10 Luglio
Il Conte d'emergenza
Lo stato d'eccezione per il coronavirus sarà prorogato fino al 31 dicembre. Ceccanti (Pd): "Il premier venga in Parlamento a spiegarne le ragioni". Rimbalzo della produzione industriale (calma con i festeggiamenti). La prossima tappa di Xi Jinping? Taiwan. Turchia, Santa Sofia tornerà moschea
Che succede? Quello che resta sul taccuino dopo la notte e il passaggio del mattino. Per la sezione coronavirus, lo stato d'emergenza in Italia non finisce mai, soprattutto quando serve a mantenere al potere il governo. Così arriverà la proroga dello Stato di emergenza per il coronavirus fino al prossimo 31 dicembre. Conte ha spiegato che se non si proroga (il termine di quello in vigore scade il 31 luglio) "non ci saranno gli strumenti per monitorare". E soprattutto continuare a galleggiare aspettando Godot. Risultato, Conte godrà ancora di sei mesi di gestione straordinaria. Stefano Ceccanti, parlamentare del Pd, già diga a Montecitorio sui poteri straordinari del ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, l'ha messa giù piatta: "Se il Governo vuole prorogare lo stato di emergenza, venga prima in Parlamento a spiegarne le ragioni”. Più emergenza c'è, più il governo s'allunga la vita.
Sempre in zona coronavirus, ecco l'ultimo record americano: 65 mila contagi in 24 ore. Anthony Fauci, l'esperto della Casa Bianca: "Comprensibile che l'Unione europea abbia chiuso le frontiere agli Stati Uniti". Incomprensibile come l'Italia abbia tenuto aperte le stesse frontiere (e ora le chiude per 13 paesi a rischio) a paesi come il Bangladesh e altri che sono al di sotto degli standard minimi di sicurezza sanitaria. Tra ignoranza e ideologia si fanno danni colossali, ma naturalmente l'Italia è un modello, cribbio. In Sudamerica il coronavirus predilige i presidenti, è positiva la presidente della Bolivia, Anez. Dopo Bolsonaro, un altro capo di Stato colpito, in Brasile ieri 1223 morti in un giorno.
Per la sezione l'ovvio dei popoli, dal Viminale fanno sapere che "rischiamo un autunno caldo" e la ministra Lamorgese ci informa che "a settembre vedremo gli esiti di questo periodo di grave crisi economica che ha colpito le aziende". Citofonare Conte, al ministero dell'Interno stanno dicendo...
Che succede? Quello che resta sul taccuino dopo la notte e il passaggio del mattino. Per la sezione coronavirus, lo stato d'emergenza in Italia non finisce mai, soprattutto quando serve a mantenere al potere il governo. Così arriverà la proroga dello Stato di emergenza per il coronavirus fino al prossimo 31 dicembre. Conte ha spiegato che se non si proroga (il termine di quello in vigore scade il 31 luglio) "non ci saranno gli strumenti per monitorare". E soprattutto continuare a galleggiare aspettando Godot. Risultato, Conte godrà ancora di sei mesi di gestione straordinaria. Stefano Ceccanti, parlamentare del Pd, già diga a Montecitorio sui poteri straordinari del ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, l'ha messa giù piatta: "Se il Governo vuole prorogare lo stato di emergenza, venga prima in Parlamento a spiegarne le ragioni”. Più emergenza c'è, più il governo s'allunga la vita.
Sempre in zona coronavirus, ecco l'ultimo record americano: 65 mila contagi in 24 ore. Anthony Fauci, l'esperto della Casa Bianca: "Comprensibile che l'Unione europea abbia chiuso le frontiere agli Stati Uniti". Incomprensibile come l'Italia abbia tenuto aperte le stesse frontiere (e ora le chiude per 13 paesi a rischio) a paesi come il Bangladesh e altri che sono al di sotto degli standard minimi di sicurezza sanitaria. Tra ignoranza e ideologia si fanno danni colossali, ma naturalmente l'Italia è un modello, cribbio. In Sudamerica il coronavirus predilige i presidenti, è positiva la presidente della Bolivia, Anez. Dopo Bolsonaro, un altro capo di Stato colpito, in Brasile ieri 1223 morti in un giorno.
Per la sezione l'ovvio dei popoli, dal Viminale fanno sapere che "rischiamo un autunno caldo" e la ministra Lamorgese ci informa che "a settembre vedremo gli esiti di questo periodo di grave crisi economica che ha colpito le aziende". Citofonare Conte, al ministero dell'Interno stanno dicendo la verità. Qualcuno pensa anche di risolvere il problema? O si aspetta che arrivi Godot? Facciamo il nostro giro di giostra, seguite il titolare di List.
