12 Settembre
Il 12 settembre
Vent'anni dopo, il giorno dopo. L'illusione del "Talebano moderato" continua, ma la realtà è un'altra. Comincia la scuola, cosa insegneranno sull'Afghanistan? Il Papa incontra Orban (e riprende le tesi wojtiliane sulle radici dell'Europa). Prove tecniche di "cancel culture" all'italiana: imbrattato il busto di Marconi al Pincio, "era fascista".
Che succede? La cronaca è un mosaico di storie spezzate, c'è un senso di relitto alla deriva in ognuna di esse, ne bastano tre, le principali, sono il segno di una crisi: la legge dello Stato e quella morale; l'immigrazione incontrollata; l'anima politica dell'Europa divisa, ancora in cerca di un'unità. Facciamo il nostro giro di giostra, seguite il titolare di List.
01
Il Papa, Orban e l'Europa (e altri due fatti in cronaca)
L'incontro a Budapest tra il premier ungherese Viktor Orban e Papa Francesco (Foto Ansa).Il Papa va in Ungheria, incrocia a Budapest il presidente Ader e il premier Viktor Orban. "Incontro cordiale", dice la formula di rito. E i sorrisi in effetti ci sono tutti, 40 minuti con Orban per parlare di ambiente e famiglia. Il Pontefice dimostra ai politici - e in questo caso anche ai giornalisti - che il mondo è un po' più complesso di come viene descritto, soprattutto se si parla di Europa dell'Est, con quel carico di storia e dolore. Francesco ha incontrato i vescovi d'Ungheria e dice che "c'è la minaccia dell'antisemitismo, che ancora serpeggia in Europa e altrove. È una miccia che va spenta". Ancora più importante quanto affermato dal Papa nella seconda tappa in Slovacchia, a Bratislava, un intervento con un sottofondo politico molto forte: "Come possiamo auspicare un'Europa che ritrovi le proprie radici cristiane se siamo noi per primi sradicati dalla piena comunione? Come possiamo sognare un'Europa libera da ideologie, se non abbiamo il coraggio di anteporre la libertà di Gesù alle necessità dei singoli gruppi dei credenti?". Papa Francesco qui ha echi "wojtiliani" con il passaggio sulla radici cristiane dell'Europa.
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Il sequestro del piccolo Eitan, unico sopravvissuto della tragedia della funivia del Mottarone, un bimbo di 6 anni trasferito dal nonno in Israele (da quando in Italia è possibile sequestrare un bimbo affidato...
Che succede? La cronaca è un mosaico di storie spezzate, c'è un senso di relitto alla deriva in ognuna di esse, ne bastano tre, le principali, sono il segno di una crisi: la legge dello Stato e quella morale; l'immigrazione incontrollata; l'anima politica dell'Europa divisa, ancora in cerca di un'unità. Facciamo il nostro giro di giostra, seguite il titolare di List.
01
Il Papa, Orban e l'Europa (e altri due fatti in cronaca)
L'incontro a Budapest tra il premier ungherese Viktor Orban e Papa Francesco (Foto Ansa).Il Papa va in Ungheria, incrocia a Budapest il presidente Ader e il premier Viktor Orban. "Incontro cordiale", dice la formula di rito. E i sorrisi in effetti ci sono tutti, 40 minuti con Orban per parlare di ambiente e famiglia. Il Pontefice dimostra ai politici - e in questo caso anche ai giornalisti - che il mondo è un po' più complesso di come viene descritto, soprattutto se si parla di Europa dell'Est, con quel carico di storia e dolore. Francesco ha incontrato i vescovi d'Ungheria e dice che "c'è la minaccia dell'antisemitismo, che ancora serpeggia in Europa e altrove. È una miccia che va spenta". Ancora più importante quanto affermato dal Papa nella seconda tappa in Slovacchia, a Bratislava, un intervento con un sottofondo politico molto forte: "Come possiamo auspicare un'Europa che ritrovi le proprie radici cristiane se siamo noi per primi sradicati dalla piena comunione? Come possiamo sognare un'Europa libera da ideologie, se non abbiamo il coraggio di anteporre la libertà di Gesù alle necessità dei singoli gruppi dei credenti?". Papa Francesco qui ha echi "wojtiliani" con il passaggio sulla radici cristiane dell'Europa.
