13 Ottobre
Il fronte del porto
I lavoratori dello scalo di Trieste si oppongono al Green Pass e ai tamponi. Doppia circolare del Viminale (e ancora confusione) sulle misure per i portuali. Rischi per l'operatività. Anche i sindacati confederali chiedono interventi specifici per la logistica e i trasporti. Grillo è per i tamponi gratis e parla di "pacificazione". Che fare?
Che succede? Il Presidente del Consiglio ieri ha firmato il Dpcm sull'uso del Green Pass nei luoghi di lavoro. La mancanza del certificato verde non comporta il licenziamento, ma chi ne è sprovvisto sarà allontanato dal posto di lavoro e ciascun giorno di mancato servizio sarà una assenza ingiustificata: niente contributi e calcolo di giorni di ferie. Il controllo avverrà tramite una app messa a disposizione dal governo. Ci sono dubbi sui controlli e sull'impatto che può avere l'obbligo di fronte a una popolazione di non vaccinati che è sempre più piccola ma in ogni caso può influire in maniera significativa sul funzionamento di alcuni settori. La prova come sempre avviene sul campo, ma giungono segnali che bisogna registrare in cronaca e osservare nelle prossime 48 ore, quando le norme sul Green Pass entreranno in vigore. Ci sono settori che non sono stati monitorati a dovere (porti, logistica, trasporti via terra), situazioni diffuse di persone che non sono vaccinate nel settore dell'assistenza (badanti, etc.) ma non sono sostituibili facilmente, nelle piccolissime imprese o in quelle specializzate chi non ha il Green Pass è spesso un lavoratore essenziale e i tamponi sono un costo non sostenibile per l'azienda e il dipendente. Come sempre, nulla è perfetto, la strategia del Green Pass ha funzionato, se ci sono "buchi" e situazioni dove intervenire, lo si faccia, senza trasformare il tema in un dibattito ideologico. Dobbiamo riaprire l'economia, non c'è alcuna battaglia degli -ismi, vale per tutti, governo compreso. Facciamo il nostro giro di giostra, seguite il titolare di List.
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Il fronte del tampone. Grillo e la "pacificazione"
La soluzione logica è vaccinarsi. Ma non essendoci un obbligo, funziona solo fino a un certo punto, ha un limite oggettivo nella volontà delle persone che rifiutano il vaccino. Che fare? Ci sono i tamponi, questa...
Che succede? Il Presidente del Consiglio ieri ha firmato il Dpcm sull'uso del Green Pass nei luoghi di lavoro. La mancanza del certificato verde non comporta il licenziamento, ma chi ne è sprovvisto sarà allontanato dal posto di lavoro e ciascun giorno di mancato servizio sarà una assenza ingiustificata: niente contributi e calcolo di giorni di ferie. Il controllo avverrà tramite una app messa a disposizione dal governo. Ci sono dubbi sui controlli e sull'impatto che può avere l'obbligo di fronte a una popolazione di non vaccinati che è sempre più piccola ma in ogni caso può influire in maniera significativa sul funzionamento di alcuni settori. La prova come sempre avviene sul campo, ma giungono segnali che bisogna registrare in cronaca e osservare nelle prossime 48 ore, quando le norme sul Green Pass entreranno in vigore. Ci sono settori che non sono stati monitorati a dovere (porti, logistica, trasporti via terra), situazioni diffuse di persone che non sono vaccinate nel settore dell'assistenza (badanti, etc.) ma non sono sostituibili facilmente, nelle piccolissime imprese o in quelle specializzate chi non ha il Green Pass è spesso un lavoratore essenziale e i tamponi sono un costo non sostenibile per l'azienda e il dipendente. Come sempre, nulla è perfetto, la strategia del Green Pass ha funzionato, se ci sono "buchi" e situazioni dove intervenire, lo si faccia, senza trasformare il tema in un dibattito ideologico. Dobbiamo riaprire l'economia, non c'è alcuna battaglia degli -ismi, vale per tutti, governo compreso. Facciamo il nostro giro di giostra, seguite il titolare di List.