01
La produzione industriale rimbalza ma...
La produzione industriale a maggio riparte (+42,1%), il dato sull'anno è ancora negativo (-20,3%), il settore dell'auto è a quota -50,8%. Ecco il grafico dell'Istat:
Istat spiega che "dopo la forte flessione registrata ad aprile, mese caratterizzato dalle chiusure in molti settori in seguito ai provvedimenti connessi all'emergenza sanitaria, a maggio si assiste ad una significativa ripresa delle attivita': tutti i comparti sono in crescita congiunturale, ad eccezione di quello delle industrie alimentari, bevande e tabacco, che registra una leggera flessione". Il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri commenta: "E' un risultato molto incoraggiante, in linea con il profilo dell'andamento produttivo prospettato nell'ultimo Documento di Economia e Finanza. Abbiamo ancora molta strada da fare, ma il rimbalzo fatto segnare dalla produzione industriale a maggio e' molto importante e stimiamo che proseguirà, anche se prevedibilmente a tassi più contenuti, nel bimestre giugno-luglio".
Bankitalia nel suo Bollettino ricorda che nelle ultime settimane si sono visti segnali di ripresa economica, ma il calo del Pil nel primo trimestre dovrebbe attestarsi al -5,3% e al -10% nel secondo. "La contrazione dell'attività economica e degli scambi internazionali si è accentuata in aprile. Nelle ultime settimane sono emersi segnali di ripresa, ma restano significativi i rischi: da maggio l'epidemia si è intensificata in alcune economie emergenti e negli Stati Uniti". La fase coronavirus dell'economia sarà lunga. Non è la fine del mondo ma...
02
Il mondo dopo il coronavirus: una bomba
L'ultimo numero di Foreign Affairs si presenta così:
E questo ordigno acceso, la pandemia e il disordine che ne è derivato, non è uno sconosciuto, il tema era noto, faceva parte della memoria e doveva essere appunto e guida per l'azione futura. La diffusione della Sars nel 2003, dai mercati di animali selvatici del Guandong in Cina, fino a Hong Kong; il virus Mers nella penisola arabica, nove anni dopo, nel 2012, che abitava nei cammelli. Poi l'influenza suina, il virus Ebola nell'Africa occidentale. Tutti definiti sorprese, ma non lo erano perché la storia della natura è un sorgere e tramontare dei virus letali e l'avviso di prepararsi alla "prossima pandemia" era affisso nei centri di ricerca da almeno 15 anni. I piani contro le epidemie esistevano, la letteratura è piena di fiction anticipatrice della realtà, il cinema è una miniera e basta guardare Contagion per ritrovarsi nel futuro del presente.
Non è andata così, il livello di impreparazione degli Stati e la carenza di leadership sono emersi durante la crisi del coronavirus. Poche sono le figure che hanno resistito all'ondata, tutti hanno subito l'impatto, alcuni stanno lottando per la loro sopravvivenza politica (Donald Trump, Boris Johnson, Emmanuel Macron), altri ne sono usciti più forti di prima (Xi Jinping, Angela Merkel, Erdogan, Sebastian Kurtz), altri ancora proseguono la corsa come se nulla fosse successo (Vladimir Putin e Al Sisi). In un universo di comparse (Sanchez, Conte, Rutte, etc.) in Europa solo la cancelliera tedesca Merkel è apparsa padrona della situazione, calma e efficace. Prima e dopo l'ascesa del coronavirus. Dove c'era uno Stato forte, con un governo in carica e ben funzionante, le cose sono andate decisamente meglio che altrove. Finora è andata fin troppo bene a Xi Jiping e per noi non è una buona notizia.
03
La prossima tappa di Xi Jinping: Taiwan
Fatto il giro di vite a Hong Kong, approvata la nuova legge sulla sicurezza che è un trattato contro la dissidenza, la libertà di pensiero, chi guarda alla parabola della Cina si chiede: e ora cosa farà Xi Jinping? La logica dice che punterà su Taiwan. Qui su List ne seguiamo le mosse da tempo, le frasi della nomenklatura cinese sono sempre più minacciose, un preludio di clangore d'armi. Taiwan è il prossimo test è chiaro. Una risposta timida degli Stati Uniti (non c'è altro antagonista, figuriamoci la codarda Europa in fase di colonizzazione pechinese) sulla repressione della libertà a Hong Kong e la fine della dottrina di Deng "un paese, due sistemi", sarebbe il segnale che la Cina può permettersi tutto, ecco perché Mike Pompeo, il segretario di Stato americano, martella il regime cinese su Hong Kong, mollare la presa significa incoraggiare Xi Jinping a stringere la morsa su Taiwan. Le banche di Hong Kong in queste ore stanno procedendo a un esame dei profili dei loro clienti che sono potenzialmente esposti alle sanzioni degli Stati Uniti in arrivo, il provvedimento sarà firmato la prossima settimana da Trump.
