13 Dicembre
Il Grande Gioco del 2022 e l'anno che verrà
Bilancio di un anno ai titoli di coda, prospettive del 2023. In gennaio dominava l'illusione Grande Rimbalzo, in febbraio l'invasione dell'Ucraina spezza il sogno di una lunga ripresa e rimette al centro la geopolitica degli spazi. In Italia, la svolta storica della prima donna a Palazzo Chigi e il ritorno di un governo politico battezzato da una vittoria elettorale netta. Il grande dilemma del 2023 si chiama autonomia energetica (che non c'è)
Stanno scorrendo i titoli di coda del 2022, è tempo di fare un primo bilancio dell'anno che sta andando via, in un tempo senza tempo. Che cosa è successo? Siamo dentro un'era di grande cambiamento, la pandemia è stato solo il gong di questo passaggio, rapidamente tutti i pezzi della scacchiera stanno andando a comporre lo schema del nuovo Grande Gioco. L'Italia è parte di questo meccanismo, anche noi siamo attori di questo processo. Corriamo verso terre incognite. Questi sono un po’ di appunti sul mio taccuino, ne seguiranno altri con un taglio sulla cultura del nostro tempo, sull'Oriente e l'Occidente, sul visibile che spesso è invisibile agli occhi. Sarà un viaggio da qui alla fine dell'anno, fino allo sfoglio di un'altra data del calendario, il 2023. Andiamo, seguite il titolare di List.
01
L'illusione del Grande Rimbalzo
Siamo in gennaio, l’anno è partito alla grande, tutti pensano di continuare a viaggiare nell'era del Grande Rimbalzo, nell'apertura dell'economia dopo la crisi del coronavirus. Chiusa la distopica fase dei lockdown (ora cominciano i seri ripensamenti sulla segregazione 'cinese' che perfino a Pechino hanno abbandonato) il destino è radioso. L'inflazione che aveva cominciato da mesi a galoppare viene liquidata così dall'establishment: "È temporanea". Le élite hanno completamente sbagliato le previsioni. E non succede niente, tutti restano al loro posto senza fare un plissé. C’è chi si scusa (Janet Yellen e Christine Lagarde), ma il ‘dopo’ che avanza presenta nuovi abbagli.
All’inizio del 2022 i prezzi energetici erano già altissimi, correvano mesi prima della guerra, la direzione di marcia era nota (per chi voleva vederla e non era così complicato), nonostante lo scenario mutato, gli Stati Uniti continuano a mantenere una politica di sussidi che alimenta le aspettative e surriscalda l'economia. L'Europa? Con i tassi più bassi di sempre e la retorica...
Stanno scorrendo i titoli di coda del 2022, è tempo di fare un primo bilancio dell'anno che sta andando via, in un tempo senza tempo. Che cosa è successo? Siamo dentro un'era di grande cambiamento, la pandemia è stato solo il gong di questo passaggio, rapidamente tutti i pezzi della scacchiera stanno andando a comporre lo schema del nuovo Grande Gioco. L'Italia è parte di questo meccanismo, anche noi siamo attori di questo processo. Corriamo verso terre incognite. Questi sono un po’ di appunti sul mio taccuino, ne seguiranno altri con un taglio sulla cultura del nostro tempo, sull'Oriente e l'Occidente, sul visibile che spesso è invisibile agli occhi. Sarà un viaggio da qui alla fine dell'anno, fino allo sfoglio di un'altra data del calendario, il 2023. Andiamo, seguite il titolare di List.
01
L'illusione del Grande Rimbalzo
Siamo in gennaio, l’anno è partito alla grande, tutti pensano di continuare a viaggiare nell'era del Grande Rimbalzo, nell'apertura dell'economia dopo la crisi del coronavirus. Chiusa la distopica fase dei lockdown (ora cominciano i seri ripensamenti sulla segregazione 'cinese' che perfino a Pechino hanno abbandonato) il destino è radioso. L'inflazione che aveva cominciato da mesi a galoppare viene liquidata così dall'establishment: "È temporanea". Le élite hanno completamente sbagliato le previsioni. E non succede niente, tutti restano al loro posto senza fare un plissé. C’è chi si scusa (Janet Yellen e Christine Lagarde), ma il ‘dopo’ che avanza presenta nuovi abbagli.
All’inizio del 2022 i prezzi energetici erano già altissimi, correvano mesi prima della guerra, la direzione di marcia era nota (per chi voleva vederla e non era così complicato), nonostante lo scenario mutato, gli Stati Uniti continuano a mantenere una politica di sussidi che alimenta le aspettative e surriscalda l'economia. L'Europa? Con i tassi più bassi di sempre e la retorica sul va tutto bene perché lo dice Bruxelles, come sempre.
