24 Febbraio
Il coronavirus in Italia fa colare a picco i mercati
Wall Street chiude con la peggiore seduta degli ultimi due anni, Piazza Affari ha bruciato 38 miliardi. Escalation dello scontro tra Palazzo Chigi e le Regioni, Conte afferma di essere pronto a un intervento per limitare il potere dei governatori
Che succede? La crisi del coronavirus è balzata fuori dalla Cina. Finora eravamo in una bolla degli altri (dei cinesi) ora siamo dentro una bolla che è nostra e la percezione - sempre distorta - cambia perché il contesto è "vicino". Lo scenario europeo, la reazione a catena, è influenzata dal caso del nostro Paese: l'Italia è balzata al terzo posto nella classifica mondiale dei contagiati e siamo tra i primi anche per numero di decessi. Alzi la mano chi se lo aspettava. Nessuno. Ma c'erano anche tutte le premesse per mettersi nei guai. Se cerchi, trovi. E se trovi l'imprevisto e non hai una strategia finisci per diventare un problema più grande e perfino un indesiderato da non frequentare (la Francia ha annunciato "misure precauzionali per chi arriva dal Nord Italia", ah bonjour, les italiens). L'ufficio complicazioni nel nostro paese è sempre aperto. Non ci batte nessuno. Prima cosa da fare in questi casi: misurare la febbre. Bisogna contenere l'epidemia. E visto come vanno le cose, forse bisogna contenere anche il governo. I mercati hanno prezzato il rischio del coronavirus in Italia, il cavallo di Troia. Questa è l'apertura del Financial Times dopo la chiusura (disastrosa) di Wall Street:
È andata malissimo e bisogna interrogarsi sulla capacità del governo di fronteggiare una crisi di questo tipo, globale, dove le responsabilità sono nei confronti dell'intera comunità internazionale. Non si gioca, la comunicazione è parte fondamentale di questo processo. Qui la crisi del coronavirus è servita a congelare un'altra crisi, quella di governo, ma in ballo c'è la fiducia della comunità internazionale nella crescita globale e poi nel nostro paese. Siamo di fronte a fatti che impongono una riflessione seria sul cosa stiamo facendo e dove stiamo andando. Le Borse sono colate a picco, Wall Street mentre stendiamo questo aggiornamento è andata...
Che succede? La crisi del coronavirus è balzata fuori dalla Cina. Finora eravamo in una bolla degli altri (dei cinesi) ora siamo dentro una bolla che è nostra e la percezione - sempre distorta - cambia perché il contesto è "vicino". Lo scenario europeo, la reazione a catena, è influenzata dal caso del nostro Paese: l'Italia è balzata al terzo posto nella classifica mondiale dei contagiati e siamo tra i primi anche per numero di decessi. Alzi la mano chi se lo aspettava. Nessuno. Ma c'erano anche tutte le premesse per mettersi nei guai. Se cerchi, trovi. E se trovi l'imprevisto e non hai una strategia finisci per diventare un problema più grande e perfino un indesiderato da non frequentare (la Francia ha annunciato "misure precauzionali per chi arriva dal Nord Italia", ah bonjour, les italiens). L'ufficio complicazioni nel nostro paese è sempre aperto. Non ci batte nessuno. Prima cosa da fare in questi casi: misurare la febbre. Bisogna contenere l'epidemia. E visto come vanno le cose, forse bisogna contenere anche il governo. I mercati hanno prezzato il rischio del coronavirus in Italia, il cavallo di Troia. Questa è l'apertura del Financial Times dopo la chiusura (disastrosa) di Wall Street:
È andata malissimo e bisogna interrogarsi sulla capacità del governo di fronteggiare una crisi di questo tipo, globale, dove le responsabilità sono nei confronti dell'intera comunità internazionale. Non si gioca, la comunicazione è parte fondamentale di questo processo. Qui la crisi del coronavirus è servita a congelare un'altra crisi, quella di governo, ma in ballo c'è la fiducia della comunità internazionale nella crescita globale e poi nel nostro paese. Siamo di fronte a fatti che impongono una riflessione seria sul cosa stiamo facendo e dove stiamo andando. Le Borse sono colate a picco, Wall Street mentre stendiamo questo aggiornamento è andata a fare un tuffo nel mar rosso delle perdite. E al centro del Maelstrom ci siamo noi, l'Italia. Con questa classe politica che litiga su chi deve fare le conferenze stampa sul coronavirus. Quello appena chiuso a Wall Street è il giorno peggiore degli ultimi due anni. E siamo noi il problema, l'Italia. Che fare? Conte ha in tasca una soluzione che dovrebbe far riflettere tutti perché si tratta di un'escalation nello scontro tra le Regioni e Palazzo Chigi: limitare i poteri dei governatori sulla Sanità con un provvedimento straordinario. Prima di tutto, andiamo a fare un giro al mercato. Seguite il titolare di List.