01
Il fronte del tampone. Grillo e la "pacificazione"
La soluzione logica è vaccinarsi. Ma non essendoci un obbligo, funziona solo fino a un certo punto, ha un limite oggettivo nella volontà delle persone che rifiutano il vaccino. Che fare? Ci sono i tamponi, questa è l'altra via, ma sono una spesa. Chi paga? Ieri a sorpresa Beppe Grillo ha chiesto che sia lo Stato a farsi carico del problema. Abbiamo così un inedito asse: Grillo-Salvini-Meloni (e non solo, la questione è trasversale, non mancano voci favorevoli anche in altri partiti). Il governo con il ministro Orlando ha detto no, ma quest'ultimo, dirigente politico da sempre, parla spesso di una cosa che non conosce: il mondo del lavoro. Sentenzia Orlando: "Far diventare il tampone gratuito significa dire sostanzialmente che chi si è vaccinato ha sbagliato". Risposta ideologica. Il ministro del Lavoro di un governo del G7 deve assicurarsi che chi ha il lavoro... lavori e che le imprese stiano aperte e in questo senso ci sono segnali che non dovrebbe sottovalutare. Se si blocca un porto o va in tilt il trasporto su gomma che fa? Giuseppe Conte - che Orlando dovrebbe conoscere, è suo alleato nel governo e viaggiano insieme nel centrosinistra - ieri ha sposato la linea Grillo: "Noi come M5s abbiamo invocato e proposto il tampone gratis".
Grillo va letto con attenzione, perché afferma che "sul Green Pass serve la pacificazione", espone un tema politico più alto di quello a cui lo riducono gli Orlando di turno al ministero e coloro che sembrano non aver colto il problema della piazza. Grillo spiega che i lavoratori "senza vaccino potrebbero essere 3-3,5 milioni, su 23 milioni di lavoratori, il 13%-15% circa. Se lo Stato decidesse, come auspicabile, di pagare i tamponi per entrare in azienda per questi lavoratori, servirebbe circa 1 miliardo di euro fino a dicembre 2021". Sono numeri, dietro e davanti c'è la politica che deve mostrarsi ferma, certo, ma evitare tensioni. Salvini dice che bisogna "allungare la validità di tutti i tamponi", non solo quelli molecolari, "da 48 a 72 ore e garantire tamponi gratuiti a lavoratrici e lavoratori senza green pass". Meloni anche sostiene che "il governo deve intervenire immediatamente per evitare caos e discriminazioni, la spesa dei tamponi venga interamente coperta dallo Stato e la durata del Green Pass duri almeno 72 ore". Forza Italia sta dall'altra parte: "I tamponi devono essere gratuiti solo per chi non può fare il vaccino. La politica tutta dovrebbe invitare gli italiani a immunizzarsi e a farlo subito invece di immaginare escamotage utili alla propaganda politica, ma estremamente dannosi per la salute pubblica", commenta Licia Ronzulli. Soluzione? Per non c'è, siamo al muro contro muro, non è un buon segno. Le prossime ore ci diranno quale sarà la linea di Palazzo Chigi. Occhio ai porti, leviamo l'ancora, si naviga.