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Il sequestro del piccolo Eitan, unico sopravvissuto della tragedia della funivia del Mottarone, un bimbo di 6 anni trasferito dal nonno in Israele (da quando in Italia è possibile sequestrare un bimbo affidato dalla giustizia a un'altra persona e portarlo all'estero? La Farnesina non ha niente da dire? No, infatti per ora non commenta e sono le 18:00 del giorno dopo il sequestro e trasferimento con un volo privato del bimbo). Si tratta di un grande caso di cronaca, con un conflitto tra due famiglie (una in Italia e una in Israele), i sistemi politici e giudiziari di Roma e Gerusalemme, la legge morale di una famiglia che fa prevalere con un atto illegale il suo volere su quanto disposto dai tribunali.
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Un somalo di 26 anni che a Rimini viene pescato senza biglietto del bus eaccoltella cinque persone, tra cui un bimbo (per fortuna ora fuori pericolo). Qualcuno si chiede cosa facesse nel nostro paese un simile soggetto? Risulta che fosse in Italia da qualche mese ed avesse fatto domanda per ottenere lo status di rifugiato. Uno status lo aveva, ma non era certo quello del rifugiato. Questa non è una gestione corretta della sicurezza dei cittadini. Può piacere o meno, ma la ministra Lamorgese ha un problema che non si risolve rispondendo duramente a Salvini che sarà pure in campagna elettorale, ma elenca fatti reali. Quando si fa il ministro, contano gli atti.
02
Il ritorno a scuola per 4 milioni di studenti
Domani comincia la scuola in 11 Regioni, quasi 4 milioni di studenti tornano in classe, sono 7 in tutto, è una partenza importante. Questa è una notizia rilevante, perché siamo ancora un piede fuori e un piede dentro la pandemia, perché rientrare nelle aule sarà fonte di enorme gioia per molti ragazzi che sono stati costretti alle lezioni a distanza e soprattutto alla rinuncia dello studio e del gioco insieme in un'età che nella memoria resterà intensa e ricca. La scuola, che meraviglia, la maestra Lina, i miei compagni di scuola, l'infanzia perduta e ritrovata.
Chi ha la mia età (53 anni, con pochi capelli, molti chili e la penna che più avanti si va e più vola come una piuma) e vede all'orizzonte la parte finale di una lunga corsa nella vita, ha dei figli, cerca di fare il genitore con il poco tempo che lascia questo mestiere (prossimo allo zero), si chiede come la nostra scuola racconterà la contemporaneità ai ragazzi e alle ragazze, come si formerà la loro libera coscienza di fronte ai fatti sconvolgenti a cui stiamo assistendo. Il presente brucia. La scuola deve insegnare a sapere, capire, spegnere gli incendi e accendere la speranza.
03
Cosa insegneranno sull'Afghanistan?
Come sarà raccontata la tragedia dell'Afghanistan in classe? Cosa diranno i professori della ritirata americana? Il presente non è nei programmi scolastici, non s'affaccia sui libri, ma il dibattito liberato dal conformismo dovrebbe essere la missione della scuola. Temo che non andrà così, perché quello che manca - un abisso - sembra essere proprio la volontà di tenere desto lo spirito critico. Le famiglie, che sciagura, premono sugli insegnanti pur non avendo alcuna competenza pedagogica, lo fanno sulle chat, di persona, con intimazioni di questo e quello ai presidi che si ritrovano a fare i conciliatori familiari, mentre i docenti passano il tempo a zigzagare tra una supercazzola e l'altra dei gruppi WhatsApp, dunque meglio non prendere iniziative, cangurare i potenziali guai, lasciamo correre. Un tempo se il maestro ti dava un brutto voto, il genitore rincarava la dose con una strigliata che passava dall'ammonimento al calcio nel didietro e questa settimana non esci, studia. Oggi scatta la denuncia al docente colpevole di non aver "valorizzato" il genio incompreso del pargolo con la PlayStation incorporata nel cervello. Povera creatura, cosa volete, non può distrarsi con le lezioni sulla storia, egli deve seguire i corsi di equitazione e poi il fine settimana al Circeo, cribbio. Non si salvano neppure quelli più ricchi, gli expat nelle università che contano, (il censo alto un tempo era un'istruzione elevata, oggi spesso è lo specchio del vuoto con il denaro intorno), anche là il politicamente corretto sta distruggendo il sapere, guardate la proliferazione dei corsi, le astrusità delle cattedre e chiedetevi dove siano state smarrite le basi della conoscenza.