01
Wall Street, peggiore seduta degli ultimi due anni
I mercati vedono un problema coronavirus fuori dalla Cina. E purtroppo l'Italia ha contribuito in maniera determinante. Ecco il cruscotto di Wall Street mentre aggiorniamo List (ore 22:00). Tutto rosso e sono numeri decisamente brutti da vedere, siamo sott'acqua e non ci voleva, perché l'economia ha bisogno di fiducia. Traduzione: l'Italia ha innescato un gran casino. Spiace ma questo è il quadro reale. Ecco le chiusure degli indici di Wall Street, azionate il paracadute:
Ecco il quadro di chiusura delle principali piazze europee:
Milano cola a picco (- 5,43 per cento), ha bruciato 38 miliardi di euro di capitalizzazione. Occhio al petrolio in pieno sprofondo da coronavirus, guardate il tuffo del Brent, perde oltre il 5 per cento, il barile è a quota 55,50 dollari al barile:
Milano è la piazza finanziaria che va peggio e il motivo è chiaro: l'Italia improvvisamente è diventata la "casa" del coronavirus in Europa. Siamo il cavallo di Troia. L'impatto sull'economia del Vecchio Continente - chiusure degli stabilimenti industriali, interruzioni nel settore dei servizi, crollo dei flussi commerciali con l'Oriente - sarà più grande di quello che viene detto in queste ore. Quanto? Prima di dare questa risposta, dobbiamo dar conto del Conte. Sono dichiarazioni pesantissime.
02
Conte e il "contenimento" dei presidenti delle Regioni
Ci sarà un bel dibattito su cosa si intende per "pieni poteri". Perché se Salvini fa le sue surfate istituzionali da Papeete Beach, c'è una frase di Conte che farà ardere un bel falò (delle vanità, il grande Tom Wolfe, che ci manca tant0) invernale sui propositi del premier in pochette. La politica italiana, che spettacolo. Che ha detto Conte? Questo, una robetta: "Il sistema sanitario nazionale è costruito su base regionale e non è predisposto per affrontare una emergenza come questa. Se non ci muoviamo all'unisono non riusciremo a fronteggiare la diffusione del virus. Dobbiamo essere pronti anche ad adottare misure che contengano le prerogative dei presidenti di regione". Conte sta dicendo letteralmente che è pronto a commissariare i presidenti delle Regioni. Cosa diranno Zaia e Fontana? Lo sapremo presto. Chiosa di Conte: "Se dovesse aumentare il livello di emergenza, ci sarebbero queste misure straordinarie. Al momento, però, la situazione non lo richiede". Molto interessante. Piccola considerazione di sistema (e sostanza) della politica italiana: Conte è premier venuto dal nulla (e rappresenta una sua grande abilità e capacità, senza dubbio), i presidenti delle Regioni sono eletti direttamente dal popolo. Meditazioni.
***
Torniamo alla domanda: che impatto avrà il coronavirus sull'economia italiana?
