27 Marzo
Il francese, il turco, l'americano. E un guaio a Varsavia
Joe Biden dice che Putin non può restare al Cremlino, la Casa Bianca e Blinken correggono le parole fuori controllo del presidente: "Non vogliamo il regime change". Macron: "Non avrei chiamato macellaio Putin, così si favorisce l'escalation". La Turchia: "Se bruciamo i ponti poi con chi parliamo domani?". La tela di Erdogan che ospiterà il prossimo round dei negoziati tra Russia e Ucraina
A che punto è la guerra? Joe Biden l'ha combinata grossa a Varsavia, ha detto che Putin non poteva restare al Cremlino, ha lasciato tutti di stucco, per primi i suoi funzionari, alla fine del suo intervento la Casa Bianca ha dovuto precisare che il presidente non intendeva parlare di regime change. Stamattina la posizione è stata ulteriormente chiarita dal segretario di Stato Anthony Blinken: "Come sapete, e come ci avete sentito dire ripetutamente, non abbiamo una strategia di cambio di regime in Russia o altrove". Un dietrofront micidiale, che stamattina ha avuto un seguito perché con la Russia prima o poi bisognerà intavolare la pace e in Europa c'è chi guarda con preoccupazione non solo alla tragedia della guerra scatenata dalla Russia, ma anche la totale assenza di iniziativa diplomatica dell'America. Non basta spedire armi, bisogna cercare il negoziato per evitare una spirale di guerra totale.
Zelensky chiede ancora armi, dice che "all'Occidente manca il coraggio", ma tutti sanno che un passo falso può condurre al peggiore degli incubi. Serve il negoziato, oltre c'è solo una guerra mai vista. La Turchia gioca la carta della mediazione, il prossimo round di negoziati si svolgerà in terra turca, è previsto tra il 28 e il 30 marzo. Erdogan ci prova, il problema è lo status della Crimea e del Donbass, sul resto un accordo si può trovare. E Mosca non rinuncerà a mantenere il controllo su questi territori dell'area russofona.
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Torniamo alla domanda che ci accompagna da oltre un mese: a che punto è la guerra? Facciamo un punto nave, seguite il titolare di List.
01
"Putin non può restare". Anzi no. L'indietro tutta di Biden a Varsavia
La guerra va avanti come una guerra: Putin fa lo stratega sul campo di battaglia; l’esercito ucraino difende le postazioni; milioni di...
A che punto è la guerra? Joe Biden l'ha combinata grossa a Varsavia, ha detto che Putin non poteva restare al Cremlino, ha lasciato tutti di stucco, per primi i suoi funzionari, alla fine del suo intervento la Casa Bianca ha dovuto precisare che il presidente non intendeva parlare di regime change. Stamattina la posizione è stata ulteriormente chiarita dal segretario di Stato Anthony Blinken: "Come sapete, e come ci avete sentito dire ripetutamente, non abbiamo una strategia di cambio di regime in Russia o altrove". Un dietrofront micidiale, che stamattina ha avuto un seguito perché con la Russia prima o poi bisognerà intavolare la pace e in Europa c'è chi guarda con preoccupazione non solo alla tragedia della guerra scatenata dalla Russia, ma anche la totale assenza di iniziativa diplomatica dell'America. Non basta spedire armi, bisogna cercare il negoziato per evitare una spirale di guerra totale.
