questa parola ha un'origine diversa dal significato negativo odierno, viene dal verbo greco dal verbo greco krino che significa separare, cernere, discernere, giudicare, valutare. L'automobile deve essere reinventata. Il New York Times la dipinge come un cocoon che protegge dal virus e non ci sono dubbi che oggi l'automobile sia un luogo più sicuro del trasporto pubblico.
Lake Elsinore, California, test rapido per il coronavirus in auto (Foto Ansa)Questo baccello ci trasporterà ancora nel sogno del viaggio, ma ha bisogno di una riprogrammazione del suo uso e del suo spazio interno, di connessioni, vie rapide e propulsioni nuove. La crisi del coronavirus per questo settore è un'accelerazione verso il futuro prossimo, andiamo verso una società che corre sulle quattro ruote con un obiettivo di distanziamento sociale, sicurezza del proprio corpo, si tratta di un ribaltamento della prospettiva e del significato dell'automobile: da strumento per muoversi e incontrare altre persone, a oggetto di una mobilità che preserva l'integrità biologica.
La cena è servita a bordo. Victory Diner a Orange, California (Foto Ansa)Ecco dunque l'auto diventare l'ambulatorio viaggiante per i test rapidi, i giovani (e anche non) inventarsi gli aperitivi in macchina, il ritorno alla grande di un residuato archeologico dell'industria dell'entertainment, il drive in, i ristoranti di ispirazione americana servono il pasto in auto (il drive-thru), le manifestazioni di protesta o a sostegno di una causa diventano una sfilata di automobili scandite dal suono dei clacson, insieme alla mascherina, ai guanti, al gel disinfettante, ecco a voi l'ultimo dispositivo protettivo personale: l'automobile. Siamo di fronte a un altro capitolo della storia della tecnologia, ripensare la macchina. Cari lettori di List, come cambia il mondo, viviamo tempi davvero interessanti. Forse troppo.
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5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.