4 Ottobre

I giornali che non leggono più la realtà

Perché i quotidiani appaiono così distanti dalla società? Non hanno visto la Brexit, Trump e il governo giallo-verde. Origini, evoluzione e declino del giornalismo e della carta stampata. La crisi non è solo italiana, ma c'è un problema di qualità tutto nostro. Un'indagine di Marco Gervasoni nel cambiamento sociale che nell'impaginato non c'è

di Marco Gervasoni 

Leggo un editoriale di Alberto Alesina sul Corriere della Sera. Solito italiano approssimativo, anzi, più che italiano, italiese (italian + english), soliti pensierini tipo, nome più verbo. Però vi trovo più del solito corbellerie di storia. Decido di citarne una parte ai miei studenti del corso alla Luiss, laurea magistrale (quindi già un po’ senior), scienze politiche, ramo relazioni internazionali. Con mia sorpresa mista a larvata soddisfazione scopro che i miei bravissimi allievi non hanno idea di chi sia Alesina (pure dato come candidato al Nobel dell’economia) e soprattutto mi confessano di non leggere mai il Corriere della Sera. Come gli altri quotidiani, del resto. La saggezza della gioventù.

Se gli studenti di un’università di élite, destinata a promuovere la classe dirigente, vedono i quotidiani come un mondo a parte, di cui si può fare francamene a meno, c’è un problema. Visto che, dopo aver perso l’elettorato popolare (da bambino sui tram milanesi, anni Settanta, vedevo solo copie del Corriere), i giornali si sono indirizzati alle élite. Ma se pure quelle li snobbano, a chi parlano? Per chi scrivono?A chi si rivolgono? Ha ragione Enrico Mentana a dire che ormai i giornali sono scritti da vecchi per vecchi? Sì, ma il problema sta meno in loro e più nell’establishment di cui i giornali sono specchio o a cui credono di rivolgersi. È la fragilità, la ristrettezza di vedute di questo establishment ad aver privato i giornali di tre delle loro caratteristiche: informare, interpretare, orientare. Non fanno più nessuna delle tre cose: sono però degli ottimi raccoglitori di pagine pubblicitarie. 

Il giornalismo della carta stampata come era inteso fino a poco tempo fa, nato nella Inghilterra di fine Settecento,  cresciuto nella Francia (anzi nella Parigi) capitale del XIX secolo (Walter Benjamin) e poi plasmato nel...


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