6 Marzo
Il decollo della guerra
Putin: l'Ucraina deve smettere di combattere. Il ministero della Difesa: ospitare aerei di Kiev è come entrare in conflitto. Zelensky chiede ancora la No Fly Zone, tratta per ottenere dalla Polonia i caccia Mig29s, ma Varsavia dice no: "Non invieremo jet e non consentiremo l'utilizzo degli aeroporti". Mosca bombarda, punta su Odessa e Dnipro. Israele prova a tessere un filo di pace, ma il negoziato è in stallo totale
A che punto è la guerra? Siamo al tavolo del carteggio, facciamo il punto nave, vediamo le mappe, i movimenti, dove sta andando il conflitto. Chi fa la guerra? Putin, dunque l'agenda la detta l'uomo del Cremlino. Telefonata di Emmanuel Macron (che non ha mollato, è dei pochi che alla pace ci crede), un'ora e 45 minuti di colloquio. Altra chiamata, altro leader, il presidente turco Erdogan. Il presidente ucraino Zelensky non sembra aver intenzione di cedere il passo all'esercito russo, ha chiesto ancora una volta la No Fly Zone, tratta (ne hanno discusso ieri con lui i senatori americani) per la fornitura dei cacciabombardieri Mig29s dalla Polonia, ma poco fa Varsavia ha gelato ogni speranza con un tweet della cancelleria del primo ministro: "La Polonia non manderà i suoi jet all'Ucraina, come pure non consentirà di usare i suoi aeroporti. Stiamo aiutando in molte altre aree". Guerra e pace via Twitter, siamo al delirio, ma questa è la contemporaneità, stabile come la nitroglicerina.
Il Cremlino ha fatto la sua sintesi dei colloqui e la situazione resta di totale stallo, c'è una guerra, non si vede la tregua, la pace è lontana e altri guai s'avvicinano come cacciabombardieri e non sono neppure i problemi più grossi, perché dobbiamo ricordare che la Russia è una potenza atomica e dalla mia libreria è spuntato un vecchio volume che mai avrei pensato di riprendere in mano con la sinistra sensazione che questo scenario sia possibile.

Di questo libro scriverò in un prossimo numero, segnalo solo che il problema esiste e "Nuclear First Strike" va letto perché le cose vanno in una direzione dove la scritta "pericolo" si vede benissimo ma pochi pensano che sia reale.
Attenzione alle parole pronunciate dal portavoce del ministero della Difesa russa, Igor Konashenkov: "Abbiamo informazioni affidabili su aerei da combattimento ucraini...
A che punto è la guerra? Siamo al tavolo del carteggio, facciamo il punto nave, vediamo le mappe, i movimenti, dove sta andando il conflitto. Chi fa la guerra? Putin, dunque l'agenda la detta l'uomo del Cremlino. Telefonata di Emmanuel Macron (che non ha mollato, è dei pochi che alla pace ci crede), un'ora e 45 minuti di colloquio. Altra chiamata, altro leader, il presidente turco Erdogan. Il presidente ucraino Zelensky non sembra aver intenzione di cedere il passo all'esercito russo, ha chiesto ancora una volta la No Fly Zone, tratta (ne hanno discusso ieri con lui i senatori americani) per la fornitura dei cacciabombardieri Mig29s dalla Polonia, ma poco fa Varsavia ha gelato ogni speranza con un tweet della cancelleria del primo ministro: "La Polonia non manderà i suoi jet all'Ucraina, come pure non consentirà di usare i suoi aeroporti. Stiamo aiutando in molte altre aree". Guerra e pace via Twitter, siamo al delirio, ma questa è la contemporaneità, stabile come la nitroglicerina.
Il Cremlino ha fatto la sua sintesi dei colloqui e la situazione resta di totale stallo, c'è una guerra, non si vede la tregua, la pace è lontana e altri guai s'avvicinano come cacciabombardieri e non sono neppure i problemi più grossi, perché dobbiamo ricordare che la Russia è una potenza atomica e dalla mia libreria è spuntato un vecchio volume che mai avrei pensato di riprendere in mano con la sinistra sensazione che questo scenario sia possibile.

