6 Gennaio
Il gioco delle tre carte sul canone Rai
Abolire il canone? Pagherebbe sempre il contribuente. Renzi prima lo piazza in bolletta, poi dice che lo vuole cancellare. I numeri del bilancio Rai, costi, ricavi e l'ineludibile tema del servizio pubblico. Privatizzare? I partiti non lo vogliono, ne perderebbero il controllo.
Abolire il canone. La gara della demagogia elettorale è partita e il primo a mostrare le carte (false) per una volta non è stato Berlusconi (arriverà anche lui) ma Renzi. Abolire il canone Rai è la sua proposta politica, la madre di tutte le battaglie, la novità del programma del Pd. Notevole. Com'è andata? Così.
01
Calenda dice no
Una persona seria, il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda, vista la roboante proposta, l'ha messa giù così:

02
Stuntman Orfini
E infatti non è una cosa seria, anche perché dove scende in campo Matteo Orfini ormai si aprono voragini per il Pd (vedere la sua brillante prova in Commissione banche):

Riepiloghiamo: Orfini parla niente meno che di "proposta storica" che "rafforza la Rai" e da neo-Schumpeter de noantri dice che "le privatizzazioni hanno distrutto (o quasi) aziende strategiche del paese". A chi si riferisce? A Prodi con l'Iri? In quel caso citofonare Orfini e dirgli che Renzi aveva appena chiesto al Professore di trovare degli alleati al Pd. No, forse si riferisce alle privatizzazioni di D'Alema. In tal caso cifofonare Orfini e dirgli che Matteo Orfini era dalemiano. Bisogna poi suonare una terza volta al citofono di casa Orfini per ricordare en passant al Matteo Orfini de-canonizzatore, ormai un vero e proprio stunt man della politica, che il Partito democratico, quello di cui è presidente, è il partito che ha messo il canone in bolletta! Va tutto benissimo: la mattina ci svegliamo e mettiamo il canone nella bolletta dell'Enel, la sera andiamo a dormire e cancelliamo il canone Rai scaricando i costi dell'azienda sulla fiscalità generale, cioè sempre sul povero contribuente. Come si chiama questa? Presa in giro, Calenda dixit.
03
Privatizzare?
L'unico argomento serio da tirare fuori sarebbe stato un altro: la privatizzazione della Rai. Ma è chiaro che sottrarla al controllo dei partiti sarebbe un...
Abolire il canone. La gara della demagogia elettorale è partita e il primo a mostrare le carte (false) per una volta non è stato Berlusconi (arriverà anche lui) ma Renzi. Abolire il canone Rai è la sua proposta politica, la madre di tutte le battaglie, la novità del programma del Pd. Notevole. Com'è andata? Così.
01
Calenda dice no
Una persona seria, il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda, vista la roboante proposta, l'ha messa giù così:

02
Stuntman Orfini
E infatti non è una cosa seria, anche perché dove scende in campo Matteo Orfini ormai si aprono voragini per il Pd (vedere la sua brillante prova in Commissione banche):

Riepiloghiamo: Orfini parla niente meno che di "proposta storica" che "rafforza la Rai" e da neo-Schumpeter de noantri dice che "le privatizzazioni hanno distrutto (o quasi) aziende strategiche del paese". A chi si riferisce? A Prodi con l'Iri? In quel caso citofonare Orfini e dirgli che Renzi aveva appena chiesto al Professore di trovare degli alleati al Pd. No, forse si riferisce alle privatizzazioni di D'Alema. In tal caso cifofonare Orfini e dirgli che Matteo Orfini era dalemiano. Bisogna poi suonare una terza volta al citofono di casa Orfini per ricordare en passant al Matteo Orfini de-canonizzatore, ormai un vero e proprio stunt man della politica, che il Partito democratico, quello di cui è presidente, è il partito che ha messo il canone in bolletta! Va tutto benissimo: la mattina ci svegliamo e mettiamo il canone nella bolletta dell'Enel, la sera andiamo a dormire e cancelliamo il canone Rai scaricando i costi dell'azienda sulla fiscalità generale, cioè sempre sul povero contribuente. Come si chiama questa? Presa in giro, Calenda dixit.
03
Privatizzare?
L'unico argomento serio da tirare fuori sarebbe stato un altro: la privatizzazione della Rai. Ma è chiaro che sottrarla al controllo dei partiti sarebbe un prezzo da pagare troppo alto per chi pensa che il consenso sia solo frutto dei passaggi da Fabio Fazio.
L’abolizione del canone Rai è argomento che viene fuori da qualche decennio, Renzi non è neppure originale. Ecco una sequenza ad uso e consumo del segretario del Pd:
- La Lega Nord con Matteo Salvini ha fatto una petizione per abolirlo;
- Il Movimento 5Stelle ne ha sostenuto la cancellazione;
- Alt. Berlusconi che ne pensa? Per il Cavaliere, proprietario di Mediaset, sarebbe un rompicapo: si troverebbe di fronte a una Rai senza canone ma anche senza tetto pubblicitario. Tutto risolvibile in ogni caso, basta fare leva sui prezzi del mercato.
Abolire il canone Rai significa avere un'idea diversa del sistema televisivo italiano. Idea che non c'è e infatti la "proposta" (esageriamo) si ferma al messaggio demagogico, tutto il resto serve alla caccia disperata al voto dei gonzi.
04
Senza canone. E i ricavi?
Il titolare di List si chiede: ma qualcuno nel Pd ha mai letto i bilanci della Rai? Questa è la prima pagina della lettera agli azionisti (cioè al Tesoro, guidato da un ministro espresso dal Pd, Pier Carlo Padoan) del Bilancio di Rai Spa nel 2016:

