27 Aprile
Il governo del voto anticipato
Salvini lo chiede in estate, ma la finestra è quasi chiusa. Quello in ottobre è possibile, il più probabile è nella primavera del 2019. Perché senza una sorpresa di Renzi si va di nuovo alle urne (e forse servirà a poco). Il diario del titolare di List.
Un governo tra Cinque Stelle e Partito democratico è davvero possibile? E quante reali chance ha di andare in porto un accordo politico tra due partiti che si sono combattuti furiosamente negli ultimi anni? Le elezioni anticipate quanto sono alle porte? E davvero possono sbloccare la situazione? Queste sono le domande dei lettori di List. Il titolare prova a dare una risposta insieme ai suoi collaboratori. Viviamo tempi interessanti. Forse troppo. Allacciate le cinture, partiamo dall'Italia e poi facciamo il giro del mondo.
01
Il non governo e il (non) voto subito di Salvini
A prima vista tutto il giro di giostra a cui stiamo assistendo sembra una gran perdita di tempo. Ma in realtà siamo dentro il paradosso politico per cui il Presidente della Repubblica deve perdere tempo per prendere tempo. Mattarella è un Presidente che ha esperienza parlamentare e sta sperimentando per la prima volta il duro mestiere di gestire dal Quirinale una crisi di (non) governo. Questa è la sua prima prova sul campo, una delle più dure della storia della Repubblica. Perché lo è? Ecco un paio di note rapide per orientarsi:
- Non c'è una chiara maggioranza dopo il voto. Dato scontato, certo, ma non per questo meno grave. Un sistema elettorale come il Rosatellum non avrebbe mai dovuto essere adottato dai partiti. Attenzione: non è una questione tecnica, ma politica. La mappa dei partiti italiani è da tempo tripartita, dunque la sostanza è politica, il Parlamento avrebbe dovuto varare una legge per dare subito un governo, perché era chiarissimo fin dal principio che l'unione tra opposti non sarebbe stata possibile. In realtà la legge era studiata a tavolino da Forza Italia e Partito democratico per andare dopo il 4 marzo a un governo di larghe intese tra Berlusconi e Renzi. Loro sono i principali responsabili di questa...
Un governo tra Cinque Stelle e Partito democratico è davvero possibile? E quante reali chance ha di andare in porto un accordo politico tra due partiti che si sono combattuti furiosamente negli ultimi anni? Le elezioni anticipate quanto sono alle porte? E davvero possono sbloccare la situazione? Queste sono le domande dei lettori di List. Il titolare prova a dare una risposta insieme ai suoi collaboratori. Viviamo tempi interessanti. Forse troppo. Allacciate le cinture, partiamo dall'Italia e poi facciamo il giro del mondo.
01
Il non governo e il (non) voto subito di Salvini
A prima vista tutto il giro di giostra a cui stiamo assistendo sembra una gran perdita di tempo. Ma in realtà siamo dentro il paradosso politico per cui il Presidente della Repubblica deve perdere tempo per prendere tempo. Mattarella è un Presidente che ha esperienza parlamentare e sta sperimentando per la prima volta il duro mestiere di gestire dal Quirinale una crisi di (non) governo. Questa è la sua prima prova sul campo, una delle più dure della storia della Repubblica. Perché lo è? Ecco un paio di note rapide per orientarsi:
- Non c'è una chiara maggioranza dopo il voto. Dato scontato, certo, ma non per questo meno grave. Un sistema elettorale come il Rosatellum non avrebbe mai dovuto essere adottato dai partiti. Attenzione: non è una questione tecnica, ma politica. La mappa dei partiti italiani è da tempo tripartita, dunque la sostanza è politica, il Parlamento avrebbe dovuto varare una legge per dare subito un governo, perché era chiarissimo fin dal principio che l'unione tra opposti non sarebbe stata possibile. In realtà la legge era studiata a tavolino da Forza Italia e Partito democratico per andare dopo il 4 marzo a un governo di larghe intese tra Berlusconi e Renzi. Loro sono i principali responsabili di questa situazione di stallo. Avevano un disegno politico: tagliare fuori il Movimento 5Stelle e la Lega. Quel disegno è stato bocciato dagli elettori.