Di questo libro scriverò in un prossimo numero, segnalo solo che il problema esiste e "Nuclear First Strike" va letto perché le cose vanno in una direzione dove la scritta "pericolo" si vede benissimo ma pochi pensano che sia reale.
Attenzione alle parole pronunciate dal portavoce del ministero della Difesa russa, Igor Konashenkov: "Abbiamo informazioni affidabili su aerei da combattimento ucraini che hanno precedentemente volato in Romania e in altri Paesi di confine, attiriamo la vostra attenzione sul fatto che l'uso della rete di aeroporti di questi Paesi per basare l'aviazione militare ucraina con un successivo utilizzo contro le Forze armate russe può essere considerato come coinvolgimento di questi Stati nel conflitto armato". Siamo a un colpo di cloche dall'allargamento del conflitto, sta decollando la guerra. Seguite il titolare di List.
01
Putin: Kiev non tiene conto della realtà

1. Negoziato con l'Ucraina. Kiev deve smettere di combattere, le richieste di Mosca devono essere accolte, il negoziato va avanti perché Mosca lo vuole. Mentre piovono bombe, questa è la posizione espressa in una nota del Cremlino. Putin ha detto che l'operazione sta andando secondo i piani, poi ha espresso la speranza che durante il prossimo round di negoziati (domani), i rappresentanti dell'Ucraina mostreranno "un approccio più costruttivo che tenga pienamente conto della realtà esistente". La nota del Cremlino dice che "è stata confermata la disponibilità della parte russa al dialogo con le autorità ucraine e con i partner stranieri per risolvere il conflitto“. Putin ha ribadito "l'inutilità di qualsiasi tentativo di Kiev di trascinare il processo negoziale";
2. Evacuazione dei civili. Impossibile anche oggi quella di Mariupol. Putin dice che "Kiev continua a non rispettare gli accordi raggiunti su queste questioni umanitarie" e aggiunge che "i nazionalisti ucraini hanno impedito le evacuazioni" da Mariupol e Volnovakha;
3. Centrali nucleari. Durante l'attacco a centrale nucleare di Zaporizhzhia gli ucraini avevano lanciato un allarme radiazioni. Putin ha detto che l'Ucraina è responsabile per "la provocazione". Il presidente russo dichiara di non essere contrario alla proposta del direttore generale dell'Aiea - menzionata dal presidente della Francia - sulla possibilità di tenere una riunione trilaterale nella zona di Chernobyl per sviluppare un meccanismo per garantire la sicurezza degli impianti nucleari in Ucraina, dunque ha osservato che in linea di principio questa idea potrebbe essere utile, ma varrebbe la pena di "tenere un tale incontro nel formato di una videoconferenza o in un Paese terzo".
***
I venti di guerra soffiano più che mai. Sarebbe il momento perfetto per la tregua ma...
02
I jet polacchi che arrivano e poi spariscono (e il problema in pista)

La Polonia secondo il Wall Street Journal e altri giornali americani fino a poche ore fa sembrava pronta a dare all’Ucraina aerei di fabbricazione sovietica (Mig-29S) che dovevano essere rimpiazzati dagli F-16 forniti dagli Stati Uniti. I piloti ucraini conoscono il velivolo, il Mig29s è un eccezionale aereo da combattimento, tutto torna. Sarebbe stato discusso tutto il percorso politico, serve un’autorizzazione del Congresso americano per il trasferimento, sui giornali escono commenti come "è la scelta di un paese sovrano”. E arriva perfino una conferma di Blinken sul piano in fase di approvazione. Poi succede qualcosa che rompe lo schema e un tweet della cancelleria del primo ministro della Polonia bolla come "fake news" tutta la cronaca così dettagliata rispondendo a Nexta (fondata da un 17enne scappato dalla Bielorussia e ora in esilio a Varsavia, altra bella storia, ma non per oggi): "Fake News! La Polonia non manderà i suoi jet all'Ucraina, come pure non consentirà di usare i suoi aeroporti. Stiamo aiutando in molte altre aree".

Dunque riepiloghiamo: gli americani danno lo scambio dei Mig con gli F16 come cosa più o meno fatta, solo che la Polonia è un paese della Nato, dunque i russi non saranno felici di sapere che gli ucraini li bombarderanno con i Mig di loro fabbricazione. Esito finale: il piano viene bocciato, ma restano troppe cose che non tornano, è chiaro che se ne è parlato e vedremo cosa accadrà nelle prossime ore. Siamo nel pieno del caos di una guerra, tutto cambia vorticosamente. Nel giro di un paio d'ore è arrivata anche la risposta da Mosca: l'aeroporto di Vinnytsia nel centro dell'Ucraina è stato distrutto da razzi russi. Lo ha annunciato il presidente Zelensky che ha di nuovo chiesto la No Fly Zone e gli aerei da combattimento. La prima non ci sarà, i secondi non sembra siano in fase di decollo e se mai dovessero arrivare, non troveranno nessuna pista d'atterraggio, almeno in Ucraina. Decolleranno dalla Polonia? Non sembra una buona idea, ma qui ormai siamo su un treno senza macchinista che viaggia a tutta velocità verso il binario morto. Stiamo precipitando a vite nella spirale della guerra totale.
03
Il fronte dell'acqua e l'assedio a Mariupol
Sul terreno, fronte Sud, la tregua di Mariupol è andata a carte quarantotto, i bombardamenti sono ripresi, la Russia stringe d’assedio la città che sta per essere occupata. Alle 11 ore italiane la popolazione verrà evacuata. Mosca commenta: “Il quartiere Stary Krym della città è sotto controllo. La nostra offensiva è un successo”. Bilancio del ministero della Difesa russo delle ultime 24 ore: distrutti 8 aerei militari, due elicotteri e missili, preso il controllo di alcune aree abitate.