Sempre a beneficio di Renzi e Orfini, ecco un altro passaggio del Bilancio Rai 2016, pagina 26:

Ancora a beneficio dei creativi dirigenti del partito di governo che cambia idea come il vento ecco la composizione dei ricavi della Rai:

La Rai senza canone semplicemente non esiste perché il canone rappresenta quasi il 73 per cento dei ricavi e la pubblicità ha il tetto della raccolta. Leviamo il tetto? Fantastico, distruggi il mercato dell'advertising in pochi minuti, Mediaset si attrezza rapidamente e abbassa i prezzi, raschiando anche il barile delle risorse che erano rimaste ai gruppi editoriali della carta stampata. Lo Stato in ogni caso - visto che nessuno parla di privatizzazione - dovrebbe trovare due miliardi di euro nel bilancio pubblico per coprire i ricavi mancanti dall'abolizione del canone. Riepiloghiamo: con la mano destra ti tolgo il canone, con la mano sinistra ti sgancio 2 miliardi per andare avanti. La prima carta fa sparire il canone, la seconda lo fa riapparire con un altro nome, la terza presenta il conto ancora al contribuente. Miracolo. Tutto cambia e tutto resta uguale, il Gattopardo renziano.
Torniamo alle cose serie. Ecco i ricavi pubblicitari della Rai, spacchettati:

05
I costi della Rai
Nel Pd si saranno certamente chiesti quanto costa la Rai. Per sapere, per capire, ecco i costi aggregati:

Il costo del personale interno della Rai è il seguente:

Siamo abbondantemente sopra i 900 milioni. La Rai nel 2016 ha un numero medio di 11.770 dipendenti in servizio. Cosa fanno? Ecco un'altra tabella:

Nonostante questi numeri, la Rai produrrebbe ben poco se non avesse un fondamentale apporto dall'esterno che nel Bilancio 2016 si traduce in questo prospetto di costi:

Tutto chiaro? Non ancora? Pagina 123 del Bilancio 2016, passaggio sul numeretto che dice tutto su qualsiasi azienda, il Margine operativo lordo:
Il consistente incremento dei proventi da canone, oltre a finanziare il potenziamento dell’offerta e il rafforzamento patrimoniale, nonché l’integrale copertura dei costi dei grandi eventi sportivi, ha determinato l’incremento di 94,0 milioni di Euro del Margine Operativo Lordo, che presenta un saldo positivo di 177,6 milioni di Euro (83,6 milioni di Euro nel precedente esercizio).
In poche parole: la Rai senza il canone - ridisegnato dal governo Renzi e piazzato in bolletta - avrebbe problemi a far quadrare i conti. E infatti il risultato finale del Bilancio 2016 di Rai Spa è il seguente:
- Ricavi in miliardi di euro: 2,627
- Costi in miliardi di euro: 2, 721
- Risultato operativo: - 94 milioni di euro
Il risultato d'esercizio chiude positivamente per circa 4 milioni di euro, dopo la contabilizzazione dei proventi e oneri finanziari e il calcolo delle imposte.
06
Politica senza cultura
È in equilibrio? Sì, ma solo perché c'è il canone e in uno scenario di un'azienda che è un unicum nel settore delle partecipazioni statali. E lo è per ragioni storiche e politiche. La Rai è la più grande azienda culturale del paese, crea - bene o male - immaginario. Ai partitanti tutto questo non interessa, il dibattito su questa straordinaria azienda - in tutto - è ridotto a polemica elettorale di bassissimo livello. Dovrebbero vedere i signori politici che in queste ore parlano di canone televisivo e servizio pubblico come è stato affrontato il problema nel Regno Unito, la riforma della BBC che avrà mille difetti ma resta pur sempre un modello d'eccellenza. Noi siamo a Renzi e a Orfini - e a tutti gli altri che seguiranno - che dopo aver preso una decisione sul canone cambiano idea a fini elettorali. Verrebbe da esser tristi, ma non c'è niente di più distruttivo del comico. Dunque, ridiamo. E ricordiamo una frase di Ettore Bernabei, che fece una Rai per il popolo italiano senza mai essere populista:
La televisione ha un potenziale esplosivo superiore a quello della bomba atomica. Se non ce ne rendiamo conto rischiamo di ritrovarci in un mondo di scimmie ingovernabili. Io dico che la tv di oggi è come la medicina del 700, quando i barbieri facevano i chirurghi. Oggi per diventare chirurghi bisogna studiare 15 anni, mentre per diventare una star della tv basta qualche apparizione. La tv può fare cose buone ma può fare anche tanti danni. Non va affidata al primo che passa. Abbiamo bisogno che da molti master post-universitari escano professionisti capaci di esportare nel mondo buone sceneggiature, buone regie, buoni approfondimenti informativi. Cioè una buona televisione.
Non va affidata al primo che passa. O fa politica.
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7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
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8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
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8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
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9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
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conseguenza di usi
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derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
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l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.