03
Quanto vale il virus nell'economia italiana
Le regioni del Nord colpite dal coronavirus rappresentano il cuore dell'industria italiana e il 50 per cento delle esportazioni del nostro paese. Lombardia e Veneto sono i motori della nostra economia. La Lombardia rappresenta il 22 per cento del Prodotto interno lordo italiano e il Veneto il 10 per cento. Sono due regioni in questo momento chiuse per virus. Secondo l'economista Lorenzo Codogno, fondatore di LC Macro Advisors, docente alla London School of Economics, "è ragionevole ipotizzare una contrazione tra lo 0,5 per cento e l'1 per cento del Pil, su base trimestrale, nel primo trimestre dell'anno se lo stop delle attivita' economiche dovesse prolungarsi per un paio di settimane". A questo scenario in evoluzione bisogna aggiungere il fatto che le previsioni fatte dalle istituzioni sono ottimistiche: "L'impatto sarà molto più significativo di quanto attualmente previsto dal governo e dalle organizzazioni internazionali, con i primi due trimestri dell'anno probabilmente già compromessi". Siamo appesi alla ripresa della produzione in Cina e al virus in Italia. Viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
04
La Cina è vicina (strane coincidenze)
La Cina è vicina amavano dire i maoisti, poi si allontanò e oggi è fin troppo vicina. Il nuovo Grande Timoniere, Xi Jinping, colpito al cuore dal coronavirus ha pianificato da fine gennaio una parabola che coincide con la ripresa della produzione in Cina dopo i festeggiamenti del Capodanno. Guardate questo grafico tratto da un report di Societe Generale, riguarda il numero di complessivo di casi di coronavirus in Cina:
Questa è la parabola degli incrementi giorno per giorno:
Aumentano i casi totali, diminuisce la diffusione. Si direbbe che la segregazione di 60 milioni di persone nelle città della provincia di Hubei abbia funzionato. Il cronista scrive una nota a margine sul taccuino: il calo coincide curiosamente con la ripresa dell'attività produttiva in Cina. Guardate questo grafico sulla riapertura delle fabbriche in Cina:
La produzione riprende, ma più di qualcosa nella macchina del regime cinese a Wuhan non funziona, perché stamattina era stata diffusa la notizia di un allentamento della situazione di quarantena nella provincia per i non residenti. Fine del blocco totale in vigore dal 23 gennaio scorso, i gruppi possono lasciare la metropoli, 11 milioni di abitanti in isolamento. Una svolta. Poco dopo è arrivata la dura realtà di Pechino: l'annuncio delle autorità locali non era stato concordato con il governo centrale, la fine della quarantena non esiste. Tutti dentro. La Cina è lontana.
05
Il terzo posto dell'Italia nella classifica mondiale
L'Italia con 219 casi accertati è il terzo paese nel Gran Premio del coronavirus, ecco la classifica tratta dalla mappa della Johns Hopkins University:
I dati della mappa sono aggiornati con un leggero ritardo, ma qui ci interessano le posizioni. L'anomalia italiana è l'essere non solo il primo paese occidentale per contagiati da coronavirus, ma l'aver superato paesi come Vietnam, Malesia, Australia, Taiwan, Thailandia, Hong Kong, Singapore, Giappone, Macao. Siamo più colpiti dei paesi dell'intera area del Pacifico, a eccezione della Corea del Sud. Nel confronto con i paesi occidentali, inoltre, abbiamo numeri enormi rispetto a Spagna (2 soli casi), Canada (9 casi), Francia (12 casi) Germania (16 casi), Stati Uniti (35 casi). La spiegazione del governo, in piena fase difensiva, è che noi i casi li stiamo cercando e gli altri paesi no. Vero, noi facciamo in questo momento più controlli, ma abbiamo un problema ineludibile: in ospedale arrivano i malati.