02
L'autarchia di Pechino, China First
Bali, 15 novembre. Xi Jinping durante i lavori del G20 in Indonesia (Foto Epa).La Cina nel frattempo fa scorta di materie prime, non solo metalli e idrocarburi, anche derrate alimentari, fagioli di soia, grano, olio, carne. Niente di segreto, è contabilità nota, scambio commerciale nero su bianco. Nessuno presta attenzione, in fondo, in Cina sono un miliardo di anime da sfamare. In realtà a Pechino sono entrati in una dimensione da economia di guerra prima di tutti gli altri. Perché sono loro a muovere guerra. Produzione in 'regime autarchico', la parola d'ordine è 'China First'. Primo settore colpito: quello dei microchip, il cuore del prodotto di consumo dell'Occidente. L'impatto è stato (e sarà) enorme: non solo l'attesa per la consegna, ma il crollo delle produzioni strategiche per la crescita e l'occupazione in Occidente. Ora Stati Uniti e Europa lottano contro il tempo per produrre microchip. Meglio tardi che mai, ma sempre tardi e il fattore tempo in questa sfida conta.
03
Putin ordina l'invasione dell'Ucraina
Cremlino, 8 dicembre. Vladimir Putin decora i militari con la 'Medaglia d'oro degli Eroi' (Foto Epa).Il coro del mainstream era quello del temporale. E invece si preparava la tempesta d'acciaio, la guerra, il fantasma del Novecento. Alla fine di febbraio il Secolo Breve si presenta sferragliando con la cavalleria corazzata: Vladimir Putin annuncia l'invasione dell'Ucraina, è il 24 febbraio e da quel momento parte una nuova fase della storia contemporanea, torna al centro la geopolitica degli spazi. Per la prima volta dal dopoguerra si combatte al centro dell'Europa su larga scala, la fanteria russa entra prima nel Donbass, poi comincia un'avanzata nel territorio, fino a portarsi da Nord all'ingresso di Kiev. Non è la strategia di una guerra-lampo, è solo la prima mossa di una guerra di logoramento. Perdite altissime, artiglieria pesante, cavalleria corazzata, droni, missili, elicotteri, Javelin, incrociatori, guerra elettronica, corpo a corpo, trincea. Il teatro di una battaglia classica, combattuta con armi hi-tech e vecchi fucili. Mosca non usa l'aviazione in modo massiccio, non affonda il colpo decisivo sulla capitale (e avrebbe potuto farlo), il Cremlino aspetta e qui e là ricorda il suo status di potenza nucleare. Putin usa il tempo, ma lo fa anche l'Ucraina che si organizza, la Nato reagisce, gli Stati Uniti aprono i depositi di armi e Kiev risponde agli attacchi. La Russia si espande, ma fatica a mantenere le posizioni, la difesa di centinaia e centinaia di chilometri di linea ha un costo altissimo e i generali di Putin sono uguali a quelli di Stalin, sono disordinati. Ma la Russia resta una macchina da guerra difficile da abbattere, è imprevedibile, usa la guerra asimmetrica, approfitta del Generale Inverno, colpisce le centrali energetiche e le infrastrutture, dove non uccide con i proiettili, arriva il con il gelo. Siamo giunti così a nove mesi di guerra, senza un filo di negoziato, con Erdogan e Macron che ci provano e nient’altro, mentre il ritiro dei russi è un'illusione, il trionfo dell'Ucraina una chimera. La guerra va avanti perché nessuno può tornare indietro in queste condizioni, è un conflitto dove non può vincere nessuno senza scatenare una guerra nucleare. Vincono solo i fabbricanti d'armi. Prima o poi finirà, come tutte le guerre, ma a che prezzo? E come sarà la vittoria?
La guerra ridefinisce lo spazio europeo più di quanto si immagini: la Francia e la Germania si separano senza nasconderlo, Olaf Scholz cerca di mantenere il consenso nel paese, Emmanuel Macron ha un governo di minoranza, sono entrambi in difficoltà, vorrebbero l'apertura del negoziato, ma gli Stati Uniti non sembrano ancora pronti. E così anche la Russia. Quanto alla Cina, il Dragone fa finta di sonnecchiare, in realtà continua a tessere la trama dell'espansione cinese nel mondo. Il Pacifico non era mai stato così bellicoso dai tempi della Seconda guerra mondiale. A Taiwan ne sanno qualcosa. E per il brivido dei missili che sorvolano i tetti delle case, chiedere al Giappone sotto il tiro del lanciatore della Corea del Nord, Kim jong-un.
