11 Marzo

Il dittatore e il genio

Il 5 marzo del 1953 Stalin morì nella sua dacia di Kuntsevo. Lo stesso giorno, un gigante della musica, Prokofiev, morì a distanza di un'ora. Storie parallele di personaggi opposti, il leader sanguinario dell'Unione Sovietica celebrato come l'uomo che "più aveva fatto per l'umanità" e il musicista 'dimenticato' dal regime

di Marco Patricelli

L’uno è stato «un personaggio controverso», stando alle parole adoperate disinvoltamente qualche giorno fa dalla Rai; l’altro un genio della cultura universale senza se e senza ma. Il primo di professione faceva il dittatore e sulla coscienza (ammesso che ne avesse una), si portava decine di milioni di morti e di perseguitati; il secondo era un compositore che col suo genio ha regalato capolavori all’umanità. Il destino unì il «magnifico georgiano» e il russo nato in Ucraina, legandoli con la data di morte, avvenuta il 5 marzo 1953: Stalin nella sua dacia di Kuntsevo e Prokof’ev a Mosca, ambedue per emorragia cerebrale, a distanza di un’ora.

Ma non fu il destino a cancellare la scomparsa di Sergej Serge’evič per celebrare quella di Iosif Vissarionovič Džugašvili, bensì la nomenklatura sovietica che spacciava il tiranno per un dono all’umanità, e nello stesso tempo si rincuorava nell’intimo per lo scampato pericolo di poter finire in una delle sanguinarie “purghe” che scatenava nei picchi di paranoia. La morte di Prokof’ev, semplicemente, sparì dalle notizie e dalle testimonianze di cordoglio, fagocitate da quelle su Stalin, artefice della costruzione del paradiso socialista, vincitore della Grande guerra patriottica contro Hitler (guardandosi bene da ricordare che dal 23 agosto 1939 al 22 giugno 1941 ne era stato alleato), edificatore della potenza del sistema sovietico che aveva esteso dopo il 1945 con la violenza in mezza Europa, il Piccolo padre che vegliava sui destini e sulla felicità del suo popolo accarezzando i bambini e fucilando padri e madri.

L’Unità, in Italia, uscì con l’intera prima pagina intonata ai peana all’uomo «che più aveva fatto per l’umanità» pur non avendo mai avuto il senso dell’umanità. I suoi crimini epocali sarebbero stati svelati da Nikita Khuščëv nel 1956 nel Rapporto segreto nelle stanze ermetiche del XX Congresso...


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