06
Sette morti in Italia. Sono tutti anziani (e già malati)
I morti sono sette, tutti anziani (tranne uno). I medici accertano anche se i morti hanno il coronavirus o no, per qualche soggetto il risultato del test è arrivato post mortem. Tutti sono anziani, dunque hanno un problema di fragilità sul piano biologico, il loro sistema immunitario è meno efficace; quasi tutti inoltre avevano un quadro clinico difficile, grave. Il coranovirus può aver accelerato la morte ma non è l'unica causa del decesso. Possiamo scrivere che sono morti "con" e non "per" il coronavirus. Il primo caso, quello del pensionato di 77 anni di Vo' Euganeo, era già ricoverato da oltre dieci giorni all'ospedale di Schiavonia, nel Padovano, per precedenti patologie, quando è morto il 21 febbraio. Il secondo caso di decesso risale a prima: un'altra pensionata, 77 anni anche lei, è stata trovata morta il 22 febbraio nella sua casa di Casalpusterlengo, nel Lodigiano. Solo post mortem è stato fatto il test, risultato positivo, ma anche lei aveva patologie pregresse. Stesso discorso per la terza vittima, annunciata ieri dalla Regione Lombardia. Si tratta anche in questo caso di una donna anziana, ricoverata a Crema in oncologia, quindi anche lei con una situazione già seria. II terzo morto in Lombardia, è quello di un bergamasco di 84 anni ricoverato al Papa Giovanni XXIII. La quarta vittima in Lombardia, quinta totale in Italia, è un uomo di 88 anni di Caselle Landi, sempre nel Bergamasco. Un decesso a Castiglione d'Adda, un 80 enne. L'ultimo decesso è quello di un 62enne nell'ospedale di Como, sempre di Castiglione d'Adda. Sono tutte persone anziane (tranne l'ultimo decesso), tutte con un quadro clinico generale compromesso in precedenza. Questo è il contesto reale, il coronavirus può essere letale, ma in determinate condizioni che non sono quelle di tutti. Certo, la popolazione italiana è anziana - siamo il paese più vecchio del mondo insieme alla Germania e al Giappone - ma la mortalità non è quella di un virus che colpisce in maniera inesorabile, siamo in una dimensione di una malattia con bassa mortalità e alta capacità di diffusione, è quest'ultimo il vero problema in campo, bisogna contenere la diffusione del coronavirus. Sì, viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
07
Effetto cinema. Vuoto
Il coronavirus cambia le nostre abitudini? Forse in casa non troppo (e in realtà se qualcuno tossisce comincia una sinistra operazione di messa a distanza perfino in famiglia), ma fuori è la fine di alcuni riti (tra l'altro in declino). Primo effetto: sono in picchiata gli incassi del cinema. Il box office, già mezzo affondato dallo streaming tv, con il coronavirus è al tappeto. In Italia nell'ultimo fine settimana il botteghino ha quasi dimezzato gli incassi, registrando un calo del 44 per cento di guadagni con oltre 4 milioni in meno di ricavi. Se volete una separazione rapida, ecco la frase che rende possibile la fine della vostra storia d'amore: andiamo al cinema?
08
Quelli che le Mauritius...
E chi poteva mai immaginarlo che finiva così la vacanza? Prendi la valigia, fai sogni che sono tutto un relax, il tuo capo ufficio non c'è, giochi a fare il voodoo sulla sua foto con quei denti bianchissimi da odontotecnico di Star Trek, quella dove ti ha costretto a giocare a calcetto e spaccarti un ginocchio, pensi con immensa soddisfazione alla suocera che non può affrontare lunghi viaggi in aereo, atterri alle Mauritius, è fatta, lontano, finalmente, pregusti il tuffo. Alt. Fermi tutti. Da dove venite? Italians? What a fuck, go home. È andata così per quaranta turisti italiani, lombardi e veneti, respinti all'aeroporto di Mauritius. Si sono ritrovati di fronte a una doppia scelta: quarantena o rimpatrio. Oceano indiano? Non avete letto il sito Viaggiare Sicuri della Farnesina? Crash. "A partire dal 23 febbraio 2020 le autorità locali hanno previsto misure di controllo per i viaggiatori provenienti dall'Italia che, all'arrivo, potranno essere sottoposti ad un periodo di quarantena obbligatoria con le modalità di volta in volta stabilite dalle autorità sanitarie locali". In questi casi c'è un solo rimedio: bere per dimenticare. Che dite? In Lombardia c'è il coprifuoco nei bar? In Veneto no, l'ombrina non si tocca.