Esercitazioni militari a Taiwan lo scorso 7 settembre (Foto Zuma).L'effetto numero uno della guerra in Ucraina sul piano strategico è l'insabbiamento del progetto di Difesa europea, gli americani hanno preso la guida della coalizione contro la Russia, telecomandato il segretario generale della Nato (Jens Stoltenberg segue fedelmente Jake Sullivan, il consigliere per la sicurezza nazionale di Biden), acceso il sistema industriale del Pentagono. La pax americana si fa con le armi, anche questo è un dejà-vu della storia. Resta il fatto che la guerra in Ucraina è dispendiosa, consuma materiali e uomini più di quella dell'Afghanistan, gli Stati Uniti hanno problemi con le scorte di munizioni. Ma il fatto politico è che Washington ha messo le mani su quasi tutte le forniture per il futuro, l'allargamento della Nato (che ci sarà) significa per la difesa americana contratti miliardari per sistemi d'arma, a cominciare dalle batterie di missili da puntare sullo spazio di Mosca. Il principio della deterrenza è in piena escalation, è un bene, ma i rischi dell’incidente aumentano con il numero di testate nucleari schierate. Se mi punti, io ti punto.
04
Il tempo di Draghi. Inizio e fine
Ultimo giorno a Palazzo Chigi. Mario Draghi il 23 ottobre scorso (Foto Ansa).In questo scenario fiammeggiante, Mario Draghi ha tenuto l'Italia a galla nel mare in tempesta, qualcuno può avanzare l’idea che in fondo sostituire il nulla (Giuseppe Conte) fosse facile, ma in realtà Draghi con la sua credibilità di ex banchiere centrale che ha salvato l’euro ha messo il paese al riparo dalle mareggiate dei mercati, potevamo fallire (di nuovo) nel bel mezzo della crisi pandemica, nel coma etilico provocato dal cocktail micidiale di tre virus: populismo, incompetenza e Covid. Il suo governo d'unità nazionale non era quello ‘dei migliori’, ma ‘il migliore’ che si potesse avere in quel momento politico. Le elezioni anticipate in fondo le ha accelerate lo stesso Draghi con una serie di errori politici, primo fra tutti il passaggio mancato al Quirinale. Quando il premier ha detto esplicitamente che era disponibile all'elezione a Capo dello Stato, ha messo in luce la sua inesperienza sugli usi e costumi del Parlamento italiano. E da quel momento s'è capito che la sua corsa al Colle era bruciata. Non c'era alcuna preparazione del terreno politico, perfino il partito che avrebbe dovuto naturalmente sostenerlo - il Partito democratico - era diviso sul suo nome, come lo era stato quando Matteo Renzi inventò lo smash sotto rete che portò Draghi a Palazzo Chigi. Il segretario Nicola Zingaretti allora gettò la spugna, dicendo cose al fiele sul Pd. Fu chiamato a calmare le acque un auto-esiliato a Parigi, Enrico Letta. Eravamo agli inizi della storia, ancora nell'incipit del 2021, un anno dopo, nei primi giorni di febbraio del 2022, neppure Silvio Berlusconi è pronto a votare Draghi per il Quirinale. Segno che il dado è tratto, la legislatura è vicina all’ultima curva, ma con una corsa supplementare.
La crisi del Movimento Cinque Stelle - sfociata nella presa del potere da parte di Giuseppe Conte, sempre lui in commedia - ha accelerato l’esaurirsi dell'era Draghi. Conte non ha a cuore le sorti della patria, ma se stesso, dunque calcolato il rischio (il voto anticipato) e conclude che in fondo si sarebbe sbarazzato di Di Maio e dunque avrebbe controllato quel che restava del partito, mentre Silvio Berlusconi e Matteo Salvini pensano di fermare l'avanzata all'opposizione di Giorgia Meloni. Conte ha avuto ragione sul fatto interno, Silvio e Matteo hanno avuto torto, perché Meloni li ha spianati. Forza Italia e Lega sono partiti necessari per la maggioranza, ma nel ruolo di junior partner che per la coppia di maschi è una tragedia. Meloni ha il primo partito del paese, è primo premier donna, mostra altro passo e mestiere. Per Berlusconi è un problema di trapassata grandeur biografica, per Salvini un caso di trauma psico-elettorale irrisolto. Con questi pensieri di rivincita e fantasie, hanno lasciato a Draghi la possibilità di condurre il gioco fino all’epilogo surreale: l’apertura di una crisi tanto grave ma non seria da far sospirare a Giancarlo Giorgetti che c’è “un governo che cade senza che il Parlamento abbia la forza di votare contro”.