- L'unione tra opposti è una possibilità ma non è facile trasformarla poi in (alta) probabilità di sintesi chimico-politica. Il sistema italiano è non solo imballato ma deteriorato, soprattutto è privo di quella cultura del compromesso e dell'arte dell'accordo politico che era tipica della Prima Repubblica che con il sistema proporzionale ha governato l'Italia dal 1945 al 1993, anno del varo di una nuova legge elettorale maggioritaria, il Mattarellum. La Democrazia Cristiana riusciva a fare governi di coalizione anche con forze con le quali si scontrava duramente, lo stesso Partito comunista di fatto co-governava i dossier parlamentari e in occasioni d'emergenza collaborava strettamente con gli esecutivi della Balena Bianca. La classe politica emersa nella Seconda Repubblica ha cominciato a polverizzare questo quadro. Nel 2013 ci fu il primo segno di collasso, con tre governi in una legislatura e un Parlamento ridotto allo stato vegetativo di spingi pulsante dell'esecutivo. Oggi, il buco nero dell'ingovernabilità è visibile a tutti.
- La cultura politica del Movimento 5Stelle non è ideologica, ma questo non significa che non abbia spartiacque, paletti, dighe, muri, confini. La cifra del Movimento è tutta nel rapporto che ha con la Giustizia o, meglio, con una sua parte: l'accusa. Nonostante le vicende interne (Raggi, Appendino e altri) i Cinque Stelle restano saldamente ancorati a una cultura che pende dalla parte delle procure. Su questo punto, la rotta di collisione con gli altri partiti è automatica e le contraddizioni interne non possono trovare una virtuosa sintesi politica.
- Il niet a Berlusconi deriva da questo, ma tutto ciò significa anche negare alla radice il tema della sovranità del popolo, del voto e del rispetto del risultato del 4 marzo perché i Cinque Stelle sanno benissimo che logica, coerenza, senso di responsabilità - da parte di tutti - vorrebbero come esito della crisi italiana un esecutivo tra loro e il centrodestra.
- Siamo di fronte all'eccezionale rischio di una rupture del Paese: un governo di un vincente (il Movimento 5Stelle) con un perdente (il Pd) può innescare reazioni a catena. Che ne è della rappresentanza dei ceti produttivi del Nord? A questa domanda nessuno risponde. Lo stesso Salvini è travolto in pieno dal quesito perché pur emergendo differenze abissali tra lui e Berlusconi non ha separato il suo destino da quello del Cavaliere e dunque si ritrova a un passo dall'esser fuori completamente da tutti i giochi di governo. Ecco perché Salvini oggi dice: "Senza governo al voto entro l'estate". Quasi impossibile e tra poco vedremo perché.
- Dall'altra parte il Partito democratico è in pieno psicodramma: il problema non è quello di andare a fare un governo con i Cinque Stelle, il tema è ben più profondo: è come può tornare a Palazzo Chigi una formazione politica che è uscita dal voto del 4 marzo in condizioni post-belliche, una rovina.
- Infine, le leadership. Quella di Di Maio è obbligata trovare il governo, quella di Berlusconi si pone un problema legato ai destini di un gruppo aziendale non di un partito, quella di Salvini è proiettata nel futuro ma agganciata a Berlusconi rischia di sprofondare nel nulla, quella di Renzi è un paradosso perché la sua sconfitta avrebbe condotto chiunque all'esilio e a una traversata nel deserto e invece il senatore di Scandicci pare sia pronto a andare in tv alla vigilia della Direzione del Pd per far conoscere il suo Verbo sulla linea da prendere in questa battuta di caccia parlamentare.
02
Le quote di Mattarella
Ok, volete le quote che ha davanti il Presidente Mattarella? Senza un sottosopra nella Direzione del Pd del 3 maggio, la strada va tutta in discesa. Siamo arrivati a quota 70 15 15:
- Mattarella ha il 70 per cento di probabilità di nominare un suo premier per traghettare il Paese verso le elezioni nel 2019, dopo un piano minimo di riforme (al primo posto c'è la legge elettorale);
- Il Quirinale ha il 15 per cento di accettare un premier indicato da una maggioranza (che per ora non c'è)
- L'ultimo 15 per cento va alla voce crash totale con Mattarella che ha già in tasca il decreto di scioglimento delle Camere e voto tout de suite in autunno.
