5 Dicembre
Il compagno Xi è sempre presente
La sfida della Cina. Vertice della Nato, negoziato sui dazi, telecomunicazioni. La competizione tra Washington e Pechino, comandano Donald Trump e Xi Jinping. Battaglia tra potenze anche in Italia sulla tecnologia 5G. Conte e la realtà d'acciaio: 4700 dipendenti da tagliare a Taranto
Che succede? La battaglia tra Stati Uniti e Cina (una sfida che in realtà riguarda tutto l'Occidente) si sta riverberando sulle istituzioni nate dopo la Seconda guerra mondiale, compresa la Nato che dal crollo del Muro di Berlino è in cerca di una nuova missione e identità. Il vertice di Londra doveva celebrare l'Alleanza Atlantica, ma le differenze tra i paesi europei e l'America di Trump sono grandi e si sono viste. Il presidente americano ha cancellato la conferenza stampa, infuriato con Justin Trudeau e gli altri leader. Il premier canadese ha ripetuto il siparietto: in presenza di Trump è un agnellino e in sua assenza fa il gradasso. La cosa manda in ebollizione l'acconciatura del phonato di Manhattan, il risultato è che la festa è finita male. Resta però la direzione dell'agenda: quale strategia adottare con la Cina? La penetrazione di Pechino in Europa e Africa è un fatto stabile, i cinesi sono presenti in tutti i settori vitali delle economie avanzate. E nella Difesa godono di una libertà totale e sono in fase di balzo tecnologico. Per questo la Nato chiede alla Cina di partecipare ai forum per il controllo e la riduzione degli armamenti (ma nella dichiarazione finale questo punto non viene messo nero su bianco). Difesa, economia, telecomunicazioni, sfida tecnologica, energia. Il compagno Xi Jinping è sempre presente. Facciamo il nostro giro di giostra, seguite il titolare di List.
01
La Nato pensa alla Russia, ma il problema è la Cina
Il problema è che la Nato non esce dal suo schema originario, pensa ancora che la Russia sia la minaccia più grande (e infatti si parla di difesa dei Paesi Baltici come se fosse imminente un'invasione di carri armati sovietici), vive in una dimensione da orfani della cremlinologia. In realtà così si continua a spingere Mosca verso Pechino, un suicidio geopolitico...
Che succede? La battaglia tra Stati Uniti e Cina (una sfida che in realtà riguarda tutto l'Occidente) si sta riverberando sulle istituzioni nate dopo la Seconda guerra mondiale, compresa la Nato che dal crollo del Muro di Berlino è in cerca di una nuova missione e identità. Il vertice di Londra doveva celebrare l'Alleanza Atlantica, ma le differenze tra i paesi europei e l'America di Trump sono grandi e si sono viste. Il presidente americano ha cancellato la conferenza stampa, infuriato con Justin Trudeau e gli altri leader. Il premier canadese ha ripetuto il siparietto: in presenza di Trump è un agnellino e in sua assenza fa il gradasso. La cosa manda in ebollizione l'acconciatura del phonato di Manhattan, il risultato è che la festa è finita male. Resta però la direzione dell'agenda: quale strategia adottare con la Cina? La penetrazione di Pechino in Europa e Africa è un fatto stabile, i cinesi sono presenti in tutti i settori vitali delle economie avanzate. E nella Difesa godono di una libertà totale e sono in fase di balzo tecnologico. Per questo la Nato chiede alla Cina di partecipare ai forum per il controllo e la riduzione degli armamenti (ma nella dichiarazione finale questo punto non viene messo nero su bianco). Difesa, economia, telecomunicazioni, sfida tecnologica, energia. Il compagno Xi Jinping è sempre presente. Facciamo il nostro giro di giostra, seguite il titolare di List.
01
La Nato pensa alla Russia, ma il problema è la Cina
Il problema è che la Nato non esce dal suo schema originario, pensa ancora che la Russia sia la minaccia più grande (e infatti si parla di difesa dei Paesi Baltici come se fosse imminente un'invasione di carri armati sovietici), vive in una dimensione da orfani della cremlinologia. In realtà così si continua a spingere Mosca verso Pechino, un suicidio geopolitico per l'Europa.