01
Il fronte del porto. Il no sulle banchine di Trieste
Nel settore portuale gli operatori hanno segnalato che con le attuali norme, la presenza di non immunizzati (40% nel Porto di Trieste) può di fatto rallentare o bloccare l'attività logistica. Su questo punto il ministero dell'Interno (cambia il teatro, ma l'attore che sbaglia il copione è sempre questo, spiace ma è diventata una costante) prima aveva raccomandato con una circolare alle imprese del settore "di mettere a disposizione del personale sprovvisto di Green Pass test molecolari o anti-genici rapidi gratuiti". Poi corregge quanto aveva disposto e dice che gli imprenditori "potranno valutare, nella piena autonomia, ogni possibile modalità organizzativa ai fini dell'acquisizione del Green Pass da parte dei dipendenti sprovvisti". Confusione. Il problema è che il no arriva dai lavoratori e dalle loro organizzazioni sindacali, il comitato dei lavoratori del porto di Trieste dice che "dal 15 ottobre, se non verrà ritirato l'obbligo del Green Pass nei luoghi di lavoro, bloccherà le attività del porto di Trieste". L'Autorità Portuale ha segnalato che il rischio di blocco a Trieste è alto (e attenzione a tutti gli altri scali) e il presidente Zeno D'Agostino ha le dimissioni in tasca. Il problema è urgente, anche i sindacati confederali sono per l'abolizione del Green Pass nel porto e, non solo, chiedono un provvedimento ad hoc per tutto il settore della logistica e dei servizi nei trasporti. Che cosa accadrà? Attendiamo i fatti, come sempre
03
Il fronte del fascismo. Conseguenze inattese
Dunque abbiamo un problema: il fascismo. Non esiste, ma c'è. Non è politicamente presente in Parlamento, ma da giorni tiene banco in tv. Non siamo negli anni Venti del "secolo breve", il Novecento, ma il vocabolario della politica ha recuperato quel linguaggio senza averne il pensiero. Non c'è il problema politico delle camicie brune, nessun Duce s'affaccia al balcone di piazza Venezia. Eppure il dibattito è su questo tema, il governo valuta lo scioglimento per decreto di un partito fantasma, gli sparuti militanti intrisi di fanatismo non attendono altro. Cancellare Forza Nuova per decreto? Sicuri? La cella per delinquenti come Fiore e Castellino è un fatto naturale, ma quando si entra nel dedalo delle idee con l'intenzione di ammanettarle, allora si rischia di alimentarle.
Forse è meglio avere prima delle sentenze, andare in tribunale, fare un pubblico dibattimento, inchiodare ogni fatto alla verità e ogni atto criminale alla sua giusta pena. E se si cominciano a usare i paralleli storici, allora bisogna conoscerla tutta, quella storia. Perché l'assalto alla Cgil, la devastazione di un pronto soccorso d'ospedale a Roma sono una cosa che fa rabbrividire (e ricorda il preludio del terrorismo negli anni Settanta, con i "gambizzati" e morti in fabbrica) ma l'efficientismo democratico a scoppio ritardato e fuori sincrono (Forza Nuova con le sue idee neofasciste è nata nel 1997, sono stati necessari 24 anni per rendersi conto della loro sulfurea presenza?) poi ha come esito delle conseguenze inattese. Non siamo dentro un percorso lineare, la confusione è tale che nelle chat dei No Vax senza alcun senso della storia, nell'ammasso di ignoranza si magnificano anche le Brigate Rosse. E nel corteo di Milano quelli che menavano erano gli anarchici. Neri? Rossi? Rossoneri? O forse come aveva riassunto lo scrittore Antonio Pennacchi, che ci ha lasciato poco tempo fa, siamo nel fiume del fasciocomunismo che tanti ha (con)fuso, sedotto, abbandonato e ça va sans dire, rovinato e dissipato? In fondo, questa è la storia, il tragico vuoto liberale del paese, con la "vita scriteriata" di tanti protagonisti e (s)comparse a ricordarci chi siamo e da dove veniamo.
Confusione, grande confusione. Sbrigata la pratica di Forza Nuova, cosa ne facciamo dei movimenti antisemiti che albergano indisturbati a sinistra? Li lasciamo andare in piazza a augurare la fine di Israele, incendiare la bandiera bianco-celeste con la stella di David, augurare la morte ogni 25 aprile alla Brigata Ebraica, provocare disordini e magari, visto che ci siamo, urlare anche 10, 100, 1000 Nassirya? Perché di questo stiamo parlando, della violenza che ha una "matrice" politica (riecco un'altra parola dimenticata) e il neofascismo non è l'unica. Violenza che è diffusa e innerva gli opposti estremismi (altra formula antica ripescata in questi giorni). Il manicheismo di chi crede di essere dalla parte giusta conduce sempre all'errore (e all'orrore). Consiglio a quelli che guardano solo a destra di leggere il saggio di Alessandra Tarquini pubblicato dal Mulino, "La sinistra italiana e gli ebrei".