L’intelligence britannica stamattina ha pubblicato il suo aggiornamento quotidiano: la Russia bombarda le aree popolate per fiaccare il morale degli ucraini. Stessa strategia usata in Cecenia (1999) e in Siria (2016). Artiglieria e campagna aerea. Le linee di rifornimento russe continuano a essere il target dell'esercito ucraino, battaglia per il carburante. Secondo lo stato maggiore ucraino, sono in corso "violenti combattimenti" nelle città di Mykolaiv e Chernihiv. Situazione sul campo, mappa dell'intelligence inglese aggiornata:

Che cosa può succedere in questo scenario? Lo raccontò da par suo Leone Tolstoj (non ho ancora sentito nessuno che vuole metterlo al bando, ma non disperiamo, il cretinismo avanza a grandi falcate) in Guerra e Pace:
Gli uomini che hanno maggior desiderio di battersi, si mettono sempre nelle condizioni più vantaggiose per battersi.
Tutto qui. Putin fa la guerra, l'Occidente la commenta e al limite la fa fare agli altri.

La guerra è imprevedibile, tutto può sempre cambiare, il vantaggio sul campo di Putin è schiacciante ma pensate a Napoleone a Waterloo che prima di andare in battaglia disse: "Wellington è un pessimo generale, prevedo la vittoria entro l'ora di pranzo" (leggere per iniziare il Napoleone di Georges Lefebvre). Messi tutti i se e i ma (e augurandosi che questo strazio finisca), senza un fatto nuovo, la proiezione per i prossimi giorni è questa:

L'accerchiamento è costante, via terra e via mare, con la fanteria coperta dall'artiglieria. A sud il Mar Nero e il Mar d'Azov sono già stati trasformati in un grande lago russo, Mariupol sta per cadere, Odessa finirà sotto attacco a breve, la casamatta della città di Dnipro apre la via alla conquista di tutto il corso del fiume Dnieper e da quel momento si apre il libro di Storia. Le notizie di cronaca sono il chiodo per appendere il quadro che avevamo provato a dipingere, secondo fonti della sicurezza ucraina, la Russia sta aumentando la pressione sul fronte Sud per tagliare completamente Kiev dall'accesso al Mar Nero, è la conferma di quanto scriviamo da giorni sulla strategia della guerra di Putin. Le stessi fonti parlano dell'azione per circondare la città di Dnipro, dunque si sta materializzando l'altro passaggio chiave, il controllo del fiume Dnieper.
04
Un fiume e un'immensa pianura dove cavalca la Storia
Torna come un fantasma una campagna storica della Seconda guerra mondiale, l'offensiva di Stalin del come ho ricordato nei giorni scorsi, all'inizio della guerra: i russi possono andare oltre il Donbass, arrivare alle rive del Dnieper (2200 chilometri, dalla sorgente nelle colline di Valdai al delta in Ucraina), via vitale dell'Europa centrale, che fu il teatro di una delle grandi campagne del fronte Est della Seconda guerra mondiale, durò 3 mesi, 3 settimane e 6 giorni, dal 26 agosto al 23 dicembre del 1943, ecco la mappa del tempo:

Nel 1943 le truppe sovietiche marciarono al grido di "prendiamo Kiev". E fu l'inizio della fine della Germania, l'avanzata dell'Armata Rossa fino a Berlino. Oggi? Passato il fiume, conquistata Odessa, si aprono le pianure del Nord Europa dove da qualche millennio la storia cavalca senza ostacoli in sella alla geografia.

Guardate bene la mappa: superata la catena degli Urali (a destra), si apre l'immensa pianura del Nord Europa, la più fertile del mondo, uno spazio di immensa ricchezza, un pericolo e un'opportunità per qualsiasi esercito.
05
Chi ha ucciso il negoziatore ucraino? Due versioni, un mistero
L’uccisione del negoziatore ucraino non ha ricevuto l’attenzione che meritava (nei media c’è chi non vuole vedere cosa accade dalla parte ucraina, grave errore) la storia di Denis Kireyev, ex banchiere con esperienza internazionale, figura molto influente con contatti con Mosca, uno dei negoziatori ucraini, che è stato ucciso con un colpo alla testa a Kiev. Prima versione: fonti ucraine compaiono sui circuiti di news internazionali e dicono che Kireyev era un traditore, trafficava con i russi, è stato ucciso dai servizi segreti che avevano le prove e cercavano di arrestarlo; seconda versione: l’esercito ucraino dice che “durante l'esecuzione di compiti speciali, tre spie sono state uccise: dipendenti della direzione principale dell'intelligence del Ministero degli affari interni: Alexei Ivanovich, Chibineev Valery Viktorovich, Denis Borisovich Kireyev. Sono morti difendendo l'Ucraina e il loro impegno ci ha avvicinato alla vittoria!”. Vedremo una terza versione?
06
Pace? Ci prova Israele che ha la Russia in casa