Il documento finale del vertice, la dichiarazione di Londra, è per fortuna breve. Si ricordano i 70 anni dell'Alleanza, si riafferma l'importanza delle relazioni transatlantiche tra Stati Uniti e Europa e soprattutto l'articolo 5 del trattato di Washington, quello che fa scattare il dispositivo militare degli alleati quando un paese membro viene attaccato. Si ribadisce l'obiettivo degli Stati di contribuire alle spese militari con l'obiettivo del 2 per cento del prodotto interno lordo, si rimarca l'impegno di budget dei paesi europei (e la Casa Bianca sta al pallottoliere), si ricorda la presenza eterna della minaccia della Russia, del terrorismo, della cyber-guerra, il problema dell'immigrazione irregolare. Siamo arrivati al punto 3 della lettura della dichiarazione e non c'è niente di nuovo. Al punto 4, con uno sforzo notevole di fantasia, la Russia torna sulla scena, la minaccia nucleare, sembra di stare in piena Guerra Fredda. Al punto 5 un passaggio su cooperazione militare con gli Stati Uniti, un cenno all'Afghanistan e uno alla Macedonia, routine. Bisogna arrivare al punto 6 della dichiarazione per scoprire che esiste la Cina (citata una sola volta in tutto il documento), la sua avanzata tecnologica e il tema del 5G. "Riconosciamo la crescente influenza della Cina, le politiche internazionali presentano opportunità e sfide che dobbiamo affrontare insieme come Alleanza", la parola che conta è "opportunità", si cerca un dialogo con Pechino. E si fa finta che il problema sia un altro, a Mosca. Sanno tutti che la legna nel camino sta bruciando a Oriente.
L'Alleanza è disunita, ma in fondo sta in piedi perché non c'è altro a portata di mano e nessuna leadership è in grado di contrastare quella americana. Comandano Trump e il Pentagono. E Xi Jinping.
***
Questo è il quadro della contemporaneità. In Italia si vive in una distopica dimensione parallela.
02
La realtà è d'acciaio
Arriva la realtà, inesorabile, puntuale onesta. Ricordate questa foto? Siamo a Taranto, acciaieria di Arcelor Mittal, 8 novembre 2019. Sembra un'immagine remota, è scattata meno di un mese fa. Il premier Giuseppe Conte riunito con i lavoratori.
Conte scravattato. Conte seduto sul tavolo. Conte con il microfono (e avrebbe preso anche il megafono). Conte operaio. Conte proletario. Conte (ri)avvocato del popolo. Conte immortalato. La trasferta del Conte tarantino serviva come operazione di rilancio dell'immagine, un po' di pixel nella (de)costruzione della sua figura politica. In questa dimensione da Instagram, tutto si dimentica in fretta. Clic, avanti un altro.
Un mese dopo, la realtà. Arcelor Mittal ha presentato al ministero dello Sviluppo i suoi numeri, quelli che contano e sono esattamente quelli che ci attendevamo qui, nel pianeta dei realisti: il piano industriale 2020-2024 dell'azienda prevede 4700 tagli di personale entro il 2023, di cui 2891 saranno fatti subito; l'azienda passerebbe dai 10.789 occupati del 2019 ai 6.098 del 2023; l'Ilva ha registrato nel 2019 un'uscita di cassa per 1 miliardo di euro; il piano prevede un aumento dei volumi di produzione dagli attuali 4,5 milioni di tonnellate di acciaio ai 6 milioni dal 2021. Din don, il mercato dell'acciaio. Non le dichiarazioni al vento, i piani immaginari a favore di telecamera, ma i fatti messi in fila.
L'impatto sul governo è stato immediato: frizzato come un pupazzo di neve. La parola d'ordine è stata questa: "Inaccettabile". Seguita da "provocazione". Bene, ma questo sbarramento cosa ha prodotto? Alla teoria del no questo non ci piace, non segue mai la prassi del facciamo qualcosa di nuovo e efficace, così tutti sono rimasti appesi al nulla. Perché la realtà è che lo Stato (leggere alla voce "contribuente") ha in mente solo di mantenere l'attuale occupazione anche di fronte a uno scenario globale del mercato dell'acciaio (domanda debole, rivoluzione tecnologica, dumping della Cina e altri paesi) che impone una riduzione delle dimensioni dell'acciaieria di Taranto. Questa è la fotografia del mercato:
Il governo giallo-rosso (come quello giallo-verde) pensa ai voti, alla campagna elettorale permanente, dunque vuole mantenere in piedi i posti di lavoro e ha una sola via per farlo, la demagogia economica: deve comprarli. Deve buttare i soldi nella fornace. E infatti stamattina il ministro dello Sviluppo che non sviluppa niente, Stefano Patuanelli, ha affermato: "Lo Stato entrerà". Ma dove? Noi possiamo immaginare come ne uscirà il contribuente italiano. Tutto questo rischia di non essere un piano industriale, ma assistenzialismo. Produrre acciaio significa guardare alle condizioni del mercato, immaginare un nuovo modello di business, una riduzione dell'acciaieria, lo studio di un nuovo ciclo di produzione (anche energetica) e lo sviluppo di altre attività a medio e lungo termine nel sito industriale che va bonificato. I lavoratori? Pensione, riqualificazione, studio, apprendimento per fare altro in una realtà che cambia. O si pensa a un altro reddito di cittadinanza permanente?