La storia lascia tracce indelebili. E il presente pur diverso non presenta una faccia candida. Contro il Green Pass ci sono anche le sinistre radicali, sigle No Global e diciamo che tutto è prontamente dimenticato. E che ne facciamo dei centri sociali antagonisti che la violenza la predicano e la praticano? Succede oggi. Il fascismo è il male. E il comunismo? Gli estremi si toccano, anche se questo non piace alla moltitudine senza memoria che considera la parabola del comunismo dell'Unione Sovietica un esperimento riuscito male. Male al punto di uccidere. Nella mia libreria c'è una prima edizione di Arcipelago Gulag e non è un viaggio in paradiso.
Quanti lo hanno letto à gauche? Ripassavo proprio l'altro ieri sera i saggi di Enzo Bettiza sull'Ungheria, la repressione sovietica del 1956 e i "carristi" del Pci. Fanno venire i brividi. I nostalgici di Mussolini? In galera. Questo è il testo e il sottotesto della cronaca squadernata e a brandelli di queste ore. Il dibattito è avvelenato dal clima elettorale, dunque l'imperativo è schiacciare la destra sul fascismo (e la destra si fa schiacciare con i suoi errori). E con quelli di Stalin che si fa? Per sapere, per capire, leggere "Koba il Terribile. Una risata e venti milioni di morti", di Martin Amis.
Un altro decreto? Epurazione continua? O facciamo che nei piani di studio scolastici questi tizzoni ardenti della nostra storia emergano e vengano studiati dai piccoli italiani di domani? Conoscere è l'arma migliore, accendiamo un po' di luce sulla nostra coscienza. Se non ora, quando?
Il fascismo fu cosa profonda e terribile, una storia inquieta e tragica, il film del Novecento fatto di fuoco e acciaio. La nostra realtà è un altro copione, si nutre di spazzatura in Rete, cospirazionismo, alimenta tra gli ingenui e i reietti un sentimento di oppressione che è una molotov da lanciare contro il primo "nemico" utile per lo scopo. E poi, quale scopo? La rivolta permanente? Vedere le foto di Draghi in Piazza del Popolo dipinto come un nazista è surreale, ma qui non bisogna sottovalutare niente (c'è magma incandescente e più di qualche testa calda in giro si trova sempre) e non si può nemmeno pensare che quello visto in marcia a Roma sia il nostro paese. Bene ha fatto il Presidente Mattarella a dire che "c'è forte turbamento ma non preoccupazione, i casi sono stati limitati e, cosa più importante, l’opinione pubblica ha immediatamente reagito".
L'Italia non è lo spezzone di una sagoma di delinquente che viene ripresa in diretta da tutto il mondo mentre balza all'ingresso della Cgil per staccare la telecamera e cancellare le prove (operazione da criminale matricolato con il patentino permanente di idiota). Siamo di fronte a canaglie, a facce note e stranamente a piede libero e pugno liberato che sul palco urlano un'ora prima che andranno a occupare la sede della Cgil e - pur essendo l'obiettivo palese, dichiarato e difendibile in tempo utile - questi ceffi vengono lasciati liberi di fare esattamente quello che hanno detto. Un tempo la Digos leggeva anche le brevi dei giornali per scovare i terroristi, oggi non ascolta nemmeno i comizi dove si danno notizie di reato? Non è credibile. Va davvero tutto bene al Viminale?
Siamo di fronte a gruppi di estremisti che hanno trovato tra gli smarriti della pandemia un terreno fertile da cavalcare, una rivolta che materializza improvvisamente in "bersaglio" le inquietudini di una parte degli italiani che appare disorientata. Tutto questo è favorito dallo sbandamento di partiti che essendo divenuti follower e non influencer (restiamo nel loro mondo, quello virtuale dei social), non riescono a rinunciare a parte dei like di una folla dove si agitano sentimenti irrazionali. Giocare sulla paura, sull'angoscia, è ricetta antica, ma con i social media la partita a scacchi tra la vita e la morte assume la potenza di un virus. Dobbiamo trovare un altro vaccino, impresa che ha bisogno di cultura, moderazione, diritto e amore per la libertà. Vale per tutti, destra e sinistra.
