8 Aprile

I professionisti dell'antigrillismo

WeekList. S'aggira tra accademici, giornalisti e protagonisti della generazione Erasmus, l'eroe che denuncia incompetenza, analfabetismo di ritorno, "poraccismo" e qualunquismo. Lorenzo Castellani indaga sull'ossessione che ha sostituito l'antiberlusconismo.

di Lorenzo Castellani

Nella vita ognuno di noi combatte con le proprie ossessioni. Un duello intimo che, a volte, viene esternalizzato tramutandosi in esperienza condivisa. In queste settimane una nuova ossessione collettiva si aggira per le redazioni, le università, le televisioni e, ovviamente per Twitter, patria di intelligenti a prescindere, economisti logorroici, tuttologi della comunicazione e addetti ai lavori (quali lavori? Non sappiamo). La nuova patologia si sviluppa intorno al Movimento 5 Stelle, al suo giovane leader Luigi Di Maio e ai parlamentari pentastellati. Con tratti d’inquietante somiglianza con l’antiberlusconismo di fine anni Novanta giornalisti, accademici e protagonisti della generazione Erasmus, lavorano di fino per elaborare la nuova grande ossessione  verso il grillismo, patria di incompetenza, analfabetismo di ritorno, poraccismo (lo chiamano così) qualunquista da propaganda elettorale. Luigi Di Maio si pettina male? Articolo di denuncia. Casaleggio si fa offrire un caffè? Inchiesta. Il sistema Rousseau s’impalla? Scandalo. C’è un tesoriere del partito con la terza media? Incompetente, a prescindere.

Come le dieci domande di Repubblica a Berlusconi ai tempi delle olgettine così i nuovi professionisti dell’antigrillismo ripetono quotidianamente la propria liturgia accompagnata da un profondo senso di allarmismo: il default, il pericolo economico, la fine della democrazia parlamentare, la depravazione morale del popolo italiano. Chi non si allinea è un collaborazionista o, peggio ancora, un riposizionato, venduto ai nuovi poteri.

La nuova patologia si sviluppa intorno al Movimento 5 Stelle con tratti d’inquietante somiglianza con l’antiberlusconismo di fine anni Novanta.

All’atteggiamento isterico verso il disallineato si somma la derisione sprezzante per l’avversario populista: ignorante, impostore, privo di basi economiche, incoerente, analfabeta. Accuse che, in definitiva, sono rivolte agli elettori della nuova leva politica. Popolo addormentato e lobotomizzato dagli algoritmi della Casaleggio e Associati. Una litania già sentita per vent’anni rispetto alle televisioni di Silvio Berlusconi e ai suoi elettori, sempre etichettati...


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