Risultato: il governo Draghi ‘cade’ non il giorno della non-fiducia del Movimento Cinque Stelle al Senato, ma il giorno dell'elezione di Sergio Mattarella (il 29 gennaio). Bis al Quirinale, parte il requiem per il Governo Draghi.
Pochi mesi dopo, arriva il ‘giorno della liberazione’ per Draghi. Pienamente in carica, mai sfiduciato, con il sorriso di chi ha appena fatto un traversata nel deserto e vede l’oasi, il premier sale al Quirinale e dà le dimissioni di fronte al Capo dello Stato il 21 luglio. La data delle elezioni è il 25 settembre, si apre la campagna elettorale balneare. È la prima volta nella storia politica italiana.
05
La prima donna a Palazzo Chigi
Agosto vola via tra immersioni, castelli di sabbia, impepate di cozze, strimpellate, scazzottate, il popolo sdraiato tra Costa Smeralda e Coccia di Morto, una nazione di spiaggiati in attesa del Grande Evento. Quale? La vittoria di Giorgia Meloni, annunciata e agevolata dalla più sgangherata strategia che si sia mai vista nella pur fantasiosa storia politica del Belpaese, quella del Pd di Enrico Letta.
“Settembre, andiamo. È tempo di migrare” (Gabriele D’Annunzio). Ben poco poetico è lo svolgimento, visto che i pastori perdono il gregge. Con il caldo che ancora picchia forte, le nottate umide da giungla vietnamita, travolto da un attacco di labirintite politica, il segretario del Partito democratico riesce nella seguente impresa: si fa uccellare (copy di Gianni Brera) dal dribblomane Calenda (con Renzi che osserva dalla postazione del dj), non si allea con Giuseppe Conte in nome di ‘un’agenda Draghi’ ignota a tutti, imbarca i Verdi e Sinistra Italiana che poi lasceranno un segno indelebile portando in Parlamento quel Soumahoro con gli stivali che si rivelerà un benefattore. Della sua famiglia. Con queste premesse, a Giorgia Meloni non resta che condurre in porto la nave del centrodestra evitando le fughe in avanti di Salvini e Berlusconi sulla spesa pubblica. Missione compiuta il 25 settembre, vittoria chiara, netta, arriva l’incarico di formare il governo, prima donna presidente del Consiglio della storia italiana. Da questo momento si entra in una nuova dimensione del romanzo, Meloni mostra le qualità sconosciute ai troppi che fanno opinione senza aver mai riempito il taccuino del cronista, andando, vedendo e scrivendo. Per questi è stupore e disappunto, qui è solo una conferma e per il domani varrà come sempre la cronaca.
Il giorno dell'incarico. Giorgia Meloni al Quirinale il 21 ottobre 2022 (Foto Ansa).In poche settimane (il governo Meloni ha giurato il 22 ottobre scorso) sono evaporati il pericolo fascista e l’Armageddon finanziario, a Palazzo Chigi non ci sono le camicie nere, ma un normale governo politico in carica, un evento democratico, dunque un fatto straordinario per un paese che fa il pendolare tra l’amministrazione controllata e il sottosopra della minoranza che si fa maggioranza. Meloni ha vinto le elezioni e governa. Fatto incredibile per le classi colte e quelle ignoranti, i maestri del birignao e i prosatori in bigodini, gli accigliati pensatori e i terrazzati del mandarinato burocratico. Ieri ha fatto un discorso netto, rivendicato le scelte del governo sulla manovra. Fa politica.
Il 2023 sarà il banco di prova di Meloni e della sua maggioranza. I governi di coalizione sono sempre una faccenda complicata, ma anche se l’esecutivo dovesse cadere, resterà in campo lei, Giorgia, la sua è l’unica leadership forte riconosciuta dagli italiani. È vero, abbiamo visto in passato grandi talenti politici bruciati - il più grande è stato quello di Matteo Renzi, che in ogni caso resta talento e si vede - i cicli del potere e del consenso si sono accorciati, ma l’impressione è che a lei per ora riesca bene quel mix tra avanti-pop e istituzionale che fa la differenza, ciò che separa il politico dal tecnico, il voto dalla cooptazione, la volontà popolare dal giro di tavolo nel club.
