12 Aprile
I conti non tornano. Aumenta la pressione sul governo
Fondo monetario e Commissione Ue stringono i tempi. Lagarde: servono misure credibili. Esame europeo sul Def il 7 maggio. Impatto minimo di Quota 100 e Reddito di cittadinanza su produzione e occupazione, sale la pressione fiscale. La tentazione di rompere con l'Unione, l'illusione del ribaltone europeo, l'alleanza tra Popolari e Socialisti. Serve un piano che Palazzo Chigi non ha
L'economia mondiale è in rallentamento ma non si vede all'orizzonte - almeno per ora - una recessione. L'economia americana va, quella cinese ha le sue consuete ombre e bolle visibili e invisibili, l'Europa fatica a tenere il passo delle altre due economie (da sempre) ma nel complesso anche qui sembra esservi ancora spazio per una piccola crescita. Questo dicono i numeri che vediamo. Gli stessi numeri - e soprattutto il contesto politico - dicono che c'è una sola grande economia che rischia di entrare rapidamente in una stagnazione e recessione: l'Italia. Serve un piano, ma a Palazzo Chigi non c'è.
Jean-Claude Juncker e Giuseppe Conte (Foto Ansa)Se il governo proietta per l'anno in corso - il governo, non i cosiddetti "burocrati di Bruxelles" - una crescita di appena 0.2 punti, significa che stiamo peggio. I governi, tutti, tendono a migliorare i propri risultati, ma quello zerovirgoladue è un memento, un colpo di gong. Pare non sia suonato per Di Maio e Salvini e naturalmente Conte che appare sempre più surreale nelle sue dichiarazioni. Siamo in campagna elettorale, si vota per le europee, tutto fa brodo.
Mentre l'Italia è avvolta in questa meravigliosa bolla in cui pare che i conti pubblici non esistano, durante gli incontri di primavera del Fondo monetario internazionale a Washington sono state dette alcune cose interessanti sulla nostra contabilità creativa.
01
Il Fondo monetario e la credibilità del governo
Durante la conferenza stampa di presentazione, Christine Lagarde, direttrice del Fmi, ha risposto a una domanda sull'Italia:
Lagarde dice che sul settorio bancario sono state fatte cose positive, il livello dei crediti deteriorati è sceso in maniera netta (i non performing loans) anche se occorre dire che la bassa crescita e il livello degli interessi sul debito costituiscono un rischio per il sistema bancario italiano (vedere l'articolo di...
L'economia mondiale è in rallentamento ma non si vede all'orizzonte - almeno per ora - una recessione. L'economia americana va, quella cinese ha le sue consuete ombre e bolle visibili e invisibili, l'Europa fatica a tenere il passo delle altre due economie (da sempre) ma nel complesso anche qui sembra esservi ancora spazio per una piccola crescita. Questo dicono i numeri che vediamo. Gli stessi numeri - e soprattutto il contesto politico - dicono che c'è una sola grande economia che rischia di entrare rapidamente in una stagnazione e recessione: l'Italia. Serve un piano, ma a Palazzo Chigi non c'è.
Jean-Claude Juncker e Giuseppe Conte (Foto Ansa)Se il governo proietta per l'anno in corso - il governo, non i cosiddetti "burocrati di Bruxelles" - una crescita di appena 0.2 punti, significa che stiamo peggio. I governi, tutti, tendono a migliorare i propri risultati, ma quello zerovirgoladue è un memento, un colpo di gong. Pare non sia suonato per Di Maio e Salvini e naturalmente Conte che appare sempre più surreale nelle sue dichiarazioni. Siamo in campagna elettorale, si vota per le europee, tutto fa brodo.
Mentre l'Italia è avvolta in questa meravigliosa bolla in cui pare che i conti pubblici non esistano, durante gli incontri di primavera del Fondo monetario internazionale a Washington sono state dette alcune cose interessanti sulla nostra contabilità creativa.