***
Nel frattempo il governo ha già messo un altro mezzo miliardo di euro nella fusoliera di Alitalia. La compagnia perde 1 milione di euro al giorno e vola con i soldi del contribuente. Non ha un compratore. Mentre le crisi industriali proliferano, il governo si sta spegnendo con gran rumore di piatti rotti.
03
La crisi della Giustizia
La situazione nella maggioranza è da sala comando del sommergibile Typhoon con le spie rosse tutte accese. La cronaca sul taccuino è disarmante. Movimento Cinque Stelle e Partito democratico sono arrivati ai materassi sulla prescrizione. Lo scontro finora era rimasto tra le cose preoccupanti ma sottotraccia, nessuno faceva roboanti dichiarazioni e i dem erano pronti ad accettare una riforma con qualche soluzione pasticciata, il tanto che basta almeno per salvare la faccia di fronte a norme da "imputato per sempre". Ma Luigi Di Maio di fronte a un problema di coesione interna del partito afferma che a gennaio il progetto del ministro Bonafede sarà legge. Alessandro Di Battista applaude. Bum! Il Partito democratico esce dalla fase del sonnambulismo e minaccia la crisi a occhi aperti. Minaccia, non ha nessuna intenzione di aprirla, non può permetterselo, Zingaretti verrebbe azzannato dalle cancellerie europee e dal piccolo establishment italiano. Il segretario del Pd deve far girare il cerino e sperare che bruci le dita di Di Maio. Zingaretti deve lanciare segnali di vita nell'universo. Perché? Semplice, il governo potrebbe farlo saltare Renzi che ha dichiarato di essere pronto a votare la proposta Costa per fermare l'entrata in vigore della riforma a gennaio. Italia Viva voterebbe con Forza Italia. Traduzione: crisi di governo. Al buio.
***
Non finisce qui, sul taccuino dopo le crisi industriali e lo sfacelo della giustizia, piove un getto d'inchiostro da Bruxelles: la riforma del fondo salva Stati.
04
Il fondo salva Stati e Gualtieri
Sul taccuino c'è una data: 11 dicembre. Quel giorno il premier Conte tornerà in Parlamento per illustrare l'agenda del Consiglio europeo, in aula si voteranno delle risoluzioni e tra i punti in agenda ci sarà la riforma del fondo salva Stati. I grillini anche in questo caso hanno detto che non sono disposti a negoziare sul voto in Parlamento e la riscrittura delle norme. Anche su questo punto i cronisti hanno appuntato la parola "crisi".
Ricordiamo che il ministro dell'Economia Gualtieri ha definito il Mes "non emendabile". Ieri si è riunito l'Eurogruppo, la firma definitiva del trattato arriverà all'inizio del 2020. Gualtieri è entrato in fase Zelig:
Sono fiducioso che su questa base sia possibile raggiungere un consenso all'interno della maggioranza, perché complessivamente è una situazione migliore di quella di partenza su questo punto. Abbiamo sempre lavorato per un accordo il più possibile in linea con gli interessi dell'Italia e dell'Europa, e in particolare per evitare che ci fosse una decisione di introdurre la ponderazione del rischio dei titoli di Stato. Questo obiettivo è stato raggiunto. È stato raggiunto l'obiettivo della subaggregazione. È stato raggiunto l'obiettivo di non finalizzare oggi per consentire al Parlamento di esprimersi. Poi il Parlamento farà le sue valutazioni e sono fiducioso che darà un'indicazione positiva.
Fermi tutti. A questo punto c'è una domanda sul taccuino: quale Gualtieri sta parlando? Andiamo avanti, è tutta una questione di maschere e carnevale è ancora lontano. Tra i problemi del governo, alla fine (ri)spunta anche la Cina. E il problema con l'amico americano. Sempre loro, Trump e Xi.