L'appetito di Xi Jinping per il rischio aumenta, le sanzioni probabilmente non saranno un deterrente in grado di fermarlo, Pechino ha abbandonato la prudenza orientale, lo shock del coronavirus ha indebolito gli Stati Uniti e di questa debolezza il Partito comunista cinese approfitta per accelerare i suoi programmi di espansione e tessere le sue alleanze. Foreign Affairs ricorda che "la Cina ha aumentato la sua pressione militare e paramilitare sui Paesi vicini con i quali ha controversie territoriali, tra cui India, Giappone, Vietnam, Malesia e Indonesia". La Cina è in piena espansione, le sue "manovre aggressive" sono "fatte sia per ricordare al mondo la sua risolutezza, sia per capitalizzare la distrazione causata dalla pandemia del coronavirus". Rischio, accettazione di un potenziale conflitto, rivendicazioni territoriali. La Casa Bianca è distratta dal coronavirus, con l'economia in ginocchio, 20 milioni di americani in fila per il sussidio, un presidente che lotta per la rielezione, è in mezzo a una tempesta perfetta (crisi sanitaria, economica e disordine sociale), una leadership che si autoalimenta di paranoie nixoniane. In queste condizioni Xi fa avanzare la sua diplomazia corazzata, la disinformatia, il lubrificante del denaro rosso. Foreign Affairs ricorda giustamente che l'annessione della Crimea alla Russia di Putin non è costata niente (il Cremlino aveva fatto tesoro dell'invasione della Georgia nel 2008; le sanzioni ieri e oggi non lo hanno indebolito, come dimostrato dai numeri del referendum sulla Costituzione) mentre i vantaggi geopolitici sono stati grandi, tanto da consentire poi allo Zar del Cremlino di catapultarsi in Siria con la stessa rapidità e forza letale. Il futuro di Taiwan dipende dalla forza e intensità della risposta internazionale alla repressione cinese a Hong Kong. A giudicare da quel che abbiamo visto finora, Xi ha già pronti i piani di invasione.
04
La saga di Autostrade
Cose italiane? Perbacco, la saga di Autostrade, il governo resta in ponte, non si capisce esattamente cosa voglia o, meglio, i Cinque Stelle vogliono la revoca della concessione di Autostrade, il Partito democratico cerca un accordo e la conferma, in mezzo c'è una cosa chiamata contratto che si porta dietro un'altra cosa chiamata diritto. Non sapendo esattamente che decisione prendere, a Palazzo Chigi hanno lanciato un penultimatum a Autostrade: "Fate una proposta entro il fine settimana o revochiamo la concessione". Se il governo è così sicuro dei suoi argomenti sul piano giuridico, perché non procede alla revoca immediata? Perché significa entrare in una terra dove non governano gli slogan, ma i tribunali, i quali guardano il contratto e i rispettivi adempimenti da parte dei contraenti, Autostrade e lo Stato. La revoca aprirebbe la causa più grande tra un privato e lo Stato italiano, sono in ballo decine di miliardi dei contribuenti, non i soldi pubblici, che non esistono (come ricordava sempre Margaret Thatcher, ma il denaro del contribuente. Una decisione sbagliata, senza pilastri giuridici, diventerebbe un oggetto incandescente di fronte ai giudici della Corte dei Conti. Senza contare l'effetto devastante sugli investitori: nessuno punta i soldi sul tavolo di un paese che cambia le regole, scavalca i processi nei tribunali per farne di sommari nelle stanze della politica. Autostrade ha le sue colpe, vanno indagate tutte e nel caso punite, ma nello Stato di diritto si applica il diritto non la legge della giungla. Quanto sentenza della Corte Costituzionale, non riguarda il contratto, la concessione, ma la costruzione del nuovo ponte, e anche quella sentenza è discutibile. Siamo a quasi due anni dal crollo del Ponte Morandi, è crollato anche il diritto visto che bastava cambiare il contratto, fare un negoziato serio, per arrivare a una conclusione che deve avere un solo obiettivo: non fare giustizia (quella la fa la magistratura), ma dare un servizio efficiente agli utenti, a un costo congruo, con utili commisurati alla natura dell'attività (a basso rischio e in sostanziale monopolio, questa è la natura della concessione) e non con una cassa continua con guadagni stellari, un livello di investimenti adeguato, una remunerazione buona per lo Stato, trasparenza del contratto e dei suoi meccanismi affinché il contribuente possa esercitare il suo libero giudizio. Non era così difficile arrivarci, ma ci vuole una classe dirigente che non abbiamo.