12 settembre. Talebani ascoltano il discorso del ministro dell'Educazione, lo sceicco Sheikh Abdul Baqi Haqqani, durante una cerimonia a Kabul (Foto Epa).Cosa dirà la scuola del ritorno dei Talebani? Niente, in fondo, parlano già con un assordante silenzio le piazze vuote delle nostre città. Dove sono le femministe? Le donne afghane non meritano una grande manifestazione di massa per dire ai nostri governi (non ai Talebani, che se ne infischiano, ma ai governi occidentali, così sensibili al tema dei diritti) che hanno messo il timbro su un governo di criminali? Questo vuoto dell'opinione pubblica sarà seguito dall'assenza del tema sui banchi di scuola, c'è da scommetterci. Ci sono di mezzo gli americani (anche se per i dem c'è sempre un occhio di riguardo) e sta già spopolando nei salotti colti la teoria del Talebano moderato, quello che ti taglia la mano ma solo un po'. In quali luoghi i giovanissimi si formeranno un'opinione su quello che sta accadendo? Temo che il luogo sia dalle parti dei social network, la latrina elettronica dove anche e soprattutto l'idiota si sente pieno di idee ("oggi il cretino è pieno di idee", Ennio Flaiano docet). E l'università? Faranno dei corsi sulle policy sul cambiamento climatico dei Talebani mentre a Kabul va in onda il nuovo medio evo?
04
Il conflitto americano. Dem vs Red Nation
Siamo nel Day After. L'11 settembre è stato commemorato dall'America e da coloro che ancora nel mondo credono nei valori della libertà e della democrazia. L'Occidente è da tempo preda del sonnambulismo, quello che colse Hermann Broch nelle sue opere che descrivevano l'Europa tra le due guerre, un sonno della ragione infinito. Il "siamo tutti americani" di vent'anni fa è svanito. Quando gli imperi declinano, il primo segnale arriva dal mestiere delle armi, gli Stati Uniti di Joe Biden hanno suonato la ritirata. Il contrappasso dantesco per quelli che colti da nevertrumpismo osannarono Biden come l'uomo della spinta internazionale, del concerto tra le nazioni, del multilateralismo. Era il gioco d'illusionismo della classi in progress che scambiano regolarmente la realtà per i loro desideri. Biden ha deciso tutto da solo, spiazzando gli alleati e dando un colpo micidiale alla Nato e agli forum di cooperazione internazionale. L'amministrazione democratica è in fase di ripiegamento, isolazionista, ingabbiata in una neo-ideologia che la condurrà al crash contro la Red Nation conservatrice (vedere alla voce Texas e altri Stati a guida repubblicana). Quello che sta accadendo in America è rilevantissimo, si tratta della partita vitale per l'Occidente.
"Save America". È lo slogan dei trumpiani verso le elezioni di midterm e le presidenziali del 2024 (Foto Epa)La crisi americana è il frutto di una inesorabile dissipazione di valori. Esaurita la spinta religiosa dei Padri Fondatori, lasciato l'America Dream nelle fauci del denaro per il denaro, della finanza senza industria e del profitto con poco lavoro, anche il credo laico di questa terra meravigliosa, l'America, si è consumato fino a diventare prigioniero di imprese no border, senza patria, con gli utili e la manifattura delocalizzata, la sorveglianza estesa oltre la Costituzione, la persona ridotta a "risorsa" e "consumatore", l'università trasformata in un canale online a reti unificate del politicamente corretto, la scena pubblica sfigurata in un teatro di "culture wars" (inginocchiatevi!), le metropoli con l'alto (ricchissimo) e il basso (poverissimo), le campagne e il lavoro della terra visti come elementi ostili da legioni di cosmopoliti in perenne check in, quella che il geniale pensatore marxista Jean-Claude Michéa ha definito causticamente la "gauche kérosène".
Il conflitto interno dell'America sarà la prossima schermata del videogame della crisi. Un paese ripiegato che si dilania. L'arrivo di Trump nel 2016 non era frutto di un capriccio della storia, era lo spirito del tempo che stava giocando a carte, oggi Trump, domani Biden e poi vedremo, avanti un altro.