05
C'è Trump al telefono (mentre Xi bussa in casa)
Giuseppe Conte e Donald Trump al vertice Nato di Londra (Foto Nato)Drin, squilla il telefono. È Trump (mentre alla porta di casa bussa Xi Jinping). Nella sfida tra Stati Uniti e Cina, l'Italia da tempo sta nell'occhio del ciclone. Per l'amministrazione americana il 5G non s'ha da fare, il tema è oggetto di una dura offensiva diplomatica dell'ambasciata americana a Roma, ma finora i tentativi di bloccare l'espansione delle aziende di telecomunicazioni cinesi in Italia è stato vano, Huawei e Zte sono più forti che mai. Ieri Trump al vertice Nato di Londra interrogato sul tema ha detto: "Non sto lavorando molto su questo, ma penso che sia un rischio per la sicurezza. Ho parlato con l'Italia e sembra che non abbia intenzione di andare avanti. Ho parlato con altri paesi e non andranno avanti. Tutti quelli con cui ho parlato non andranno avanti, ma a quanti paesi posso parlare? Secondo me, è un rischio per la sicurezza". Questa è una notizia.
Qualche minuto dopo al vertice Nato compare il premier Conte che alla domanda sul 5G e la dichiarazione croccante appena sfornata da Trump risponde così: "Di questo non ne abbiamo parlato". Ops, cosa sta dicendo l'avvocato del popolo? Siamo in piena zona da incidente diplomatico. Trump afferma: "Ho parlato con l'Italia". Conte dice: "Non ne abbiamo parlato". Che splendido cortocircuito.
Poco dopo, i due s'incontrano. Conte (ri)esce dall'uovo e funiculì funiculà arriva un'altra versione:
Abbiamo chiarito, ho detto che abbiamo una legislazione tra le più avanzate d'Europa che sarà un modello per gli altri. Applicheremo quella normativa e quei controlli e questo ci garantirà per quanto riguarda la protezione di tutti gli asset strategici e da qualsiasi pericolo sul piano della cybersecurity. Non e' che l'Italia si può sfilare da una tecnologia. L'Italia applica tutte le misure di protezione e tutti i controlli che abbiamo introdotto e tutti gli strumenti di protezione di cui ci siamo dotati.
Domanda sul taccuino del cronista: ma con chi aveva parlato prima Trump? Sempre Zelig. Conte pirandelliano: uno, nessuno, centomila.
06
Stati Uniti - Italia. Commercio e dazi
La questione 5G diventerà sempre più centrale, è il chiodo al quale si appende il quadro della tecnologia e sicurezza. Il segretario di Stato, Mike Pompeo, ha detto chiaramente che aprire le porte a Huawei non aiuta le relazioni tra Bruxelles e Washington. Traduzione: useremo l'arma dei dazi. L'Italia è l'unico paese del G7 ad aver firmato un'intesa strategica per la nuova Via della Seta e Pechino ha la certezza di poter andare avanti sui dossier aperti nel nostro paese. C'è un solo dettaglio: il surplus commerciale dell'Italia con gli Stati Uniti è di quasi 25 miliardi di dollari:
Visti i numeri del commercio bilaterale tra Stati Uniti e Italia? Sì, viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
***
Come chiudiamo questo numero di List? Torniamo in Asia, in Giappone.
07
Il ritorno dell'Abenomics
Il governo di Shinzo Abe ha varato un piano di stimoli fiscali da 120 miliardi di dollari che comprende misure per riparare i danni causati dal tifone, investimenti per le infrastrutture e le nuove tecnologie. Il Giappone cerca così di contrastare il rallentamento dell'economia, è il più importante intervento dopo la crisi finanziaria del 2008, il primo della nuova fase imperiale, l'era Reiwa. Un budget di 15 mesi che secondo Shinzo Abe poggia su "tre pilastri: la ripresa, la ricostruzione e la sicurezza dalle calamità naturali, il sostegno per superare il rischio di un rallentamento economico e gli investimenti per un futuro che vada oltre le Olimpiadi e le Paraolimpiadi di Tokyo".
Il periodo Reiwa è l'attuale era del Giappone, cominciata con l'ascesa al trono del principe della corona, Naruhito, il 1º maggio scorso. La parola significa "periodo di bella armonia". Ne abbiamo bisogno. Buona giornata.
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24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.