***
Come chiudiamo questo numero di List? Con una sagoma che sta confermando tutto quello che abbiamo scritto: Bernie Sanders vittorioso in Nevada. Ci sono delle conseguenze in arrivo, stanno rotolando sulla testa degli altri. Il mondo non è tutto coronavirus, là fuori pulsa la vita. E ci piace moltissimo.
09
Nonno Bernie colpisce ancora (che mal di testa, Bloomberg)
Ossignore, questo qui ha vinto anche in Nevada... provate a immaginare il nido di vespe che gira vorticosamente nel cervello di Mike Bloomberg e di tutti gli altri dem, dei centristi dell'establishment, dei giornaloni in progress che avevano puntato su quello carino (come sempre), quel Pete Buttigieg, e poi hanno cercato di condire e digerire anche quello troppo ricco, con un impero editoriale, e poi chiunque ma non lui, no dai, quel socialisteggiante di Sanders, mio dio, non si può vedere, è accompagnato dalla Alexandria Ocasio-Cortez, in due sono troppo pop, non hanno neppure la casa agli Hamptons, non sono ricchi e intelligenti come noi. Ecco, questo è il punto della faccenda: Sanders è un outsider. Nel 2016 il cenacolo dei democratici tramò per far deragliare (con successo) la sua campagna che puntava alla nomination in scioltezza. Arrivò Hillary e fu il disastro perché l'invincibile Clinton perse gli Stati chiave. Arrivò la mietitrebbia di Trump in Ohio, in Wisconsin, negli Stati della Rust Belt. Come abbiamo scritto su List, Sanders piace ai giovani, promette utopie, è un arzillo combattente americano al quale bisogna portare rispetto.
Sanders è di sinistra, certo, propone utopie (dunque parecchie cose che dice non sono realizzabili) ma non è l'unico. Lo stesso Trump, nel suo solido pragmatismo da palazzinaro di Manhattan, propone sogni, tutta la politica americana è la riproposizione dell'American Dream. Sanders che fa il pieno in Nevada entra in un periodo di soli nove giorni in cui si gioca un bel pezzo della sfida, quasi tutto. Ci sono le primarie in Carolina del Sud (posto difficile) e c'è il Super Tuesday con la California che sembrerebbe pronta a dare la vittoria a Bernie. Se passa questi due ostacoli, la nomination va poi in discesa e bye bye a tutti gli abbronzati candidati Dem che piacciono all'élite. Sanders è l'altra faccia dell'uomo dimenticato che portò Trump alla vittoria nel 2016. A favore di nonno Bernie gioca un campo dei moderati (non è il campo dei progressisti di Zingaretti, tranquilli) che è diviso, affollato, per questo sono cresciute le pressioni per il ritiro di qualcuno dei contendenti, ma Buttigieg, Warren e Klobuchar restano incollati alla pista come dragster, mentre l'establishment democratico punta a rafforzare la posizione di Bloomberg (Biden lo danno già per spacciato) che ha i soldi per curvare lo spazio della corsa alla Casa Bianca. Dunque in Carolina del Sud si arriva divisi alla meta con Sanders che corre, parla, ipnotizza, balla, fa casino, promette di battere Trump, ride da pazzi, circondato dai ragazzini che si spellano le mani per lui. Una meraviglia per chi deve far correre l'inchiostro. Nei prossimi nove giorni avremo un dibattito televisivo, il voto in Carolina e il botto del Super Tuesday con la bellezza di 16 Stati al voto, circa il 40 per cento della popolazione americana. Tutto si fa e si disfa. Il paese dei sogni è in marcia, America 2020 è all'inizio e per i Dem sembra quasi alla fine.
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La realtà è sempre in fieri, abbiamo aggiornato questo numero di List con due Gin Martini, non ne abbiamo sentito il peso, per ora. Ne servirebbe un terzo, per dimenticare varie cose che non tornano, sperando che il fatto etilico non impatti troppo sulla rassegna stampa di Radio Radicale domani mattina alle 7:30. Siamo già pronti a dare il meglio, preparatevi a Gin e Regime.
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5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.