10 Ottobre

Il mercato, il Nobel e i fatti travestiti per l'occasione

L'establishment applaude la Borsa se serve a far cadere il governo nemico, lo stesso mercato diventa un covo di loschi speculatori se punta su candidati (vedere alla voce Brasile) non politicamente corretti. E il premio Nobel per l'Economia diventa un caso di occultamento delle opinioni (solo quelle non allineate) dei premiati. Riccardo Ruggeri fa un tuffo nel mare della manipolazione quotidiana

di Riccardo Ruggeri

Il mio lavoro di analista indipendente si sta complicando. Avevo imparato a districarmi, con scioltezza, fra le fake news “private” e quelle “istituzionali”, quando le classi dominanti si sono inventate le fake truth (i fatti sono rigorosamente veri ma vengono configurati in modo distorto ovvero nascondono certi aspetti). Temo possano diventare il loro nuovo vangelo comunicazionale, per questo dobbiamo combatterle, svelandone le tecniche e i segreti.

Prendiamo il termine “Mercato”. In questo momento storico, l’establishment italiano, e la sua corte mediatica, sconfitta alle elezioni, esalta il “Mercato”. Sono da pochi mesi all’opposizione, dopo aver governato il paese dal primo dopoguerra a quattro mesi fa, ma già fremono per tornarci ad ogni costo: hanno individuato in Lady Spread la modalità vincente per abbattere il governo Conte. Tutte le élite di ogni ordine e grado, specie ex premier, ex ministri, ex giudici costituzionali dei quattro governi di regime che si sono succeduti dal 2011, e che fanno parte della nuova claque mediatica, si sperticano in lodi verso questi gnomi finanziari che investono i quattrini per le pensioni delle vedove scozzesi o dei pescatori norvegesi.

Lo stesso “Mercato” (con le stesse vedove e pescatori di cui sopra) diventa invece un covo di loschi speculatori appena cambi continente, visto che in Brasile, negli stessi giorni, il “Mercato” punta sul candidato non gradito a costoro, il destro (pardon, il fascistoide) Jair Bolsonero, e non sul mitico Inácio Lula da Silva. Il “Mercato”, che non è fesso, sa quello che le élite fingono di non sapere, e si rifiutano di scrivere, e cioè che il sinistro Partito dei Lavoratori ha saccheggiato per un decennio, con la sua corruzione diffusa e implacabile, le casse dello Stato e il suo capo, Lula, è un criminale certificato (sentenza passata in giudicato). Se leggiamo cosa è stato...


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