01
Il Fondo monetario e la credibilità del governo
Durante la conferenza stampa di presentazione, Christine Lagarde, direttrice del Fmi, ha risposto a una domanda sull'Italia:
Lagarde dice che sul settorio bancario sono state fatte cose positive, il livello dei crediti deteriorati è sceso in maniera netta (i non performing loans) anche se occorre dire che la bassa crescita e il livello degli interessi sul debito costituiscono un rischio per il sistema bancario italiano (vedere l'articolo di Lorenzo Codogno che abbiamo citato su List). Il tema posto dalla Lagarde è solo uno: la credibilità delle misure fiscali del governo italiano. Tre parole dicono tutto: identificabili, misurabili, credibili. Dietro questa sequenza di tre parole si cela il dramma della classe politica, non è affidabile.
02
Le previsioni della legge di Bilancio evaporate
Prendete l'ultima legge di Bilancio, è un esempio lampante di quel che stiamo scrivendo. Il governo ha ingaggiato un pesante confronto con la Commissione Ue, puntava a un deficit del 2.4 per cento e una crescita superiore al punto percentuale. Alla fine il deficit programmato è diventato un 2.04 per cento (numero ridicolo fin dalla sua composizione) e la produzione si è fermata a 1 punto percentuale. Ottimo. Peccato che quelle previsioni fossero farlocche fin dall'inizio. Quelle stime erano talmente granitiche che sono durate... tre mesi. Approvata in dicembre, la legge di Bilancio è andata a carte quarantotto la sera del 10 aprile 2019, il Documento di economia e finanza ha dovuto assorbire la realtà. Benvenuti sulla terra.
Quel documento è finalmente disponibile nella sua versione ufficiale, vediamolo. Prima di tutto, una panoramica dell'andamento del Prodotto interno lordo nel 2018:
Questa curva ha un effetto di trascinamento anche nel 2019. La caduta della crescita era già visibile quando hanno cominciato a scrivere il programma economico, c'erano i nostri dati e soprattutto quelli della Germania. Alla fine, il quadro programmatico del governo è il seguente:
Zerovirgoladue. La produzione sarà questa e siamo in una zona di ottimismo. Potrebbe andare perfino meglio, ma ci vuole fortuna e soprattutto una massiccia dose di serietà nell'azione politica che non si vede. Alla fine, parla il debito pubblico:
Il macigno del debito pubblico sta sempre là, è in aumento e i proventi da privatizzazioni si vedono... al microscopio.
Il governo punta su un fatto concreto (la politica espansiva delle banche centrali continuerà), una speranza (la fine positiva del negoziato sul commercio mondiale), un azzardo (il prezzo basso delle materie prime energetiche, ma qui siamo nel campo dell'imprevedibile, vedere alla voce shock geopolitici), una forte dose di autostima (l'effetto positivo delle misure economiche sulla domanda interna) e il resto è affidato allo Stellone. La previsione di una crescita nel secondo semestre dell'anno potrebbe realizzarsi, ma sul taccuino c'è una domanda: come si sta preparando l'Italia a un eventuale rimbalzo della crescita globale nella seconda parte del 2019?
03
L'impatto zero di Quota 100 e Rdc su pil e occupazione
Se il balsamo è costituito da Quota 100 e dal Reddito di cittadinanza, stiamo freschi. È il governo a certificarlo, ecco l'impatto del Rdc:
Sembra siano affezionati a questa cifra: zerovirgoladue. E Quota 100? Qui si fa decisamente meglio:
Zero. Zerovirgolauno. Attenzione alla voce tasso di partecipazione al lavoro: è negativo. Dov'è l'effetto sostitutivo di Quota 100 nei posti di lavoro? Il grafico seguente era nella bozza del Def, è molto utile per valutare una cosa essenziale, l'impatto delle misure di Quota 100 e Reddito di cittadinanza sull'occupazione. Si è detto che questa avrebbe subito dalle due misure una spinta decisiva. Bene, ecco cosa prevede il documento del governo:
L'impatto sull'occupazione da qui al 2020 è negativo, qualcosa si vedrà (forse) nel 2021 e 2022, ma parliamo di un effetto Lilliput.