05
È sempre il 12 settembre
L'Afghanistan è lo specchio della disfatta. Ieri, 11 settembre 2021, vent'anni dopo gli attacchi di Al Qaeda all'America, il governo dei Talebani ha alzato la bandiera. Lo scrive il Guardian: "Mentre gli Stati Uniti e il mondo hanno celebrato l'anniversario degli attacchi dell'11 settembre, la cerimonia dell'alzabandiera dei Talebani ha segnato l'inizio ufficiale del governo di soli uomini e tutti i Talebani, ha detto un portavoce. Lo striscione bianco con un versetto coranico è stato issato dal Mullah Mohammad Hassan Akhund, il primo ministro del governo ad interim talebano, ha detto Ahmadullah Muttaqi, capo della commissione culturale talebana".
L'Emirato Islamico dell'Afghanistan è riemerso. Siamo di nuovo al 12 settembre, la storia sembra fare un beffardo gioco dell'oca, ma in realtà siamo di fronte alla "vittoria" talebana, ai festeggiamenti di Al Qaeda, al ciclo dei vent'anni che non si chiude ma riapre con i terroristi che si sentono invicibili e si riorganizzano. Facciamo scorrere il filo della memoria per proiettarci nel domani.
Il ricordo dell'11 settembre durante gli US Open di tennis a New York (Foto Epa).L'11 settembre 2001 ero a Cagliari, dirigevo l'Unione Sarda, era la mia prima direzione. Ricordo ogni minuto di quella giornata. Il mio vicedirettore, Massimo Crivelli, con la consumata freddezza di un professionista impareggiabile, prese il "timone" del giornale (lo sfoglio completo del quotidiano) e al mio primo sguardo disse: "Direttore, quante pagine facciamo?". Non ebbi il tempo di rispondere subito, mentre le fiamme si levavano sul cielo azzurro di New York, un altro aereo si schiantò sulla seconda torre. In quell'istante non ci fu più alcun dubbio. Andai al piano terra, il nostro editore, Sergio Zuncheddu, era come sempre al lavoro nel suo ufficio, entrai e dissi: "È scoppiata una guerra mondiale". Amavamo entrambi l'America, il mito della frontiera che per noi è tra il Campidano e il West, manteneva il suo sigaro tra le labbra e chiosò con il lampo dell'emozione che gli brillava nell'iride: "Facciamo un bel giornale". Eravamo stati catapultati in un passaggio chiave della storia. "È scoppiata una guerra mondiale", in quell'istante fiammeggiante poteva sembrare un'esagerazione dettata dal mio ritmo cardiaco che si faceva sempre più veloce, ma quei due aerei usati come missili contro il simbolo dell'Occidente, nel cuore di Manhattan, erano davvero l'inizio di una "lunga guerra". Tornai come un fulmine in redazione, Marco Mostallino (ci ha lasciato troppo presto, vive nel ricordo di tutti noi) stava seguendo in cuffia le stazioni dei radioamatori americani, fu rapido come bisogna essere in quei momenti: "Ci sono altri aerei fuori controllo". Risposi telegrafico: "Segui i messaggi radio e tienimi aggiornato". L'America era sotto attacco. Dopo venne il Pentagono, poi l'eroica rivolta dei passeggeri del volo United 93 precipitato nella campagna di Shanksville. Era un attacco coordinato di Al Qaeda.
La prima pagina dell'Unione Sarda del 12 settembre 2001.Fu una notte insonne. La mattina dopo, il 12 settembre, il mondo era cambiato. Non potevamo più raccontarlo con gli stessi canoni di ieri. Qualche giorno dopo, c'è ancora Crivelli sul ponte dell'Unione che mi avvisa: "C'è Bush tra le macerie di Ground Zero". Rovine. Morte. Pompieri. Il Commander in Chief con il megafono. Arrivò come un lampo il preludio di quello che sarebbe accaduto: "Io vi sento! Vi sento! Il resto del mondo vi sente! E le persone – le persone che hanno distrutto questi edifici sentiranno tutti noi presto!". Gli Stati Uniti stavano preparando i piani per l'invasione dell'Afghanistan e chiudere la partita con Osama Bin Laden.
Il 12 settembre comincia la "lunga guerra". E le valide ragioni dell'Occidente per costruire un avamposto nell'Asia Centrale (e in Medio Oriente con l'Iraq) erano tutte là, nella cenere di Manhattan, tremila vite spezzate.