05
Caro Berlinguer
L'Italia ha problemi enormi, ma il premier Conte è impegnato a disquisire di se stesso, l'unica cosa sulla quale è davvero concentrato: "Nessun rimpasto all'orizzonte, non lavoro per fare un mio partito". A parte il fatto che "il rimpasto" è una cosa seria della Prima Repubblica (a sua volta cosa ben più seria della Seconda e della presunta Terza) e tralasciando l'evidenza del Conte che lavora al suo partito (gli Stati Generali, cose concrete? Zero, ma tante immagini dello statista in pochette), è chiaro che la situazione è grave ma non seria. Perché sollevati da queste dichiarazioni, con lo spirito pronto alla battaglia, l'altro tema politico del giorno è stato quello dell'eredità di Enrico Berliguer. Cose grosse, si capisce, anche perché la disputa tra eredi è quella tra niente meno che la Lega di Salvini ("raccogliamo la sua eredità") e il Pd di Zingaretti ("chiamate il 118"), soggetti lontani e non-vicini del fu segretario del Partito comunista italiano. La Lega per ragioni biografiche e ideologiche non ha alcuna affinità con il comunismo di Berlinguer (che guidava un partito organizzato dove nell'ortodossia c'era un minimo di dialettica, cosa che nella Lega non esiste per assenza del partito in quanto tale) nonostante le dichiarazioni di un tempo ormai remoto di Massimo D'Alema sul Carroccio di Bossi ("una costola della sinistra"), mentre il Pd di Zingaretti non può rivendicarne l'eredità perché la respinge tutti i giorni con i fatti di governo e la pratica spericolata del kamasutra politico con i pentastellati.
Nel caso Zingaretti e soci abbiano dei dubbi in proposito, leggano "Caro Berlinguer", le note e gli appunti riservati di Antonio Tatò a Enrico Berlinguer. Il più stretto collaboratore del segretario del Pci (quel Berlinguer investito oggi di un'aura mitologica che ne offusca i meriti e i demeriti) ricorda che che cosa è la politica di ieri, non meno dura, sfacciata, crudele e ricca di menzogne rispetto a quella di oggi. Con una differenza: quello era Berlinguer e i suoi interlocutori si chiamavano Craxi e Cossiga. C'è una bella differenza di statura e cultura politica. La stessa che passa tra la scuola e il parlare di scuola.
06
Il Mr. Wolf di Conte e la scuola
L'Italia è ridotta a vedere di nuovo tal Domenico Arcuri - quello dell'emergenza coronavirus, il risolutore di niente, uno che si era prodotto in una polemica sui divanisti-liberisti e che ci aveva preso gusto a dispensare i suoi sermoni agli italiani in piena ipnosi - continuare la sua ascesa come Mr. Wolf del Conte, ora come commissario per la riapertura delle scuole (non c'è un ministro? non basta il ministero?). I nostri figli affidati alla scienza di questa sagoma che ci rassicura: "Serviranno 10 milioni di mascherine al giorno". Serve il cervello, i libri, insegnanti capaci, aule, connessioni, didattica, cultura, presidi in gamba, insegnanti appassionati, non serve Arcuri, non serve la ministra Azzolina. Povera patria.
***
Come chiudiamo questo numero di List? Andiamo in Turchia, rotta verso Istanbul, Santa Sofia.
07
Santa Sofia sarà moschea
Il Consiglio di Stato della Turchia ha annullato la decisione del governo del 1934 con cui Santa Sofia fu convertita in un museo. La decisione spiana la strada al ritorno della preghiera islamica a Santa Sofia e alla riconversione in moschea, per cui l'ultima decisione spetta al presidente Recep Tayyip Erdogan. Santa Sofia fu chiesa dell'Impero Romano d'Oriente e poi fu moschea dopo la conquista ottomana del 1453, dal 1934 è un museo. Tornerà moschea, è il ciclo dell'eterno ritorno. Viviamo tempi interessanti (e ricorrenti). Forse troppo.
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soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.