04
Parlano di flat tax, ma aumenta la pressione fiscale
C'è una domanda sul taccuino: cosa ne sarà della pressione fiscale? Andiamo a prendere il tabellone del conto economico delle amministrazioni pubbliche:
La pressione fiscale, come si vede, va benissimo. Aumenterà, non conosce crisi. Ora abbiamo solo un problema: come si conciliano questi numeri con le parole sulla riduzione della pressione fiscale? Come cantava Battisti (parole di Mogol) lo scopriremo solo vivendo.
05
Appuntamento con la Commissione Ue
Questo scenario di contraddizioni crescenti tra quello che dice la politica e la realtà dei conti pubblici è ben presente alla Commissione europea. Non è un problema di persone o famiglie politiche, quello che è chiaro al Commissario Ue all'Economia Pierre Moscovici oggi, sarà lampante per un suo ipotetico (molto e forse troppo) successore sovranista domani. Il relax contabile sta finendo. Non è cominciato oggi, sia chiaro, i governi di centrosinistra ne hanno fatto ampio uso in un periodo favorevole di crescita, pax finanziaria, bassi prezzi energetici, mentre il governo giallo-verde ha impattato con la crisi e non l'ha voluta vedere fino a ieri. Sì, ma domani che si fa?
Moscovici ieri sera ha detto che “la situazione dell’Italia, riguardo deficit e debito, pesa sui conti dell’Eurozona. Servono misure strutturali forti e con cifre chiare. La nostra decisone sarà il 7 maggio, analizzeremo il documento e alla fine faremo tutte le valutazioni, ma in base ai nostri conti”. E in questo passaggio finale, in base ai nostri conti, che si cela il problema delle prossime settimane. Quando la Commissione Ue e il governo italiano raggiunsero a fine 2018 un accordo sulla legge di Bilancio, il presidente Juncker disse che quei numeri in ogni caso non erano convincenti. Pochi mesi dopo, il Documento di economia e finanza del governo lo certifica. La Commissione Ue a questo punto deve fare una valutazione politica: se ingaggiare o no una battaglia sui conti italiani a poche settimane dal voto europeo. Prima dell'appuntamento con l'Unione, il 26 aprile, tra pochi giorni, c'è quello con Standard & Poor's, anche qui siamo nel limbo, l'agenzia di rating potrebbe aspettare lo svolgersi degli eventi che è sempre più serrato.
06
La tentazione di rompere con l'Ue
Quali sono le strade del governo italiano? La via logica e saggia è sempre solo una: trattare, negoziare, stare al tavolo, proporre misure credibili. Tutto questo non è in contrasto con una riforma fiscale espansiva, anzi (il Fondo monetario la giudica posivitamente) ma va accompagnata a una profonda riforma della spesa, cosa che non c'è stata, a cominciare dall'incredibile conferma della misura degli 80 euro del governo Renzi. È questa la via che vuole seguire Palazzo Chigi? Non sembra. Nelle ultime ore emergono in superficie parole che segnalano una tempesta in arrivo. L'altro ieri a Matteo Salvini è scappata questa frase:
Stiamo ragionando anche sul cambio di alcuni parametri europei, vivere in una gabbia non fa per me e non fa per gli italiani. Non si può vivere sotto ricatto, sotto minaccia, sotto vincoli.
Cambiare? Bisogna farlo con l'accordo di tutti. Altrimenti si rompe e si aprono i cancelli del caos. Sopra e sotto traccia si muove questo, l'idea che dopo maggio si possa ribaltare tutto. È così?
Da Bruxelles giungono segnali che quella dei partiti sovranisti non sarà una passeggiata.