Dite che bisogna votare subito come sostiene Salvini? E per fare cosa? Conviene davvero? Il costituzionalista Alfonso Celotto ha scritto un articolo che consiglia grande prudenza. In un Paese di imprudenti significa più o meno predicare nel deserto.
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Nuovo voto? Grecia e Spagna dicono che è tempo perso
di Alfonso Celotto
Aspettiamo il 3 maggio per capire se M5S e PD (non) si accorderanno sulla formazione del nuovo Governo. Si rischia davvero di tornare al voto? Lo scioglimento anticipato delle Camere è l’ultima soluzione possibile, se proprio non si trova una nuova maggioranza. È una decisione che spetta al Presidente della Repubblica, sentiti i Presidenti delle due Camere, come recita l’art. 88 della Costituzione. Ovviamente il ritorno al voto sarebbe una sconfitta per l’intero sistema istituzionale e per i partiti, vista l’incapacità di accordarsi su una maggioranza di governo. In Italia non è mai accaduto che una legislatura non riuscisse ad iniziare e si dovesse tornare al voto. Continua a leggere l'articolo su List.
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Nel pezzo di Celotto c'è anche la soluzione logica di una crisi nata per forzature illogiche, un governo di larghe intese (con fondamentale moral suasion di Mattarella) per superare questa fase, avviare una serie di riforme e poi si torna alle urne. Nel frattempo, l'establishment e il sistema dei mainstream media incoraggiano un governo tra Cinque Stelle e Pd. Lo vedono come il male minore e una garanzia per proseguire l'operazione di depauperamento dell'Italia. Lorenzo Castellani spiega cosa c'è dietro l'agitarsi dei giornali e della classe dirigente italiana per un esecutivo giallo-rosso.
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Il gioco dei media. Allontanare Salvini, imbarcare il Pd
di Lorenzo Castellani
Come sono mutate le posizioni di grandi giornali, opinion-makers e uomini delle istituzioni in queste crisi politica? In definitiva, come sono cambiati gli orientamenti dei cosiddetti salotti della cultura, dell'economia e della politica? Come si evolve la psicologia dell'establishment italiano? Per comprenderlo occorre ripercorrere la sua breve storia partendo dalla campagna elettorale. Le elezioni politiche 2018, secondo i salotti liberal e moderati, presentavano due grandi pericoli. Continua a leggere l'articolo su List.
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Nel frattempo, là fuori succedono cose fondamentali. La grande notizia del giorno è l'incontro dei Presidenti delle due Coree. Kim promette di lasciare la fionda atomica, la Corea del Sud gli crede e si adopera per la firma di una pace che manca dal 1953, Trump sta a vedere cosa c'è di vero in quello che dice il dittatore nordcoreano e spera di conquistare un traguardo storico. In una parola, materiale da RadioList.
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Le due Coree a un passo dalla pace. Ecco cosa manca
Scenario e analisi dello storico incontro tra i Presidenti della Corea del Nord e della Corea del Sud. Kim Jong-un e Moon Jae-in mano nella mano su un confine dove il tempo si era fermato all'armistizio del 1953. La svolta di Kim, la scommessa del presidente sudcoreano, il ruolo di Trump e Xi Jinping, i prossimi passi per costruire la pace e trovare l'accordo sul programma nucleare di Pyongyang. Il titolare di List e Simone Pieranni del Manifesto esplorano la pace che corre sulla via della Seta. Ascolta RadioList.
Qui puoi ascoltare i brani integrali della colonna sonora di List.
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Incrociamo le dita, la pace tra le due Coree è fondamentale e sarebbe una grande svolta nel Pacifico. Con che cosa chiudiamo questo numero di List? Con un graffio di china di Guido Ciompi sul tema. I giardinieri delle due Coree
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I giardinieri delle due Coree
E se Kim taglia la pianta che succede? Oh, che domande, aumentano le possibilità di fare la guerra. Ci sono tanti modi per farla. Guardate questa battaglia tra robot:
Il mondo è pieno di cose interessanti. Forse troppo. Buona serata.
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8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
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danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
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salve le
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8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
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conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.