Zelensky chiede ancora armi, dice che "all'Occidente manca il coraggio", ma tutti sanno che un passo falso può condurre al peggiore degli incubi. Serve il negoziato, oltre c'è solo una guerra mai vista. La Turchia gioca la carta della mediazione, il prossimo round di negoziati si svolgerà in terra turca, è previsto tra il 28 e il 30 marzo. Erdogan ci prova, il problema è lo status della Crimea e del Donbass, sul resto un accordo si può trovare. E Mosca non rinuncerà a mantenere il controllo su questi territori dell'area russofona.
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Torniamo alla domanda che ci accompagna da oltre un mese: a che punto è la guerra? Facciamo un punto nave, seguite il titolare di List.
01
"Putin non può restare". Anzi no. L'indietro tutta di Biden a Varsavia
La guerra va avanti come una guerra: Putin fa lo stratega sul campo di battaglia; l’esercito ucraino difende le postazioni; milioni di donne, bambini e anziani lasciano l’Ucraina; Biden vola a Varsavia, cita Giovanni Paolo II, dice che il presidente russo non può restare al Cremlino e poi la Casa Bianca precisa che il presidente non si riferiva a un cambio di regime a Mosca; in troppi ipotizzano l’uso dell’arma nucleare; l’Europa non vuole la guerra, non vuole la recessione, non vuole (più) Putin, non vuole (più) gli oligarchi, non vuole il gas russo (ma lo compra ogni giorno), cosa voglia l’Europa e come fare per ottenerlo è un banco di nebbia; tuonano i cannoni e la diplomazia è muta.
Il Comandante Mao avrebbe detto che “grande è la confusione sotto il cielo e dunque la situazione è eccellente”. Ma qui non c’è nessun Mao Tse-tung, la Cina è lontana (e per ora sta con la Russia), il metronomo della guerra è in mano a Putin e nessuno sa leggerne lo spartito. A Mosca parlano una lingua che l’élite occidentale non capisce, nessuno dei leader in carica ha mai guidato un esercito, manca l’esperienza della morte, del ferro, del fuoco - dell’ora più buia - mentre l’uomo del Cremlino conduce una campagna militare convenzionale e multi-dimensionale, una guerra dell’Ottocento con lo scudo della deterrenza nucleare e dei missili ipersonici (la Nato è immobile), seleziona l’obiettivo con la dottrina di Carl von Clausewitz (“la guerra è una continuazione della politica con altri mezzi”), colpisce le infrastrutture e i civili, terrorizza la popolazione, applica le regole di Sun Tzu (“sul terreno poco importante non soffermatevi”), attacca dal cielo di giorno e di notte mentre attende che le fortificazioni cadano sotto l’assedio. Per battere Putin servono due cose: conoscere Putin e rileggere la storia.
Biden pensa di piegare la Russia con il remake della guerra in Afghanistan contro le truppe sovietiche: arma un altro esercito (allora furono i guerriglieri mujaheddin, da cui spuntò poi il futuro nemico più crudele, Osama Bin Laden), mette a loro disposizione i razzi anti-carro e anti-aerei Stinger (oggi anche i Javelin), carica sulle spalle della Russia le sanzioni, il tempo farà il suo corso e Putin cadrà con il suo esercito, umiliato, sconfitto, forse perfino eliminato da una congiura consumata all’interno del Cremlino. Se è questo il piano americano (e di rimorchio, quello europeo), allora la guerra sarà lunga e la diplomazia oggi e domani è un’opzione remota, dunque tutto torna. Sarà una vittoria, dicono. E sarà anche un massacro.