06
L'anno che verrà
L’anno prossimo sarà duro, più di quanto immaginiamo. I problemi che ora sono in superficie diventeranno ancora più profondi. L’Europa non ha energia e questa cosa non può essere affrontata restando in eterno nel quadro dell’emergenza. Meloni ha ricordato ieri in Parlamento che la soluzione alla scarsità delle materie prime (non solo gli idrocarburi, abbiamo problemi giganteschi su tutti i settori dove si gioca la sfida della contemporaneità) si trova solo con un’azione dell’Unione europea (scossa dal Qatargate che ha macchiato il Parlamento e aperto una ‘questione morale’ proprio in quella sinistra pronta a fare la morale agli altri). Fare da soli, per chiunque, significa far decollare il debito pubblico. Vale per tutti. Per l’Italia è un problema di stabilità e presto lo avremo di fronte, perché la guerra in Ucraina continua, il decoupling dalla Russia è doloroso e la geopolitica apre la mappa di un nuovo ordine che verrà fuori dallo scontro tra noi, l’Occidente, e quel ‘resto del mondo’ di cui Cina, Russia e India sono capofila.
Videoconferenza del vertice del G7 del 12 dicembre (Foto Ansa).Il dato odierno dell’inflazione americana (+7,1%) ha fatto volare Wall Street ma si tratta di un’illusione ottica, il mercato si è subito depresso, montagne russe, un sali e scendi finanziario: c’è chi pensa che la Federal Reserve farà retromarcia sul rialzo dei tassi, ma la lezione della crisi energetica del 1973 ricorda che un rilassamento delle banche centrali può far tornare a correre l’inflazione e questo sarà il dibattito interno nella Fed.
Sulla mappa ci sono i bagliori di un mondo nuovo. Xi Jinping in Cina è un’incognita, ha allentato la morsa della politica Zero Covid, una mossa che rivela una debolezza del regime e nello stesso tempo un realismo che sembrava impossibile. C’è solo un problema: ora i cinesi sanno che manifestare in piazza può portare dei frutti concreti. Attendiamo il seguito della saga dei fogli bianchi.
Pechino e Washington sono i poli di questa storia, ma in un mondo reticolare, quel che accade nel vicino e remoto Iran non è un fatto periferico, le impiccagioni e gli assassinii dei manifestanti sono un fatto che scuote la società iraniana, l’impressione è che quel regime sia al tramonto, lento, ma inesorabile. Cosa c’è dietro l’angolo dell’antica Persia?
Il Medio Oriente è una fabbrica del domani, le petro-monarchie stanno investendo in tecnologia e infrastrutture, comprano aziende occidentali, hanno la forza per curvare il presente grazie agli idrocarburi di cui abbiamo bisogno. Ogni riunione dell’Opec+ è un’estrazione del lotto e il destino si presenta regolare alla pompa di benzina, sibila nei gasdotti, viaggia sulle gasiere e petroliere, diventa bit e barile fisico nelle transazioni dei giganti delle materie prime. La pax non è il ‘Green’ delle classi in Progress, ma il nero petrolio che brucia. Fare politica del futuro senza energia non è ridicolo, è pericoloso.
Lo spazio della democrazia oggi è proiettato nell’universo dei social media, nella tecnologia, fattore di accelerazione e compressione della politica, della vita interiore, dell’immaginario. Fu Marshall McLuhan a definire il paradigma del mezzo che è il messaggio, siamo andati oltre, perché il mezzo si è smaterializzato, fuso con l’ideale al punto da diventare un prolungamento in pixel della nostra esistenza mobile e connessa. L’arrivo di Elon Musk a Twitter ha spalancato con una spettacolare operazione-verità un mondo dove il dibattito pubblico, il voto, la formazione del consenso, sono oggetto di manipolazione da parte di soggetti irresponsabili che fanno della loro ideologia l’algoritmo per selezionare ciò ai loro occhi è buono e cattivo, giusto e sbagliato, degno di nota e pronto ad essere oscurato. Orwell realizzato, automatizzato, in realtà aumentata e con il like incorporato.
In un mondo che batte e si batte per la moneta, vediamo sfiammare il Far West delle cryptovalute. È stato arrestato alle Bahamas Sam Bankman-Fried, il fondatore di Ftx, la più importante azienda del settore. Un crac spaventoso, tra i più grandi della storia della finanza, super-rapido come la sua ascesa. Bankman-Fried fu salutato come un genio dal giornalista collettivo pronto a bersi tutto d’un fiato l’immagine del cervellone con la felpa. Il giovanotto è finito nella polvere. Era un truffatore, non è mai stato una stella.
Sì, vivremo un altro anno interessante. Forse troppo.
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l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.