04
Il fronte dell'Asia. Come aiutare l'Afghanistan (non i Talebani)
Il vertice del G20 straordinario sull'Afghanistan si è chiuso ieri, pubblichiamo le considerazioni finali del presidente Mario Draghi, sono un'istantanea utile per capire in quale stato di crisi sia piombato quel paese dopo il ritiro deciso dagli Stati Uniti. Sono parole che esortano all'azione, ma nello stesso tempo mostrano come il vuoto lasciato dal dietro-front dell'Occidente sia gigantesco e difficile da colmare. Al vertice non hanno partecipato Vladimir Putin e Xi Jinping, sono due assenze pesanti. Questo non significa che Mosca e Pechino siano disinteressate al problema, che non siano sensibili all'appello di Draghi, tutt'altro, ma la loro strategia non è quella degli Stati Uniti né quella dell'Unione europea. Se lasci il campo da gioco, qualcun altro lo occupa e non è detto che segua le regole precedenti. Non c'è alcun interesse a costruire un sistema di garanzie democratiche in Afghanistan da parte di Russia e Cina, non sono sistemi liberali che pensano a un modello occidentale. Se esportano qualcosa, è lontanissimo dalla nostra libertà, dalla nostra visione del mondo. Siamo in uno scenario fluido, pericoloso.
di Mario Draghi
Grazie mille Presidente Biden.
E grazie a tutti per l’incontro estremamente proficuo di oggi.
L’esito del vertice è stato riassunto nelle Conclusioni della Presidenza (Chair’s Summary) che sono state distribuite a tutte le vostre delegazioni.
Vorrei dire alcune parole che riflettono più da vicino il tipo di discussione che abbiamo avuto oggi.
Innanzitutto, la mia sensazione è che ci sia una forte volontà di agire, di convergere e di agire immediatamente.
C’è la sensazione che tutti noi siamo convinti che questa sia una vera crisi, una colossale crisi umanitaria, quindi la necessità di agire è immediata perché la situazione sta già peggiorando, e l’inverno sta arrivando.
Il secondo punto emerso è che dovremmo sforzarci, come molti di voi hanno detto, di avere una posizione unificata. Penso che sia molto importante e abbiamo una posizione unificata de facto, perché le Nazioni Unite sembrano aver ricevuto un ampio mandato a coordinare tutte le attività a favore dei cittadini afghani. Lo scopo principale di questo coordinamento è innanzitutto quello di rispondere all’emergenza umanitaria, e sosteniamo la missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan.
Il punto successivo è che la Banca mondiale, il Fondo monetario internazionale e gli Stati dovrebbero - in un certo senso - essere sotto il vostro ombrello, in modo da consentire alle Nazioni Unite di utilizzare tutte queste risorse. Ciò deve essere coordinato, ma soprattutto il più efficiente possibile. Quindi, prima di tutto, ci sono l’emergenza umanitaria e la risposta ad essa.
Il secondo punto è evitare il collasso economico dell’Afghanistan, e qui voglio solo sottolineare due punti che sono stati brevemente toccati. Penso che ci sarà una crisi del sistema dei pagamenti in Afghanistan, il che significa che tutti i pagamenti potrebbero crollare, perché il sistema sembra essere sul punto di fermarsi. Insieme a ciò, ci sarà una crisi del sistema bancario e questo è importante quanto l’attuale crisi umanitaria, perché se il denaro non scorre, se i pagamenti non possono essere effettuati, l’economia crollerà e renderà qualsiasi tipo di assistenza decisamente più complicata. Ora su questo aspetto, ovviamente, la Banca Mondiale e il FMI sono gli attori principali, ma per chiunque voglia cooperare lì, questo è molto, molto importante.
Il terzo punto è che c'è bisogno di una fornitura di servizi pubblici, in particolare dell’istruzione e della sanità, anche in collaborazione con le organizzazioni internazionali. Desidero ringraziare il Presidente della Commissione europea, von der Leyen, per l’ampio pacchetto di sostegno ma, come lei stessa ha affermato, questo dovrebbe trovare posto nel quadro dell'assistenza delle Nazioni Unite.
