10 Novembre

Il confine è polacco, l'interesse è tedesco, il dramma è europeo

La crisi dei migranti alla frontiera tra Bielorussia e Polonia. L'uomo di Minsk e quello del Cremlino, l'arma dei migranti e l'improvviso risveglio dell'Unione europea che ha scoperto quanto sia importante Varsavia in una tragedia che ha il suo lato nascosto a Berlino

di Marco Patricelli

Un dietrofront anestetizzato in appena un giro di valzer disinvolto e ipocrita. È bastato che risuonasse la parola «Germany» tra i disgraziati di Afghanistan, Siria e Iraq mandati da Lukashenko ad ammassarsi ai confini della Polonia, per far scorrere un brivido lungo le schiene degli eredi dei cavalieri teutonici a Bonn e a Bruxelles. Eh, no: questo proprio no. Ed è così che tra le pieghe dell’informazione piagata dalle stigmate buoniste e dei bei princìpi da impartire col ditino alzato, è cominciato a filtrare che be', forse, i polacchi non sono così cattivi come li si dipinge e che be', forse, non hanno proprio tutti i torti a sollevare il problema della frontiera orientale.

Ascoltare l’edizione pomeridiana del Tg3 del 10 novembre, per averne riprova. All’improvviso esiste un problema di «immigrazione illegale» diventato intollerabile, e addirittura che l’Unione Europea allenterà i cordoni della borsa per la costruzione del muro polacco avversato fino a qualche giorno prima. Possibile che la parolina magica sia quel «Germany» che i profughi migranti indicano come meta del loro peregrinare? Possibile che Berlino scopra all’improvviso una sintonia con Varsavia, tanto da spingere la cancelliera Merkel a rivolgersi a  Putin per intercedere sul satrapo di Minsk e farlo smettere nello spingere poveri cristi (per lo più islamici)  contro la Polonia? In attesa delle conclusioni degli analisti da salotto tv su causa ed effetto, la cronaca racconta che più dell’intervento militare polacco contro i tentativi di passare dalla Bielorussia in Europa è stata la rivelazione mediatica della Germania come obiettivo ad agitare cancellerie e burocrazia.

Il confine tra Polonia e Germania sulle rive del fiume Oder, nella pianura di Oderbruch, stato di Brandeburgo, da qui passano, dopo aver attraversato la frontiera con la Bielorussia, profughi iracheni, afghani e siriani (Foto Dpa).

La Polonia intanto incassa...


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