07
L'alleanza tra Popolari e Socialisti
Il problema che hanno davanti i sovranisti è il seguente: per la prima volta Popolari e Socialisti potrebbero mettersi insieme e costruire una maggioranza "progressista" per fare muro contro l'ascesa dei partiti nazionalisti nel Parlamento europeo. Il tabù sembra cadere, tanto che il Financial Times stamattina cita lo Spitzenkandidat del Pse, Frans Timmermans, che ha la porta aperta, anzi lavora, su questo obiettivo: "La mia priorità è quella di provare, per la prima volta, a cercare una maggioranza progressista nel Parlamento europeo. E per la prima volta può essere possibile". Si tratterebbe della rottura dell'alternanza tra Popolari e Socialisti alla guida dell'Unione europea. I sondaggi indicano un'avanzata dei partiti sovranisti, ma non tale da poter diventare maggioranza. A questo punto, lasciati i proclami e le roboanti dichiarazioni, Salvini deve far politica, cioè dovrebbe cercare un'alleanza con i Popolari, parlare con Manfred Weber, per intenderci. Ma qui tutto si ferma. Manca un'idea, un programma per andare domani a fare un negoziato.
***
Quale idea? Quale programma? Quale Unione europea? Ne abbiamo discusso su RadioList.
08
L'Europa, Salvini e i sovranisti senza programma
Matteo Salvini cerca un'alleanza tra i sovranisti europei. Ma sulla base di quale programma, di quale idea di Unione? Che cosa li dovrebbe unire? Partiti nazionalisti di paesi così diversi non sono facili da guidare in un progetto comune. Si vota per il Parlamento europeo e non si parla di Europa. Un'indagine del titolare di List e del professor Paolo Becchi, autore di un libro intitolato "Italia sovrana" e di un manifesto dei popoli europei che fa discutere. Ascolta RadioList.
Come vedete (e sentite), tutto alla fine torna in un quadro che è certamente caotico, ma ha una sua logica e coerenza. Per rifare l'Europa non basta dirlo, bisogna farlo e pensare a come farlo. Non è un'eresia pensare che possa e debba cambiare (in meglio, con più democrazia, partecipazione, efficacia), ma presentarsi con il piccone senza il cemento alla fine ti lascia all'aperto, senza casa.
***
Come chiudiamo questo primo numero di List? Con due immagini eccezionali, la fotografia che fa parte del nostro quotidiano, di questo mestiere difficile e bello.
09
World Press Photo
"Crying Girl on the Border", foto dell'anno al World Press Photo 2019 (Foto Ansa)La bimba che piange al confine, Crying Girl on the Border. Questo scatto vibrante di John Moore è il vincitore della foto dell’anno dell’edizione 2019 del World Press Photo. Confine tra Messico e Stati Uniti. La bambina si chiama Yanela Sánchez, è originaria dell’Honduras, piange mentre mentre lei e la madre Sandra Sánchez vengono arrestate da agenti della polizia di frontiera statunitense a McAllen, in Texas, il 12 giugno 2018. Il premio per la storia dell'anno lo ha vinto Pieter Ten Hoopen con The Migrant Caravan. Ecco la foto:
"The Migrant Caravan", storia dell'anno al World Press Photo 2019 (Foto Ansa)Siamo a Tapanatepec, in Messico, il 30 ottobre 2018, un gruppo di persone corre verso un camion che si è fermato per dar loro un passaggio, corrono verso gli Stati Uniti. Dal 25 aprile al 26 maggio 2019 si terrà a Roma, presso il Palazzo delle Esposizioni, la 62°edizione del World Press Photo. La foto conserva la sua grande forza, è l'accompagnamento del nostro mestiere, la potenza dell'immagine che si sposa con le parole. Per questo ogni giorno il nostro amore per il giornalismo si rinnova. La giornata è lunga, a più tardi.
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7. Obblighi e garanzie dell'Utente
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- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.