Vent'anni dopo, Joe Biden si è illuso di aver chiuso la "lunga guerra", ma i fatti dicono esattamente l'opposto. A Kabul c'è un governo di criminali, narcotrafficanti, terroristi, ricercati dall'Fbi con taglie da milioni di dollari sulla testa. I Talebani hanno ripreso il controllo dell'Afghanistan e Al Qaeda ne ha celebrato la vittoria. E il portavoce dei Talebani, Mujahid Zabihullah, ha affermato candidamente che non c'è prova del coinvolgimento di Bin Laden negli attentati dell'11 settembre. I Talebani non hanno mai rotto i legami con Al Qaeda. Basta leggere i report dell'Onu per averne ampia e documentata conferma.
Tutto questo accade mentre i leader occidentali stanno "negoziando" l'impossibile. I Talebani hanno già restaurato il regime della sharia, l'istruzione per le donne (e i loro figli) è negata, hanno vietato loro di fare sport (perché altrimenti il corpo viene "esposto") e affermato che "non possono fare i ministri perché devono fare figli". Serve altro per aprire gli occhi? Il Talebano moderato è un'idiozia degli analisti politici che sognano l'appeasement (e non ricordano la lezione di Winston Churchill di fronte al male, Adolf Hitler, con il quale non può esserci nessun accordo).
I Talebani sono quello che sono: Talebani. E riscrivono la storia degli ultimi vent'anni. Il tragico ritiro ordinato da Biden - caotico, precipitoso, dettato dai signori della guerra afghana, nel pieno della "stagione dei combattimenti" (errore imperdonabile), con il fianco esposto ai kamikaze di Isis-K che ha provocato la strage dell'aeroporto con 200 morti e 13 marines caduti - ha innescato un processo di riorganizzazione delle sigle del terrore islamista. Una grande potenza in ritirata incoraggia i cattivi a agire. E i cattivi, come ricorda la storia contemporanea, esistono.
Il ritiro americano ha inebriato Al Qaeda e altre sigle del terrore che hanno accelerato le operazioni di propaganda e reclutamento. Mancava ieri all'appello il dottor Ayman Al Zawahiri, il braccio destro di Bin Laden fin dalle origini, il "cervello" di Al Qaeda, è arrivato puntuale con un video dove dice che "Gerusalemme non sarà giudaizzata". Al Zawahiri è vivo o morto? Alla luce dei fatti che cita nel video, agli analisti appare più che probabile che almeno fino a gennaio fosse vivo. In ogni caso, è un altro segnale ostile di Al Qaeda, un memento per tutti noi. Mai dimenticare: una civiltà si spegne quando si rifiuta di combattere. Diventa una preda facile.
La "lunga guerra" non è finita, è appena cominciata. Vent'anni dopo, siamo ancora qui, è il 12 settembre.
06
Imbrattato il busto di Marconi. "Era fascista"
Molti pensano che le "guerre culturali" americane siano lontane, ma le ondate lunghe prima o poi arrivano. Ne abbiamo un segnale: il busto di Guglielmo Marconi al Pincio, a Roma, è stato imbrattato con la vernice colorata. L'azione è stata rivendicata da un gruppo il cui nome è tutto un programma: "Creare è Distruggere". Di cosa sarebbe colpevole Marconi? Era fascista. Peccato che abbia dato lustro all'Italia come pochi con il suo genio. "È possibile accettare di venerare personaggi che hanno fatto del fascismo una mentalità, senza ripensamenti? Con le sue invenzioni Marconi fu l'iniziatore di una delle mutazioni più pericolose e devastanti per il mondo contemporaneo. Portandoci a tutto questo".
Molto bene, attendiamo che venga raso al suolo il quartiere dell'Eur a Roma, gran parte delle opere del movimento futurista saranno cancellate, d'altronde si tratta solo dell'unico gruppo di uomini e donne che ebbe come obiettivo l'unità di tutte le arti (poesia, pittura, scultura, letteratura, teatro, cinema, architettura, musica), ci sarà una commissione per la revisione delle opere pubbliche erette in quegli anni, la messa al bando nei libri di storia dell'economia di Alberto Beneduce, esaminato al microscopio il dna di D'Annunzio (che detestava il "ducismo" e la dittatura fascista, ma questo è un dettaglio per chi ha le certezze della "cancel culture"), messe al rogo tutte le opere di Giovanni Gentile, padre dell'Enciclopedia italiana Treccani. Siamo finalmente sollevati nello spirito, saremo tutti più epurati. E più ignoranti.
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estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.