26 Febbraio

Il candidato premier che (non) c'è

Renzi e la finzione di una corsa a Palazzo Chigi che non c'è nella realtà ma (r)esiste in tv. Francesco Damato trae una lezione politica dall'annuncio di Filippa Lagerback da Fabio Fazio, parole che tradiscono un'aspirazione ancora viva: fare il premier.

di Francesco Damato

Una lingua galeotta ha tradito quel pensierino per Palazzo Chigi che Matteo Renzi continua a coltivare, anche se mostra di non tenerci poi tanto accontentandosi che sia un uomo del Pd a guidare anche il nuovo governo. Purché, naturalmente, lo consentano l'elettorato, conferendo ai piddini i voti necessari per costituire i gruppi parlamentari più numerosi, e il capo dello Stato Sergio Mattarella, conferendo al fortunato di turno, con la discrezionalità consentitagli dalla Costituzione,  l'incarico di presidente del Consiglio.

"Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i ministri", dice l'articolo 92 della carta costituzionale in vigore da 70 anni: non modificato neppure quando le leggi elettorali seguite al referendum del 1993 indetto praticamente contro il sistema proporzionale hanno dato agli elettori l'illusione di essere loro a imporre il governo al capo dello Stato. Un'illusione contraddetta peraltro impietosamente dai numeri degli esecutivi succedutisi dal 1994 ad oggi, in quella che usiamo chiamare seconda Repubblica.

Quattordici sono stati, di preciso, i governi degli ultimi 24 anni. Di questi, solo 6 sono stati guidati da uomini propostisi agli elettori per Palazzo Chigi: quattro di Silvio Berlusconi e due di Romano Prodi. Gli altri otto sono nati dalle combinazioni parlamentari createsi nel corso delle legislature, spesso con la regìa dei presidenti della Repubblica di turno per evitare o ritardare lo scioglimento anticipato delle Camere. Sono stati esattamente un governo di Lamberto Dini, due di Massimo D'Alema, uno di Giuliano Amato, uno di Mario Monti, uno di Enrico Letta, uno di Matteo Renzi, cui è seguito quello in carica di Paolo Gentiloni. Che ha peraltro buone possibilità di rimanere al suo posto per la cosiddetta ordinaria amministrazione ancora per un bel po' di tempo, anche dopo le elezioni politiche di domenica prossima, se queste...


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