Ora, c'è un aspetto che non è apparso in primo piano in molte delle vostre considerazioni, ma che è ancora molto importante ed è la lotta contro il COVID-19. Questa non è la priorità principale in Afghanistan, ma dovremmo essere pronti a fornire i vaccini e a sostenere una pronta ripresa della campagna di vaccinazione attraverso la struttura COVAX.
Il punto successivo, che è stato sottolineato da quasi tutti voi, è che dovremmo fornire assistenza ai migranti e ai rifugiati nei paesi vicini, in coordinamento con le agenzie delle Nazioni Unite e le autorità locali.
Un altro punto che è stato sottolineato da tutti è che si dovrebbe prestare la dovuta attenzione all'aiuto alle donne e ai bambini.
L’ambito successivo è la sicurezza. Penso, di nuovo, che sia stato un tema universale. In altre parole, tutti voi avete sottolineato che l’Afghanistan non dovrebbe diventare di nuovo un rifugio per il terrorismo. Tale eventualità potrebbe destabilizzare non solo l’Afghanistan, ma l’intera regione, e forse anche il mondo intero.
Quindi, dovremmo offrire un sostegno adeguato - e penso che lo stiamo già facendo - ma dovremmo anche fornire risorse alla strategia dell'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine, perché vogliamo sradicare una delle principali fonti di finanziamento del terrorismo, vale a dire lo spaccio di droga.
C’è un’altra grossa lacuna da affrontare, perché purtroppo - a quanto si vede - il governo talebano non ha mostrato capacità amministrative straordinarie. C'è un vuoto istituzionale e quindi, nella misura in cui il governo talebano è disposto ad accettare aiuto, una linea d’azione cruciale è quella della ricostruzione delle istituzioni. Anche in questo caso la Banca Mondiale giocherebbe un ruolo di primo piano.
Molti di voi hanno sottolineato che il presupposto per andare in Afghanistan, per esserci, portare soldi, cibo, assistenza, è mantenere aperto l'aeroporto di Kabul. E qui devo ringraziare ancora le autorità turche e del Qatar per la loro azione. Quindi, abbiamo tutti riconosciuto il coinvolgimento dei paesi vicini come uno strumento chiave per raggiungere molti dei nostri obiettivi.
Penso di aver toccato molti punti, sono abbastanza sicuro di averne tralasciati alcuni, quindi vorrei concludere con un invito molto sentito.
Invito tutti voi a lavorare insieme per non abbandonare l’Afghanistan.
Nonostante le tante differenze che ci caratterizzano, non dobbiamo accettare questa catastrofe. Dovremmo agire, e questo sarà l’aspetto principale su cui dovremo lavorare nei prossimi giorni.
Grazie di cuore a tutti voi per aver partecipato a questo incontro.
***
La dura realtà è che non bastano gli aiuti, senza sicurezza non c'è futuro. I Talebani non sono il domani ma un eterno passato. Servono "boots on the ground". E l'Occidente gli stivali sul terreno non li ha più.
05
Il fronte dei microchip. La crisi colpisce Apple
Non c'è solo l'industria dell'auto in difficoltà per la crisi dei semiconduttori. Apple secondo Bloomberg non raggiungerà i suoi obiettivi di produzione per il nuovo iPhone prima delle vacanze. Apple aveva previsto 90 milioni di iPhone entro la fine dell'anno, ma si fermerà a 80 milioni perché i suoi fornitori Broadcom e Texas Instruments non possono far fronte alla produzione. Pront0? Non c'è nessuno.
06
Collisioni, esplosioni. Che disastro, lo spazio
Due immagini del telescopio Hubble, straordinarie. La prima è la collisione tra due galassie:
Hanno un nome comune (Arp 91) e sono a 100 milioni di anni luce dalla Terra. L'attrazione gravitazionale è tale per cui tra centinaia di milioni di anni luce le due galassie a spirale secondo gli studiosi formeranno un'unica galassia ellittica. Come sarà? Come la galassia PGC 42871, a 270 milioni di anni luce, nella costellazione del Centauro:
Ci si arriva così:
Un'altra immagine bellissima di Hubble, gas e polvere:
Sono i resti dell'esplosione di una stella nella Grande Nube di Magellano. Siamo puntini invisibili nell'universo.
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mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.