Andrà così? Nel mio mestiere ho imparato a guardare per prima cosa le mappe e da quando è iniziata la guerra in Ucraina ho osservato ogni giorno i fronti che contano per Putin (ricordare Sun Tzu sul terreno da scegliere): l’Est e il Sud, il Donbass e la Crimea. Chi sta vincendo? La risposta è nella mappa, le cronache di Mariupol sono quelle di una resistenza disperata, conquistata la città, il Cremlino avrà unito la Crimea al Donbass, l’obiettivo politico da portare sul tavolo del negoziato, quando e se mai ci sarà.

Il presidente americano a Varsavia ha fatto un discorso appassionato, democrazia contro autoritarismo, libertà versus dittatura, ha evocato le parole di Giovanni Paolo II (“non abbiate paura”), ha ricordato la grande lotta nei cantieri di Danzica di Lech Walesa e Solidarnosc, il crollo del Muro di Berlino, ha parlato di “un tiranno” (e poco prima di “un macellaio”) e così facendo ha chiuso ancora di più la porta del negoziato, ha evocato una battaglia lunga (che combattono gli ucraini, non gli americani né tanto meno gli europei), ma dopo aver detto che Putin non può restare al potere, quando le luci di Varsavia s’erano spente, ha dovuto far precisare dagli uffici della Casa Bianca che non vuole il regime change a Mosca. Forse si è accorto di aver osato troppo, di aver scoperto le carte, ma è un dietrofront che è la spia di un’incertezza. È il segno di una debolezza e di un calcolo che per ora non torna. Se poi vuoi la Cina al tuo fianco, non dici che “l’Ucraina è una Tienanmen al quadrato”, si tratta di un grave errore. Putin non vuole la pace? Può darsi, ma una guerra senza diplomazia con una potenza che ha 6500 testate nucleari non si era mai vista.
Durante la crisi dei missili di Cuba nel 1962 John Fitzgerald Kennedy sfiorò la guerra atomica con Mosca (ho letto gli appunti del fratello Bob sul numero dei morti in America in caso di conflitto, raggelanti) poi fece un accordo con Nikita Krusciov. Putin è dalla parte del torto, la sua guerra è un errore e un orrore, ma forse alla Casa Bianca e nelle cancellerie europee è giunto il momento di rileggere i libri di storia.
02
Macron si smarca da Biden: non userei la parola macellaio, non favorire escalation
A proposito della "diplomazia" americana e delle parole di Biden a Varsavia. Qualcuno si sta svegliando dal sonnambulismo che conduce dritti all'allargamento del conflitto. Ha aperto gli occhi stamattina Emmanuel Macron che su France 3 ha detto: "Non utilizzerei la parola macellaio" per definire Putin. Non bisogna alimentare "un'escalation né di parole né di azioni". Il presidente francese ha anticipato: "Parlerò con Putin tra due, tre giorni", il suo obiettivo è quello di "raggiungere un cessate il fuoco e poi il ritiro totale delle truppe russe con la diplomazia. Ma se vogliamo farlo - ha rimarcato - non possiamo intensificare né le parole né le azioni". Bene, qualcuno cerca di tessere la tela diplomatica prima che sia troppo tardi.
Macron non è solo, le parole del presidente americano sono state un passaggio infausto. Anche la Turchia ammonisce sulle conseguenze negative di una linea senza diplomazia: "Se tutti bruciano i ponti con Mosca, chi parlerà con loro alla fine della giornata?”, ha detto Ibrahim Kalin, portavoce della presidenza della Turchia. Parla Erdogan, un altro leader che conosce la Russia da vicino. Lo stesso non può dirsi di Biden.
Tra gli analisti, segnalo Richard N. Haas, un veterano, tra i migliori, già diplomatico, oggi presidente del Council On Foreign Relations:

Haas è chiaro, non gira intorno al problema:
Le parole del presidente hanno reso una situazione difficile più difficile e una situazione pericolosa più pericolosa. Questo è ovvio. Meno ovvio è come annullare il danno, ma suggerisco che i suoi consiglieri principali raggiungano le loro controparti e rendano chiaro che gli Stati Uniti sono pronti a trattare con il governo russo.
Altra segnalazione, il giudizio di Niall Ferguson, uno degli storici più noti, sempre attento a calare l'attualità in un contesto che abbia "radici":

Ferguson è chiaro: "Come ho detto la settimana scorsa, l'amministrazione Biden ha apparentemente deciso di strumentalizzare la guerra in Ucraina per portare un cambio di regime in Russia, invece che cercare di porre fine alla guerra in Ucraina il più presto possibile. Biden l'ha appena detto ad alta voce. Questa è una strategia altamente rischiosa". Siamo in zona pericolo. E al Cremlino di questo passo si convinceranno che gli Stati Uniti stanno preparando qualcosa per rovesciare Putin.
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L'incapacità diplomatica è un pericolo. E in molti concorrono a creare uno scenario di guerra totale, anche tra i diplomatici ucraini. Si comincia dalle piccole cose, dai segnali deboli che sono la spia lampeggiante del problema. Stamattina ne è arrivato un altro, dalla Germania.
03
Quel concerto in Germania e la cattiva diplomazia di Kiev
L'ambasciatore ucraino in Germania, Andrij Melnyk, ha deciso di non partecipare a un concerto dei Berliner Philarmoniker organizzato nella residenza dal presidente tedesco, Frank-Walter Steinmeier.

Ragione del rifiuto? Nell'orchestra si esibivano dei musicisti russi. Peccato che, come ha spiegato la portavoce del capo dello Stato, Cerstin Gammelin, al centro del programma vi fosse l'opera del compositore ucraino Valentin Silvestrov, anche lui fuggito dalla sua patria all'età di 84 anni. Silvestrov al termine del concerto ha suonato al pianoforte una composizione di questi giorni, "nata sotto l'influsso della sua fuga". L'ambasciatore ucraino in Germania è un esempio di cattiva diplomazia.
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Rompere i ponti con Mosca significa accelerare lo scenario di una guerra nucleare. Siamo di fronte al dilemma del First Nuclear Strike.
04
La lezione della crisi dei missili di Cuba nel 1962
La crisi dei tredici giorni dell'ottobre 1962 fu quella in cui il mondo sfiorò l'incubo della guerra nucleare tra Stati Uniti e Russia. Gli americani scoprirono che l'Unione Sovietica stava costruendo installazioni di lancio di missili nell'isola di Cuba, le foto scattate dai ricognitori americani erano inequivocabili. Chi ha visto il film Thirteen Days ha avuto un assaggio del clima di quei giorni:

Fu la crisi peggiore. JFK preparò anche il discorso in cui annunciava l'intervento militare - convenzionale - contro le installazioni a Cuba. La Terza Guerra Mondiale. Sono documenti riservati poi resi pubblici dagli Stati Uniti, ecco un'immagine del dattiloscritto dell'epoca tratto dalla Presidential Library di Kennedy:

"... con il cuore pesante, e nella necessità di compiere pienamente il dovere del mio ufficio, che ho ordinato - e l'Air Force degli Stati Uniti sta ora compiendo - operazioni militari a con sole armi convenzionali, per eliminare un'installazione nucleare nel territorio di Cuba". Quel discorso JFK non dovette mai pronunciarlo, ma era pronto, tra le sue carte, il fratello Robert aveva fatto preparare tutto, nella più cupa delle opzioni.
Nel materiale dei Kennedy sulla crisi dei missili c'è la storia del dilemma del First Nuclear Strike. Tra i suoi appunti c'erano due cifre: "42 milioni" e "90 milioni". Secondo gli esperti che hanno analizzato il materiale storico, erano i morti previsti sul suolo americano a seconda di due scelte: 40 milioni di morti nel caso di first strike americano, 90 milioni di morti nel caso di un primo bombardamento sovietico. La terribile mano della Storia. E le scelte indicibili sul filo della pace e della guerra, tra vita e morte.
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La guerra in Ucraina è un gigantesco tutti giù per terra. Fine degli -ismi fondati sull'utopia, caduta dei totem e dei tabù.
05
Sorpresa. Il contrappasso energetico
Dante Alighieri inventò la formula letteraria del contrappasso, eccolo aggiornato e applicato alle illusioni dell'ecologismo insostenibile:

La copertina dell'Economist nel settembre del 2020 celebrava il potere del green. L'ultimo numero torna alla realtà, gli idrocarburi. Il tempo è galantuomo.
06
La biblioteca della guerra e della pace
Tanti lettori di List chiedono quali libri sto leggendo, una biblioteca per orientarsi. Questo lavoro di disseminazione di punti di vista diversi, letture alternative, concatenazioni, scenari e congiunzioni di mondi che possono a volte apparire distanti (e non lo sono) è uno dei pilastri del mio lavoro, la ragione per cui nel 2017 è nato questo "esperimento", List. In queste notti insonni (lo sono da molto tempo, siamo di fronte a tempi straordinari, intensi, accelerati, ogni istante è la fine-inizio del mondo) i libri si accumulano, diventano compagni di viaggio, dormono e si svegliano con me, sono una mappa indispensabile. Cerco sempre di mischiare le letture, ho la storia come via maestra, la letteratura come rivelazione, il realismo come mondo possibile che non significa l'abbandono dell'immaginazione e del mondo ideale, ma il suo dispiegarsi nella vita quotidiana, il battito puntuale dell'opera poetica, l'incanto e il canto del disincanto.
Leggevo qualche sera fa un saggio sulla produzione letteraria nel 1922, un anno magico, "The Annus Mirabilis of Literary Modernism", pubblicato dalla Oxford University Press, illuminante sulle interazioni, i fatti, gli sconvolgimenti e la nascita delle correnti artistiche e letterarie. Il 1922, l'anno di un post-guerra che prepara un'altra guerra che sarà un post-tutto umano e disumano, un memento, un sibilo di bomba che arriva dal cielo, la mitragliatrice nella trincea, la scomposizione della cronologia, la sua deflagrazione. Chiusa la pace di Versailles, si spalanca il cancello di un altro sterminio. E in questi dodici mesi di incubazione della crisi, nascono tre capolavori: La Terra Desolata, di T.S. Eliot, poema abbagliante; l'Ulisse di James Joyce, il monologo interiore come forma della conoscenza; La stanza di Jacob, di Virginia Woolf, lo spezzato che si ricompone in una vita ordinaria che è lo straordinario di ognuno di noi.
La prosa distillata e densa di Woolf, i libri nella stanza, oggetti e soggetti:

Non c'è la guerra, eppure è presente, nelle vecchie scarpe di Jacob, in quel consumarsi nel vai e vieni, nel cognome, Flanders, che evoca la tragica battaglia delle Fiandre, Prima guerra mondiale, caddero a migliaia, i tedeschi la ricordano come "il massacro degli innocenti di Langermark", tutti ragazzini, andarono incontro alle mitragliatrici, nella nebbia. Tra loro, c'era una staffetta portaordini, scampò alla morte: si chiamava Adolf Hitler. Ne La stanza di Jacob non c'è una sola riga sul conflitto, ma il romanzo di de-formazione e dissipazione di un gruppo di personaggi in cerca di domani, lo sminuzzamento del futuro, la scomposizione, la storia che appare e scompari in quadri, scene, allusioni, illusioni. Una rivoluzione dell'arte del romanzo. Annus Mirabilis, 1922, cento anni fa. Ieri, oggi, domani. Chi racconterà questo presente che per noi in un istante è già passato?

Mentre andavo avanti nella lettura, pensavo a cosa ci insegnano questi giorni, alla lontananza-vicinanza della guerra, alla sua immanenza. Quali libri? Chi può aiutarci? L'anima russa da esplorare, ecco una rotta. Con Vladimir Nabokov, le sue sublimi Lezioni di letteratura russa, dove tra gli autori che visita come un medico - spietato con il suo paziente - emerge il suo non-amore per Dostoevskij con una lettura brillante dell'opera che lo tira giù dal piedistallo e lo eleva su un piano altrove dove la grandezza è la sua sofferenza, la disfatta dell'autore la vittoria della canaglia che è in lui, il demone che lo possiede.
Qualcuno dirà, titolare c'è la guerra, sei partito da Virginia Woolf e continui a parlare di letteratura. Bene, allora vi deluderò, continuerò per vie impervie e non pre-vedibili, dunque mentre nella notte dei bombardamenti su Mariupol, il mio Nabokov incoronava Tolstoj come il più grande tra i prosatori, ecco balenare un pensiero su chi muove guerra per vie oscure: gli scacchi, santo cielo.

Corro a prendere dalla mia labirintica biblioteca La psicologia del giocatore di scacchi, di Reuben Fine, eccezionale descrizione del condottiero che cerca di uccidere il re, lo scacco matto che cercano Zelensky e Putin (mentre Biden cerca di muovere i pezzi da un luogo remoto). È a questo punto, mentre ridevo di quel matto di Alechin (un russo, campione mondiale nel 1927, "il sadico degli scacchi") che si presentò alla frontiera polacca senza documenti e disse: "Sono Alechin, il campione mondiale di scacchi. Ho un gatto che si chiama Scacchi. Non ho bisogno di documenti", è a questo, dicevo, che mi è tornato in mente un libro di Paul Auster, Man in The Dark, la fantapolitica, l'America in piena guerra civile, le Torri Gemelle che non sono mai state abbattute, uno sognatore di conflitti che bisogna fermare, la letteratura che anticipa il prossimo capitolo. La guerra è un racconto, guardate l'ex attore Zelensky, il suo ufficio comunicazione, il conflitto è anche una questione anche di pubbliche relazioni. Fino allo sbarco a Hollywood, stasera (Sean Penn ha chiamato al boicottaggio se non fanno parlare il presidente ucraino alla serata).
Parlaci della guerra, urlano dal loggione. È questa, non la vedete? Cercate il clangore del metallo e la storia, il materiale bellico? Va bene, capisco, i soldatini piacevano anche a me. Allora qui ho un libro illustrato intitolato Military History, curatissimo, collezione dello Smithsonian:

Qualche dettaglio interno, cacciabombardieri nucleari:

E torniamo così al punto di partenza, la Bomba. Eccolo il libro che descrive la fine e forse il nuovo inizio: The Road, di Cormac McCarthy (consiglio anche il film), un gioiello di scrittura che surfa in un mondo dove gli alberi sono scheletri che implodono, il cielo è senza sole, un evento ha alterato il mondo per sempre ma l'umanità sopravvissuta cerca una strada (il film girato da John Hillcoat mi dava una sensazione di parentela con Apocalypto di Mel Gibson) per la rinascita, un padre e un bambino in viaggio verso dove tutto comincia, l'acqua.

Il romanzo di McCarthy è l'apocalisse, una guerra, un asteroide, il clima che cambia, dopo c'è una sola cosa: la lotta per la sopravvivenza. Padre e figlio, in cammino:
Sì, ce la caveremo.
E non succederà niente di male.
Esatto.
Perché noi portiamo il fuoco.
Sì. Perché noi portiamo il fuoco.
Noi portiamo il fuoco. La fiamma della vita. Ce la caveremo.
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strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.