Sul fronte diplomatico, nella palude l’iniziativa europea che era guidata da Emmanuel Macron, del tutto inesistente quella americana (Blinken gira per l'Europa, martedì vedrà Macron a Parigi, ma è l'uomo della Casa Bianca a dover decidere cosa fare), il pallino lo ha preso in mano da Naftali Bennett, il premier di Israele, probabilmente l’unica nazione che ha l’esperienza della guerra e la conoscenza della Russia (oltre 1.300.000 persone parlano russo, il 15% della popolazione, sono i figli della diaspora degli ebrei russi) necessaria per parlare con il Cremlino. Bennett ieri è volato da Vladimir Putin al Cremlino (tre ore di colloquio) e poi a Berlino dal cancelliere Olaf Scholz che ha commentato: “L’obiettivo comune è porre fine alla guerra il più rapidamente possibile”. Un’ovvietà che la diplomazia internazionale finora ha mancato completamente. Bennett ha parlato con il presidente ucraino Volodymyr Zelenski anche stamattina, è la loro terza conversazione in due giorni. L’altro elemento da tenere d’occhio è il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan che ha parlato sempre stamattina con Putin, i due stanno discutendo sulla possibilità che la Turchia ospiti un negoziato tra Russia e Ucraina per il cessate il fuoco, nell’agenda turca c’è un’occasione, il prossimo forum diplomatico di Antalya, previsto l’11 marzo sulla costa turca.
Intanto dalla Cina è arrivato un avviso agli Stati Uniti: il ministro degli esteri cinese avverte gli usa: nessuna mossa che “aggiunga benzina al fuoco”. L’invio degli aerei polacchi all’Ucraina - con il via libera di Washington - è una di quelle mosse.
07
Il Fondo monetario: impatto devastante sull'economia
L’economia sta per entrare in zona recessione, stiamo ancora vedendo i dati pre-guerra, ma presto arriveranno quelli del caos geopolitico acceso dal conflitto e saranno un bagno di realtà per molti che guardano con ottimismo alle sanzioni, bisogna ricordare che colpiscono tutti, non solo la Russia, e il loro effetto sul settore dell’energia e quello strategico dei cereali è gigantesco. Il Fondo monetario internazionale - altra istituzione da ripensare nel nuovo scenario - parla di “impatto devastante” sull’economia globale, giovedì ci sarà una riunione della Banca centrale europea, all’ordine del giorno una valutazione dell’impatto sull'economia dell'eurozona, colpita dall'inflazione record. Andate al bar, prendete il caffè, vi accorgerete con questo piccolo gesto dell’effetto sulla spesa quotidiana. Poi andate in panificio...

Sul mercato delle materie prime, c’è grande attenzione sull’energia, ma il settore che potrebbe innescare disordini sociali (le primavere arabe nacquero in Tunisia nel 2011 con la guerra del pane) è quello dell’agricoltura, il mercato dei cereali sta schizzando a razzo verso quotazioni mai viste prima, c’è la corsa alle scorte di grano (guardate la curva del prezzo nel grafico qui sopra), l’Egitto (oltre 100 milioni di abitanti da sfamare) aveva chiesto nei giorni scorsi una riunione urgente della Lega Araba. Per gli analisti, tutto dipende dalla produzione di grano in Ucraina, uno stop condurrà a prezzi triplicati. Massima attenzione alla rivolta sociale nei paesi poveri con tassi di popolazione giovane (quella che gli analisti militari definiscono “ready to fight”) l’innesco delle rivoluzioni si chiama fame.
Sul fronte delle sanzioni, continua la stretta americana per cercare isolare il Cremlino e provocare la caduta di Putin. Visa e Mastercard hanno sospeso le operazioni in Russia, sono arrivati i complimenti di Biden. La più grande banca del paese, la Sberbank sta studiando "alternative” all’esclusione da Swift, potrebbe adottare il sistema di pagamento Mir, attivo in Cina e gestito da Unionpay. E il cerchio si chiude anche sulla carta di credito e il conto corrente, Mosca-Pechino, il nuovo asse. Sì, viviamo tempi interessanti. Forse troppo.